Tecnologie di sicurezza e risanamento ambientale, sfide nel settore dell’energia solare e delle altre “renewable energies”

Tutte le società aventi un “core business” incentrato sull’estrazione e distribuzione di idrocarburi, saranno obbligate nel prossimo futuro a fronteggiare le necessità di tutela dell’ambiente e del clima. A tal proposito è opportuno menzionare il colosso industriale Eni S.p.A., da anni leader in Italia nel settore dell’oil and gas e posizionato al sesto posto nel ranking mondiale dei gruppi petroliferi per volume d’affari gestito1. Il “cane a sei zampe”, al pari dei suoi partners e competitors, dovrà sviluppare innovazioni tecnologiche che siano finalizzate a ridurre l’inquinamento e i danni apportati al territorio con l’espletamento della propria attività. In questo campo, le iniziative di ricerca e sviluppo dell’impresa sono atte a “sviluppare tecnologie chiave per il trattamento delle acque e dei suoli inquinati, la gestione dei fanghi, il controllo delle fuggitive, delle sostanze odorigene e del particolato, con specifiche applicazioni nei siti di raffinazione” 2. Attualmente Eni è proprietaria di due tecnologie: Ensolvex (per l’estrazione tramite solventi al fine di bonificare i suoli inquinati) e En-Z-Lite (per la rimozione dei contaminanti organici delle falde acquifere), ambedue in corso di licensing out. Una terza tecnologia è la cosiddetta “Zero Waste” impiegata nello smaltimento dei fanghi industriali, per la quale Eni ha avanzato domanda di brevetto nell’intento di appropriarsi in modo esclusivo dei ritorni economici.

Per quanto concerne il cambiamento climatico, invece, la società sta cercando di fare passi avanti nella riduzione di emissioni di anidride carbonica attraverso nuove tecnologie da svilupparsi mediante collaborazioni di ricerca. Tali partnerships consentiranno di combinare risorse e competenze diverse con altre imprese (sicuramente da evidenziare, a tal proposito, sono gli accordi siglati con Enel e con il celebre MIT di Boston). Con lo scopo di un miglioramento radicale Eni sta puntando molto sul potenziamento di tecnologie rivolte allo sfruttamento dell’energia solare. Quest’ultima ha assunto oggi più che mai più il ruolo di fonte primaria di energia, la quale se ben sfruttata, è in grado di produrre discontinuità significative. Più precisamente le ricerche ineriscono allo sviluppo di celle solari di nuova generazione realizzate con materiali organici e nanocompositi3,

1 Eni S.p.A. si colloca immediatamente dietro a giganti del calibro di Exxon Mobil, Shell, BP, Toltal e Chevron.
2 Cfr sito Eni S.p.A (www.eni.com)
3 Materiale solido multifase ricco di nano particelle. Riscontrabile in natura nella struttura delle ossa. compatibili con l’obiettivo di una produzione a costi contenuti. Inoltre, anche sul versante del solare termico a concentrazione, la società sta tentando di raggiungere degli importanti risultati. In questo ambito di ricerca deve essere naturalmente segnalato il “Solar Frontiers Research Program”, un programma quinquennale volto alla realizzazione di tecnologie innovative basate sull’energia solare. Tra i vari brevetti per cui è stata fatta domanda, vi è anche quello relativo ad alcune sostanze fluorescenti (scoperte nei laboratori di proprietà della società) necessarie alla fabbricazione e al perfezionamento dei concentratori solari luminescenti. Questi ultimi servono a imprigionare sia la luce solare diretta che quella diffusa, così da essere più vantaggiosi dal punto di vista economico, rispetto alle celle fotovoltaiche più semplici e tradizionali.

