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Sintesi Dei Risultati E Ruolo Della Nato Per La Sicurezza in Europa

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Università degli Studi di Trieste Facoltà di Scienze Politiche Corso di Laurea in Scienze Politiche

Tesi di Laurea in Geografia Politica

SINTESI DEI RISULTATI E RUOLO DELLA NATO PER LA SICUREZZA IN EUROPA

Laureando: T.Col. Lucio PROVENZANI

Relatore: Chiar.ma Prof.ssa Maria Paola Pagnini Correlatore: Prof. Aldo Colleoni

Anno Accademico 2002-2003

INDICE

INDICE……………………………………………………………………..………….2 INTRODUZIONE………………………………………………...…...………………5 CAPITOLO I…………………………………………………………..……………..10 Le origini e la genesi della NATO; dalla seconda Guerra Mondiale alla fine del Patto di Varsavia 1. 2. Gli antecedenti………………………………………………...………………10 Il ruolo della NATO negli anni della guerra fredda…………...………………13

CAPITOLO II………………………………………………………………………...20 Struttura e principi organizzativi dell’Alleanza 1. 2. I mezzi a disposizione ed i compiti fondamentali……………………………..21 Principi organizzativi di vertice dell’Alleanza………………………………...23

CAPITOLO III……………………………………………………………………….28 Il ruolo dell’Alleanza nel controllo degli armamenti 1. 2. 3. Il controllo delle armi Nucleari, Biologiche e Chimiche……………………...29 Gli armamenti Convenzionali…………………………………………………34 Le armi di distruzione di massa……………………………………………….37

CAPITOLO IV……………………………………………………………………….40 Gli Stati Uniti e la nuova strategia per la sicurezza Europea 1. 2. L’interesse degli Stati Uniti nell’Europa dopo la fine della guerra fredda……40 I nuovi comp iti ed il Nuovo “Concetto Strategico” della NATO……………..45

CAPITOLO V………………………………………………………………………..48 L’identità di sicurezza e difesa Europea 1. 2. 3. L’evoluzione dell’ ”ESDI”……………………………………………………48 La cooperazione NATO-WEU………………………………………………..54 Le relazioni NATO-UE……………………………………………………….56

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CAPITOLO VI………………………………………………………………………..60 I Partenariati 1. 2. 3. 4. “PfP” e “EAPC”………………………………………………………………..60 La Carta NATO-Ucraina……………………………………………………….64 Le relazioni NATO-Russia…………………………………………………….65 Il dialogo con i paesi del Mediterraneo………………………………………...68

CAPITOLO VII………………………………………………………………………70 Il processo di allargamento dell’Alleanza 1. 2. La genesi dell’Alleanza “a 16”…………………………………………….......70 Lo ”studio sull’allargamento della NATO” e l’adesione di Polonia, Repubblica Ceca ed Ungheria…………………………………………....……71 3. Il “Membership Action Plan (MAP)”………………………...…………….….75

CAPITOLO VIII……………………………………………………………………..79 La NATO del ventunesimo secolo 1. 2. La Trasformazione del dispositivo di difesa…………………………………..80 La Guerra al terrorismo………………………………………………………..83

CONCLUSIONI……………………………………………………………………...89 ALLEGATO "A"…………………………………………..……………………….A-1 La Carta Atlantica ALLEGATO "B"…………………………………………………....………..…….B-1 Carta delle Nazioni Unite - Articolo 51 ALLEGATO "C"……………………………………………………...……………C-1 Trattato di Bruxelles ALLEGATO "D"………………………………………………………...…………D-1 Risoluzione Vandemberg ALLEGATO "E"……………………………………………………….......……….E-1 Trattato dell'Atlantico del Nord ALLEGATO "F"…………………………………………………………...……….F-1 Summit NATO - Cronologia e principali decisioni

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ALLEGATO "G"……………………………………………………..…………….G-1 Organizzazioni internazionali - Stati membri ed affiliazioni ALLEGATO "H"…………………………………………..……………………….H-1 Allarga mento dell'Alleanza - Principali fasi del processo di adesone di Polonia, repubblica Ceca ed Ungheria ALLEGATO "I"………………………………………………...……………….…..I-1 Cronologia dei principali fatti riguardanti l'evoluzione della NATO a fronte dei principali eventi mondia li ALLEGATO "L"………………………………………...…………………...……..L-1 Principali sigle di uso comune BIBLIOGRAFIA………………………………………………………….………....... i

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INTRODUZIONE

In linea generale, l storia del mondo occidentale è stata, nella second a metà del a ventesimo secolo, intimamente connessa con una serie di avvenimenti concernenti istituzioni, accordi e trattati fra gli stati. Fino alla fine degli anni ottanta, ossia per circa quaranta anni, nonostante l’attivismo istituzionale interna zionale e fasi alternanti di vera e propria tensione e distensione, il sistema bipolare est-ovest ha di fatto consentito di mantenere una situazione abbastanza statica di tutto il sistema geopolitico EuroAtlantico. I riflessi di tale distensione si sono registrati anche in aree diverse con un

meccanismo di vero e proprio riverbero geostrategico e geopolitico. Nemmeno alcuni episodi di guerra guerreggiata, avvenuti in altre aree del mondo, né gli stessi avvenimenti d’Ungheria, Cuba, Cecoslovacchia e Polonia in realtà, hanno mai intaccato tale sistema. In seguito, a partire dalla fine degli anni ’80, il panorama delle relazioni politiche internazionali ha invece subito delle accelerazioni pochi anni prima imprevedibili, che hanno generato una lunga serie di profondi mutamenti. Il sistema di sicurezza del

continente europeo ha attraversato, con la fine della Guerra Fredda e del connesso equilibrio bipolare, una vera e propria rivoluzione, che ne ha interessato tanto gli aspetti tecnico-operativi quanto la dimensione politica ed economica che ne è alla base. Nella comune accezione può spesso accadere che il ruolo della NATO sia percepito semplicemente come quello di “alleanza militare”, e che assuma quindi le funzioni di semplice “strumento” dell’azio ne politica internazionale. Ad un’analisi più

approfondita risulta invece che l’Alleanza ha avuto nel passato un ruolo, che ancor oggi riveste, di diretta influenza nella politica internazionale. Venuta meno la sua funzione originaria di difesa politica e militare dell’occidente contro la minaccia sovietica, nonostante molti analisti colleghino a quest’ultima l’unica ragione della sua esistenza, la NATO non si è dissolta. Al contrario, si è proposta come il principale foro d’elaborazione teorica e realizzazione pratica della politica di sicurezza atlantica futura. Alla nascita della nuova “NATO del XXI secolo” si D’altronde, la

affiancano, in questo contesto, i recenti sviluppi dell’Unione Europea.

sicurezza transatlantica e l’integrazione europea erano considerate anche dagli Stati

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Uniti, gia dai tempi della firma del Trattato, due elementi necessari ed inscindibili per la stabilità di tutta la regione. Alla luce di questi fatti, con questa tesi s’intende analizzare tutta l’evoluzione storica e le premesse di base che hanno dato vita all’Alleanza, fino ad esaminare l’attuale struttura dei rapporti euro-americani in materia di sicurezza e difesa. Lo scopo è di evidenziare il motivo conduttore in ragione del quale poter approfondire e comprendere appieno i fenomeni ed i maggiori avvenimenti contemporanei, in modo da avere gli strume nti concettuali per interpretare le possibili evoluzioni future. Un elemento di attenzione nell’analisi fatta è che, per la maggior parte, la letteratura americana ed europea in materia si compone di estese monografie su un singolo aspetto della vita dell’Alleanza Atlantica o sulle nuove strutture sorte oggi al suo interno. Esistono altrimenti numerosi saggi, dal carattere eminentemente

descrittivo, incentrati sulla dimensione giuridica di una sicurezza comune tra i paesi membri dell’UE, sulla prossima costituzione di una forza armata europea ed, in generale, sulle future prospettive di sviluppo per la politica di sicurezza Atlantica. Bisogna, tuttavia, ammettere che si tratta di prospettive a brevissimo termine, data l’estrema difficoltà insita in tale sforzo di previsione. Ciò che ci si propone di compiere con questo lavoro, piuttosto, è la ricostruzione sintetica e selettiva di tutti gli aspetti di maggiore significato politico ed importanza nell’esistenza dell’Alleanza Atlantica, ed in generale nel sistema di sicurezza europeo. Si è cercato, quindi, di tratteggiare i valori comuni ai due periodi storici che in un certo senso suddividono i trascorsi della NATO in due fasi: il periodo post-bellico, con l’estensione a tutti gli anni della guerra fredda, ed il periodo del decennio appena passato, che ha segnato la nascita di una nuova architettura nelle relazioni politiche internazionali. L’Alleanza vive probabilmente in questi anni il momento di svolta più rilevante di tutta la sua esistenza. E’ attraverso l’analisi dei risultati e dell’evoluzione storica, dai successi ottenuti nel mantenere l’equilibrio di forze con il patto di Varsavia fino alle gravi crisi di credibilità da essa affrontate, che è sembrato possibile rintracciare le risposte ad alcuni degli interrogativi sollevati da storici e analisti politici contemporanei. Perché, con il crollo dell’URSS e la fine del bipolarismo, la NATO non si è sciolta? Quale direzione seguirà il suo sviluppo futuro? Dove affonda le sue radici il processo di

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trasformazione dell’Alleanza da un patto difensivo di carattere prevalentemente militare ad un’organizzazione di sicurezza complessiva ? La tesi proposta è che se si vanno ad analizzare le premesse che hanno spinto l’Europa e gli Stati Uniti alla stipula di un trattato transatlantico, molte di queste sono esistono ancora. Per quanto riguarda il punto di vista degli Stati Uniti, permane l’interesse per la stabilità in Europa, non più minacciata dall’aggressività della Germania, o dalla vicinanza geografica ed ideologica dell’URSS, ma da altrettanto pericolose situazioni nei Balcani ed altre aree limitrofe. Per poter affrontare le sfide della guerra al

terrorismo internazio nale, gli USA hanno bisogno di poter costruire una politica di sostegno internazionale. Si tratta per l’America di un obiettivo di difficile

realizzazione ma fondamentale, come dimostrato anche recentemente dalle schermaglie diplomatiche precedenti all’intervento militare in Iraq del 2003, avvenute sui tavoli delle Nazioni Unite. La costruzione dei necessari strumenti di legittimazione ed

accettabilità politica è, per il futuro, evidentemente ancora più ardua, probabilmente quasi impossibile senza un interlocutore unico europeo. L’Europa, da parte sua, sebbene liberata dalla minaccia dell’Unione Sovietica alle porte, è dichiaratamente ancora incapace di rinunciare al contributo americano per una difesa integrata continentale. Per l’integrazione politica, non ancora realizzata, deve

invece affrontare le sfide di un ulteriore allargamento e le esigenze dei paesi in precedenza d’area sovietica. Sotto questo punto di vista, la NATO è l’istituzione che più d’ogni altra ha rivolto interesse alla realizzazione di un’effettiva identità comune europea. L’approccio metodologico seguito nell’elaborazione dei temi fin qui descritti è dunque di tipo essenzialmente analitico, teso a mettere alla luce gli aspetti di comunanza e comparazione tra passato e presente, alla luce dei quali la NATO può ancora considerarsi un’istituzione attuale. Essi dimostrano i motivi della sua

permanenza, ed importanza, sulla scena delle relazioni politiche internazionali. Dopo aver individuato i motivi portanti del panorama della sicurezza atlantica negli anni ’60, è stata analizzata la complessa struttura istituzionale che, attraverso l’interazione di un numero crescente d’organizzazioni sopranazionali, garantisce oggi la stabilità europea.

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Si è quindi cercato di evidenziare come le interazioni tra queste e la NATO stiano dando luogo ad un nuovo sistema di sicurezza collettiva. In tale ottica, tuttavia, risiede anche il convincimento che la materia si presta ad analisi personali che potrebbero consentire una fondazione teorica fragile dello studio. Per mantenere i criteri di scientificità propri della teoria delle relazioni internazionali si è quindi preferito puntare su un corredo storiografico più che su giudizi intuitivi o di suggestione. In questo lavoro si è cercato inoltre di evidenziare innanzitutto la

dimensione storica d’ogni fenomeno, prestando però allo stesso tempo attenzione ai principali rimandi teorici, con una prospettiva moderatamente istituzionalista. La rete delle organizzazioni internazionali e transnazionali, infatti, svolge un ruolo prezioso nella fluida situazione attuale, fungendo innanzitutto da punto di riferimento e di continuità in periodi di gran turbolenza e cambiamenti, quale quello verificatosi nell’ultimo decennio. Ancor di più, poi, se gestite con flessibilità e capacità d’adattamento, le istituzioni internazionali possono costituire non solo un riparo, ma il motore stesso di una rilevante evoluzione. Nel chiedersi dunque quale debba essere la risposta dell’Occidente alle sfide che il ventunesimo secolo porta con sé, ci si deve altresì domandare quali siano i limiti ed i possibili contributi di un’organizzazione come la NATO a tali sfide, ma soprattutto quali saranno i modi d’interazione tra l’ Unione Europea, uno degli spazi strategici più importanti, e gli Stati Uniti. E’ interessante capire, in altre parole, come la dimensione più propriamente europea può convivere con gli imperativi politici americani, senza esserne oppressa, ma contribuendo attivamente alla costruzione della futura identità di sicurezza occidentale. La tesi è strutturata su otto capitoli. Nel primo si ricostruiscono gli antecedenti che hanno preceduto la stipula del Trattato, cercando di analizzare le motivazioni e gli interessi di base che hanno spinto l’occidente ad unirsi in un’Alleanza transatlantica, cogliendone le applicazioni immediate nell’ambito della divisione est-ovest e del clima delle relazioni negli anni della guerra fredda. Nel secondo capitolo si descrivono i principi originatori e di funzionamento dell’Alleanza, evidenziando che, già dalla sua fondazione, l’alleanza militare è solo una

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parte, quella prettamente tecnica ed organizzativa, di una più complessa alleanza “politica” di difesa, rappresentata dalla NATO. Nel terzo capitolo si analizza il ruolo della NATO in tutte le attività tese al controllo ed alla diminuzione degli armamenti; argomento, anche questo, di natura prettamente politica. Si vanno quindi a ricercare, nel quarto capitolo, le motivazioni dell’interesse Statunitense nell’Europa degli anni ’90 e quindi delle ragioni concettuali della nuova strategia per la sicurezza europea. Con il quinto capitolo è presa in considerazione l’Identità di Sicurezza e di Difesa Europea, e quindi le implicazioni di un impegno diretto delle istituzioni europee per contribuire ad una difesa continentale, sempre armonizzata ed integrata con il legame transatlantico. Nei capitoli sei e sette sono presi in esame i fenomeni legati alla politica della “open door”, e quindi il processo d’allargamento, che ha già visto nel 1999 l’ingresso nell’Alleanza di tre stati in precedenza appartenenti al Patto di Varsavia, e le iniziative dei Partenariati, che hanno creato una linea di comunicazione diretta per una migliore comprensione con molti paesi orientali e mediterranei, nonché una speciale relazione con la Russia. Nell’ottavo capitolo si analizzano infine le sfide future, vale a dire il processo di trasformazione dell’Alleanza per poter soddisfare le esigenze legate all’assetto geopolitico in rapido cambiamento e all’impegno nella guerra al terrorismo.

