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Economique Analyses

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ETICA & IMPRESA

Filippo Battaglia 0000469560

Facolta di Economia e Marketing (CLEM)

Questo seminario organizzato e diretto dal Professor Carlo Boschetti e dal Professor Simone Ferriani introduce e spiega come il tessuto economico stia reagendo alla sfida per individuare i percorsi e le azioni future in modo favorire sempre più uno sviluppo economico (locale) capace di coniugare competitività e responsabilita’ etica d’impresa. Il percorso sviluppato in dieci incontri, con professori e professionisti, affronta prospettive di tipo storico, antropologico, filosofico, sociologico e ovviamente economico per spiegare il complesso ma interessante legame che unisce il macrosistema sistema impresa con il singolo individuo.

Incontro n.5 : Codice etico d’impresa -Dott. Paola Lanzarini-

La responsabilità sociale dell’impresa consiste nel contributo dell’impresa stessa al raggiungimento dello sviluppo sostenibile, inteso come lo sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibile realizzazione dei bisogni delle generazioni future.
Oggi dalla definizione di sviluppo sostenibile si puo’ derivare quella di “Codice etico d’impresa”, visto come un mezzo che garantisce la gestione equa ed efficace delle transazioni e delle relazioni umane, sostiene la reputazione dell’impresa in modo da creare fiducia verso l’esterno e all‘interno dell‘ambito lavorativo. Negli USA la redazione dei Codici Etici ha avuto una diffusione straordinaria, tanto che circa l’85% delle principali imprese del Paese ha adottato tale strumento. L’impulso è stato dato a partire dal 1991 quando il Governo degli Stati Uniti ha emanato delle norme specifiche (Federal Sentencing Commission Guidelines for Organizations) in materia di azioni criminali da parte delle imprese. Dopo la conferenza sulla terra e l’approssimarsi della fine delle fonti di energia (Rio de Janeiro 1992) è stata riproposta la questione sociale ed etica sull'impresa, con lo studio sul capitalismo sostenibile che ne ha dato un nuovo slancio.
Il capitalismo sostenibile divide il capitale in diverse tipologie: capitale umano, sociale, ecologico e finanziario. Quest’ultimo è il mezzo con il quale gli altri capitali vengono scambiati, non ha alcun valore intrinseco ma possiede solo valore di scambio.
La rivalutazione del capitale umano, come elemento che concorre alla creazione del profitto d’impresa, ha sottolineato la necessita’ di creare una carta che ne regoli l’utilizzo.
Questa puo’ definirsi come la “Carta Costituzionale dell’impresa“, una carta dei diritti e doveri morali che definisce la responsabilità etico-sociale di ogni partecipante all’organizzazione imprenditoriale. La struttura del Codice Etico può variare da impresa a impresa, ma generalmente viene sviluppato su cinque livelli: 1) I principi etici generali che raccolgono la missione imprenditoriale ed il modo più corretto di realizzarla; 2) Le norme etiche per le relazioni dell’impresa con i vari stakeholder (consumatori, fornitori, dipendenti, etc.); 3) Gli standard etici di comportamento - Principio di legittimità morale - Equità ed eguaglianza - Tutela della persona - Diligenza - Trasparenza - Onestà - Riservatezza - Imparzialita' - Tutela ambientale - Protezione della salute 4) Gli strumenti di attuazione. L'attuazione dei principi contenuti nel Codice Etico e' affidata di solito ad un Comitato etico. Ad esso e' affidato il compito di diffondere la conoscenza e la comprensione del Codice in azienda, monitorare l’effettiva attivazione dei principi contenuti nel documento, ricevere segnalazioni in merito alle violazioni, intraprendere indagini e comminare sanzioni. 5) Le sanzioni interne per la violazione delle norme del Codice In Italia tali Codici sono ancora in procinto di diffondersi in modo piu‘ capillare a tutte le imprese. Alcuni esempi ci vengono forniti dal Codice di Comit, Coop Adriatica (grande distribuzione), ENI, FIAT e di Glaxo Welcome (farmaceutica).
Questa diffusione limitata e’ in parte spiegata dal D. Lgs n. 231. Tale Decreto Legislativo (entrato in funzione nel 2001 su spinta dell'Unione Europea) ha introdotto nell'ordinamento italiano la responsabilità amministrativa delle società per i reati previsti e commessi dai propri amministratori, dirigenti o dipendenti nell'interesse e a vantaggio delle società stesse. Il Decreto prevede che le aziende adottino ed attuino un modello organizzativo idoneo a prevenire la realizzazione di tali reati. Il sistema richiede inoltre l'istituzione di un organo di controllo interno ( Commissione etica) alla società con il compito di vigilare sul funzionamento, l'efficacia e l'osservanza del Modello e di curarne l'aggiornamento. I dipendenti stessi possono inviare delle segnalazioni di violazione del codice etico, per stimolare questo comportamento in alcune imprese è possibile fare delle segnalazioni anonime.
Per creare un codice etico è consigliabile avere un certo numero di dipendenti (solitamente superiore a 100), questo discorso e’ inerente al fatto che nel nostro paese ci sono molte piccole e medie imprese che non hanno alcun interesse e beneficio a stilare per poi attuare un codice etico.
In Italia il CELE (Centre for Ethics, Law & Economics), un nuovo centro di ricerca del Libero Istituto Universitario Carlo Cattaneo di Castellanza, e’ stato creato per costituire un luogo scientificamente eccellente di riflessione e di elaborazione sulla funzione, l'insorgenza e l'attuazione delle norme morali, giuridiche e sociali che regolano l'economia, da anni è impegnato per sviluppare cultura su tali tematiche.

