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Rule for Creating Value in Social Enviroments

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Uscire dalla crisi con Keynes keynesblog.wordpress.com “La saggezza del mondo insegna che è cosa migliore per la reputazione fallire in modo convenzionale, anziché riuscire in modo anticonvenzionale” – John Maynard Keynes, Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta John Maynard Keynes (1883-1946) è stato il più importante e “rivoluzionario” economista del Novecento. La sua teoria economica, che ruppe con la tradizione liberista del laissez-faire,cioè con l’idea che lo Stato non debba occuparsi di economia e lasciar fare al libero mercato, fu la base del New Deal inaugurato dal presidente americano Franklin Delano Roosevelt per uscire dalla crisi iniziata nel 1929 con il crollo di Wall Street. Le politiche keynesiane, costituite soprattutto da investimenti pubblici, tassazione progressiva e protezione sociale, risollevarono l’economia americana e segnarono la politica economica dell’Occidente fino agli anni ‘70. L’abbandono di quel fecondo filone di pensiero, in favore di un libero mercato senza alcun contrappeso, ha sguarnito la politica e la teoria economica degli strumenti per comprendere e gestire i cicli e ha prodotto diseguaglianze sempre più gravi che, secondo molti, sono tra le cause della recessione di questi anni.

Il principio della domanda effettiva
“Quando si risparmiano cinque scellini, si lascia senza lavoro un uomo per una giornata.” − John Maynard Keynes, Esortazioni e profezie − Keynes, contrastando alla radice la teoria economica allora dominante1, affermò che il livello di produzione di una nazione, il suo reddito (cioè il PIL) e di conseguenza l’occupazione, sono determinati dalla domanda. E’ cioè la domanda dei consumatori e di altre
1 La teoria cosiddetta “neoclassica”, oggi di nuovo prevalente.

imprese che induce un’azienda a produrre di più, costruire nuovi impianti produttivi ed assumere nuovo personale. Questo principio prende il nome di “principio della domanda effettiva”. Si tratta di una rottura radicale con il pensiero economico tradizionale, basato sulla legge di Say, cioè sull'idea che l'offerta crei la sua stessa domanda. Keynes invece comprese l’importanza della moneta come “riserva di valore”. Non è vero cioè che tutto ciò che viene prodotto venga necessariamente venduto e che il denaro ricavato venga completamente speso: la moneta infatti può essere accumulata ed è proprio l’eccesso di risparmio a creare quel deficit di domanda che causa il successivo abbassamento della produzione e quindi la disoccupazione.

Gli “animal spirits”: il capitalismo è instabile per natura
“Come sono deludenti, ora che li conosciamo, i frutti della brillante idea di ridurre la scienza economica a un’applicazione matematica” – John Maynard Keynes, “Alfred Marshall, 1842-1924” in Essay in Biography Nella visione economica ortodossa prevale l’idea che il mercato sia in grado di auto-equilibrarsi. Il massimo che può accadere sono oscillazioni temporanee nella produzione, nel PIL e nell'occupazione, le quali però modificheranno altre grandezze economiche come salari e prezzi e quindi il sistema, come un pendolo, tornerà da solo in una situazione di equilibrio ottimale. Keynes rifiuta l’idea che il capitalismo funzioni come un sistema meccanico e quindi rifiuta l'accostamento dell'economia alle scienze naturali ed “esatte”. Nel sistema capitalistico i protagonisti non sono oggetti inanimati sottoposti a immutabili leggi fisiche in ogni particolare del loro comportamento, ma persone dotate di volontà propria e inclini a sbagliare. A differenza dei classici – ma anche dei moderni economisti che immaginano gli attori del mercato (imprese, consumatori, banche, lavoratori) comportarsi sempre secondo “aspettative razionali” – Keynes vedeva l’economia dominata dagli “spiriti animali” degli imprenditori che, per la natura stessa del mercato, non sono in grado di prevedere ogni singola conseguenza della loro azione e pertanto agiscono di istinto o basandosi su previsioni parziali e spesso fuorvianti. Il mercato assomiglia molto ad un gioco d’azzardo in cui ogni partecipante deve indovinare il comportamento degli altri giocatori, con tutte le incertezze che ne derivano. L’incertezza, le aspettative, la fiducia o la sfiducia in un futuro sostanzialmente inconoscibile, gli istinti (in particolare il desiderio di accumulare la moneta), rendono il capitalismo, quando viene lasciato a se stesso, soggetto a squilibri gravi e imprevedibili. Ma per Keynes questa situazione non è disperata e non va accettata passivamente. Al contrario, tutta la scienza economica sarebbe inutile se si limitasse a descrivere semplicemente i fatti come fanno le scienze naturali. E’ inutile (e infondato teoricamente) sostenere che, nel lungo periodo, tutto tornerà alla normalità: “Questo lungo periodo è una guida fallace per gli affari correnti: nel lungo periodo saremo tutti morti”2. Il compito degli economisti, come quello dei medici, è trovare una cura.

Il mercato non è né efficiente né giusto
Per Keynes insomma il capitalismo è un cavallo imbizzarrito da domare, piuttosto che un docile cavallo a dondolo che tornerà senza alcun intervento esterno alla sua posizione di equilibrio dopo aver oscillato avanti e indietro3. Il fatto poi che in esso domini la moneta e quella pulsione irrazionale verso l’accumulazione del denaro in sé, piuttosto come il denaro come semplice mezzo per acquistare beni e servizi utili o
2 John Maynard Keynes, A Tract on Monetary Reform, 1923 3 Teodoro Dario Togati, Incertezza e comportamenti individuali: Keynes e il dibattito http://tinyurl.com/7md3mc5

piacevoli, comporta il suo allontanamento dai bisogni reali che la società esprime: “Il capitalismo non è intelligente, non è bello, non è giusto, non è virtuoso e non produce i beni necessari”4. Come se non bastasse spreca una quantità enorme di risorse nella lotta per la concorrenza. Keynes paragonò il mercato alla lotta delle giraffe per accaparrarsi le foglie di cui si nutrono. In questa lotta molte giraffe moriranno di fame mentre altre mangeranno più del necessario e una quantità di foglie finirà semplicemente calpestata per terra5. Un’immagine del tutto contrapposta all’idea del mercato giusto ed efficiente dei liberisti6. Invece di lasciare tutto al caso, origine di enormi sprechi e ingiustizie, Keynes sostiene che sia necessario guidare l’economia attraverso precise politiche monetarie e fiscali poiché i mercati non sono sempre in grado di raggiungere equilibri efficienti da soli, ma anzi il più delle volte falliscono. La disoccupazione di massa ne è l’esempio più evidente.