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CAPITOLO I

LE ORIGINI E LA GENESI DELLA NATO; DALLA SECONDA GUERRA MONDIALE ALLA FINE DEL PATTO DI VARSAVIA

Per comprendere il ruolo attuale della NATO ed il suo significato per la sicurezza Europea presente e futura, bisogna comprendere la situazione originaria che ha alimentato la necessità di costituire l’Alleanza, nei modi e con le forme che la caratterizzano. Le ragioni politiche del trattato, e della sua “tenuta” sono da ricercare in epoca precedente a que lla della sua sottoscrizione da parte dei dodici paesi originari. Alle tendenze di natura nazionalistica ed ideologica della prima metà del secolo, nessuno non ha saputo dare né risposte n rimedi strutturali adeguati. é La comunità

internazionale, nonostante tutti gli sforzi di tipo istituzionalistico, ha dovuto sopportare quindi due devastanti guerre mondiali, pagandone tutte le conseguenze connesse senza, di fatto, risolvere problema della sicurezza internazionale. Sta proprio nella presa di

coscienza di questa situazione, risalente a diversi anni prima della firma del trattato, il motivo originale della creazione dell’Alleanza Atlantica.

1. GLI ANTECEDENTI

Nell’Agosto 1941, durante la seconda guerra mondiale, il primo ministro Britannico W.Churchill ed il presidente degli Stati Uniti d’America F.D.Roosvelt s’incontrarono su una nave militare al largo di Terranova. Gli USA non erano

ancora entrati in guerra, ed i due capi di stato firmarono un documento, la “Carta Atlantica”1 , con la quale gli Stati Uniti d’America s’impegnavano a collaborare alla sconfitta della Germania. Gran Bretagna ed USA dichiararono di non mirare ad

alcun ingrandimento territoriale, di voler rispettare l’integrità territoriale delle nazioni e la volontà dei popoli quanto a forme di governo, di voler promuovere la

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Il testo integrale, in lingua inglese, della “Carta Atlantica” è riportato nell’Allegato “A”.

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collaborazione fra le nazioni nella sicurezza e nella libertà, disarmando gli stati aggressivi. La carta Atlantica ha rappresentato la base ideologica dell’iniziativa angloamericana nella seconda guerra mondiale. Al tempo stesso, essa è stata il primo

atto con il quale si é iniziato a proporre la creazione di un’organizzazione di sicurezza collettiva al posto della Società delle Nazioni 2 . La carta Atlantica è stata in seguito sottoscritta a Washington, il 1 gennaio 1942, da altri 26 paesi. E’ in

pratica stata il germe che ha, pochi anni più tardi, dato il via alla creazione dell’ONU e successivamente della NATO. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, Churchill e Roosvelt ebbero l’occasione di discutere con Stalin, nel corso delle conferenze di guerra di Mosca, Dumbarton Oaks e Jalta, della creazione di un’organizzazione internazionale che si concretizzò nella conferenza di San Francisco nel 1945, durante la quale i delegati di 51 Stati approvarono la Carta delle Nazioni Unite. In essa, all’Articolo 51 3 , è

specificatamente rimarcato il diritto delle singole nazioni di mettere in atto misure di difesa, individuali o collettive. In pratica con la Carta delle Nazioni Unite

veniva creato un foro di consultazione universale per favorire le consultazioni, ma al tempo stesso erano in sostanza incoraggiate le iniziative di difesa collettiva tese ad aumentare la sicurezza e la stabilità. A partire dal 1945, i paesi dell’Europa occidentale e i loro alleati nordamericani si trovarono di fronte all’urgenza della ricostruzione economica. Nello stesso tempo le politiche e i metodi espansionistici dell’Unione Sovietica, nonché gli scopi ideologici manifestati dal Partito Comunista Sovietico, non potevano non destare preoccupazioni. A nessuno sembrava sicuro che gli appelli al rispetto dello Statuto delle Nazioni Unite e degli accordi internazionali, conclusi

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La fondazione della Società delle Nazioni risale alla Conferenza di pace di Versailles, avvenuta nel 1919 al termine della prima Guerra Mondiale. Gli stati aderenti si impegnavano a rispettare l’integrità territoriale e l’indipendenza politica degli altri membri e a non ricorrere alla guerra, prevedendo sanzioni economiche contro i violatori di tali impegni. Gli Stati Uniti non aderirono alla Società delle Nazioni perché fra le forze politiche prevalse una linea di isolazionismo. L’organizzazione ebbe pochi successi, limitati alla soluzione di conflitti fra piccoli stati, e fallì completamente nelle vertenze che coinvolgevano grandi potenze.
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Nell’Allegato “B” è riportato il testo integrale, in lingua inglese, dell’Articolo 51 della “Carta delle Nazioni Unite”.

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alla fine della guerra, avrebbero garantito la sovranità nazionale o l’indipendenza dei paesi democratici dalla minaccia d’aggressione esterna o di sovversione interna. I paesi occidentali avevano ridotto i loro effettivi e smobilitato, secondo quanto previsto dagli impegni presi in tempo di guerra, ma contemporaneamente costatavano con crescente preoccupazione come l’Unione Sovietica intendesse mantenere intatta la potenza delle sue forze armate. Nel frattempo, in molti paesi dell’Europa centro-orientale e in altre parti del mondo, erano imposti regimi non democratici e veniva repressa ogni forma d’opposizione, con violazione dei diritti dell’uomo, dei diritti civili e delle libertà fondamentali. Tra il 1947 ed il 1949 una serie di drammatici avvenimenti politici fece precipitare le cose. Com’è noto, si verificarono minacce dirette contro la sovranità della Norvegia, della Grecia, della Turchia e d’altri paesi dell’Europa Occidentale, il colpo di stato del giugno 1948 in Cecoslovacchia e il blocco di Berlino, iniziato nell’aprile dello stesso anno. Nel marzo del 1948 fu firmato da Belgio, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Regno Unito il “Trattato di Bruxelles 4 ”. Nello stesso periodo, per fini diversi e più ampi, nasceva anche il Consiglio d’Europa5 . Con il Trattato di Bruxelles si manifestava la determinazione di cinque paesi dell’Europa occidentale a costituire un sistema di difesa comune e a rinsaldare i loro legami, in modo da poter resistere a pericoli di natura ideologica, politica e militare che costituissero una minaccia per la loro sicurezza. In seguito, nel 1954,
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Nell’Allegato “C” è riportato, in lingua inglese, il testo integrale del “Trattato di Bruxelles” nella versione del 1948. Il Trattato è stato modificato con un accordo, firmato a Parigi nel 1954, che di fatto creava la Unione Europea Occidentale (WEU, Western European Union) e che sanciva l’accesso di Germania ed Italia al Trattato.
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Il Consiglio d’Europa è una organizzazione internazionale fondata il 5 Maggio 1949 da Gran Bretagna, Francia, Italia, Belgio, Paesi Bassi, Svezia, Danimarca, Irlanda, Norvegia e Lussemburgo con il compito di promuovere l’unità europea e predisporre convenzioni sui diritti economici, civili e politici. Un progetto federalista per la costituzione di una unione europea fallì nel 1950-51 a causa delle riserve sollevate da alcuni stati membri. L’importanza del Consiglio d’Europa passò conseguentemente in secondo piano quando, nel 1957, venne costituito il Mercato Europeo Comune. Il Consiglio d’Europa ha svolto una funzione importante nel campo dei diritti umani. Nel 1954 ha promosso la costituzione della Commissione Europea dei diritti dell’Uomo. Nel 1959 è susseguentemente nata la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Nell’ultimo decennio si è verificata una accelerazione delle adesioni al Consiglio d’Europa, spinta principalmente dagli stati dell’Europa occidentale. Nell’Allegato “G” è riportato uno schema aggiornato con le adesioni di tutti gli stati membri e gli stati con status di “osservatore”.

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la Repubblica Federale di Germania e l’Italia aderirono al “Trattato di Bruxelles” e l’organizzazione fu ribattezzata Unione dell’Europa Occidentale (WEU 6 ). Sempre nel 1948, il Senato degli Stati Uniti sanciva l’abbandono definitivo della politica d’isolazionismo con l’approvazione della “Risoluzione Vandemberg”7 . Subito dopo la firma del Trattato di Bruxelles furono avviati dei negoziati con gli Stati Uniti e il Canada allo scopo di creare, tra l’Europa e l’America, un’Alleanza del Nord Atlantico fondata su garanzie di sicurezza ed impegni reciproci. La Danimarca, l’Islanda, l’Italia, la Norvegia ed il Portogallo furono I

invitati dalle potenze firmatarie del Trattato a partecipare a tale processo.

negoziati culminarono, nell’aprile 1949, con la firma del “Trattato di Washington”, che istituiva un sistema di sicurezza comune, basato su un’alleanza tra questi dodici paesi (Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Stati Uniti), dando vita alla NATO.

2. IL RUOLO DELLA NATO NEGLI ANNI DELLA GUERRA FREDDA

Con la firma del Trattato Nord Atlantico, l’esercizio delle responsabilità militari dell’Organizzazione del Trattato di Bruxelles, o Unione dell’Europa Occidentale, venne trasferito all’Alleanza Atlantica. L’Unione dell’Europa Occidentale, dopo aver perso temporaneamente importanza, è stata concretamente riattivata nel 1984, con la missione di elaborare una “Comune Identità di Difesa

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Western European Union. La Unione dell’Europa Occidentale (UEO - WEU) è stata stabilita con gli Accordi di Parigi del 1954, che modificavano l’originario “Trattato di Bruxelles” del 1948. La WEU ha dieci stati membri (tutti membri NATO), dei paesi “membri associati” (membri NATO ma non EU) e dei “partner associati” (non membri EU e non NATO). Ha inoltre diversi stati che partecipano con lo status di “osservatori”. La WEU, dopo un periodo di inattività, è stata riattivata nel 1984 con lo scopo di sviluppare una Identità di Difesa Europea Comune e rafforzare il pilastro europeo dell’Alleanza. Alla fine degli anni ’90 l’Unione Europea si è voluta assumere questa responsabilità, facendo tesoro dell’esperienza e del lavoro svolto dalla UEO negli anni precedenti. Nell’Allegato “G” sono riportati alcuni schemi che illustrano la situazione aggiornata degli stati membri, degli stati con status di “osservatore” e degli stati con status di “partner”.
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Il testo della Risoluzione numero 239 del senato degli Stati Uniti d’America, detta anche Risoluzione Vandemberg per il nome del Senatore che la ha presentata, è riportato nell’Allegato “D”.

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Europea” (ESDI8 ), attraverso la cooperazione tra i suoi membri in materia di sicurezza, e di rafforzare il pilastro europeo dell’Alleanza Atlantica. L’alleanza del Nord Atlantico è stata dunque istituita con un Trattato liberamente concluso tra stati, dopo un dibattito pubblico e la ratifica dei relativi parlamenti. Il Trattato salvaguarda i diritti di questi stati, come pure i loro obblighi internazionali derivanti dallo Statuto delle Nazioni Unite. Costituisce per i paesi membri un impegno a condividere rischi e responsabilità, e a non assumere alcun altro impegno internazio nale che potrebbe risultare incompatibile. Il Trattato spicca per chiarezza e semplicità. Sebbene sia costituito di soli 14 articoli 9 , riesce a definire tutti gli aspetti ed i requisiti fondamentali dell’alleanza e degli stati partecipanti, dalle consultazioni politiche, alla cooperazione economica, alla difesa collettiva. E’ deliberatamente poco specifico, probabilmente perché i

redattori hanno temuto che maggiori dettagli avrebbero potuto causare delle difficoltà politiche in alcuni degli stati partecipanti, con particolare riferimento agli Stati Uniti. Il Trattato ruppe, di fatto, la politica di isolazionismo americano. D’altronde arrivò in un momento in cui gli Stati Uniti riflettevano sul fatto di aver dovuto partecipare a due guerre mondiali per evitare che il continente europeo non cadesse sotto il dominio di una sola nazione. Per l’America rappresentò quindi una vera e propria svolta politica e con esso, di conseguenza, gli USA si vincolarono ad un impegno continuo nel vecchio continente. Questa “rivoluzione” della polit ica La durata del

estera americana non poté comunque essere definita completa.

trattato fu inizialmente fissata in 20 anni, ma Eisenhower dichiarò che l’Alleanza avrebbe fallito qualora l’Europa non avesse saputo dimostrare di saper agire unitariamente entro 10 anni. La fase di ratifica al Senato USA fu causa d’accesi

dibattiti e rivelò un forte scetticismo da parte della classe politica americana.