Incontro n.6 : Le imprese oggi -Prof. Stefano Zamagni-

La Borsa valori è un mercato altamente regolamentato dove vengono scambiati valori mobili e valute estere. Si tratta di un mercato secondario, perché vengono trattati strumenti finanziari che sono già stati emessi e che sono quindi già in circolazione; è inoltre un mercato ufficiale (o regolamentato) poiché sono disciplinate in modo specifico tutte le operazioni di negoziazione, le loro modalità, e gli operatori e tipologie contrattuali ammessi.
La prima Borsa valori in Italia fu quella di Firenze. Le prime banche furono fondate dai Francescani secondo i principi cardine del loro ordinamento religioso. Da questi principi di etica Cristiana e lavoro vennero poste le basi per la divisione logica della produzione all’interno della catena del valore:
1) Divisone del Lavoro: I Francescani inventarono la divisione verticale del lavoro, cosicchè ci potesse essere la possibilità per tutti di contribuire alla creazione del prodotto o servizio finale. Per far questo era necessario studiare il processo produttivo per poter trovare un lavoro che si adattasse al meglio alle caratteristiche di ogni individuo, valorizzandone le capacita’ ed evitando l’esclusione di qualcuno dalla produzione. Questo processo si basava sul principio dello scambio e delle pari opportunita’, difatti con la divisione del lavoro nasce l'economia di scambio e delle mutua dipendenza.
2) Sviluppo: (S-viluppo = liberare l'umano dai vincoli della miseria e della fame). Il principio dell’ accumulazione della ricchezza non coglie l’accezione negativa del termine che mira alla ricchezza personale, ma produrre più del necessario significa poter creare delle scorte in modo da risparmiare per i posteri ed innovare il processo di produzione.
3) Libertà d'impresa(competizione): chiunque ha le attidudini per fare l'imprenditore deve essere lasciato libero di poter creare la propria impresa. Competizione significa “cum petere“, cioe’ tendere insieme allo stesso obiettivo e non all’obiettivo del singolo.
4) Fine ultimo: Puo’ essere suddiviso in due categorie che hanno riscontrato una crescita totalmente opposta nei secoli.
Il primo e’ il bene comune come economia di mercato civile, organizzazione socio economica della società basata su i 4 principi appena elencati.
Il secondo si tratta del bene totale ( J. Bentham, 1789) che pone le radici nell’ economia di mercato capitalista. La divisione del lavoro serve per selezionare i più efficienti, non più per far lavorare tutti gli individui anche i meno capaci. L'accumulazione diventa accumulazione di profitto o di capitale, non si pensa più a lasciare qualcosa per il futuro ma ad accumulare per se stessi. La competizione diventa concorrenza e non include piu’ in sè la cooperazione ma sembra rifarsi alla legge dell'evoluzione di Darwin. Questa economia e’ oggi definita come neoclassica, caratterizzata dal ricorso all'utilitarismo e al cosiddetto individualismo metodologico: il valore di un bene viene ricondotto all'utilità che scaturisce dal suo consumo, mentre la massimizzazione di questa utilità venne considerata il principio guida del comportamento individuale.
Nella logica del bene comune non è accettabile che il bene di un singolo venga sacrificato per gli altri; questa logica non ammette trade-off e richiede quindi che sia l’ente destinato alla pubblica amministrazione dell’utilita’ comune ad occuparsene, cioe’ lo Stato.
Keynes nel saggio del 1905 “Welfare state“ indica un tipo di Stato che, in confronto ad altre forme, pone una maggiore enfasi sulle politiche ridistributive e sulle riforme sociali a favore delle classi subalterne. Quindi per compensare ricchezza e povertà, in modo da mitigare il conflitto di classe, si divide l’attivita’ economica in due sfere: la prima è il mercato che deve occuparsi del raggiungimento del bene totale (PIL), deve produrre seguendo la parola chiave di efficienza. La sfera del sociale invece deve occuparsi di ridistribuire la ricchezza, seguendo il principio di solidarietà.