I livelli stabili di disoccupazione
“I difetti lampanti della società economica in cui viviamo sono la sua incapacità di provvedere alla piena occupazione e la sua distribuzione arbitraria e iniqua della ricchezza e dei redditi” – John Maynard Keynes, Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta Keynes aveva un assillo: impiegare tutta la forza lavoro nella produzione. In altre parole la piena occupazione. Negli anni ‘30 enormi file di disoccupati andavano a ritirare il sussidio; Keynes si chiedeva come potesse accadere che nessuno si preoccupasse di far produrre qualcosa a quei lavoratori, piuttosto che pagare loro una piccola cifra per non fare nulla. Non era solo ingiusto per loro, era uno spreco per l’intera società. Fino ad allora però nessuno aveva spiegato come fosse possibile l'assenza di piena occupazione, ovvero che tutti coloro che cercavano un lavoro potessero trovarlo. La teoria economica classica non prevedeva una possibilità del genere. Essa sosteneva che il mercato, da solo, avrebbe riportato la situazione alla piena occupazione. Ma questo non si vedeva negli anni della Grande Depressione. Non c’era nessun “rimbalzo”, ma una disoccupazione persistente. Gli economisti classici indicarono quindi nei sindacati i responsabili della disoccupazione: i lavoratori non accettavano salari più bassi in modo che le aziende potessero ridurre i propri costi, favorendo la ripresa. Keynes sostenne che la critica non era fondata: “Non è chiaramente sostenuta dai fatti l'opinione che la disoccupazione che caratterizza uno stato di depressione sia dovuta al rifiuto da parte dei lavoratori di accettare una riduzione dei salari monetari. […] I lavoratori non sono affatto più esigenti nella depressione che nella prosperità, al contrario [...] Questi fatti dell'esperienza costituiscono un primo motivo per mettere in dubbio l'adeguatezza dell'analisi classica.”7 Al contrario, secondo Keynes, la graduale riduzione salariale avrebbe indotto i lavoratori a risparmiare di più, deprimendo i consumi e quindi la domanda, e annullando così i supposti effetti positivi del contenimento dei salari. Keynes comprese cioè che nell’economia di mercato può accadere che si raggiunga una situazione stabile di alta disoccupazione. Può accadere cioè che, una volta licenziati i lavoratori e chiuse un certo numero di imprese, la produzione totale rimanga stabile e che tale produzione venga venduta a chi ha ancora un reddito. Non si tratta quindi di una situazione transitoria, ma di un equilibrio, un equilibrio di sotto-occupazione. E’ contro il mantenimento di questo equilibrio che si concentrerà il
4 John Maynard Keynes, Autosufficienza nazionale in Collected Writings Vol. 11, 1933 5 John Maynard Keynes, La fine del laissez-faire, 1926 6 “Che libro potrebbe mai scrivere un cappellano del Diavolo sulle goffaggini, gli sprechi, l'orrenda crudeltà della natura!”, Charles Darwin, Lettera a J.D.Hooker, 1856. 7 John Maynard Keynes, Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta, 1936

lavoro di Keynes.

La domanda aggregata
Se il PIL e l’occupazione dipendono dalla domanda, per aumentarli occorrerà quindi incrementare la domanda aggregata (cioè la domanda dell’intera nazione). In altre parole, per uscire da una crisi, è necessario che qualcuno spenda di più in modo da assorbire la produzione in eccesso ed eventualmente indurre le imprese a produrre di più. La domanda aggregata è così definita:

Domanda aggregata = Consumi + Investimenti + Spesa Governativa + Esportazioni – Importazioni
Vediamo come aumentare i vari addendi, in modo da incrementare la somma. Un modo per aumentare i consumi è diminuire le tasse, cosicché che i cittadini abbiano più reddito disponibile. Diminuire però le tasse dei ricchi, come tradizionalmente ha fatto la Destra americana, potrebbe rivelarsi inefficace. Difatti i ricchi tendono a risparmiare la maggioranza dei loro redditi. Cento euro in più o in meno non fanno differenza. Viceversa diminuire le tasse sul reddito dei lavoratori è molto più efficace: aumentare di 100 euro il reddito netto di un lavoratore che guadagna 1000 euro significa incrementare la domanda aggregata di circa 90 euro. Empiricamente, infatti, si riscontra che la propensione al consumo delle famiglie italiane è attualmente maggiore del 90%8. Per aumentare gli investimenti (cioè la spesa delle imprese volta ad aumentare la produzione, come ad esempio l’acquisto di nuovi macchinari) si può diminuire il tasso di interesse sui prestiti. E’ per questo che in genere le Banche centrali, in periodi di bassa crescita, riducono il tasso di interesse in modo tale che che le banche possano a loro volta diminuire gli interessi per i clienti. Se infine vogliamo aumentare le esportazioni e diminuire le importazioni, possiamo diminuire il valore della nostra moneta rispetto a quelle estere (svalutazione). In questo modo per i consumatori stranieri le nostre merci saranno meno costose, mentre quelle provenienti dall’estero verso di noi lo saranno di più. Tutte queste politiche sono efficaci in situazioni non troppo distanti dal pieno impiego delle risorse produttive. In una crisi arriva però un punto in cui tutto ciò non basta più. Anche diminuendo il tasso di interesse a zero, le imprese non chiederanno prestiti e non faranno investimenti: nessuno aumenta la sua produzione se prevede di non poterla smaltire. Le imprese preferiranno quindi tenere il denaro liquido invece di investirlo (“trappola della liquidità”). Anche i consumatori, se sono spaventati dal futuro, tenderanno (se il loro reddito è ancora abbastanza elevato) a risparmiare percentuali maggiori della norma. Riguardo i cambi, non si può oltrepassare un certo limite: se si svaluta troppo la moneta, le merci provenienti dall’estero costeranno troppo e alcune di esse sono essenziali per la stessa produzione (come, ad esempio, il petrolio). In questa situazione quindi le politiche monetarie della Banca centrale o le politiche sul lato del prelievo impositivo non bastano più. Serve agire sul parametro che rimane libero: la spesa governativa.
8 dati Confcommercio, report marzo 2011, http://tinyurl.com/72dldza