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European Security and Defense Identity. Identità di Sicurezza e Difesa Europea. Lo scopo dello sviluppo della ESDI nell’ambito dell’Alleanza è quello di permettere a tutti gli Alleati Europei di di fornire alla NATO un più coerente ed effettivo contributo, quale espressione delle responsabilità condivise, e per rinforzare l’unione transatlantica agevolando, allo stesso tempo, iniziative comuni in un contesto puramente europeo. La ESDI é una parte importante del processo di riadattamento della struttura dell’Alleanza.
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Nell’Allegato “E” è riportato il testo integrale del “Trattato dell’Atlantico del Nord”.

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Fin dagli esordi, la NATO é sempre stata strettamente legata alla questione del futuro ordine Europeo. L’iniziativa della creazione di un Patto Atlantico è stata inizialmente suggerita dalla classe politica europea, la stessa che nel corso della prima metà del ventesimo secolo aveva dovuto prendere atto, per ben due volte, che l’Europa non era stata capace di riconciliare gli interessi delle maggiori nazioni senza dover ricorrere a guerre di grandi proporzioni. La stessa classe politica

aveva forse, più o meno consciamente, compreso che l’unico sistema per uscire dal percorso autodistruttivo nel quale l’Europa sembrava incanalata, era di legare le sorti del continente a quelle degli Stati Uniti in maniera permanente. Attraverso la NATO, l’Europa cercava dunque un modo per poter affrontare con fiducia tutta la serie di problemi che si trovava di fronte: la gestione di un’economia post-bellica, la vicinanza dell’Unione Sovietica, la paura di un’ulteriore rinascita della potenza militare e dell’aggressività tedesca. Mentre inizialmente l’America era molto più riluttante ad entrare in un’organizzazione che la avrebbe legata permanentemente all’Europa, più tardi buona parte della dirigenza statunitense capì che era invece di grande interesse, per l’America, prendere parte al progetto Europeo e potere quindi esercitare una certa influenza sullo sviluppo socio-politico del vecchio continente. Tale ruolo permanente degli Stati Uniti nella creazione e gestione della sicurezza Europea è, in effetti, l’essenza politica principale della NATO. Attraverso la NATO, gli Stati Uniti riescono inoltre ad esercitare il ruolo di “potenza europea”. Al tempo stesso, senza la presenza degli Stati Uniti sarebbe probabilmente stato difficilissimo, o forse impossibile, realizzare una difesa comune fra gli stati Europei, che avrebbero verosimilmente continuato a competere anziché cooperare. La NATO è probabilmente l’elemento che più d’ogni altro ha contribuito a controbilanciare i motivi che sono stati causa di due guerre mondiali nella prima metà del ventesimo secolo, ed è al tempo stesso per l’Europa un’espressione d’autodifesa dalle tendenze autodistruttive che non è stato possibile controllare in altro modo. Un semplice ed, in effetti, abbastanza generico patto di difesa comune non poteva certo da solo creare un nuovo ed effettivo ordine di pace stabile. Alla

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sicurezza deve associarsi l’integrazione politica ed economica.

In tale ottica, la

NATO può essere considerata gemellata al progetto di costruzione di un’Europa unita. Questa logica è stata condivisa largamente su entrambe le sponde dell’Atlantico da molti leader europei ed americani, quali De Gasperi10 , Adenauer 11 , Monnet 12 , Truman13 , Marshall 14 , Acheson15 .
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Lo stesso Presidente

Truman già definiva il “Piano Marshall ” ed il “Trattato di Washington” come “due metà della stessa noce” Questa stretta connessione tra cooperazione transatlantica ed integrazione Europea offre una lettura molto interessante. Mentre il bisogno della

partecipazione degli Stati Uniti nella realizzazione della sicurezza europea potrebbe essere considerato come una rassegnazione ad una perpetua dipendenza dagli Usa ed un freno all’unificazione europea, in effetti, la NATO rappresenta proprio l’opposto. La ricostruzione economica dell’Europa era già cominciata con il

Piano Marshall nel 1947, ben due anni prima della firma del Trattato di Washington.
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Gli Stati Uniti si erano quindi gia impegnati in un piano che, di

Alcide De Gasperi, a capo del Governo italiano, era consapevole dell’isolamento italiano dopo la sconfitta nella seconda Guerra Mondiale e della entità dei sui bisogni materiali. Cercò quindi di instaurare un profondo rapporto di fiducia con gli stati Uniti e contemporaneamente si impegnò per un progetto europeistico.
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Il cancelliere tedesco Konrad Adenauer respinse l’idea di una Germania neutrale, “ponte” fra est ed ovest. A suo avviso una tale situazione avrebbe potuto favorire una graduale penetrazione comunista in Europa. Si impegnò quindi fortemente perché la Germania entrasse (nel 1954) nella NATO, avviando un graduale riarmo, e condusse la nazione ad aderire alla Comunità Economica Europea.
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Jean Monnet, già vice segretario della Società delle Nazioni dal 1919 al 1923, fu tra i massimi sostenitori dell’europeismo ed a lui si deve soprattutto al stesura del “piano Schuman”, che portò alla creazione della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio, nel 1951.
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Il Presidente degli stati Uniti d’America Harry Truman appoggiò la politica del “contenimento” (containment). Negli anni della sua presidenza fu realizzato il piano Marshall e fu fondata la NATO.
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Il Segretario di Stato americano George Marshall lanciò lo “European Recovery Program” (ERP, Programma di Ricostruzione Europea), conosciuto come “Piano Marshall”, e diede il via alle trattative per la realizzazione dell’Alleanza Atlantica.
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Dean Gooderham Acheson, Segretario di Stato americano, guidò la politica estera del Presidente Truman negli anni che videro il lancio del Piano marshall e la creazione della NATO.
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Il “Piano Marshall” fu lanciato da Segretario di Stato degli USA G.C.Marshall, con il nome di European Recovery Program (ERP, Programma di Ricostruzione Europea) nel 1947. Prevedeva la concessione di aiuti gratuiti alle nazioni europee, perlopiù sotto forma di beni, che venduti dai vari governi agli operatori economici interni, avrebbero dovuto finanziare la creazione di infrastrutture ed il risanamento dei bilanci. Il Piano Marshall contribuì a rilanciare l’economia europea in stretto collegamento con quella americana.

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fatto, “integrava economicamente” gli stati europei e spianava la strada ad una futura integrazione politica. La NATO non andava quindi a bloccare il processo

d’integrazione, ma ad agevolarlo, creando sul fronte della sicurezza comune un ulteriore momento d’unificazione. D’altronde, una più stretta integrazione ed

unione politica dell’Europa era stata dichiaratamente annoverata fra gli obiettivi degli Stati Uniti, proprio per facilitare la stabilità del continente. Nella notte

antecedente alla firma del Trattato, il Segretario di Stato americano Dean Acheson chiarì che gli Stati Uniti desideravano con un “senso d’urgenza” una più stretta unificazione politica Europea. Egli disse inoltre che vi era il bisogno di integrare

la Germania nella comunità occidentale, e prima ancora nell’Europa, facendo in modo che riacquistasse credibilità e fiducia. Gli Stati Uniti, insomma, non

volevano assolutamente ripetere l’errore di isolare la Germania, come alla fine della prima Guerra Mondiale, e volevano chiaramente e dichiaratamente utilizzare anche la NATO per questo, nonostante non mancassero su questo argomento gli scetticismi e le paure di diversi altri alleati. In definitiva si può affermare che la NATO è nata con un triplice ruolo:

− − −

creare una connessione tra America ed Europa; fronteggiare e contenere l’Unione Sovietica; controllare la Germania.

Lord Ismay, primo segretario Generale della NATO, in maniera cruda ma efficace, espresse così il ruolo dell’Alleanza: “tenere gli Americani dentro, i Russi fuori ed i Tedeschi sotto”. Questa affermazione dimostra che, nonostante il lato visibile e pratico della NATO sia rappresentato da un’elaborata rete d’accordi militari e strutture organizzative, l’Alleanza contiene fondamentalmente, sin dall’origine, un preciso progetto politico, sebbene non sia mai stata raggiunta un’unanimità generale sulla validità di questo progetto. I dubbi sulla sua efficacia e lo scetticismo sostanziale di larghi settori delle forze politiche e dell’opinione pubblica americana non sono mai scomparsi. Durante tutto il periodo della guerra fredda, la NATO ha dovuto affrontare tutti i paradossi e le difficoltà di creare una linea d’azione comune a tante

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diverse nazioni. Sotto questo punto di vista la NATO ha attraversato un periodo di crisi permanente, sia sul fronte delle consultazioni politiche, sia su quello della strategia militare. Oltre a tutto devono aggiungersi le altre difficoltà dovute al continuamente variabile stato delle relazioni transatlantiche, anche nelle materie e per gli scopi estranei a quelli dell’Alleanza. Negli anni della guerra fredda, gli analisti politico-militari americani hanno ripetutamente spronato gli alleati europei ad un maggiore impegno e all’incremento dell’investimento militare a favore dell’Alleanza, per cercare di bilanciare gli oneri pagati da Stati Uniti per la sicurezza, quasi minacciando di riconsiderare il forte supporto statunitense, economico e militare, all’organizzazione. Gli alleati europei, da parte loro, hanno velatamente e più volte accusato gli Stati Uniti di voler dominare la NATO, sia nell’ambito politico che militarmente. Spesso gli Stati Uniti sono anche stati accusati di fare un doppio gioco, spronando da una parte l’integrazione Europea per garantirgli maggiori responsabilità, salvo poi riservarsi tutte le posizioni di leadership nell’ambito dell’organizzazione dell’Alleanza. Queste divergenze portarono addirittura all’uscita della Francia

dalla struttura militare, avvenuta nel 1966, che rese necessario lo spostamento delle sedi di vertice della NATO da Parigi a Bruxelles. Nonostante il processo decisionale lungo e tedioso, nonostante la prevedibilità delle prese di posizione ufficiali, l’Alleanza è comunque sopravvissuta a tutte queste difficoltà. La regola delle decisioni all’unanimità, causa principale della Le

lentezza e della difficile amovibilità politica, ha avuto dei seguiti positivi.

decisioni, una volta prese, sono state rispettate da tutti gli Stati alleati, conferendo quindi una notevole autorevolezza agli atti degli organi dell’Alleanza. Delle considerazioni simili possono essere fatte anche per quanto riguarda la strategia militare. Da un certo punto di vista, la NATO ha rappresentato una serie di continui compromessi tra la limitatezza di risorse messe in campo dagli alleati europei e le esigenze legate agli interessi comuni. Nonostante ciò, la NATO è riuscita a dare al mondo il messaggio che l’Europa occidentale ed il Nord America si consideravano un unico spazio di sicurezza, e che intendevano perseguire assieme gli interessi comuni e quindi garantire la sicurezza e la stabilità di tutta la regione. Questo forte messaggio, oltre ad essere un effettivo deterrente di difesa

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ha, di fatto, impedito all’Unione Sovietica di considerare l’uso della sua potenza militare quale strumento d’influenza politica. Gli accordi di tipo militare dell’Alleanza, mai utilizzati fino agli anni ’90 17 , hanno quindi dato luogo, sin dall’inizio, a risultati politici d’entità notevole. Con il passare del tempo, inoltre, si sono lentamente consolidati gli interessi di tutti i membri nella relazione transatlantica modellando, di fatto, una “comunità” basata sia su valori e legami culturali che su interessi comuni. Per l’ Europa, il

legame transatlantico rappresentava uno strumento di protezione nei confronti della vicina Unione Sovietica ed una garanzia da eventuali dispute interne. Rappresentava anche l’unico sistema disponibile per esercitare una qualche influenza sulla politica degli Stati Uniti, rendendo prevedibili e meglio gestibili le relazioni bilaterali degli stati membri con gli USA. Per gli stati nordamericani, USA e Canada, la NATO rappresentava invece un mezzo prezioso per esercitare un’influenza sull’evoluzione politica europea, a garanzia d’eventi o sviluppi non desiderati. Tramite la NATO, gli Stati Uniti

hanno evitato che il continente europeo potesse cadere sotto il dominio egemonico di un’unica potenza, evitando quindi il rischio di situazioni simili a quelle che causarono a suo tempo la seconda guerra mondiale. Parallelamente, la NATO ha creato un’atmosfera che ha favorito enormemente il commercio e gli scambi transatlantici, con notevoli benefici per le economie di tutte le parti. Gli interessi comuni ed i vantaggi derivanti dall’Alleanza hanno quindi bilanciato e superato i motivi di contrasto e di disaccordo. Nonostante le ripetute

crisi, l’Alleanza ha saputo auto-regolarsi e procedere per diversi decenni attraverso tutto il periodo della guerra fredda. Le diverse opinioni su fatti specifici non

hanno, infatti, mai incrinato i rapporti cordiali basati, come detto, su ben solidi interessi comuni.

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Il primo intervento di forze militari della NATO è stato effettuato, su richiesta delle Nazioni Unite, in Bosnia nel 1993, per l’applicazione della Risoluzione 816 del Consiglio di Sicurezza che autorizzava la zona di interdizione aerea sulla Bosnia Erzrgovina. Nel 1995, sempre n risposta ad una richiesta i dell’ONU, aerei della NATO attaccano per la prima volta degli obiettivi in territorio serbo-bosniaco.