Le due sfere non possono essere divise, non si possono cioè separare produzione e ridistribuzione poiche’ gli individui necessitano di entrambe, come meritocrazia ed equita‘.
“Il solco sarà diritto solo se i due cavalli che tirano l'aratro viaggiano alla stessa velocità” (Platone).
Da questa riflessione sulla dualita’ tra benessere individuale e benessere sociale nascono le imprese no-profit. La nozione ha iniziato a delinearsi nella seconda metà del ventesimo secolo, principalmente nei paesi economicamente più progrediti, insieme ad una notabilmente accresciuta attenzione sociale per le attività di solidarita’, favorita sia dal miglioramento delle condizioni economiche generali, sia dalla diffusione dell'informazione che ha agevolato la conoscenza di particolari situazioni di disagio, bisogno, sofferenza di natura economica, sanitaria, sociale, politica o di altri tipi di contingenze anche a distanza. In opposizione al profit si pensa a dirtibuire la ricchezza in maniera filantropica e privata. Nel modello del Welfare State tutto ciò deve essere fatto dallo Stato, ma oggi se ne occupano anche enti privati.
Una tesi molto interessante a sostegno dell’economia solidale alla ricerca del bene comune, in cotrapposizione con l’economia capitalistica, riguarda il “Paradosso della felicita’” di Easterlin, il quale ricercando le ragioni per la limitata diffusione della moderna crescita economica, evidenziò che nel corso della vita la felicita’ delle persone dipende molto poco dalle variazioni di reddito e di ricchezza. Questo paradosso, secondo Easterlin, si può spiegare osservando che, quando aumenta il reddito, e quindi il benessere economico, la felicità umana aumenta fino ad un certo punto, poi comincia a diminuire, seguendo una curva ad U rovesciata. La stessa idea si ritrova espressa, in modo diverso, anche nel pensiero economico moderno a partire da quello del filosofo scozzese Adam Smith; che evidenzia come il "il figlio dell'uomo povero lavora giorno e notte per acquisire talenti superiori ai suoi concorrenti" spinto dall’idea ingannevole che il ricco sia più felice o possieda "maggiori mezzi per la felicità", ma, in realtà, essendo la capacità di godere dei beni fisiologicamente limitata, l’uomo ricco può consumare poco di più del povero, la cui minor quantità di beni è compensata dalle minori preoccupazioni e dalle migliori relazioni sociali rispetto al ricco che vive continuamente in ansia per i suoi beni, ed invecchia solo e deluso per non aver raggiunto la felicità e per di più invidiato dai suoi concittadini.
Il paradosso di Easterlin ha messo in crisi l'impostazione mondiale dei mercati indirizzati alla crescita misurata sulla base del PIL, ed ha portato economisti e psicologi ad interrogarsi più approfonditamente su che cosa intendono le persone per "felicità". Se, infatti, raggiungere il benessere economico non garantisce una vita felice, il paradosso di Easterlin induce a riflettere su quali obiettivi, quale stile di vita è meglio perseguire e quali sono le prospettive di benessere sociale (welfare) per una società che intenda mettere la persona e i suoi bisogni al centro di ogni decisione pubblica.
Il lavoro eudemonico e’ quindi l’ultima frontiera che cerca la massima coincidenza tra bene individuale, perseguito dall’ottica del profitto, e bene comune ricercato dalla democrazia dello Stato. Eudemonia (dal Greco) significa felicità, il lavoro eudemico e’ il lavoro capace di realizzare un profitto personale che mira al bene comune, garantendo allo stesso tempo la felicita’ del lavoratore. L'impresa sociale è dunque quell’impresa che mira al raggiungimento del lavoro eudemonico, poiche’ dando soddisfazione agli individui si rende il lavoro più efficiente e si crea una maggiore redistribuzione della ricchezza.