Lo Stato come propulsore della crescita
“Sembra improbabile che l’influenza della politica bancaria sul saggio di interesse sarà sufficiente da sé sola a determinare un ritmo ottimo di investimento. Ritengo perciò che una socializzazione di una certa ampiezza dell’investimento si dimostrerà l’unico mezzo per farci avvicinare alla piena occupazione” – John Maynard Keynes, Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta Keynes suggerì quindi che fosse lo Stato a fare ciò che l’economia privata, da sola, non riusciva a fare. In particolare Keynes propose i lavori pubblici come antidoto alla crisi: strade, ferrovie, case. Oggi potremmo aggiungere: banda larga, assetto del territorio, energie verdi. Tutti questi investimenti pubblici non solo aumenterebbero la domanda, ma occuperebbero anche direttamente centinaia di migliaia o milioni di persone. E’, in effetti, la ricetta che gli Stati Uniti applicarono per affrontare la Grande Depressione. Keynes inoltre proponeva che lo Stato si occupasse di ciò che il privato non aveva convenienza a produrre e che monitorasse costantemente la situazione economica, non solo agendo sulla tassazione e sul tasso d'interesse, ma anche avendo sempre pronto un piano di investimenti pubblici al fine di riequilibrare il sistema economico tramite l'iniezione di domanda aggiuntiva. Keynes era ben consapevole infatti dei limiti del capitalismo nell'indirizzare correttamente gli investimenti: “Lo scopo sociale dell’investimento consapevole dovrebb’essere di sconfiggere le oscure forze del tempo e dell’ignoranza che avviluppano il nostro futuro. Invece lo scopo privato dei più esperti investitori di oggi è to beat the gun …, mettere nel sacco la gente, riuscire a passare al prossimo la moneta cattiva o svalutata”9. Nell'Europa del dopoguerra i governi, in particolare quelli socialdemocratici, sono andati oltre questa concezione. Le aziende di stato e le partecipazioni pubbliche hanno svolto inoltre un ruolo di indirizzo degli investimenti, compresi quelli privati. Molto spesso le aziende di stato sono state i “campioni nazionali” che hanno aiutato la crescita delle economie dei diversi paesi e la loro competitività, anche attraverso l’innesco di fecondi processi di innovazione del tessuto produttivo, che diversamente (a causa dell’incertezza collegata alla redditività dell’investimento in nuove tecnologie) non si sarebbero potuti realizzare. Dagli anni '80 invece si è assistito ad una costante privatizzazione delle aziende pubbliche, alla dismissione delle partecipazioni statali e alla deregolamentazione dell'economia e della finanza, con il risultato che gli “spiriti animali” hanno ripreso i sopravvento. Dopo 30 anni di liberismo, nella crisi partita nel 2007/2008 sono stati proprio i paesi ad economia mista o comunque con una forte presenza pubblica quelli che meno hanno risentito della grave situazione economica mondiale, tanto che l'Economist nel gennaio del 2012 ha dedicato una copertina all' “ascesa del capitalismo di stato”.

Il moltiplicatore keynesiano
Supponiamo che lo Stato decida di dotare il Paese di una rete telematica ad alta velocità che arrivi in tutte le case, gratis o a prezzi molto contenuti. La realizzazione di questa infrastruttura andrebbe direttamente ad aumentare il PIL. Ma non finisce qui. L’azienda che realizza la rete (che eventualmente potrebbe essere anche un’azienda pubblica) dovrà comprare materiali, affittare sedi, investire in macchinari, ecc. Questo incrementerà la domanda dei beni necessari alla produzione. Dovrà anche assumere un certo numero di persone e pagare consulenze tecniche. Queste persone si ritroverebbero un reddito che prima non avevano e che spenderebbero, ad esempio, in alimenti,
9 John Maynard Keynes, Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta

vestiti, divertimenti e accendendo un mutuo per comprare una casa. Ciò stimolerebbe la domanda di beni di consumo e appartamenti, oltre a stimolare il commercio. A loro volta i produttori di beni di consumo e appartamenti dovrebbero far fronte alla domanda crescente, e così via. Sebbene questo ciclo non sia infinito, in quanto ad ogni passaggio i vari soggetti tenderanno a non spendere tutto il proprio nuovo reddito ma ne risparmieranno una parte, è evidente che un l’intervento pubblico ha prodotto un aumento della domanda aggregata molto maggiore dell’investimento iniziale. Questo meccanismo è chiamato moltiplicatore keynesiano. Ma non finisce qui: la nuova infrastruttura telematica potrà essere usata da alcune imprese per veicolare i propri prodotti (ad esempio film, software, ecc.) e permetterà ad altre imprese di risparmiare sui costi grazie ad un servizio di telecomunicazione migliore. Considerando che cittadini e imprese che ne beneficeranno pagheranno più tasse allo Stato (essendo cresciuto il loro reddito) e che lo Stato non dovrà più erogare i sussidi di disoccupazione per chi avrà trovato un nuovo impiego, la spesa iniziale andrebbe dopo un certo periodo a compensarsi. In altre parole, se si sceglie bene l’investimento, è possibile quello che l’economia classica sostiene non esistere: un pasto gratis10. E' importante notare che questa non è solo un'ipotesi teorica, ma un fatto riscontrato nella realtà. Sono infatti state le ingenti spese del New Deal, della guerra, del Piano Marshall e dell'intervento pubblico in economia nel dopoguerra a rendere gli USA e l'Europa i leader economici del 20° secolo. La domanda pubblica e l'erogazione diretta di beni e servizi, di ricerca e innovazione, di servizi sociali, così come la programmazione economica, hanno spinto gli investimenti privati e i consumi, rafforzando tutta l'economia.

Il debito pubblico è la priorità?
Spesso le politiche di spesa pubblica vengono accusate di aver innalzato a dismisura il debito pubblico. In realtà questo è accaduto solo quando sono state attuate in modo inefficiente o addirittura criminale (come ad esempio in Italia negli anni ‘80). Ma questo non ha nulla a vedere con Keynes e con il keynesismo. Come abbiamo visto, delle buone politiche pubbliche tendono a ripagarsi da sole. Ove questo non accada, Keynes stesso suggeriva di ripagare gradualmente il debito aggiuntivo una volta usciti dalla crisi. E’ infatti chiaro che è impossibile pensare di riuscire a pagare un debito se si è poveri. Solo se il proprio reddito aumenta si sarà in grado di onorare gli impegni. In un periodo di crisi, insomma, la priorità è sempre la crescita e l’occupazione. Solo attraverso di esse sarà realistico ripianare il debito pubblico.