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CAPITOLO II

STRUTTURA E PRINCIPI ORGANIZZATIVI DELL’ALLEANZA

Sin dalla sua nascita, l’obiettivo essenziale della NATO è stato quello di salvaguardare la libertà e la sicurezza di tutti i suoi membri attraverso ’uso di l mezzi politici e militari, conformemente ai principi dello Statuto delle Nazioni Unite, per contribuire ad instaurare un ordine pacifico, giusto e durevole in Europa, basato sui comuni valori di democrazia, di rispetto dei diritti dell’uomo e dello stato di diritto. Questo obiettivo centrale ha assunto un rinnovato significato in seguito alla fine della Guerra Fredda perché, per la prima volta nella storia europea del dopoguerra, la prospettiva del suo raggiungimento è diventata una realtà. Nelle sue migliori intenzioni, la NATO incarna il legame transatlantico attraverso il quale la sicurezza del Nord America è permanentemente legata alla sicurezza dell’Europa. E’ la concreta espressione dell’effettivo sforzo collettivo

tra i propri membri a sostegno dei loro comuni interessi. Il principio fondamentale alla base del funzionamento della NATO è l’impegno comune e la volontà di cooperazione tra stati sovrani che deriva dall’indivisibilità della sicurezza dei suoi membri. La solidarietà in seno

all’Alleanza garantisce che nessun paese alleato sia costretto a fare affidamento unicamente sui propri mezzi per rispondere alle principali sfide alla propria sicurezza. Senza porre alcuna limitazione al diritto e al dovere che hanno i suoi membri di assumersi le proprie responsabilità di stati sovrani in materia di difesa, la NATO consente di realizzare i loro obiettivi fondamentali di sicurezza nazionale attraverso lo sforzo collettivo. In breve, l’Alleanza è un’associazione di liberi stati, uniti nella loro determinazione a salvaguardare la loro sicurezza attraverso reciproche garanzie e stabili rapporti con altri paesi.

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1. I MEZZI A DISPOSIZIONE ED I COMPITI FONDAMENTALI
Il Trattato del Nord Atlantico dell’aprile 1949, che costituì la base giuridica e negoziale dell’Alleanza, fu concepito nel contesto ed in armonia all’articolo 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, che riafferma il diritto naturale degli stati indipendenti alla legittima difesa individuale o collettiva. Lo scopo dell’Alleanza, come afferma il preambolo del Trattato, è di “promuovere relazioni pacifiche e amichevoli in tutta l’ area n ord Atlantica”. Al tempo della firma del Trattato, in ogni caso, l’immediato scopo della NATO era soprattutto quello di difendere i suoi membri da una potenziale minaccia derivante dalle politiche e da una crescente capacità militare di quella che allora era l’Unione Sovietica. L’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico (NATO) è la struttura che permette la realizzazione degli obiettivi dell’Alleanza. Si tratta di

un’organizzazione intergovernativa, i cui paesi membri conservano la loro sovranità e la loro completa indipendenza. E’ la sede in cui i paesi si consultano su qualsiasi argo mento decidano di voler sollevare e ove prendono decisioni su questioni politiche e militari concernenti la loro sicurezza. Fornisce inoltre

strutture idonee a facilitare la consultazione e la cooperazione tra i paesi membri in ambito politico, militare, economico e scientifico, come pure in altri settori non militari. La consapevolezza che hanno i membri dell’Alleanza, di beneficiare di un uguale livello di sicurezza, pur nella diversità delle loro rispettive situazioni o delle loro capacità militari, contribuisce inoltre alla stabilità complessiva in Europa e crea quindi delle condizioni favorevoli ad una migliore cooperazione tra stati membri, come pure nei confronti dei paesi terzi. Per attuare la sua politica di sicurezza, l’Alleanza utilizza, i seguenti mezzi:

− −

un sufficiente potenziale militare per prevenire la guerra e assicurare una difesa efficace; una capacità globale per gestire con successo le crisi che mettessero a repentaglio la sicurezza dei suoi membri;

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degli sforzi politici che tendono a favorire il dialogo con gli altri paesi e un approccio in cooperazione alla sicurezza europea, che includa misure per conseguire successivi progressi nel campo del controllo degli armamenti e del disarmo.

Per conseguire il suo obiettivo essenziale, giacché Alleanza di paesi impegnati dal Trattato di Washington e dallo Statuto delle Nazioni Unite, essa svolge i seguenti compiti fondamentali:



sicurezza: fornisce uno degli elementi indispensabili per uno stabile contesto di sicurezza in Europa, basato sullo sviluppo delle istituzioni democratiche e sull’impegno a risolvere le contese in modo pacifico, in cui nessun paese dovrebbe essere in grado di intimidire od obbligare un altro attraverso la minaccia o l’uso della forza;



consultazione: conformemente alle disposizioni dell’articolo 4 del Trattato Nord Atlantico, funge da fondamentale foro transatlantico per le consultazioni tra Alleati su ogni questione che riguardi i loro interessi vitali, inclusi i possibili sviluppi che presentino dei rischi per la sicurezza dei membri e per l’idoneo coordinamento dei loro sforzi in settori di comune interesse;



dissuasione e difesa: esercita la dissuasione e la difesa nei confronti d’ogni minaccia d’aggressione contro uno stato membro della NATO, come previsto dagli articoli 5 e 6 del Trattato di Washington;



rafforzamento della stabilità nell’area euro-atlantica: fornisce un contributo essenziale alla stabilità continentale tramite: • gestione d elle crisi: è pronta, caso per caso e attraverso il consenso, conformemente all’articolo 7 del Trattato di Washington, a contribuire ad un’efficace prevenzione dei conflitti e ad impegnarsi attivamente nella gestione delle crisi, incluse le operazioni per risposta ad una crisi; • partenariato: promuove vaste relazioni di partenariato, di cooperazione e di dialogo con altri paesi nell’area euro-atlantica, allo scopo di accrescere la trasparenza, la fiducia reciproca e la capacità d’azioni congiunte con l’Alleanza.

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Le strutture create in seno alla NATO permettono ai paesi membri di coordinare le loro politiche in vista del conseguimento di questi compiti complementari. Consentono di consultarsi e di cooperare permanentemente nel settore politico ed econo mico e in altri ambiti non militari. Permettono, inoltre, di stabilire dei piani congiunti per la difesa comune, di creare l’infrastruttura, le installazioni di base e quanto necessario per consentire alle forze militari di operare e di organizzare piani d’addestramento ed esercitazioni congiunte. Tutte queste attività hanno alla base una struttura civile e militare complessa, il cui funzionamento è assicurato da personale amministrativo, finanziario e addetto alla pianificazione, come pure da agenzie create dai paesi membri dell’Alleanza allo scopo di coordinare l’attività in settori specialistici: per esempio, in quello delle comunicazioni, necessarie per facilitare la consultazione politica e il comando e controllo delle forze armate o in quello del sostegno logistico, necessario per sostenere tali forze.

2. PRINCIPI ORGANIZZATIVI DI VERTICE DELL’ALLEANZA

Al momento della firma del Trattato, nell’Aprile del 1949, il processo di realizzazione pratica dell’Alleanza iniziò con la creazione, secondo quanto previsto dall’articolo 9 del documento, del Consiglio Nord Atlantico (North Atlantic Council – NAC), detto anche, per brevità, semplicemente Consiglio Atlantico. In

esso sono rappresentati i governi di tutti i paesi membri, e lo scopo primario di tale organo supremo è quello di discutere tutte le questioni concernenti

l’implementazione del Trattato stesso.

Costituisce inoltre un’unica sede di

consultazione fra tutti i governi dei paesi membri per tutte le questioni riguardanti la sicurezza e la difesa della pace. Il consiglio è l’unico organo che trae origine ed autorità direttamente dal Trattato. Tale situazione è rimasta immutata fino ad

oggi. Il consiglio Atlantico è tuttora la principale autorità dell’Alleanza, ed il suo compito principale rimane quello di lavorare per garantire il raggiungimento degli obiettivi posti a base dell’Alleanza, e in altre parole per garantire la pace, la sicurezza degli stati membri, la stabilità nella regione Europea ed Atlantica.

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Il processo di consultazione interno ai meccanismi del Consiglio assicura degli strumenti di completa cooperazione. Tutti gli stati membri hanno uguale diritto di esprimere la loro opinione nell’ambito del Consiglio. Agendo quale libera ed indipendente associazione intergovernativa e multinazionale, costituita da stati sovrani, la NATO non assume alcun’autorità sopranazionale e non si accolla nemmeno delle funzioni d’indirizzo politico indipendenti. Le decisioni prese in ambito NATO, pur esprimendo una volontà

collettiva e generate da un comune consenso sono, dal punto di vista giuridico internazionale, delle decisioni prese liberamente da tutti gli stati membri dell’Alleanza. Il livello di suddette decisioni può quindi variare da semplici

accordi sullo scambio d’informazioni, su procedure o su iniziative di cooperazione, fino alla decisione di intraprendere azioni militari. La NATO può intraprendere iniziative solo se l’unanimità degli stati membri è d’accordo, anche nel caso in cui le citate iniziative prevedono la partecipazione di non tutti gli stati membri. Non essendovi alcun elemento sopranazionale nell’ambito del Consiglio Atlantico, l’attività di consultazione fra le varie nazioni assume un ruolo chiave nel processo di costruzione della volontà comune. Il livello e le materie delle

consultazioni politiche possono spaziare in tutto il campo della politica estera, senza limitazioni territoriali relative all’area geografica NATO, con la sola esclusione degli affari d’interesse puramente nazionale dei paesi membri. Ogni paese membro della NATO è rappresentato presso il Consiglio dell’Atlantico del Nord da un “Rappresentante Permanente” (Permanent Representative - PermRep) che agisce sulla base delle istruzioni ricevute direttamente dal rispettivo governo. Oltre alla sessione permanente, nella quale il Consiglio Atlantico si riunisce per almeno due giorni a settimana, sono previste delle sessioni speciali:

− − −

a livello di Ministri della Difesa (3 volte l’anno); a livello di Ministri degli Esteri (2 volte l’anno); a livello di Summit, con la partecipazione dei Capi di Stato/Governo (quando opportuno).

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Oltre al Consiglio Atlantico sono stati creati altri due organi complementari:

− −

il “Comitato di Pianificazione della Difesa” (Defense Planning Committee – DPC); il “Gruppo per la Pianificazione Nucleare” (Nuclear Planning Group - NPG). Il Comitato di Pianificazione della Difesa implementa il lavoro del Consiglio

Atlantico, fornendo delle linee di guida alle autorità militari della NATO sulla materia della pianificazione della difesa. Ha, per le materie di competenza, le stesse funzioni e la stessa autorità del Consiglio Atlantico. Il Gruppo per la Pianificazione Nucleare è la principale sede di consultazione per tutti gli argomenti riguardanti il ruolo delle forze nucleari per la sicurezza e la politica di difesa della NATO. Questi organi decisionali e di consultazione di vertice sono supportati da una vasta struttura di comitati e gruppi di lavoro subordinati. Attraverso di questi è

assicurato, attraverso la partecipazione volontaria, che ogni nazione sia rappresentata ad ogni livello ed in ogni campo d’attività della NATO. Gran parte

dei suddetti comitati ha inoltre responsabilità specifiche supplementari, quali quelle concernenti l’ implementazione del piano di lavoro per “Consiglio per il Partenariato Euro-Atlantico” (EAPC18 )” “Partenariato per la Pace” (PfP 19 )” Il Comitato di Pianificazione della Difesa (DPC), il Gruppo per la Pianificazione Nucleare (NPG) e tutti i comitati subordinati operano in maniera completamente analoga al Consiglio Atlantico, basando le discussioni e le decisioni, sempre all’unanimità, sulla base delle attività dei comitati e dei gruppi di lavoro subordinati. Come avviene per il Consiglio Atlantico, anche in questo caso
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e quelle legate all’iniziativa di

Euro-Atlantic Partnership Council. Il Consiglio per il Partenariato Euro-Atlantico è un foro al quale i paesi membri della NATO ed i paesi “partner” si incontrano regolarmente per discutere su argomenti di carattere politico e relativi alla sicurezza, incoraggiando la cooperazione in molte aree.
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Partnership for Peace. Il Partenariato per la Pace, lanciato nel gennaio 1994, offre ai Partner dell’Alleanza l’opportunità di prendere parte, con la NATO, a programmi di cooperazione nell’ambito della sicurezza, opportunamente adattati alle loro necessità. Questi includono attività quali esercitazioni militari, e di supporto alle emergenze civili.