Incontro n.4 : L’impresa come decisore sociale -Dr. Marco Visentin-

L’uomo a differenza di ogni altro essere vivente possiede la razionalita’, cioe’ il criterio d'azione che mette in relazione l'agire con la motivazione che ne viene data dall’autore stesso dell’azione. Da questa definizione nasce la possibilita’ per l’uomo di non agire, viene cioe’ data una scelta che apre le porte ad un argomento ancor piu’ profondo: la liberta’.
La liberta’ viene analizzata da due idee diverse di umanita’; la prima segue l’ipostesi funzionalistica dell’uomo inteso dalla contemporaneita’, l’esito di questa riflessione porta alla definizione di “homo oeconomicus” in quanto essere dotato di razionalita’ intesa come capacita’ di calcolo, di ordinare un sistema di preferenze, di massimizzare la propria soddisfazione e analizzare le condizioni di contesto per effettuare scelte migliori. La seconda puo’ essere identificata con il modello di uomo in quanto “animale razionale”, detta ipotesi ilemorfica dove l’umo (detto “homo medievalis“) viene inteso come creatura libera e in grado di progettare il proprio sviluppo.
Homo oeconomicus: Descritto come "razionale" nel senso che egli persegue come obiettivo la massimizzazione del suo proprio benessere (definita dalla funzione matematica di utilita‘). Questi individui perseguono un certo numero di obiettivi cercando di realizzarli nella maniera più ampia possibile e con i costi minori. La specifica definizione di "razionalità" non ha niente a che vedere con il senso che il termine ha di solito nell’uso comune; rispetto alla definizione data non ha nessuna importanza se l’individuo stia cercando di acquistare, ad esempio, qualcosa di completamente inutile, purché lo desideri e lo fissi come suo obiettivo: acquistare x o y sono due obiettivi perfettamente identici per la teoria economica, l’uomo viene quindi detto razionale se, acquistando ad esempio y invece di x, riesce a comprarne la massima quantità al prezzo migliore a prescindere dalla natura del bene. E’ sufficiente constatare come un dato bene sia oggetto di un “desiderio di impegno” per giustificare la sua utilità. La sola causa riconosciuta, a proposito di un certo comportamento, è il desiderio di soddisfare dei bisogni. La teoria economica si limita quindi ad analizzare solo le implicazioni logiche derivanti dall’ipotesi della razionalita’ umana. L’analisi moderna vede oggi due approcci molto diversi riguardo l’analisi della razionalita’ nell’economia: La razionalita’ assoluta e la razionalita’ limitata. I due modelli sono delimitati in base alla circostanza in cui il decisore voglia massimizzare la propria soddisfazione (razionalita’ assoluta) o si accontenti di superare una soglia di razionalita’ (razionalita’ limitata). Quest’ultima (analizzata da Simon) vede la decisione come ultimo passo di un processo precedente, che permette di acquisire le informazioni e costruire una rappresentazione del problema e in questo caso l’individuo si prefigge l’obiettivo di ottimizzare e non di massimizzare il risultato.
Un’altra caratteristica dell’uomo moderno e’ la capacita’ di saper gerarchizzare i bisogni, riuscire quindi a fare ordine nella decisione e nello studio della propria esistenza in modo tale da porre come fine ultimo l’autorealizzazione.
Homo medievalis: Sono tre gli elementi che caratterizzano e distinguono questo modello dal precedente:
1) La razionalita’: In questo senso la razionalità è una deferenza specifica, perché definisce l’uomo nel suo genere (appunto, l’animale) con una differenza determinante: L’uomo è animale razionale, quindi caratterizzato da intelletto e volonta’.
2) L’appetizione: l’apertura a ciò che è percepito come bene e la chiusura a ciò che è percepito come male. Appetito razionale o volontà: è la potenza spirituale che ha per oggetto il bene conosciuto dall’intelletto come conveniente o non conveniente all’uomo.
3) La causa finale: L’agire dell’uomo medievale e’ un agire ordinato al fine ultimo, cioe’ il bene. Nella scelta si definiscono i mezzi per il raggiungimento dei fini. Questo richiede l’intendimento del fine, e per intendere è necessario valutarlo ed averne un’ attrattiva, e per averne un’attrattiva è necessario conoscerlo. Da qui nasce la possibilità di catene di mezzi-fini, dove ciascun fine intermedio può essere inteso come mezzo. Le differenze tra i due modelli di homo oeconomicus e medievalis sono piuttosto nette.
Come prima deferenza l’uomo medievale agisce in conseguenza della semplice apprensione del bene in quanto bene, e quindi della sua volizione, invece l’uomo moderno agisce perché l’idiosincratica percezione di uno stato di carenza, il bisogno, scatena una precisa sequenza di processi di raccolta ed elaborazione dell’informazione che conducono all’azione.
Come seconda differenza si riscontra un diversa analisi della percezione del reale; «il modo in cui l’informazione è strutturata nella mente di una persona determina quale informazione è richiamata, usata, percepita e conservata», «derivando ogni inclinazione da una data forma, l’appetito naturale dipende dalla forma che si trova nella natura; e l’appetito sensitivo, e quello intellettivo, o razionale, chiamato volontà, dipendono dalle forme avute dalla percezione». La scelta dell’uomo moderno è in ultima analisi una scelta contingente che può variare a seconda delle condizioni del contesto e dell’individuo anche in modo radicale in ragione della differente utilità che il fine inteso ha in quel preciso istante. La scelta dell’uomo medievale è invece un’azione completamente omogenea alla sua natura ed al suo specifico modo di rapportarsi al bene in quanto bene. E’ dunque impossibile stabilire se per l’uomo moderno un’ azione sia assolutamente buona o malvagia proprio in virtù della precarietà della scelta e dell’esistenza di soli fini intermedi.
Quindi, in conclusione, si puo’ ammettere che l’analisi dell’atto libero è descrizione della normalità di funzionamento dell’essere umano in quanto animale razionale. Cosi’ come la normalità di funzionamento di uno strumento musicale consiste nella produzione di una melodia armonica, la normalità di funzionamento dell’uomo è la manifestazione della sua natura.
Resta quindi all’individuo la scelta a quale modello aderire.