Il paradosso del risparmio
“Nelle condizioni contemporanee l'aumento della ricchezza, lungi dal dipendere dall'astinenza dei ricchi, come in generale si suppone, è probabilmente ostacolato da questa” − John Maynard Keynes, Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta L'attenzione di Keynes per la domanda è parallela alla sua critica sul risparmio, visto essenzialmente come distruttivo in tempi di crisi. Secondo l'economia del tempo il risparmio era solo un consumo posticipato: tutto ciò che veniva risparmiato poi sarebbe stato speso. La moneta aveva un ruolo neutro. Del tutto opposto invece il pensiero di Keynes: se tutti incominciano a risparmiare la domanda aggregata diminuirà. Ma se diminuisce la domanda, diminuirà anche la
10 L’esempio della rete telematica non è casuale: in effetti Arpanet, l’antenata di Internet che collegava le strutture militari americane, è nata proprio grazie all’investimento pubblico da parte del Ministero della difesa degli Stati Uniti; molte delle sue tecnologie sono inoltre state sviluppate in collaborazione con l’Università di Berkeley, California, di proprietà pubblica.

produzione e l’occupazione. Alla fine accade che l’ammontare totale dei risparmi, invece di aumentare, rimane invariato o addirittura diminuisce. Questo è il paradosso del risparmio. E' proprio la tendenza al risparmio e ad accumulare denaro, invece che investirlo e spenderlo, la caratteristica peculiare delle crisi.

La speculazione
“Per motivi in parte ragionevoli, in parte istintivi, il nostro desiderio di tenere moneta come riserva di ricchezza è un barometro del nostro grado di sfiducia nelle nostre capacità di calcolo e nelle nostre convenzioni sul futuro.” – J. M. Keynes, “The general theory of employment” in The Quarterly Journal of Economics, 1937 La disponibilità di ingenti masse di moneta liquida, non impiegata in investimenti a lungo termine, è la “materia prima” per le speculazioni finanziarie. L'incertezza sul futuro, così pesante durante una crisi, è ciò che induce gli attori dei mercati a speculare sul breve termine. Quello della speculazione è un fenomeno che ha assunto una dimensione enorme negli ultimi anni a causa della finanziarizzazione dell'economia. E' proprio di Keynes l'originale intuizione di tassare le transazioni finanziarie in modo da punire la speculazione a breve termine e favorire invece gli investimenti: “L'introduzione di una sostanziale tassa di trasferimento del governo su tutte le operazioni potrebbero rivelarsi la riforma più utile disponibile al fine di mitigare il predominio della speculazione negli Stati Uniti”11. Il premio Nobel James Tobin ha esteso la proposta alle transazioni valutarie.

L’austerità è controproducente
“Il momento giusto per l´austerità al Tesoro è l´espansione, non la recessione” – John Maynard Keynes, Lettera al Presidente degli Stati Uniti F.D. Roosevelt, 1937 Se si ignora il problema della crescita il gettito fiscale dello Stato diminuirà e la situazione peggiorerà. A seguito della crisi, in Europa è passata l’idea che l’austerità possa essere “espansiva”. In particolare in Italia questa tesi è stata sostenuta da economisti neoliberisti come Alesina e Giavazzi. In Europa la Germania e la Bce sono state in prima linea nel sostenere tale tesi. Ma come è davanti agli occhi di tutti, e come si rileva dai dati economici dei paesi costretti all’austerità (Spagna, Irlanda, Italia e Grecia), queste politiche stanno peggiorando la situazione. Su questo punto sono ormai in maggioranza gli economisti secondo i quali l'austerità porterà a una più rapida recessione. Lo stesso declassamento dei paesi periferici dell'Eurozona e della Francia, operato da Standard and Poor's, è stato motivato con l'eccesso di austerità imposto dalla Germania al resto d'Europa. Difatti le politiche di austerità riducono il reddito nazionale, con il risultato che lo Stato potrebbe ricevere meno gettito del previsto dalle imposte. Quando ciò accade, lo Stato non riuscirà a ripagare il debito pubblico che, nel frattempo, diventerà insopportabile rispetto al PIL decrescente. L’esatto opposto di quanto si voleva ottenere. E' in effetti ciò che sta accadendo all'Irlanda12 e ad altri paesi periferici dell'Europa. La situazione europea rischia quindi di aggravarsi con l’inasprimento delle politiche restrittive attraverso i nuovi accordi (il cosiddetto “fiscal compact”) che impongono strettissimi limiti alla spesa pubblica.
11 J.M.Keynes, Teoria Generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta, cap. 12 12 Il rapporto Debito/PIL dell'Irlanda è passato dal 25% del 2007 al 92% del 2010 (dati Irish National Treasury Management Agency http://tinyurl.com/7ft866d )

Se guardiamo invece agli Stati Uniti la situazione è ribaltata: il presidente Obama ha attuato un piano di spesa pubblica nel tentativo di far ripartire la crescita. Sebbene diversi economisti keynesiani ritengano che si tratti di un piano ancora troppo timido che rischia di impantanarsi, esso ha comunque il pregio di rompere il tabù della spesa pubblica.

L’euro e il monetarismo
La costruzione dell’euro è stata in larga parte basata sui criteri della scuola economica monetarista, inaugurata da Milton Friedman e fortemente contrapposta alla scuola keynesiana13. Non sorprende quindi che le regole contenute nei trattati siano delle vere e proprie “zeppe” messe lì per impedire politiche espansive di tipo keynesiano. La Banca centrale europea è molto differente dalle altre Banche centrali. In primo luogo essa ha un solo obiettivo, quello di contenere l’inflazione. Lo statuto della Banca centrale americana (la FED) invece prevede tra i suoi compiti quello di favorire la crescita e l’occupazione (usando opportunamente i tassi di interesse e l’aumento dell’offerta di moneta). Inoltre la BCE non può prestare denaro agli Stati membri né finanziare il debito pubblico stampando nuova moneta (come invece ha fatto la FED). Il trattato di Maastricht – nonché il nuovo “fiscal compact” – pongono poi seri limiti alla spesa che un governo può effettuare in deficit per rispondere alla crisi. Infine l’adozione di una moneta unica impedisce agli stati deboli di usare la svalutazione per favorire l’esportazione delle proprie merci. Vengono così a ridursi drammaticamente gli spazi di manovra per politiche economiche contro la crisi. Una crisi peraltro che ha molto a che vedere con uno squilibrio tra il centro dell’Europa e la periferia, con il centro (in particolare la Germania) che è diventato un grande esportatore e la periferia che ha finora funzionato da acquirente. L’euro ha impedito un riequilibrio della bilancia commerciale tra gli Stati membri dell’Eurozona, penalizzando le periferie che non hanno potuto svalutare la moneta per far crescere le esportazioni. Nonostante ciò i trattati comprendono diverse scappatoie e in passato la stessa Germania è riuscita a piegarli ai propri interessi. E' quindi importante non cadere nel tranello che viene spesso ripetuto: “ce lo chiede l'Europa”. L'Europa è l'insieme degli Stati autonomi, pertanto un singolo paese ha un potere di veto che può far pesare per ottenere modifiche e bloccare eventuali sanzioni.