Oltre che sull’energia solare, Eni si sta focalizzando anche sulla produzione di biocombustibili tramite l’uso di biomasse non alimentari. Tale progetto prevede: la trasformazione di biomasse non edibili in biocombustibili, l’uso di microorganismi per produrre biocarburanti, la conversione dei rifiuti in un olio biologico simile al greggio del petrolio, e la coltivazione di piante utilizzate solamente per fini energetici quali la produzione di biocarburanti (cosi da abbassare notevolmente i costi della produzione). Inoltre “il cane a sei zampe” attivo da anni nella ricerca e nello sviluppo di prodotti all’avanguardia per il settore trasporti, si è posto come traguardo di offrire al mercato carburanti e lubrificanti di elevata qualità ambientale, che riducano le emissioni, senza penalizzare le prestazioni dell’automobile. Nel 2011 è stata presentata la nuova gamma di carburanti eni blu+ (composta da blu super+ e blu diesel+), dalle ottime proprietà detergenti che garantisce l'effetto keep clean, mantenendo nel tempo la pulizia sia del sistema di iniezione che delle valvole di aspirazione. Infine Eni è impegnata, nel medio-lungo termine, non solo nella ricerca di soluzioni tecnologiche per valorizzare i rifiuti solidi urbani (RSU), ma anche nello sviluppo di tecnologie per la produzione di biocarburanti di nuova generazione, mediante la gassificazione delle biomasse e l’impiego di microrganismi (lieviti, funghi, batteri, micro-alghe) e di piante ad uso esclusivamente energetico. Con l’intento di produrre il biofuel mediante un processo integrato nella raffineria, Eni ha sviluppato e brevettato, in collaborazione con il partner UOP4, l’innovativo processo EcofiningTM, che consentirà all’azienda di convertire oli vegetali in Green Diesel, un diesel privo di ossigeno e compatibile con i gasoli di origine petrolifera. Il gruppo ha investito nel progetto Green Refinery ben cento milioni di euro, con l’intento di trasformare l’impianto di Porto Marghera nella prima
4 UOP S.p.A. è una società attiva nel campo dell’utensileria e nella lavorazione dei metalli. bioraffineria Eni in grado di produrre biocarburanti. Si tratta di uno dei primi progetti al mondo di riconversione ecologica di strutture di questo tipo realizzato con la tecnologia Ecofining, che porterà ad una riduzione del 30-40% delle emissioni nell’atmosfera. Divisione Chimica e Green Chemistry
Eni S.p.A. è attiva anche nel settore della chimica di base, della petrolchimica e delle materie plastiche, attraverso la controllata Versalis S.p.A.. Quest’ultima è in grado di offrire una vasta gamma di prodotti, in particolar modo polietileni, stirenici ed elastomeri. Attraverso una serie di impianti tecnologicamente avanzati ed una rete di diffusione estremamente ramificata ed efficiente, Versalis è infatti presente in 18 paesi dell’Unione Europea. La finalità basilare della chimica primaria è quella di garantire una continua fornitura di monomeri, per l’espletamento delle attività che caratterizzano la seconda fase dell’iter produttivo chimico. A partire dal 2011, la Versalis lavora anche nel settore della “chimica verde” per mezzo della joint-venture Matrica5. Il business della green chemistry ha infatti assunto negli ultimi anni contorni sempre più delineati. Orientato alla creazione di prodotti biodegradabili ed ecologicamente compatibili con l’ambiente, rappresenta un settore ad elevato potenziale nel quale Eni sta profondendo sforzi economici non indifferenti. Le strategie operative della chimica verde, sono volte all’ottimizzazione del bilancio di massa globale ed alla minimizzazione di rifiuti e costi energetici, tramite l’utilizzo di materie prime rinnovabili. Eni, attualmente, sta investendo nella creazione di un polo destinato alla produzione di materie plastiche biodegradabili, per le quali si auspica un rapidissimo sviluppo (il sito industriale interessato è quello di Porto Marghera di cui è propietaria Versalis S.p.A). Nel mese scorso Versalis ha firmato un importante accordo con l’azienda biotech americana Elevance Renewable Science Inc., già detentrice di un premio Nobel per le sue tecnologie implementate nel settore della chimica verde. Questa collaborazione che richiederà investimenti per circa 200 milioni di euro è orientata “allo sviluppo e l’industrializzazione, con impianti world-scale primi nel loro genere, di una nuova tecnologia per la produzione di bio-intermedi chimici da oli vegetali destinati a settori applicativi ad alto valore aggiunto quali detergenti, bio-lubrificanti e prodotti chimici per l’industria petrolifera. Il progetto si avvarrà delle infrastrutture già presenti nel sito e si integrerà con gli stream produttivi di Versalis”6.

5 Matrica S.p.A è una joint-venture paritaria tra Versalis S.p.A. e Novamont (leader nel settore della chimica verde e delle bioplastiche).
6 Cfr sito Eni S.p.A (www.eni.com)