Incontro n.2 : Chiavi di lettura antropologiche dell’uomo moderno -Dott. Don Matteo Prodi-

In “Vita liquida“ di Zygmunt Bauman, filosofia ed economia, antropologia e politica si uniscono in un’interpretazione nuova, lucida e profonda della contemporaneità e dell‘individuo in relazione al suo contesto sociale.
Bauman ha analizzato il concetto di globalizzazione nelle sfaccettature e nelle crepe dell’anima che si producono nel cittadino immerso nella societa’ globalizzata. Secondo lo studioso polacco le politiche neoliberiste hanno posto le condizioni per lo sgretolamento del tessuto sociale e per la crisi dell’identità del cittadino contemporaneo. Il modello del libero mercato, e che oggi viene chiamata “società liquido-moderna“, è luogo di produzione di rifiuti e di esseri umani di scarto. La modernità, in quanto progettazione delle forme della comunità umana, è luogo scarti umani, quelli che mal si adattano al modello progettato. Bauman parla di comunità come cosciente e consapevole luogo di progettazione di modelli di ordine legislativo, politico ed economico. Coloro che ne sono esclusi sono paragonabili all’”homo sacer” di cui parla Agamben. L’homo sacer è colui che nell’antico diritto romano era posto al di fuori della giurisdizione umana senza trapassare in quella divina. La vita di un homo sacer era priva di valore sia umano che divino. Bauman arriva ad affermare che lo Stato si definisce e si confina proprio per la sua facoltà di escludere gli homines sacri. Lo spazio politico della sovranità sarebbe stato costruito attraverso l’eccezione e l’esclusione di tali categorie di uomini.
Lo Stato nazionale è cresciuto sulle macerie degli scarti umani, quando i popoli di uno Stato escludano popoli senza Stato (esuli, richiedenti asilo); sul binomio di opposizione e di esclusione si è costruita l’identità statale, secondo una coincidenza tra identità di un popolo e confini dello Stato nazione, entro cui questo stesso popolo cresce e sviluppa la propria coesione escludente.
Lo Stato, come tutore del cittadino, inteso nel senso di protezione della persona (idea di Stato gia‘ esposta nell‘incontro numero 6 discutendo sul Welfare state), è venuto meno in seguito all’affermarsi di politiche economiche liberistiche. Ciò che legittimava lo Stato, ovvero il suo ruolo di difesa economica del cittadino, viene a cadere nell’era della contemporaneità globalizzata. La legittimità statale, se non può più fondarsi sulla definizione di criteri protezionistici economici a lungo termine, deve trovare altre basi di auto-legittimazione.
Lo Stato del welfare è, secondo Bauman in contrapposizione con Keynes, ormai surclassato. L’ultimo tentativo di auto-legittimazione dell’entità statale è la questione della sicurezza. Oggi il potere politico cerca una debole legittimazione attraverso la tematica della sicurezza. L’immigrazione, gli esuli, gli scarti umani rientrano nel gioco delle paure tautologiche su cui la discussione mediatica fa leva, Gli scarti umani della nostra contemporaneità costituiscono un facile elemento su cui scaricare le ansie e i timori di una collettività precaria. Lo Stato, nel tentativo di darsi una definizione, raccoglie queste preoccupazioni collettive e le esalta come obbiettivi primari per riaffermare un’autorità erosa ed indebolita.
Da questa immagine post-moderna di Stato se ne deduce l’immage del singolo come l’uomo “liquido”, quale consumatore e scarto di una societa’ in declino, si contrapponga il modello di homo oeconomicus (di cui si parla nell’incontro numero 4) che agisce secondo principi razionali e massimizzanti del proprio benessere tenendo in considerzione i diversi vincoli.La felicita' e' uno stato mentale, corporeo, che sentiamo in modo acuto, ma che e' ineffabile, secondo Bauman, e’ una sensazione impossible da condividere con altri. Ciononostante, la caratteristica principale della felicita' e' quella di essere un'apertura di possibilita', in quanto dipende dal punto di vista con il quale la esperiamo. Nell'antichita' la felicita' era una ricompensa per pochi eletti selezionati. In un momento successivo venne concepita come un diritto universale che spetta ad ogni membro della specie umana. Successivamente, si trasformo' in un dovere: sentirsi infelici provoca senso di colpa. Dunque chi e' infelice e' costretto, suo malgrado, a trovare una giustificazione alla propria condizione esistenziale. Esiste poi una seconda linea di evoluzione del concetto di felicita': la felicita' come stato finale, come obbiettivo al quale dobbiamo tendere. Secondo questa seconda prospettiva, l'evoluzione e' stata verso un'esperienza della felicita' legata direttamente al piano della vita quotidiana, che nella contemporaneita' ha indebolito l'idea della felicita' come obiettivo. A cio' si lega anche la parallela evoluzione del concetto di desiderio. Ora non ci si limita a godere della soddisfazione quando un nostro desiderio si realizza, si e’ spinti subito a desiderare qualcos'altro che ci possa soddisfare in maniera migliore. Si desidera il desiderio piu' che la realizzazione di esso. Quest'atteggiamento da' luogo ad una catena tendenzialmente infinita di frustrazioni e insoddisfazioni. Il paradosso della felicita’ (di cui si e’ discusso citando Easterlin nell’incontro n. 6) puo’ essere ricercato da un’individuo scarto della societa’ in declino come quella descritta da Bauman? Puo’ il reddito essere una componente equamente distribuita dallo stato per garantire democrazia ai cittadini?. Bauman illustra la sua risposta prendendo in esame il reddito di cittadinanza (reddito minimo), sostenendo che l'introduzione del reddito di cittadinanza determinerebbe "nuovi criteri etici per la vita della società, sostituendo il principio della competizione con quello della condivisione". Ma la conseguenza più significativa dell'adozione di un reddito minimo garantito sarebbe quella di affrancare i cittadini dall'incertezza, "rendendoli liberi di cercare i loro diritti e doveri repubblicani". La precarietà e la conseguente mancanza di sicurezza, infatti, non consentono agli individui di assumersi i rischi che l'azione collettiva comporta. Perché praticare attività politica vuol dire anche opporsi all'esistente, prefigurare alternative, immaginare modi diversi di vivere insieme. Chi è assillato dalle difficoltà economiche, chi è consumato dall'angoscia di un futuro incerto diventa insensibile agli stimoli che provengono dall'area politica. L'uomo post-moderno - flessibile e precario - finisce per uniformarsi in modo acritico a proposte formulate da altri (il conformismo): la sua ansia lo rende inquieto e la ricerca di una certezza che gli sfugge lo conduce lontano dagli spazi politici pubblici.