Le liberalizzazioni funzioneranno?
Sotto il nome di liberalizzazioni si collocano una serie di interventi molto differenti tra loro. Alcune sono segnate da un chiaro intento di deregulation che ha spesso dimostrato, nel medio-lungo periodo, effetti negativi sull'economia. Basti pensare alla deregolamentazione dei mercati finanziari o all'impoverimento delle famiglie conseguente alla cancellazione di molti prezzi e tariffe controllate. Alcune di esse possono avere effetti positivi, ridistribuendo i redditi da certe posizioni di rendita verso i nuovi entrati nel mercato. Ma questo ha senso in un periodo di espansione economica. Le liberalizzazioni sono in generale degli interventi sul lato dell’offerta di beni e servizi, ma il problema che l’Italia e l’Europa hanno di fronte è invece un calo della domanda.
13 Il monetarismo è una scuola economica fortemente contraria all'intervento pubblico nell'economia. In particolare essa si contrappone al keynesismo sostenendo che il ruolo delle banche centrali debba essere esclusivamente quello di controllare l'inflazione e non – come invece sostengono i keynesiani – favorire la crescita e l'occupazione con politiche espansive come la diminuzione dei tassi di interesse. Milton Friedman è stato l'ispiratore della politica economica di Ronald Reagan, George Bush e in generale del partito repubblicano degli USA.

Il premio Nobel Paul Krugman e l'economista della FED Gauti Eggertsson hanno mostrato al contrario come certi interventi di segno opposto alle liberalizzazioni (tariffe controllate, monopoli pubblici, rafforzamento del potere dei sindacati per favorire della rigidità salariale) abbiano avuto un ruolo positivo nella ripresa economia durante la Grande Depressione negli anni ‘3014.

L'economia internazionale va regolata
Keynes ruppe anche un altro dogma: quello del libero scambio nei mercati internazionali. In primo luogo Keynes si oppose fermamente al sistema del Gold Standard, cioè la parità delle monete con una certa quantità d'oro. Questo riduceva le possibilità di manovra sui cambi che le singole nazioni potevano operare. Sono molti oggi a sostenere che l'Euro funzioni in Europa come il Gold Standard, favorendo certi paesi (come la Germania) a discapito di altri15. Dopo la Seconda Guerra mondiale Keynes propose, alla Conferenza di Bretton Woods, una serie di istituzioni internazionali per il controllo del commercio e per il sostegno internazionale all'economia. Queste istituzioni, come il Fondo monetario internazionale, furono costruite ma negli anni hanno spesso tradito l'originale proposta di Keynes. Non si tratta di una casualità. Fu infatti la pervicace volontà degli USA di diventare l'economia egemone a bloccare la più radicale e innovativa proposta di Keynes: una moneta internazionale per gli scambi, chiamata Bancor, il cui funzionamento avrebbe dovuto favorire le esportazioni dei paesi deboli ed evitare gli eccessi di esportazioni di quelli più forti. Una proposta recentemente tornata alla ribalta come antidoto alla globalizzazione incontrollata.

Che fare?
Elenchiamo una serie di ricette che sono state avanzate da più parti in questi mesi. Molte di queste trovano largo consenso nelle fila dell'economia critica, ma anche nella parte più avveduta del mainstream economico: 1) assumere come obiettivo vincolante la riduzione del peso del debito pubblico attraverso la crescita guidata dalla domanda interna e non attraverso i “sacrifici”; 2) trasformare la BCE in una vera Banca centrale, con tutti i poteri e doveri che le altre Banche centrali hanno nel mondo, a partire dalla possibilità di emettere moneta per finanziare il debito pubblico, poter prestare direttamente agli Stati, fungere da prestatore di ultima istanza per gli istituti di credito e investendola del dovere di favorire la crescita e non solo controllare l'inflazione; 3) trasformare l'Unione europea di una “transfer union” come gli USA, in cui il governo centrale si occupa di sostenere finanziariamente i singoli Stati; 4) rilanciare gli investimenti pubblici nella produzione di beni collettivi materiali e immateriali (infrastrutture, ricerca, tutela ambientale, istruzione, salute), anche utilizzando lo strumento degli Eurobond, cioè i “BOT europei”, così da condividere il rischio del debito pubblico e avere una fonte di finanziamento diretto per i programmi comunitari di sviluppo; 5) istituire una vera imposta patrimoniale sia in funzione redistributiva che allo scopo di disincentivare la rendita e indurre invece agli investimenti;
14 Gauti Eggertsson , Was the New Deal contractionary? http://tinyurl.com/76cwkgn 15 Secondo Paul Krugman: “L'elite europea, nella sua arroganza, ha bloccato il continente in un sistema monetario che ha ricreato le rigidità del gold standard, e - come il gold standard nel 1930 - si è trasformata in una trappola mortale”. http://tinyurl.com/6skyxef

6) favorire chi ha maggiore propensione al consumo, abbassando il carico fiscale sui lavoratori e sul ceto medio; 7) istituire una vera tassa sulle transazioni finanziarie e valutarie sul modello proposto da Keynes e James Tobin, una tassa che sia abbastanza elevata da sfavorire le transazioni a breve termine (tendenzialmente speculative) e quindi incentivare gli investimenti a più lunga scadenza; 8) favorire la centralizzazione dei capitali, superando l'idea che sia sempre vero che “piccolo è bello”: l'Italia ha invece disperato bisogno di “campioni nazionali” che in questi anni sono spariti o si sono indeboliti; 9) d'altro canto in molti casi i distretti industriali italiani non hanno superato la prova della globalizzazione e quindi vanno ripensati in un'ottica di nuova programmazione economica, guardando in particolar modo alle esperienze dei “cluster” negli altri paesi, con un importante ruolo pubblico anche nel trasferimento tecnologico; 10) ridare al settore pubblico un ruolo di peso nell'economia, bloccando le privatizzazioni dei servizi pubblici, mettendo al centro l'interesse collettivo e usando le grandi imprese nazionali ancora in mano pubblica come volani per lo sviluppo; 11) aumentare considerevolmente la spesa pubblica in ricerca, poiché il tessuto economico italiano è troppo frammentato in microimprese per potersi accollare i costi necessari; 12) usare la spesa pubblica per orientare la modernizzazione del sistema produttivo italiano e la sua indipendenza; due esempi concreti sono a) l'adozione obbligatoria del software libero nelle pubbliche amministrazioni, non tanto per favorire i risparmi ma soprattutto per stimolare la nascita e la crescita di imprese italiane nel settore, affrancandosi così dalla eccessiva dipendenza verso l'estero, e usando l'Università come laboratorio di innovazione tecnologica per la produzione di software libero come “bene collettivo”; b) domanda pubblica di energia verde e stimoli alla ricerca tecnologica e alla produzione nazionale di impianti produttivi di energie pulite; 13) combattere la precarietà cancellando molte delle forme contrattuali oggi vigenti e favorendo la stabilizzazione dei rapporti di lavoro, sia attraverso un contratto di inserimento fortemente orientato alla formazione sia attraverso carichi che rendano antieconomico il ricorso ai contratti diversi dal tempo indeterminato; 14) rafforzare e tutelare il potere contrattuale dei lavoratori (in particolar modo attraverso il Contratto nazionale di lavoro) in modo che i salari tendano a risalire per favorire la domanda interna e la crescita.