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i rappresentanti nazionali agiscono in conformità alle indicazioni ricevute direttamente dalle rispettive capitali, rappresentando le intenzioni e le posizioni delle rispettive autorità nazionali. Parallelamente, tengono informate le autorità nazionali sulle posizioni espresse dai rappresentanti delle altre nazioni. Il “Segretario Generale”, nominato direttamente dagli stati membri, esercita la presidenza del Consiglio Atlantico, del comitato di Pianificazione per la Difesa, del Gruppo per la Pianificazione Nucleare e di alcuni dei Comitati subordinati. Esercita le funzioni di portavoce ufficiale e tutte quelle legate alle relazioni dell’Alleanza, sia verso l’esterno che verso i governi degli stati membri. proporre degli argomenti di discussio ne e decisione. Egli può

E’ supportato dalle “Stato

Maggiore Internazionale ” (International Staff – IS), che comprende l’Ufficio del Segretario Generale, cinque Divisioni Operative (Affari Politici, Operazioni e Pianificazione della Difesa, Supporto alla Difesa, Logistica e Pianificazione Emergenze Civili, Affari Scientifici e per l’Ambiente), l’ ”Ufficio di Gestione ” (Office of Management) e l’ ”Ufficio di Controllo Finanziario” (Office of Financial Controller). Attraverso la loro struttura di Direttorati e Servizi, cinque Assistenti

Segretari Generali dirigono il supporto del Consiglio Atlantico e dei suoi Comitati nei vari settori d’interesse dell’Alleanza. Vi sono inoltre una serie d’agenzie ed

organizzazioni situate in diversi stati membri, che si occupano di specifiche materie, quali le comunicazioni ed il supporto logistico. La struttura militare integrata rimane sotto il controllo politico e la guida del Consiglio Atlantico e del Comitato di Pianificazione della Difesa. Il ruolo

primario è quello di fornire una struttura organizzativa di base per la difesa del territorio degli stati membri contro le minacce alla loro sicurezza ed alla loro stabilità. Il Comitato Militare (Military Committee – MC) è la più alta autorità militare dell’Alleanza, dipendente direttamente dall’autorità politica del Consiglio Atlantico, del Comitato di Pianificazione della Difesa e, quando reso opportuno per gli argomenti concernenti l’armamento nucleare, del Gruppo di Pianificazione Nucleare. Il Comitato Militare rappresenta il più alto livello di consultazione e cooperazione tra Gli stati membri su questioni di carattere militare. E’

responsabile di fornire le dovute raccomandazioni alle autorità politiche sulle

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misure ritenute necessarie per la difesa comune dell’area d’interesse della NATO e di fornire direttive guida ai comandanti militari strategici di vertice. Il Presidente del Comitato Militare presiede le riunioni e dirige

l’amministrazione ordinaria, agisce da portavoce e rappresenta il Comitato Militare alle riunioni del consiglio Atlantico e del Comitato di Pianificazione della Difesa al fine di fornire suggerimenti sulle questioni militari. E’ aiutato da uno “Stato

Maggiore Militare Internazionale ” (International Military Staff - IMS), che ha il compito di agevolare l’implementazione delle decisioni e delle linee guida del Comitato. In analogia al Consiglio Atlantico, i Capi di Stato Maggiore della Difesa (o le corrispettive autorità militari) delle diverse nazioni sono rappresentati presso la sede centrale della NATO da Rappresentanti Militari ( ilitary representative M MilRep) in seno al Comitato Militare. Nel realizzare il processo decisionale e di consultazione, basato sull’unanimità e sul consenso comune, le nazioni dell’Alleanza salvaguardano, in ogni caso, le loro prospettive e posizioni individuali, mettendo delle forze a disposizione del meccanismo necessario a realizzare capacità di reazione rapide e coordinate. Il

continuo scambio d’informazioni e l’attività di consultazione contribuiscono ad assicurare la cooperazione in casi di crisi, quando non vi sarebbe tempo per riconciliare diverse posizioni ma è necessaria l’unanimità per prendere decisioni importanti. all’Alleanza. Le consultazioni all’interno della NATO possono prendere diverse forme, e non sono limitate a quelle ufficiali realizzate dai soggetti politici istituzionali. Una vasta tipologia di consultazioni può realizzarsi in molti campi d’applicazione, formalmente ed informalmente. semplice scambio d’opinioni. Queste possono a volta prendere la forma di Altre volte possono contemplare lo scambio Una comune visione su questa necessità aggiunge forza e credibilità

d’informazioni su intenzioni o azioni, di prossima realizzazione o già intraprese, in conformità a decisioni naziona li o con il concorso parallelo d’altre nazioni. Talvolta possono riguardare intenzioni, per le quali è desiderato un avallo.

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CAPITOLO III

IL RUOLO DELL’ALLEANZA NEL CONTROLLO DEGLI ARMAMENTI

La diminuzione degli armamenti ad un livello minimo e controllato fa parte degli obiettivi di sicurezza che l’Alleanza si pone. Per questo motivo la NATO è sempre

stata in primo piano nel sostenere le politiche di controllo degli armamenti, di disarmo e della non proliferazione. In questo settore si è impegna ta e continua ad impegnarsi, in

armonia agli obiettivi fondamentali. Recentemente, il problema del controllo degli armamenti ha trovato uno spazio più consistente nelle dottrine di base dell’Alleanza, a riprova di una presa di coscienza del ruolo politico che la NATO ricopre, parallelamente a quello d’organizzazione militare multinazionale per la difesa comune. I leader dell’Alleanza hanno deciso inoltre, nel vertice di Washington dell’aprile 1999, di aumentare gli sforzi per contrastare la proliferazione delle Armi di Distruzione di Massa (WMD20 ) e dei loro vettori. L’Alleanza, come indicato nel Concetto strategico del 1999, è impegnata a contribuire attivamente allo sviluppo d’accordi sul controllo degli armamenti, sul disarmo e sulla non proliferazione. E’ impegnata inoltre allo sviluppo di “Misure per Accrescere la Sicurezza e la Fiducia” (CSBM 21 ). I paesi membri considerano

ovviamente le misure per accrescere la fiducia, il controllo degli armamenti, il disarmo e la non proliferazione come importanti componenti della prevenzione dei conflitti, è però ovvio che sono consci che l’Alleanza può svolgere un ruolo fondamentale in
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Weapon of Mass Destruction. Iniziativa mirata ad affrontare il rischio della proliferazione di Armi di Distruzione di Massa tramite la intensificazione delle consultazioni sul disarmo e sulla nonproliferazione, lanciata nel summit NATO di Washington dell’Aprile 1999. un apposito centro sulle Armi di Distruzione di Massa è stato attivato presso il quartier generale NATO a Bruxelles per coordinare le attività in questo campo, e per dare supporto agli sforzi per aumentare la preparazione dell’Alleanza per rispondere al rischio derivante dalle WMD.
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Confidence and Security Building Measures. Si tratta di una serie di misure preventive e meccanismi per lo scambio e la verifica di informazioni riguardanti le Forze Armate e le attività militari dei paesi partecipanti. Sotto l’egida dell’OSCE, una serie di iniziative diplomatiche iniziate fin dal 1984, hanno creato i presupposti per la sottoscrizione del “Documento di Vienna”. Questo documento è poi stato più volte rivisto ed ammodernato, sempre nell’ambito delle iniziative dell’OSCE. L’ultima versione (Documento di Vienna 1999), è stato adottato in occasione del summit OSCE di Istambul del Novembre 1999.

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questo campo promuovendo un più vasto, completo e verificabile processo internazionale sul controllo degli armamenti e il disarmo. I programmi di partenariato, di cooperazione e di dialogo della NATO offrono un’opportunità unica per promuovere questi obiettivi, contribuire ad accrescere la fiducia e la sicurezza ed a sviluppare un approccio di cooperazione alla sicurezza internazionale. Nel vertice di Washington del 1999, gli alleati della NATO hanno stabilito, alla luce degli sviluppi strategici generali e della ridotta importanza attribuita agli armamenti nucleari, di valutare delle possibilità riguardanti le misure per accrescere la sicurezza e la fiducia, alle verifiche, alla non proliferazione e al controllo degli armamenti e al disarmo. Dopo il vertice, i competenti organismi della NATO hanno intrapreso

un’approfondita e vasta valutazione degli sviluppi complessivi e hanno esaminato alcune possibilità per il futuro. Da quest’iniziativa è poi scaturito un acceso dibattito, strutturato sulle questioni concernenti le WMD. A prescindere da qualsiasi considerazione sul rinnovamento delle dottrine e sulle implicazioni politiche che queste hanno, è ovvio che, per il raggiungimento degli obiettivi fondamentali, il principale interesse dell’Alleanza e dei suoi paesi membri rimane quello di prevenire la proliferazione degli armamenti dal verificarsi o, ove ciò avvenisse, sconfiggerla attraverso mezzi diplomatici. Una sintesi dei principali

sviluppi verificatisi in questo campo è riportata qui di seguito.

1. IL

CONTROLLO

DELLE

ARMI

NUCLEARI,

BIOLOGICHE

E

CHIMICHE

Uno dei più grossi problemi per l’Alleanza è la proliferazione delle armi nucleari, biologiche e chimiche (NBC) e dei loro vettori. Sono stati faticosamente raggiunti, nel corso degli anni, molti positivi progressi nel rafforzamento dei regimi internazionali di non proliferazione. delicato e di difficile gestione. E’ ovvio che la proliferazione può verificarsi nonostante gli sforzi per Tuttavia il problema rimane, ed è molto

prevenirla e può costituire una diretta minaccia militare per le popolazioni, i

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territori e le forze armate. L’Alleanza riconosce apertamente questo.

Infatti,

esistono stati che vendono, acquistano o cercano di acquistare armamenti e vettori NBC. Alcuni di questi stati sono ai limiti dell’area NATO, altri in altre regioni.

Esistono inoltre altre organizzazioni o “entità” che, pur non essendo degli stati, hanno le potenzialità per creare ed utilizzare alcune di queste armi. Nel passato la NATO ha posto come cardine delle dottrine militari, in funzione di mantenere un alto impatto in termini di deterrenza, proprio le forze nucleari. Ultimamente, a partire dagli anni ‘90, la NATO ha notevolmente ridotto la propria dipendenza dalle forze nucleari. I tre paesi membri dell’Alleanza che

detengono arsenali nucleari, vale a dire Stati Uniti, Francia e Regno Unito, hanno compiuto importanti riduzioni in questo tipo di forze. Tuttavia, l’esistenza di

potenti forze strategiche al di fuori dell’Alleanza costituisce un indicativo fattore che l’Alleanza deve tenere in considerazione, ove s’intenda mantenere la sicurezza e la stabilità nell’area euro-atlantica. Nonostante il continuo processo

d’avvicinamento, la Russia detiene ancora un gran numero d’armi nucleari di tutti i tipi. La Cina, dal canto suo, ha continuato a modernizzare le proprie forze

nucleari nel corso dell’ultimo decennio. India e Pakistan hanno entrambi eseguito, alla fine degli anni ’90, esperimenti nucleari che hanno rappresentato una seria sfida agli accordi di non proliferazione nucleare ed accresciuto i pericoli di conflitti regionali. A seguito di ciò, nel giugno 1999, Stati Uniti e Russia hanno

confermato i loro attuali impegni derivanti dal Trattato sui Missili Antimissile (Anti Ballistic Missiles - ABM), esaminando gli eventuali mutamenti nella situazione strategica che possono influire sul Trattato, e considerando eventuali proposte per accrescerne ulteriormente l’efficacia. Gli Stati Uniti hanno quindi proposto delle modifiche al Trattato, onde consentire lo spiegamento di un limitato sistema di difesa antimissile. Le discussioni bilaterali e le cons ultazioni multilaterali, sia sul Trattato ABM che su una terza serie di Negoziati sulle Riduzioni degli Armamenti Strategici (STrategic Armament Reduction Talks III - START III), sono continuate per anni. Un’altra iniziativa bilaterale è stata lanciata da Stati Uniti e Russia nel Settembre 2000. Le due superpotenze hanno avviato una cooperazione sulla Lo

stabilità strategica, quale base costruttiva per rafforzare la fiducia reciproca.

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scopo finale di quest’iniziativa è di

sviluppare delle misure per rafforzare la

suddetta stabilità strategica e di contrastare su scala mondiale la proliferazione degli armamenti di distruzione di massa, dei missili e delle tecnologie missilistiche.

a.

Il Trattato di Non Proliferazione nucleare (NPT 22 ) Il più importante accordo internazionale sulla non proliferazione su scala mondiale e sul processo di realizzazione di un disarmo nucleare è stato senz’altro, per molti anni, il “Trattato di Non Proliferazione nucleare”. A seguito di un’apposita iniziativa di proroga e di riesame, lanciata nel 1995, il Trattato è stato prorogato per una durata indeterminata. Nella stessa occasione è stato inoltre deciso di adottare una serie di “Principi ed Obiettivi per la non proliferazione e il disarmo nucleari ”, per rafforzare il processo di riesame e proroga. E’ stato inoltre rilevata l’importanza di compiere dei progressi per pervenire ad un trattato che vieti la produzione di materiali fissili per armi nucleari o d’altri dispositivi nucleari esplosivi e ha invitato a riprendere i negoziati su tale argomento nel contesto della Conferenza sul disarmo. Nel maggio 2000, n ella Conferenza di riesame del NPT, tenutasi a New York, è stato adottato un ampio e importante documento finale, che stabilisce un continuo sostegno ed un forte impulso verso:

-

l’adesione universale al NPT; uno stretto rispetto delle sue disposizioni; delle rafforzate garanzie dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA23 );

-

le future azioni tese al disarmo nucleare.

22

Non-Proliferation Treaty.

23

International Atomic Energy Agency L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica è un Ente centrale mondiale intergovernativo per la cooperazione tecnico-scientifica nel campo nucleare. Funge anche da ispettorato internazionale per l’applicazione delle misure di sicurezza e verifica per i programmi nucleari civili.

31

A seguito della Conferenza di riesame si sono avuti notevoli benefici. E’ stato realizzato un accordo sull’entrata in vigore del Trattato per la Totale messa al Bando degli Esperimenti nucleari (CTBT24 ), non appena il numero di ratifiche richieste fosse stato raggiunto. In tale situazione è da notare che i

paesi membri della NATO si sono impegnati a adoperarsi per garantire le firme e le ratifiche necessarie per pervenire ad una rapida entrata in vigore del Trattato.

b.