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...entre la comptabilité analytique et la comptabilité générale Mots-clés comptabilité analytique / comptabilité générale coûts complets / coûts partiels frais fixes / variables – Point mort Evaluation 1 examen écrit / crédits EMBA (?) • © Renaud Giroud 2011 •2 •HEG Neuchâtel & Yverdon •lundi 16 mai 2011 Programme 1 2 3 4 • © Renaud Giroud 2011 Compta Générale / Compta de Gestion Retraitement des Comptes & Réserves Latentes Coûts Complets par Nature Décompte d’Exploitation Analytique Ventilation des Coûts Indirects Nature / Sections / Porteurs •EMBA – Introduction à la Comptabilité Analytique •5 Programme Coûts Partiels Coûts Fixes / Variables Marge de Contribution & Point Mort Budget Flexible Analyse des Ecarts •EMBA – Introduction à la Comptabilité Analytique •6 •3 •HEG Neuchâtel & Yverdon •lundi 16 mai 2011 Bibliographie • • • • • Chardonnens: Comptabilité de Gestion Wikipedia & Internet (toujours plusieurs sources) Big 4: PWC, EY, KPMG & DTT Manuel Suisse d’Audit CO •EMBA – Introduction à la Comptabilité Analytique •7 •EMBA – Introduction à la Comptabilité Analytique •8 • © Renaud Giroud 2011 •4 •HEG Neuchâtel & Yverdon •lundi 16 mai 2011 Compta Générale / Compta de Gestion Retraitement des...

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European Monetary Policy

...TD 3 1)Les deux piliers de la politique monétaire européenne Quels sont les deux piliers de la politique monétaire de la BCE ? Le premier pilier de la politique monétaire de la BCE est une analyse fine de la sphère monétaire, et le second est une analyse des autres données économiques et financières. Ces deux piliers sont réellement plus des moyens permettant d’atteindre le seul « but ultime » de la BCE, qui est le maintien de la stabilité des prix dans la zone euro. * Le premier pilier est primordial puisqu’en vue de cette stabilité des prix, il faut maitriser l’inflation, dont la première origine est monétaire. Avantage : facilité de recueil de ces données monétaires. * Le deuxième pilier permet de rassembler des informations rentrant aussi en jeu dans la stabilité des prix, autre que la branche monétaire : perturbations économiques à un moment donné (problème d’offre, de demande, origine externe, interne, caractère permanent, transitoire ??). Projection macroéconomiques ++. Sur quelles théories économiques repose la politique monétaire de la BCE ? * Le premier pilier est basé sur la théorie économique d’Irving Fischer qui met en relation la masse monétaire en circulation et le niveau général des prix selon l’équation suivante : M*V = P*Y Avec M la masse monétaire V la vitesse de circulation de la monnaie P le niveau des prix Y la production sur une période (PIB) * Le deuxième pilier est basé sur la courbe de Phillips. Celle-ci décrit...