Conclusioni
La ripresa economica del New Deal negli anni ‘30 in America, e le politiche di intervento pubblico nell’economia e nel welfare in Europa, hanno assicurato decenni di prosperità e crescita all’interno di un quadro di giustizia sociale. La forza della socialdemocrazia europea è stata proprio questa. L'abbandono delle politiche di stampo keynesiano e la deregolamentazione della finanza hanno avuto un ruolo decisivo nel provocare la crisi. Gli anni ‘80 e ‘90 sono stati anni all'insegna del laissez-faire e delle privatizzazioni. Non sorprende quindi che gli anni 2000 e ancor più il nuovo decennio si siano aperti con drammatici problemi di disuguaglianza, fino ad arrivare alla recessione. Bisogna quindi invertire la tendenza, tornando a ridare al pubblico un ruolo significativo nell'economia non solo come regolatore, ma anche come propulsore.

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Est1 - Task 310.2.1-05

...EST1 - Task 310.2.1-05 The attitude of Company Q towards social responsibility seems to be decreased by the pressure of profit loss. They closed 2 stores recently due to the fact that they were continually losing money. This not only creates a problem for the employee's that worked there, but also for the customers who frequented the stores. By improving their ethical makeup they could not only improve their profits, but it would also help the relationship with their employees and customers grow. There are a few things that Company Q could work on and change to create a better enviroment for the community. They decided to close 2 different stores in higher crime areas stating they were losing money. Instead of closing the stores they could implement new procedures to increase security. Installing cameras or hiring security guards to stand outside the store or patrol inside would show their customers that they are concerned for the safety of those shopping there. Company Q could also could work with other business owners and city government to makes changes to the area surrounding the store. These changes could include a well lit store front, friendly employees, and a well organized store. Company Q would have to make enough improvements to show their customers they care. This could have increased sales and possibly saved the company from closing the two stores. When asked about donating their day old food to the local food bank, the company refused and chose...

Words: 597 - Pages: 3

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Policy Issues Paper

...September, 05, 2014 Oscar Diaz Policy issues paper In this paper, I hope to analyze and figure out what causes individuals to commit crimes and the many theories in criminology. Social process theory is one such assumption and argues that interaction and interacting with other individuals certain criminal behaviors are learned. There are four types of social process theories including: social learning theory, social control theory, social labeling theory, and dramaturgical perspective. The developmental process and background of social process theories will be discussed in this paper. Also the important parts of this theory to criminology and the pro’s and con’s that are a part of the theory. Social learning theory is when consequences are observed of others and thinking about copying a behavior is called social learning theory. To put in a nut shell, this thoery explains that human beings are educated by observing others. Identifying certain patterns in behavior of the criminal kind and the values that went along with them theorists such as Edwin Sutherland, Robert Burgess, and Ronald L. Akers developed in the 1930’sLearning theory. Other well known theorists Albert Bandura also helped in this theory and developed Recipricol determinism that emphasizes how a person’s behavior, enviroment and their personal qualities all intertwined with each other. (“Learning-Theories.com”,2012). Developed by Bandura are these steps number one Attention in order for an individual to lear5n...

Words: 1099 - Pages: 5

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Culture And Diversity Paper

... diversity and mutlicultral enviroments are used to support the idea of an inclusive organization. Adhereing to federal and state mandates, and maintainig a poclitically correct apperance with regrads to a culturally diverse organizations is the new normal. The purpose of this paper is to examine the definitions of culture, diversity and mutlicultism as well as provide some insight into the current standings around these topcis as a nation. First, definitions of culture, diversity, and multicultural perspectives will be presented. Next, current issues within public schools around the inclusion of all cultures including personal reflections and the impact on organizations. Prior to the conclusion,...

Words: 1686 - Pages: 7

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Globalization

...by an American literary critic, Frederick Jamerson. Globalization is the process in which a company or organization expands internationally. Globalization is not new, for thousands of years, people and corporations have been buying and selling to each other in lands at great distances. Likewise, for centuries, people and corporations have invested in enterprises in other countries. This current wave of globalization has been driven by policies that have opened economies domestically and internationally. According to Stanford encyclopedia of philosophy, since the Second World War, and especially during the past two decades, many governments have adopted free-market economic systems, vastly increasing their own productive potential and creating new opportunities for international trade and investment. Governments also have negotiated dramatic reductions in barriers to commerce and have established international agreements to promote trade in goods, services, and investment. Taking advantage of new opportunities in foreign markets, corporations have built foreign factories and established production and marketing arrangements with foreign partners. A defining feature of globalization, therefore, is an international industrial and financial business structure. This process has an influence on many aspects of life. This includes but not limited to culture, education, health, trade, environment, technology and investment. CULTURE Culture plays a significant part of globalization...

Words: 2833 - Pages: 12

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Fedex  Corporation:  Structural  Transformation   Through  E-­‐  Business

...Introduction   This   paper   aims   to   discuss   and   analyze   structural   transformation   of   the   FedEx   corporation   through   e-­   business   by   using   different   strategic   perspectives   presented   during   the   course   Strategy-­  Process,  Content,  Context.  Firstly,  I  will  present  the  brief  history  timeline  of  the  FedEx   Corporation  with  the  main  highlights  that  are  important  for  my  discussion.     Then   in   the   part   Business   level   strategy   I   will   try   to   explain   how   the   company   related   their   business   with   its   environment.   From   its   very   beginning   in   1973,   FedEx   had   transformed   itself   from  the  express  delivery  company  to  a  global  logistics  and  supply-­  chain  company  and  invested   a  lot  of  money  into  the  IT  systems1,  which  in  my  opinion  implies  outside-­  in  perspective.   Corporate  level  strategy  part  deals  with  the  diversification  of  the  FedEx  in  order  to  become  more   than   just   a   express   delivery   company.   Taking   into   account   the   international   context   of   the   company   I   will   discuss   the   global   convergence   perspective   and   how   FedEx   positioned   itself   there.   The  international  context  part  will  discuss  how  FedEx  expanded  globally  and  how  FedEx   positioned  itself  under  the  Global  convergence  perspective.     History  of  the  FedEx  Corporation2   Federal...