Armi biologiche e chimiche Molti considerano, non a torto, che la proliferazione delle armi biologiche e chimiche, oltre che per i pericoli connessi ai conflitti tra stati, rappresenta un crescente problema per la sicurezza internazionale come possibile aspetto del terrorismo. L’uso d’armi chimiche e biologiche è già vietato dal Protocollo di Ginevra del 1925. Nel 1975 è entrata in vigore una Convenzione sulle Armi Biologiche e Tossiche (BTWC25 ). Gli stati firmatari stabilirono di non sviluppare, produrre, stoccare o acquisire agenti biologici e le relative attrezzature destinate a scopi ostili. Nel 1994, inoltre, è stato istituito un Gruppo “ad hoc” di stati aderenti alla Convenzione per esaminare delle possibili misure di verifica e delle proposte per rafforzare la Convenzione. Nell’ambito delle successive

Conferenze di riesame, è stata quindi iniziata la realizzazione di un apposito

24

Comprehnsive Test Ban Treaty. Questo trattato tende a bloccare la pericolosa competizione nucleare e la realizzazione di nuove armi atomiche, incrementando la sicurezza globale. Nel 1995 gli Stati Uniti e le altre potenze nucleari hanno promesso di mettere in atto questo trattato in scambio di una indefinita estensione del trattato NPT (Non-Proliferation Treaty). Il Trattato CTBT rafforza fortemente il trattato di Non Proliferazione Nucleare.
25

Biological and Toxin Weapons Convention. La Convenzione sulle Armi Biologiche e Tossiche proibisce lo sviluppo, la produzione, l’immagazzinamento, l’acquisizione ed il possesso di qualsiasi tipo di agenti batteriologici, biologici o tossici in quantità non giustificabili per motivi profilassici, protettivi, o di qualsiasi altra natura pacifica. Proibisce inoltre armi, equipaggiamenti o qualsiasi vettore idoneo all’utilizzo di tali agenti in azioni belliche o ostili. L’utilizzo di armi biologiche è proibito dalla Convenzione di Ginevra del 1925. Uno specifico articolo della BTWC chiarisce che nulla di quanto contenuto nella convenzione può essere usato come deroga dagli obblighi contenuti nel Protocollo di Ginevra.

32

Protocollo attuativo.

La NATO, anche tramite la riunione ministeriale del

maggio 2000, ha confermato l’impegno verso quest’obiettivo. Tra il 1980 ed il 1992, nella Conferenza sul disarmo, è stata negoziata una Convenzione sulle armi chimiche, che è poi entrata in vigore nel 1997. Con

questo documento, i paesi aderenti hanno accettato di non sviluppare, produrre, acquisire, stoccare o conservare armi chimiche, di non utilizzarle o prepararsi a farlo e di non aiutare altri paesi ad agire contro le disposizioni della Convenzione. Inoltre, i paesi aderenti hanno concordato di distruggere tutte le armi chimiche in loro possesso, come pure le loro installazioni per la produzione d’armamenti chimici.

c.

Missili ed altri vettori Un altro motivo di notevole preoccupazione è rappresentato dalla proliferazione delle tecnologie missilistic he. Nel 1987 è stato is tituito quindi il Regime di Controllo della Tecnologia Missilistica (MTCR26 ), che riunisce 33 stati (tra cui i 19 paesi membri della NATO) che tendono a limitare la proliferazione dei missili e della tecnologia missilistica. In tale maniera si tende a controllare le esportazioni in conformità ad una comune lista d’articoli regolamentati e di creare una politica comune di controllo delle esportazioni.

26

Missile Technology Control Regime. Il Regime di Controllo della Tecnologia Missilistica é una associazione informale di paesi che, su base volontaria, si ripromettono di limitare la proliferazione incontrollata di vettori idonei al lancio di Armi di Distruzione di Massa. Questi paesi cercano di coordinare una politica di limitazione delle licenze e delle esportazioni tecnologiche relative a sistemi di loro produzione.

33

2. GLI ARMAMENTI CONVENZIONALI
Nel campo del controllo degli armamenti convenzionali e delle relative misure per accrescere la fiducia e la sicurezza, sono stati fatti negli ultimi anni notevoli progressi su molti fronti.

a.

L’adattamento del Trattato CFE Il 19 novembre 1990 fu firmato il Trattato sulle Forze Convenzionali in Europa (CFE27 ). Il Trattato CFE é uno dei più importanti trattati per il

controllo delle armi ed un documento chiave della sicurezza Europea. Con questo trattato sono stati determinati dei tetti, giuridicamente vincolanti, a cinque categorie d’equipaggiamenti. Sono inoltre state fissate

delle disposizioni sullo scambio d’informazioni e sulle notifiche, come pure sulle verifiche e sulle ispezioni in loco. In forza del trattato sono state eseguite oltre 3.000 ispezioni, realizzando un livello di trasparenza che, per quanto concerne le concentrazioni d’armamenti, costituisce un aspetto unico nel suo genere. Più di 58.000 pezzi d’armamento militare sono stati distrutti in

Europa da quando gli Alleati ed i membri del Patto di Varsavia hanno firmato il Trattato. Nel 1996 si è tenuta una Conferenza di riesame del trattato, nella quale gli stati aderenti hanno riconosciuto la necessità di un adattamento, per consentirgli di continuare a svolgere il proprio ruolo fondamentale nell’ambito degli accordi concernenti la sicurezza europea. Nei negoziati, si è dovuto tener conto di almeno quattro fatti fondamentali che avevano avuto luogo dopo il 1990:

-

la riunificazione della Germania; la dissoluzione del Patto di Varsavia e dell’URSS; la nascita di nuovi stati che aveva portato l’adesione al trattato da 22 a 30 stati;

27

il processo di democratizzazione in Europa centrale e orientale; la fine della Guerra fredda.

Conventional Forces in Europe.

34

Al termine dei negoziati, Russia, NATO, ed altri stati Europei hanno raggiunto un accordo su tutti i più importanti argomenti del CFE, aprendo la strada per il riadattamento ed il rilancio del Trattato CFE. Conseguentemente, al Summit dell’“Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa” (OSCE28 ) di Istanbul del novembre 1999, è stato firmato un “Accordo sull’adattamento” del Trattato CFE, giuridicamente vincolante.

Contemporaneamente, sempre ad Istanbul, è stato anche adottato un “Atto finale”, politicamente vincolante, che contiene tutti gli impegni concernenti il controllo e le progressive riduzioni delle dotazioni d’equipaggiamenti, che gli stati aderenti avevano ulteriormente offerto nel contesto dell’adattamento del Trattato.

b.

Il Documento di Vienna Gli stati membri dell’”Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa” (OSCE), contemporaneamente al vertice di Istanbul del 1999 di cui al punto precedente, hanno adottato inoltre il nuovo Documento di Vienna, che rafforza le Misure per Accrescere la Fiducia e la Sicurezza (CSBM), introdotte con i Documenti di Vienna del 1990, 1992 e 1994. Il Documento di Vienna del 1999 migliora le attuali CSBM e pone l’accento l’importanza della cooperazione regionale.

28

Organization for Security and Cooperation in Europe. Precedentemente conosciuta come Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Conference on Security and Cooperation in Europe - CSCE), l’OSCE era inizialmente solo un processo politico per stabilire i principi fondamentali per la condotta degli affari internazionali per allentare le tensioni ed accrescere la reciproca confidenza fra gli Stati. E’ ora una organizzazione di comprendente tutti gli stati europei, il Canada e gli Stati Uniti. L’OSCE ha controllato e garantito il normale e regolare svolgimento delle elezioni in BosniaHerzegovina. Ha inoltre organizzato una missione internazionale di verifica in Kosovo, per verificare l’attuazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (missione poi ritirata nel 1999 per il fallimento dei negoziati per il raggiungimento di una intesa politica fra le parti). La sede dell’OSCE è a Vienna, ma l’organizzazione ha uffici ed istituzioni anche a Copenaghen, Ginevra, L’Aia, Praga e Varsavia. Nell’Allegato “G” sono inclusi alcuni schemi che riportano l’attuale situazione relativa agli stati membri ed agli stati “partner”.

35

c.

Il Trattato “Cieli Aperti ” Il Trattato sui “Cieli aperti” del marzo 1992, consente il sorvolo di territori nazionali su base di reciprocità, determinando una maggiore apertura nel settore militare. Lo scopo del Trattato è quello di accrescere la fiducia, facilitare il controllo dell’osservanza degli esistenti o dei futuri accordi sul controllo degli armamenti, e rafforzare la capacità di rapida individuazione e di conseguente gestione delle crisi attraverso il permesso di sorvolo, su base di reciprocità, del territorio nazionale.

d.

Armi leggere e di piccolo calibro Un altro elemento d’attenzione, emerso principalmente nell’ultimo decennio, è rappresentato dalla necessità di prevenire e ridurre gli accumuli e i flussi destabilizzanti d’armi leggere e di piccolo calibro, in particolare se ciò avviene attraverso trasferimenti illeciti ed irresponsabili. A seguito di questa nuova consapevolezza, sono state intraprese alcune iniziative a carattere mondiale, regionale e locale. In particolare, i paesi

membri del Consiglio di partenariato euro-atlantico (EAPC) ed anche l’Assemblea generale dell’ONU, hanno affrontato sul piano pratico quest’argome nto, lanciando diverse iniziative, tra cui l’organizzazione di specifiche conferenze internazionali sull’illecito commercio d’armi in tutti i suoi aspetti.

e.

Mine antiuomo E’ largamente riconosciuto che le sofferenze causate dalle mine antiuomo, specialmente ai danni di civili incolpevoli, rappresentano un problema umanitario non più trascurabile. Questo tipo d’armi, tra l’altro, continua

odiosamente a produrre danni anche dopo il termine del conflitto o della situazione che ne ha determinato l’impiego. La comunità internazionale,

specialmente negli ultimi anni, è quindi divenuta sempre più attiva per limitare

36

la produzione, l’uso ed i danni prodotti dalle mine antiuomo. La NATO ed i paesi membri hanno dimostrato una notevole sensibilità ed un forte impegno per tale problema. Nel 1998, è stato firmato il “Protocollo sul divieto o la limitazione dell’uso di mine, trappole esplosive ed altri dispositivi”, che è entrato in vigore nel dicembre dello stesso anno. Nel dicembre 1997 è stata firmata a Londra una Convenzione, di carattere ancora più specifico, sul divieto di usare, stoccare, produrre e trasferire mine antiuomo e sulla loro distruzione, entrata in vigore il 1 marzo 1999, che è stata ratificata da oltre 100 stati.

3. LE ARMI DI DISTRUZIONE DI MASSA

La proliferazione delle armi di distruzione di massa costituisce una minaccia per la sicurezza internazionale. Questo fatto è divenuto negli ultimi anni un

argomento di cronaca, a causa dei timori e delle paure collettive di un possibile utilizzo per fini terroristici di tali armi. L’argomento è già stato preso in

considerazione dai Capi di stato e di governo della NATO, che nel 1994 incaricarono l’Alleanza di intensificare ed ampliare gli sforzi contro la proliferazione. Nel giugno 1994, i Ministri degli esteri della NATO pubblicarono

“La politica dell’Alleanza sulla proliferazione delle armi di distruzione di massa ”, un documento pubblico che stabiliva come il principale obiettivo dell’Alleanza e dei suoi paesi membri fosse quello di prevenire la proliferazione dal verificarsi o, se ciò avvenisse, di sconfiggerla attraverso mezzi diplomatici. Il documento, inoltre, riconosceva che la proliferazione avrebbe potuto verificarsi, malgrado le disposizioni e gli accordi internazionali di non proliferazione, e che le armi di distruzione di massa e i loro vettori possono costituire una minaccia militare diretta per i territori, le popolazioni e le forze armate della NATO. A seguito di

quest’iniziativa, l’Alleanza ha attribuito una crescente attenzione alle differenti capacità di difesa in grado di annichilire la proliferazione e ’uso delle Armi di l Distruzione di Massa. Molti sforzi sono stati fatti, ed altri sono tuttora in corso, per migliorare il dispositivo di difesa della NATO contro i rischi costituiti dalle WMD.

37

La NATO tende a ridurre le vulnerabilità operative delle proprie forze militari, mantenendo al contempo la loro flessibilità ed efficacia in situazioni che includano la presenza, la minaccia o l’uso d’armi NBC. Allo scopo di rispondere ai rischi per la sicurezza, costituiti dalla diffusione delle armi di distruzione di massa e dei loro vettori, l’Alleanza ha avviato nel 1999 un’Iniziativa, che si basava sull’attività, in precedenza attuata, per migliorare gli sforzi politici e militari che essa compie in questo settore a livello complessivo. Questa Iniziativa sulle WMD contribuisce a promuovere un più intenso e strutturato dibattito, che conduce ad una migliore comprensione tra i paesi della NATO delle questioni riguardanti le WMD e sul come darvi risposta: per esempio, migliorando la qualità e la quantità d’intelligence e dello scambio d’informazioni. Nel maggio 2000, per contribuire a questi sforzi, è stato creato presso la sede della NATO un “Centro sulle WMD”. Vi sono, inoltre, tre organi ad alto livello della NATO che si occupano degli sforzi dell’Alleanza nel campo politico e della difesa contro la proliferazione delle WMD, e cioè:

− − −

il Gruppo Politico-Militare ad Alto livello sulla Proliferazione (SGP 29 ); il Gruppo di Difesa ad Alto livello sulla Proliferazione (DGP 30 ); il Comitato Congiunto sulla Proliferazione (JCP31 ).

I primi due si occupano rispettivamente degli aspetti politici e di difesa della risposta della NATO. Il JCP coordina e riunisce l’attività su entrambi gli aspetti. Lo SGP esamina una serie di fattori in campo politico, economico e in quello della sicurezza che possono determinare o influenzare la proliferazione e studia i

29

Senior Politico-M ilitary Group on Proliferation. Il Gruppo Politico-Militare ad Alto livello sulla Proliferazione è il più alto organo consultivo sugli aspetti politico-militari in merito alla proliferazione delle Armi di Distruzione di Massa.
30

Senior Defense Group on Proliferation. Il Gruppo di Difesa ad Alto livello sulla Proliferazione è il più alto organo consultivo sugli aspetti relativi alla difesa in merito alla proliferazione delle Armi di Distruzione di Massa
31

Joint Committee on Proliferation. Il Comitato Congiunto sulla Proliferazione è il più alto organo consultivo che fornisce direttamente al Consiglio Atlantico dei rapporti coordinati sugli aspetti politicomilitari e della difesa in merito alla proliferazione delle Armi di distruzione di Massa.