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Économic

...CHAPITRE 1 Analyse économique de l’entreprise et des marchés 3 problèmes dans tout l’economie -Que produire? C,est le consommateurs qui décident. -Comment produire? -Pour qui produire? Y= Q+BX----- la variable X explique la variable Y Chaque choix à un coût.(ce n’est pas nécessaire vraiment dans tout les sphères de la vie) HYPOTHÈSE : 1- Économie qui ne produisent que des biens 2- Plein Emploi 3-Les ressources et les technologies sont données. La frontière de possibilité de productions Poss. | | Comsommations | | Équipement | a | | 0 | | 800 | b | | 100 | | 750 | c | | 200 | | 650 | d | | 300 | | 500 | e | | 400 | | 350 | f | | 500 | | 0 | Tout les point qui sont a l’extérieur de la courbe sont les point de frontière inatteinable. MÉNAGE ÉCONOMIQUE 1-Dans l’économie les ménages (consommateurs) représentent 70 à 75% de la consommation. 2-Les entreprises ont pour but de créer de la valeur ajoutée. 3-Les gouvernements sont des importants agent économique 4-Import export sont des agents économique important. CHAPITRE 2 Le marché est un lieu physique ou se rencontre acheteur et vendeur, exemple une bourse, marche jean-talon, marché au puce. Le marché est une transaction gagnant versus le prix et le produit. Voir la page 26 du livre. 19 juillet 2011 Chapitre 2 (suite) Ce que les consommateurs...

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Lancement de Nouveau Produit Sur Le Marché

...Plan : o Introduction. o Présentation de Magic-Spices. o Fiche technique. o Présentation des produits de Magic-Spices. o Analyses de : La demande, L’offre, SWOT, PESTE. o Réponses aux questions relatives à la lancée de ce projet. o Conclusion. Introduction Notre produit entre dans le secteur agroalimentaire qui est un secteur d'activité correspondant à la production de produits alimentaires finis. Il entre précisément dans l’industrie agroalimentaire, qui transforme des produits vivants élevés, des plantes ou des fruits cultivés en produits alimentaires finis ; Notre projet est exactement la production des épices pour les exporter vers l’union européenne qui connait actuellement un manque au niveau quantitatif et qualitatif. Le Maroc est classé parmi les meilleurs pays producteurs des épices au monde entier il est également connu par l’excès des quantités produites, c’est pour cela que nous avions basé notre projet sur la bonne qualité et la grande quantité. Nous allons analyser le marché des épices en Europe suivant plusieurs méthodes et analyse tels que le PESTE et le SWOT. Magic-Spices Présentation : Magic-Spices est une entreprise qui a été crée en 2012, destinée spécialement à l’exportation des épices originalement marocaines vers les pays européens. Elle vise à devenir parmi les meilleurs exportateurs des épices au monde entier. Magic-Spices diversifie ses produits en offrant des produits de haut et de bas de...

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Fiche de Lecture

...Ecole des hautes études commerciales d’Alger - EHEC- Niveau : 3eme année option management. Module : gestion des ressources humaines. Groupe : 22. Fiche de lecture |PIERRE LOUART | |« Gestion des ressources humaines » | |Editions EYROLLES | ANNEE : 2010 - 2011 L’OUVRAGE [pic] ← Titre  : Gestion des Ressources Humaines. ← Auteur  : PIERRE LOUART. ← Collection  : GESTION dirigée par JEAN LOUIS MALO ← Editions  : EYROLLES UNIVERSITE. ← Année d'édition  : 1994 ← Nombre de pages  : 219. ← Nombre de chapitres : 10. ← Sommaire : Avant-propos................................................................... XI Introduction...................................................................... XVII Chapitre 1 : la gestion des ressources humaines : son histoire, ses objectifs de base et ses variations.................................. 01 Chapitre...

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La Question de L'Utopie

...L’UTOPIE, ANALYSE DU CONCEPT L'UTOPIE 1. ESPACE CLOS ET UNIVERS  La clôture de la perfection : La sécurité par insularité, l'identité contre l'incertitude due à la différence, la volonté de l'agir humain démiurgique constituent le fond du projet rationnel (plan, démographie, répartition de l'espace, carré ou cercle). Amélioration intérieure, extension extérieure commandent sa dynamique (More)  La République universelle : Il y a fusion en une nation unique (les murs protecteurs sont provisoires) : abolition des corps provinciaux pour un intérêt unique à structure administrative parfaite dans sa totalité (Cloots)  Temps futurs et vision sublime : Immobile comme un éternel présent comme arraché à l'histoire mais vouée au progrès comme processus caractérisé par sa nécessité et sa perpétuité, l'utopie est le partage du genre humain (Hugo) 2. UN SYSTEME DE REGLES  Omniprésence de la règle. Elle consiste dans l'amour des lois, la règle de droit (code, prescription, sanction sévère édifiés par des juristes et des légistes) pour faire prévaloir l'intérêt supérieur de la collectivité, sa santé morale, sa prospérité et son bonheur (Guevara) La propriété, unique cause du mal : Tous les crimes sont les variantes de l'avarice et donc de la propriété qui a compromis définitivement l'Age d'or de l' Etat de nature, d'où un modèle de législation conforme à l' Etat de nature et un gouvernement fondé sur l'élection et la rotation qui abolissent la propriété et toute politique qui y prête...