Words: 2493 - Pages: 10

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Organisational Behaviour

...How to Help transform your organisation The Guide for Insurance Group PLC Leaders How to Help transform your organisation The Guide for Insurance Group PLC Leaders CONTENTS PAGE Title Page 1.0 Choosing a different Organizational Culture and Structure 2 1.1 Organizational Structures 4 1.2 Organizational Culture 7 1.3 The Relationship between Organisational Culture and Structure 8 1.4 Individuals Behaviour in the Workplace 8 2.0 Leadership Styles 9 2.1 Organisational Theory and Management 11 1.0-Choosing a different Organizational Structure and Culture When considering changing an organizational structure and culture of a company it is best to first to consider the external environment that the business operates in. Insurance Group PLC (IGP) operates in the insurance market, so therefore it is needed to consider structures and cultures that will allow the business...

Words: 3947 - Pages: 16

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Gssg

...of credit their main purpose. A Bank not only accepts money or deposits but also lends money and creates its own credit, Crow her has defined a bank as “a dealer in debts-his own and of other people”. Sawyer’s states, “We can define a bank as n institution whose debts (bank deposits) are widely accepted in settlement of other peoples debts to each other”. The class of financial institutions called commercial banks has one important characteristic that distinguishes it from all other kinds of financial institutions. This important distinction is that t alone can hold deposits to be drawn upon by check’ it has the power to create and destroy money, within limits, through the use of loans and demand deposits. Commercial banks lend money by creating demand deposits and retire loans by canceling demand deposits. The functions of modern commercial banks are numerous and overlap with those of such other financial institutions. They are most sharply differentiated form other financial institutions by the character of their principal liabilities. Only commercial banks hold demand deposits, which constitute the most important component of money supply, thus banks are unique among non governmental institutions as administrators of demand deposits and as money issuers. They influence not only size of the money stocks but also the allocation of funds and thus the direction and use of resources within the system as a whole. 1.1 Historical Development of Banking Business in Bangladesh For...

Words: 6743 - Pages: 27

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It and Its Scope

...UNIVERSITY OF MUMBAI Bachelor of Engineering Information Technology (Third Year – Sem. V & VI) Revised course (REV- 2012) from Academic Year 2014 -15 Under FACULTY OF TECHNOLOGY (As per Semester Based Credit and Grading System) University of Mumbai, Information Technology (semester V and VI) (Rev-2012) Page 1 Preamble To meet the challenge of ensuring excellence in engineering education, the issue of quality needs to be addressed, debated and taken forward in a systematic manner. Accreditation is the principal means of quality assurance in higher education. The major emphasis of accreditation process is to measure the outcomes of the program that is being accredited. In line with this Faculty of Technology of University of Mumbai has taken a lead in incorporating philosophy of outcome based education in the process of curriculum development. Faculty of Technology, University of Mumbai, in one of its meeting unanimously resolved that, each Board of Studies shall prepare some Program Educational Objectives (PEO‟s) and give freedom to affiliated Institutes to add few (PEO‟s) and course objectives and course outcomes to be clearly defined for each course, so that all faculty members in affiliated institutes understand the depth and approach of course to be taught, which will enhance learner‟s learning process. It was also resolved that, maximum senior faculty from colleges and experts from industry to be involved while revising the curriculum. I am happy to state...

Words: 10444 - Pages: 42

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Consumer Behavior of Star Restaurant

...Star Restaurant 1 East West University 43 Mohakhali C/A, Dhaka 1212 2nd August 2009 Md. Ajgor Ahmed Mahmud Al kabir Md. Mushfiqur Rahman Nazirul Islam Khan Kazi Fahad Dear students, I would like to authorize you the students of consumer behavior to prepare a report on star restaurant. In your study please concentrate on the topic properly and provide recent information. If you need any kind of assistance from me please let me know without any hesitation. Submit the report by 2nd August, 2009. Sincerely Md. Farhan Faruqui Lecturer Department of Business Administration East West University 2 Letter of Submission 2nd August, 2009 Md. Farhan Faruqui Lecturer Department of Business Administration East West University 43, Mohakhali C/A,Dhaka. Dear Sir It is an honor and great pleasure for me to submit our marketing report on “Star restaurant” .This report was assigned to us as compulsory requirement of the course Consumer Behavior (MKT410). During the process of preparing the report, we had the chance of experiencing and rediscovering our potentials. This assignment gave us an opportunity to apply our theoretical expertise, sharpen my views, ideas and communication skills, which will help us in our future professional career. Thanking you and looking forward to receive your cordial approval of our submission. Yours sincerely, Mahmud Al kabir 2005-1-10-217 Md. Mushfiqur Rahman 2006-1-10-027 Nazirul Islam Khan 2006-2-10-005 Kazi Fahad...

Words: 11182 - Pages: 45

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About Nokia in China

...BUSINESS ORGANIZATION MANAGEMENT NOKIA NAME: SHALINI DEVI A/P MANOHARAN ID NUM: DCA 07-04101148 LEC NAME: MR SELVAMATHAN SUBMISSION DATE: 28 MAY 2012 TABLE OF CONTENT INTODUCTION Nokia is a multinational corporation engaged in the manufacturing of mobile phones devices, in converging internet and communication industries, having about 132,000 employees working worldwide. The organization is the World’s largest mobile manufacturing company and is operational is 150 different countries having an approximate global annual sales revenue of ¼ 42 billion and operating profit of ¼ 2 billion in the preceding year 2010. The organization has a market share of about 28.9% as of the preceding year 2010 and is still the market leader in the world of mobile phones. Nokia Corporation has a history of 146 years and it wasn't the way it is today, it took Nokia decades to reach at this point. The first Nokia century began with Fredrik Ides tam’s paper mill on the banks of the Nokian virtual River. Between 1865 and 1967, the company would become a major industrial force, but it took a merger with a cable company and a rubber firm to set the new Nokia Corporation on the path to electronics. From 1968-91, the newly formed Nokia Corporation was ideally positioned for a pioneering role in the early evolution of mobile communications. As European telecommunications markets were deregulated and mobile networks became global, Nokia led the way with some iconic products. In 1992, Nokia decided...