38

mezzi politici ed economici per prevenire o reagire alla proliferazione. Il DGP individua le capacità militari necessarie per scoraggiare la proliferazione di WMD, per dissuadere le minacce e l’ uso di tali armi, e per proteggere le popolazioni, il territorio e le forze armate della NATO.

39

CAPITOLO IV

GLI STATI UNITI E LA NUOVA STRATEGIA PER LA SICUREZZA EUROPEA

L’Alleanza ha saputo adattarsi agli eventi ed al mutare delle situazioni perché è stata in grado di modificare prontamente il proprio “Concetto Strategico”. Il Concetto Strategico è il documento che definisce gli obiettivi e stabilisce le linee guida di più alto livello sull’uso dei mezzi disponibili, politici e militari, per raggiungerli. Considerata la preponderanza dell’apporto di forze fornito dagli Stati Uniti, rispetto al resto degli altri paesi membri, sarebbe ipocrita negare un collegamento, o almeno una relazione indiretta, fra la strategia di base della politica estera degli Stati Uniti ed il Concetto Strategico della NATO. Per i prossimi anni a venire, un particolare significato viene assunto dalle strategie di USA e NATO, con particolare riferimento alla stabilità ed alla sicurezza del continente Europeo.

1. L’INTERESSE DEGLI STATI UNITI NELL’EUROPA DOPO LA FINE
DELLA GUERRA FREDDA

L’Europa occidentale è stata per decenni l’area del mondo in cui gli interessi degli Stati Uniti sono stati considerati in pericolo. Ciò ha determinato una chiara disponibilità asimmetrica ed unilaterale, da parte degli USA, a contribuire alla difesa europea. Con la fine della guerra fredda è variata la situazione strategica e geopolitica generale sulla quale si era retto l’equilibrio mondiale. Sono così cambiate anche le basi e le motivazioni dell’interesse degli Stati Uniti nella regione europea. Certo è che ad una prima analisi appare chiaro che la presenza degli Stati Uniti sia notevolmente diminuita. Appare altrettanto chiaro uno spostamento dello

sforzo diplomatico e militare verso altre regioni del mondo, dove gli interessi USA sono attualmente sottoposti a maggiori rischi. Non è invece diminuito l’impegno

40

generale verso la politica estera.

In Europa é in ogni caso ridimensionato il

potenziale economico e militare della Russia, e la possibilità che uno stato non democratico possa prendere il controllo su tutta la regione europea è ora lontana. Rimane la possibilità, come dimostrato nel decennio 1990-2000, di conflitti limitati e di difficile prevedibilità, che niente hanno a che vedere con gli equilibri del periodo della guerra fredda. Questa nuova situazione è stata codificata nel 1990

dall’amministrazione Bush, che ha concepito la “Nuova Strategia Regionale per la politica di difesa degli Stati Uniti”. Le amministrazioni seguenti pare abbiano

accettato le premesse di tale impostazione, creando una certa continuità politica. Gli obiettivi della nuova strategia, strutturata in quattro punti sono, secondo quanto letteralmente articolato dal Segretario di Stato per la Difesa Dick Cheney32 , i seguenti:



“il nostro obiettivo fondamentale è quello di scoraggiare o annullare un eventuale attacco proveniente da qualsiasi fonte, contro gli stati Uniti, i sui cittadini, le sue Forze Armate ed onorare i nostri impegni derivanti da motivazione storiche o da trattati”



“il secondo obiettivo è il rafforzamento e l’estensione del sistema di accordi di difesa che lega assieme le nazioni democratiche e di analoga cultura in una difesa comune contro l’aggressione, costruisce un clima di cooperazione, evita la rinazionalizazione delle politiche di sicurezza, e fornisce sicurezza a costi minorie con minori rischi per tutti. La nostra preferenza è per una risposta

collettiva per evitare pericoli o, se necessario, affrontare tali pericoli è una funzione chiave della nostra Strategia di Difesa regionale”;



“il terzo obiettivo è quello di precludere qualsiasi potenza ostile dal dominio di una regione critica per i nostri interessi, e quindi anche rafforzare le barriere contro la riemersione di una minaccia globale agli interessi degli Stati Uniti

32

Richard B. (Dick) Cheney è stato Segretario di Stato per la Difesa dal 1989 al 1993, sotto l’amministrazione del Presidente George Bush. Attualmente è Vice Presidente degli Stati Uniti d’America.

41

ed i suoi alleati. Queste regioni includono l’Europa, l’Asia orientale, il Medio Oriente/Golfo Persico e l’america Latina. Un controllo non democratico

consolidato delle risorse di una di queste regioni critiche potrebbe generare un pericolo significativo alla nostra sicurezza”;



“il quarto obiettivo è quello di precludre possibili conflitti attraverso la riduzione delle cause d’instabilità regionale e di limitare le azioni di violenza qualora eventuali conflitti dovessero accadere. Nell’ambito della più ampia

politica di sicurezza nazionale d’incoraggiamento della diffusione e consolidamento di governi democratici e di sistemi economici aperti, il Dipartimento della Difesa contribuisce a rafforzare tali finalità attraverso sforzi tesi a contrastare il terrorismo, il traffico di droga, ed altri pericoli per l’ordine democratico interno; assistenza alle azioni per il mantenimento della pace; Il contributo all’assistenza umanitaria e di sicurezza; limitazioni alla diffusione di tecnologie militari rilevanti, particolarmente la proliferazione delle armi di distruzione di massa e dei mezzi idonei al loro utilizzo; e l’uso di contatti “da-difesa-a-difesa” (defense-to-defense) per assistere il

rafforzamento delle istituzioni civili-militari ed incoraggiare la riduzione delle spese militari”. Con la Strategia Regionale, gli Stati Uniti cercano di dare importanza, soprattutto politica, agli sforzi multilaterali. Riconoscono però che eventuali

pressioni o interventi di tipo collettivo potranno non sempre essere tempestivi ed efficaci. Già durante la prima campagna elettorale presidenziale, Bill Clinton33 si

pronunciava così:

“Capacità multilaterali efficaci sono nell’interesse nazionale americano. Dividendo gli sforzi con altre nazioni … … possiamo risparmiare vite umane e denaro … … Quando delle capacità multilaterali fossero indisponibili o non idonee, una amministrazione Clinton non esiterebbe a prendere le necessarie

33

Bill Clinton è stato Governatore dello stato dell’Arkansas dal 1978 al 1982 e dal 1986 al 1992, quando è stato eletto Presidente degli Stati Uniti d’America.

42

misure per proteggere gli interessi globali ed i principi fondamentali. Una forte ONU non può essere il sostituto per una forte difesa nazionale e politica estera. Agiremo quindi insieme quando possibile; da soli quando dovremo”.

Come può essere ovvio, le implicazioni della Strategia Regionale per la politica USA in Europa Occidentale sono notevoli. In effetti, l’Europa con tutte le problematiche di sicurezza, è vista semplicemente come una delle diverse aree dove gli interessi nazionali degli Stati Uniti sono sottoposti a qua lche tipo di rischio. Sebbene con la fine della guerra fredda le minacce ai citati interessi sono in sostanza quasi del tutto scomparse, gli interessi nazionali USA sono in pratica immutati. A differenza di quanto avvenuto in Europa, in tutte le altre aree non è stato registrato un proporzionale calo della minaccia. Da qui deriva quindi il processo Nonostante

di ridistribuzione, ancora in corso, dello sforzo militare americano.

tutto, la Strategia Regionale contiene però una forte spinta verso una politica d’alleanze. L’Europa non rappresenta più un’area bisognosa di protezione da un’eventuale aggressione sovietica. Secondo alcuni, è ora piuttosto la fonte primaria del

supporto politico e diplomatico, necessario agli USA, per perseguire la Strategia Regionale nelle altre aree d’interesse. In ogni caso, pur venendo a mancare la

minaccia Sovietica, permangono gli interessi americani alla stabilità regionale europea ed alla costruzione, con i governi dell’area, d’alleanze e politiche comuni rivolte all’esterno, verso altre aree del mondo. La stabilità interna della regione europea, è dunque stata soprattutto l’elemento di continuità principale tra l’era della guerra fredda e la fase successiva. La stessa NATO, fortemente appoggiata dagli USA, importante elemento stabilizzatore. può essere vista proprio come un

Le nazioni europee, grazie alla NATO, hanno Questo

potuto investire su di essa i loro sforzi tesi alla sicurezza nazionale.

approccio multinazionale ha permesso di evitare delle spinte difensive nazionalistiche che sarebbero state, oltre che costose e poco efficaci, probabilmente molto più incontrollabili e deleterie.

43

Ora che la stabilità dell’Europa Occidentale non è più in discussione, non può essere ignorato che la fine della guerra fredda ha allargato i limiti geografici della regione. La NATO rimane quindi uno strumento di fondamentale importanza per Ma

la sicurezza in Europa, anche in assenza di un’effettiva minaccia esterna.

come accennato, l’interesse degli Stati Uniti in politiche di stabilizzazione multilaterali è rivolto principalmente a prospettive più globali, e comunque non sufficienti a tutelare gli interessi nazionali, come chiaramente dichiarato già ai tempi della amministrazione Clinton (“insieme quando possibile; da soli quando dovremo”). Gli USA, infatti, considerano ora altre aree d’interesse del mondo più a rischio rispetto all’Europa. La nuova Strategia Regionale e la tendenza alle politiche

“multilaterali” potrebbero addirittura essere interpretate come un primo passo, o la prima “giustificazione” su cui basare un massiccio ridimensionamento della presenza USA in Europa. Nel passato, d'altronde, degli interventi di coalizione sono stati possibili solo quando gli Stati Uniti hanno potuto imporre una loro posizione di forte “leadership ” derivante da un maggiore impiego di risorse ed una disponibilità a prendere gran parte dei rischi. Quando questa disponibilità è mancata, sono emerse le debolezze politiche che una coalizione europea senza gli Stati Uniti avrebbe, confermando l’importanza della NATO anche per il futuro. L’unica cosa certa è che per il futuro le relazioni tra America ed Europa dovranno essere chiarificate, analizzando e ridefinendo quali sono gli interessi comuni alle due sponde dell’Atlantico, senza porre i limiti territoriali della sicurezza in Europa su cui la NATO ha basato la propria esistenza ed il proprio successo nel passato. Ciò influenzerà quindi il ruolo che gli Stati Uniti avranno in futuro per la sicurezza in Europa.

44

2. I NUOVI COMPITI ED IL NUOVO “CONCETTO STRATEGICO” DELLA
NATO

La prima originale formulazione di una strategia della NATO, nota come “Il Concetto Strategico per la difesa dell’area del Nord Atlantico”, risale agli inizi dell’anno 1950. Con essa ve niva stabilita la necessità di mantenere la capacità di poter eseguire operazioni, anche su larga scala, per garantire la difesa territoriale. A metà degli anni cinquanta si affermò invece la cosiddetta strategia della “Risposta Massiccia”, che puntava sul potere di deterrenza che una risposta effettuata con tutti i mezzi a disposizione, armamento nucleare incluso, dell’alleanza poteva causare su un eventuale aggressore. Negli anni sessanta seguirono molte discussioni sulla validità, sull’accettabilità e sulla credibilità di tale strategia, specialmente in considerazione del fatto che, considerata la consistenza degli arsenali nucleari raggiunta, un eventuale conflitto incontrollato avrebbe comportato conseguenze politicamente ed umanamente inaccettabili. Verso la fine degli anni sessanta, la strategia della “Risposta Massiccia” fu quindi rimpiazzata dalla strategia della “Risposta Flessibile”. Con quest’ultima si tendeva a dare all’Alleanza un vantaggio in termini di flessibilità, mirando a creare un’incertezza sulla reazione che un ipotetico aggressore avrebbe potuto incontrare in caso d’attacco, o minaccia, ad uno degli stati membri. Ciò mirava a rendere inaccettabili, per l’ipotetico eventuale aggressore, i rischi di un’aggressione. Sebbene lo spirito di tali concetti fosse ben noto, i documenti sui quali questi erano dettagliati rimasero classificati (anche per ovvie ragioni d’efficacia) ed indisponibili al pubblico, e quindi esenti da discussioni ed analisi approfondite. D’altronde, tale stato di fatto rispecchiava fedelmente la realtà della guerra fredda, che caratterizzava tutti i rapporti e tutte le divisioni dell’epoca, sia geografiche, sia politiche, sia ideologiche. Gia prima della fine della guerra fredda, la NATO ha cercato di costruire una politica di difesa diversa, più positiva, per ridurre i pericoli di un terzo catastrofico conflitto mondiale.