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Accor Case Study

...stratégique du groupe Accor au travers de l'acquisition de la firme Motel 6 Sommaire 1. Analyse de l’environnement 3 1.1 Analyse de l’industrie de l’hôtellerie 3 1.2 Analyse du micro-environnement 4 Accor 4 Motel 6 5 2. Mandat 6 3. SWOT de l’entreprise 6 Diagnostic interne d’Accor 7 Diagnostic interne de Motel 6 8 Diagnostic externe du secteur de l’hôtellerie 9 4. Options stratégiques 9 Statu Quo 10 Intégration à la structure organisationnelle 11 5. Implantation de la Solution 11 6. Recommandations 13 7. CONCLUSION 14 8. ANNEXE 1 : Nombre d’hotelS a construire 15 9. ANNEXE 2 : rythme de croissance 15 1. Analyse de l’environnement Afin de bien connaître le milieu dans lequel évolue le groupe Accor, nous procédons à une analyse de l’industrie hôtelière, champ d’activité qui nous touche aujourd’hui par l’acquisition de Motel 6, et du microenvironnement de ces deux hôtels afin de bien connaître leurs atouts. Cette analyse permettra de cibler les moyens les plus adéquats afin d’assurer le succès de l’acquisition de Motel 6 par Accor. 1.1 Analyse de l’industrie de l’hôtellerie L’industrie hôtelière mondiale, qui encaisse un profit de 150 milliards de dollars US en 1990, est subdivisée en 3 trois catégories principales : hôtels de luxe, hôtels de milieu de gamme, hôtels/motels économiques (budgétaires). Tableau 1. | Luxe | Milieu de gamme | Économique | 1992 | 16 % | 30 % | 54 % | Marques | Marriott, Westin, Hilton | Holiday Inn, Howard...

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Student

...libanaise Faculté des sciences économiques et de gestion II Première Année Projet d’anthropologie Anthropologie des entreprises Et Anthropologie du travail Préparé par Jabbour Sara Mhawej Sophie I- Anthropologie des entreprises i. Aperçu historique Dans les années 1950, l'anthropologie structurale a montré que, dans certaines organisations humaines, coexistaient deux modes de pensées : la pensée rationnelle (ou technique) et la pensée sauvage. Pour Claude Levi-Strauss, cette dernière "n'est pas la pensée des sauvages, ni celle d'une humanité archaïque, mais la pensée à l'état sauvage, distincte de la pensée cultivée ou domestiquée en vue d'obtenir un rendement". De nos jours, les sociétés modernes comme les entreprises font cohabiter ces deux pensées. La pensée sauvage assure la cohésion des collectifs humains et la pensée technique, l'organisation des échanges et de la production ainsi que la mise en œuvre du progrès technique et scientifique. ii. Techniques de recherche et résultat Grâce à la promotion d’une véritable «anthropologie de l’entreprise», une réflexion globale peut et doit être menée sur la place de la personne humaine dans l’entreprise, en vue de permettre à chacun de retrouver, dans le travail, une certaine cohérence globale, à la fois personnelle et opérationnelle.  Changeons le regard porté sur l’entreprise, son fonctionnement et ses collaborateurs : dans un souci de performance économique mais sous-tendue par le respect...

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Le Rôle de L'État Dans Une Économie Ouverte

...Cependant ce rôle est mis à mal face à la conjoncture internationale. Donc évaluation du rôle de l’Etat. 1) Crise conjoncturelle (mesures internationales) 2) Crise systématique (système financier) 3) Politique économique pour y pallier III Aujourd’hui le rôle de l’Etat ne serait-il pas plus logique de : 1) Insérer le pays dans une zone régionales de commerce (ex : Mercosur …) 2) Investissement en R&D (par la compétitivité des entreprises) 3) Attirer les capitaux étrangers Exemple 3 : I L’intervention de l’Etat dans l’économie 1) Les champs d’intervention 2) Justification théorique de l’intervention de l’Etat dans l’économie II Le poids de l’Etat dans l’économie 1) Les prélèvements obligatoires 2) Les dépenses publiques III Les obligations et les stratégies de l’Etat face à la crise Vous êtes ici: Accueil Repères Découverte des institutions Approfondissements Le rôle économique de l’État Le rôle de l’État, c’est-à-dire l’ensemble des collectivités publiques nationales, dans l’économie d’un pays fait depuis longtemps l’objet de controverses entre économistes, selon qu’ils sont plutôt favorables à un État neutre ou, au contraire, à un État interventionniste, fortement impliqué dans les sphères économique et sociale. Au début du XIXe siècle, en réaction à...

Words: 1242 - Pages: 5