Words: 19174 - Pages: 77

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The Effect of Branding on Consumer Purchase Intention

...T.C. MARMARA ÜN VERS TES SOSYAL B L MLER ENST TÜSÜ ŞLETME ANAB L M DALI ÜRET M YÖNET M VE PAZARLAMA ( NG) B L M DALI THE EFFECT OF BRANDING ON CONSUMER PURCHASE INTENTION: A STUDY IN TURKISH APPAREL INDUSTRY Yüksek Lisans Tezi ŞULE DEM R stanbul, 2008 MARMARA ÜN VERS TES SOSYAL B L MLER ENST TÜSÜ ŞLETME ( NG) ANAB L M DALI ÜRET M YÖNET M VE PAZARLAMA ( NG) B L M DALI THE EFFECT OF BRANDING ON CONSUMER PURCHASE INTENTION: A STUDY IN TURKISH APPAREL INDUSTRY Yüksek Lisans Tezi ŞULE DEM R Danışman: YRD. DOÇ.DR. A. MÜGE YALÇIN stanbul, 2008 GENEL B LG LER sim ve Soyadı Anabilim Dalı Programı Tez Danışmanı Tez Türü ve Tarihi : Şule DEM R : şletme : Üretim Yönetimi ve Pazarlama ( ng.) : Yrd. Doç.Dr. A. Müge YALÇIN : Yüksek Lisans - Temmuz 2008 Anahtar Kelimeler : Marka Çağrışımları, Marka Öğeleri, Marka Değeri, Giyim Sektörü, Tekstil Sektörü, Markaya Karşı Tutum, Satın Alma Niyeti ÖZET MARKANIN TÜKET C SATIN ALMA N YET NE ETK S : TÜRKIYE G Y M SEKTÖRÜ ÜZER NDE B R ARAŞTIRMA Bu çalışma, Türkiye hazır giyim sektöründeki marka çağrışımları ve marka öğeleri ile satın alma niyeti arasındaki ilişkileri incelemektedir. Bu amaçla, marka çağrışımları ve marka öğelerinin 1980 – 1990 yılları arasında doğan gençlerin satın alma niyeti ile ilişkileri ortaya konulmuştur. Çalışmanın çerçevesini belirlemeden önce Türkiye hazır giyim sektörünün durumu ve 1980 – 1990 arasında doğan gençlerin eğilimlerini saptayabilmek amacıyla literature araştırması yapılmıştır...

Words: 46290 - Pages: 186

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Nespresso Aaa Sustainable Quality Program Guatamala

..., What is CSV How we implement CSV Nutrition Water Rural development Responsible sourcing Environmental sustainability Human rights and compliance Our people Nestlé in society Creating Shared Value and meeting our commitments 2012 Full report Nestlé in society | Creating Shared Value and meeting our commitments 2012 | Full report 1 What is CSV How we implement CSV Nutrition Water Rural development Responsible sourcing Environmental sustainability sustainability Human rights and compliance Our people Nestlé in Society: Creating Shared Value A message from our Chairman and our CEO About this report Nestlé in Society: Creating Shared Value Creating Shared Value explained Nestlé Corporate Business Principles Our Commitments Materiality Key Performance Indicators Summary Consolidated environmental performance indicators Nestlé in society | Creating Shared Value and meeting our commitments 2012 | Full report 3 6 8 9 10 11 15 18 20 2 What is CSV How we implement CSV Nutrition Water Rural development Responsible sourcing Environmental sustainability Human rights and compliance Our people A message from our Chairman and our CEO We have always believed that in order to prosper we need the communities we serve and in which we operate to prosper as well: and that over the long term, healthy populations, healthy economies and healthy business performance are mutually reinforcing. We recognise...

Words: 111671 - Pages: 447

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Collapse

...Collapse- book is about a history topic about how societies choose to fail or survive. The main characters are historical people and unknown kings of Mayan cities or Easter Island villages. Jared Diamond tells the story of the Viking explorer Erik the Red, who discovered Greeland and Vinland (Terranova, in Canada). Another character is captain Olafsson, a norse sailor who wrote the last news about Greenland in 1410. Another main character is Christopher Columbus, who arrived at Hispaniola in 1492, but now this island is two countries, the Dominican Republic and the Haiti. Diamond studied the politics of two presidents. the dominican Rafael Trujillo, who protected the enviroment and the dictator François, Papa Doc, Duvalier, who decided on politics of deforestatation of his country, Haiti. The author considered the bad politics of another main character, king George II, who was interested in sending merinosheeps from Spain to Australia, an idea which was succesful from 1820 to 1950 but then the farmers understood their lands lost fertility. Another main character is Tokuwaga Jeayasu, a shogun of Japan in 1600, who prohibited Christianity in 1600 and protected his country againt deforestation.  The book takes us to a lot of places around the globe: Mayan cities, Rwanda, Viking colonies of Vinland or Greenland, Haiti and Dominican Republic, Easter Island and Polynesian colonies in Pacific, and the Chaco villages in New Mexico (United States). The time period was from 800 AC, when...

Words: 22095 - Pages: 89

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Student

...Bio Fertilizer .Com .: Organic Products Natural Products in Gardens and Agriculture Bio Fertilizer are natural and organic fertilizer that helps to keep in the soil with all the nutrients and live microorganisms required for the benefits of the plants. The soil is alive and contains a lot of microorganism that produce natural N-K-P and other nutrients required for agricultre and plants. Using chemical products eventually will kill all this micro live and transform productive soils in sand in few years. Bio Fertilizer .Com is one organic center with information about natural products and eco friendly energies. Information Center about how to use Solar, Wind , BioDigestors and other sources of cheap energy for houses and business. Bio Pesticides are natural products that helps in the maintenance of gardens and organic food production. Read the Biology of Microorganisms to learn more about the scientific basis. Introducing the basics of the science of Biology of Microorganisms and its applications, as fertilizers or composting for example. Organic Farming State The World of Organic Agriculture: More Than 31 Million Hectares Worldwide The International Federation of Organic Agriculture Movements (IFOAM), the Swiss Research Institute of Organic Agriculture (FiBL), and the Foundation Ecology & Farming (SOEL), Germany, presented the latest global data on organic farming at the BioFach fair 2006 in Nuremberg, the world leading fair for organic food. According to the survey,...

Words: 7882 - Pages: 32

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Assess the Efficacy of the Constitutional Provisions and the New Framework Legislation on Agriculture in the Attainment of the Ideals of Kenya’s Vision 2030.

...AGRICULTURAL LAW AEC304 CONVENOR – Felix Odimmasi OBJECTIVES OF THE COURSE The course is intended to help the student to explore the legal environment of Agricultural Law by providing a comprehensive survey of the development and regulation of legislation and doctrines which affect the development of Agriculture as a distinct driver of the economy in Kenya. CONDUCT OF THE COURSE The course shall consist of both coursework and examination. The coursework will be in the form of a researched seminar presentation, a term paper and a continuous assessment test each constituting 10% of the final mark, thus a total of 30% of the total mark. The exam will constitute the remaining 70%. COURSE CONTENT | |TOPIC |WEEK |COMMENT | |1 |Nature and sources of Kenyan Law | | | | |Definition and Classification of Law | | | | |Sources of Law | | | | |Law making processes | | | | |Administration of the Law ...

Words: 46643 - Pages: 187