45

Gia nel 1967 veniva stabilito nel Rapporto Harmel34 che l’approccio futuro verso la sicurezza doveva essere basato su “Difesa e Dia logo”. Un diverso tipo di

relazione ed, appunto, di dialogo con l’Unione Sovietica, avrebbero dovuto portare anche verso politiche di controllo degli armamenti. La vera accelerazione arrivò con la fine della guerra fredda. La nuova

situazione politica dell’Europa, così rapidamente stravolta, rese necessario con urgenza un nuovo concetto strategico per l’alleanza. Novembre 1991. La parola “cooperazione” andò rapidamente a sostituire la parola Questo fu tracciato nel

“confrontazione” nelle relazioni con gli stati che poco tempo prima erano definiti “avversari”. La NATO, che fino allora, tramite un patto d’alleanza, mirava

fondamentalmente alla sicurezza passiva dei singoli stati membri, diventava progressivamente un soggetto attivo con lo scopo di migliorare ed espandere la sicurezza dell’intera regione europea, intesa come un valore collettivo di tutta la comunità di stati e non come moltitudine d’interessi nazionali. In sintesi, il nuovo concetto del 1991 ha rappresentato un elemento di discontinuità, completamente diverso da tutte le precedenti strategie, ed ha iniziato uno stravolgimento di ruoli, compiti e finalità dell’Alleanza. A differenza dei documenti precedenti, il nuovo Concetto Strategico del 1991 è stato reso pubblico e quindi oggetto di discussioni politiche e giornalistiche. Dopo alcuni anni, nel 1997, fu stabilito che il documento avrebbe avuto bisogno di un riesame, per mantenersi aggiornato ai cambiamenti che nel frattempo erano avvenuti in Europa. Sulla base della nuova situazione geopolitica, al summit di Washington del 1999 le nazioni della NATO hanno approvato una nuova versione aggiornata della

34

Il rapporto Harmel, dal nome del Ministro degli Esteri Belga che lo redasse, fu approvato dal Consiglio atlantico nel dicembre 1967, quando era Segretario Generale l’italiano Manlio Brosio. Con il rapporto la NATO compì una svolta politica molto importante. Venivano infatti riaffermate le due funzioni principali dell’Alleanza: mantenere un potenziale militare ed una solidarietà politica atti a scoraggiare un’aggressione; ricercare soluzioni pacifiche ai problemi fondamentali che dividevano l’Ovest dall’Est. Il rapporto tracciava le linee d’azione ed indicava metodi e mezzi per espletare tali funzioni.

46

strategia (Strategic Concept 35 ) per fornire l’alleanza di uno strumento idoneo ad affrontare le nuove sfide ed opportunità per il mantenimento della sicurezza nel ventunesimo secolo. Venivano in ogni modo confermati sia il concetto di difesa collettiva, e la validità e necessità del mantenimento del legame transatlantico. Come per qualsiasi atto dell’Alleanza, anche l’ approvazione del nuovo concetto strategico ha richiesto l’unanimità di tutte le nazioni. In aggiunta,

Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia, hanno potuto partecipare alle discussioni in forza del loro stato di “futuri nuovi membri”, sebbene la loro formale adesione all’Alleanza sia avvenuta successivamente, nel 1999. Il Concetto Strategico, così aggiornato, dovrà servire da guida per gli sviluppi politici e tecnico- militari futuri. Descrive gli scopi ed i compiti dell’alleanza, esaminando le prospettive strategiche alla luce dei nuovi e costantemente variabili rischi per la sicurezza continentale e mondiale. Il Concetto Strategico conferma la l’importanza del collegamento atlantico, e del mantenimento di un adeguato livello di capacità. Vengono esaminati i ruoli e gli altri elementi chiave necessari alla

stabilità ed alla sicurezza della regione europea, alle necessarie iniziative di prevenzione dei conflitti e di “gestione delle crisi”, alle iniziative di partenariato, e cooperazione, all’allargamento dell’alleanza, al disarmo ed al controllo e limitazione degli armamenti. Il Concetto Strategico indica infine delle linee guida per una nuova organizzazione dello strumento operativo e per le caratteristiche delle forze militari ad esso necessarie.

35

Il Concetto Strategico é la dichiarazione base degli obiettivi dell’Alleanza e fornisce il più alto livello di guida sulla politica e sui mezzi militari per raggiungere tali obiettivi. Fornisce il basamento logico per l’Alleanza e per le sue attività, e da alle autorità militari delle direttive per lo sviluppo delle capacità militari e per la preparazione a possibili operazioni. Il Concetto Strategico è stato pubblicato per la prima volta nel 1991. La versione più recente è stata pubblicata in occasione del summit di Washington del 1999.

47

CAPITOLO V

L’IDENTITÀ DI SICUREZZA E DIFESA EUROPEA

La sicurezza dell’area Europea è in effetti, sempre stata l’obiettivo principale , dell’Alleanza. Ad un’analisi superficiale potrebbe apparire che la NATO ha finora

soddisfatto le esigenze di sicurezza del continente, supplendo la mancanza di una specifica identità di difesa europea autonoma. Secondo tale tesi, l’Alleanza potrebbe

dunque essere alternativa alla creazione di un’effettiva integrazione politica Europea che comprenda anche l’ambito della sicurezza e della difesa. Sulla base di una analisi

storica più attenta, di fatto, risulta che la creazione di un sistema di sicurezza autonomo Europeo è stata fra gli obiettivi originari dell’Alleanza, sin dalla fondazione. Per i prossimi anni, un contributo di forza europeo, che possa eventualmente avere sua una gestione autonoma, rappresenta uno dei pilastri della futura struttura politica dell’Alleanza, indispensabile a raggiungere un nuovo e duraturo equilibrio. Sono,

infatti, proprio le specifiche iniziative della NATO quelle che maggiormente alimentano e catalizzano, in cooperazione con le istituzioni internazionali Europee, il processo d’integrazione e di generazione di un’effettiva identità, che possa finalmente dare una voce unica alle politiche di sicurezza e difesa della regione.

1. L’EVOLUZIONE DELL’ ”ESDI” 36

Le discussioni sul ruolo della NATO che sono proliferate a partire degli anni ’90 hanno riguardato molteplici aspetti. Una delle cose che più chiaramente è

risultata vera, trovando in sostanza tutti d’accordo, è lo sbilanciamento d’impegno e di forze tra gli Stati Uniti e la controparte Europea. Fin da subito è stato chiaro

che per poter funzionare ed affrontare le sfide future, l’Alleanza aveva bisogno di riequilibrare rapidamente il rapporto tra le due sponde dell’Atlantico. I paesi

membri, che fino allora si erano limitati ad una partecipazione “limitata”, giovando
36

European Security and Defense Identity

48

dell’equilibrio di forze instaurato dalle due superpotenze, avrebbero dovuto procedere concretamente ad assumere una maggiore responsabilità per la sicurezza e la difesa comune. Di fatto così è parzialmente stato, ed i paesi europei si sono

impegnati in un processo volto a fornire una capacità militare autenticamente europea, cercando di non creare inutili duplicati delle strutture di comando, di quelle di pianificazione e dei mezzi e delle capacità militari già disponibili all’interno della NATO. Contemporaneamente si è cercato di rafforzare il

contributo dato alle missioni e alle attività dell’Alleanza. Si è cercato quindi di dare lanciare iniziative tese ad una duplice funzione: lo sviluppo di una Politica Estera e di Sicurezza Comune Europea ed il riequilibrio dei rapporti tra i paesi del Nord America e quelli Europei, membri dell’Alleanza. In questo processo hanno avuto una fondamentale funzione i Trattati dell’Unione Europea di Maastricht (1991) e di Amsterdam (1997), delle corrispondenti dichiarazioni dell’Unione dell’Europa Occidentale (WEU) e delle decisioni prese dall’Alleanza nei vertici tenutisi a Bruxelles nel 1994, a Madrid nel 1997 ed a Washington nel 1999, come pure nelle riunioni ministeriali della NATO tenutesi nello stesso periodo. Fattore comune, e considerazione unanime sullo sviluppo di una Identità di Sicurezza e di Difesa Europea nell’ambito della NATO, è l’adattamento delle strutture politiche e militari della NATO. Allo stesso tempo, rappresenta un

importante elemento dello sviluppo dell’Unione Europea (UE). Nel dicembre 1991 è stato firmato a Maastricht il Trattato sull’Unione Europea, entrato in vigore lo 1 novembre 1993. Con questo trattato di portata

storica, oltre a notevoli innovazioni di natura socio-economica, i leader della Comunità Europea decisero di elaborare una “Politica Estera e di Sicurezza Comune” (CFSP37 ), “inclusa l’eventuale creazione di una comune politica di difesa che potrebbe, al momento opportuno, condurre ad una difesa comune ”. Tramite quest’accordo veniva energicamente rilanciato il ruolo internazionale dell’Unione dell’Europa Occidentale (WEU), quale parte integrante dello sviluppo
37

Common Foreign and Security Policy. La Politica Estera e di Sicurezza Co mune (acronimo italiano PESC) è uno dei tre pilastri sui quali, secondo quanto definito da trattato di Maastricht, dovrà essere edificata la nuova Unione Europea: Comunità Europea (economia), CFSP (politica estera e di sicurezza) e Cooperazione nella giudiziaria (giustizia/polizia).

49

dell’Unione Europea creata dal Trattato.

Con lo stesso documento veniva

sostanzialmente incaricata la WEU di elaborare e di attuare decisioni ed azioni dell’Unione Europea che avessero implicazioni nel settore della difesa. Si trattava, in effetti, di un’iniziativa diplomatica di larghe vedute e ben coordinata. Contemporaneamente al Consiglio Europeo e sempre a Maastricht, infatti, si svolgeva nel dicembre 1991 la riunione del Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea Occidentale. Gli stati membri della WEU diffusero una dichiarazione

che manifestava il loro accordo sulla necessità di una autentica Identità di Sicurezza e di Difesa Europea e su una maggiore responsabilità europea in materia di difesa. Poco più di due anni più tardi, al summit di Bruxelles del gennaio 1994, i Capi di stato e di governo della NATO si felicitarono per l’entrata in vigore del Trattato di Maastricht e per l avvio dell’Unione Europea, quale mezzo per potenziare il ’ pilastro europeo dell’Alleanza e permettere ai membri europei della NATO di apportare un contributo più coerente alla sicurezza di tutti gli alleati. Nel summit

fu riaffermata la centralità dell’Alleanza quale foro essenziale per la consultazione tra i propri membri e sede ove concordare le politiche riguardanti gli impegni che gli alleati assumevano nel campo della sicurezza e della difesa in base al Trattato di Washington. Fu inoltre espresso il gradimento della stretta e crescente

cooperazione tra la NATO e l’Unione dell’Europa Occidentale (WEU), raggiunta sulla base dei convenuti principi di complementarietà e di trasparenza. Venne

anche annunciato che l’Alleanza avrebbe messo a disposizione i propri mezzi collettivi, sulla base di consultazioni in seno al Consiglio Nord Atlantico, per delle operazioni della WEU intraprese dagli Alleati europei in applicazione della loro Politica estera e di sicurezza comune. Il Consiglio Nord Atlantico fu incaricato di esaminare in che modo si sarebbero potute sviluppare e adattare le strutture politiche e militari onde conseguire tre precisi obiettivi:

− − −

attuare le missioni dell’Alleanza, in particolare quelle di mantenimento della pace, con maggiore efficacia e flessibilità; accrescere la cooperazione con la WEU; tener conto della nascente Identità di sicurezza e di difesa europea.

50

Il Consiglio Nord Atlantico, nel suo studio, sviluppò il concetto di Gruppi Operativi Multinazionali Interforze (CJTF 38 ). Questo concetto è volto a fornire

accresciuta flessibilità operativa e a consentire un dispiegamento di forze più d flessibile e mobile per far fronte alle nuove esigenze di tutte le missioni dell’Alleanza. E’ volto inoltre a rendere disponibili dei centri di comando e

controllo dispiegabili, “separabili ma non separati”, che potrebbero essere utilizzati dalla WEU. Nelle riunioni ministeriali NATO di Berlino e di Bruxelles del giugno 1996, fu deciso che l’Identità di Sicurezza e di Difesa Europea avrebbe dovuto svilupparsi all’interno della NATO, e che avrebbe dovuto essere parte essenziale dell’adattamento interno dell’Alleanza attualmente in atto. Era, infatti, precisa

intenzione mettere in condizione tutti gli Alleati europei di apportare un contributo più coerente ed efficace alle missioni e alle attività dell’Alleanza, consentendo loro di poter agire da soli, se necessario, e rinvigorendo il legame transatlantico. La

rafforzata identità europea si sarebbe dunque basata su solidi principi militari, sostenuti da un’appropriata pianificazione, traendo pieno vantaggio dal concetto di Gruppi Operativi Multinazionali Interforze (CJTF). Si sarebbe inoltre resa

possibile la creazione di forze militarmente coerenti ed efficaci, capaci di operare sotto il controllo politico e la direzione strategica della WEU. Un apprezzamento per gli importanti progressi fatti riguardo alla creazione dell’ESDI all’interno dell’Alleanza fu espresso, nel luglio 1997 al vertice di Madrid, dai Capi di stato e di governo della NATO. La determinazione dell’Alleanza a rafforzare il suo pilastro europeo attraverso lo sviluppo di un’efficace Identità di Sicurezza e di Difesa Europea (ESDI), è rimasta costante negli anni seguenti. I paesi membri europei sono stati spinti ad

assumere una parte maggiore di responsabilità ed a creare un rapporto
38

Combined Joint Task Forces. Introdotto nel 1994, il concetto militare di Gruppo d’Intervento Multinazionale Interforze è stato progettato per fornire la NATO di strumenti flessibili per rispondere alle nuove sfide per la sicurezza, includendo operazioni con il concorso di stati non membri NATO, attraverso una migliore abilità della NATO nello spostare, con breve preavviso, forze multinazionali, multiservizio, calibrate per assolvere a specifiche missioni militari, come il supporto umanitario ed il mantenimento della pace. Molte delle caratteristiche del concetto di CJTF sono state messe in pratica nelle operazioni nei Balcani guidate dalla NATO. Il concetto è anche disegnato a fornire capacità militari separabili ma non separate, che potrebbero essere impiegate dalla NATO o, in specifiche circostanze, dalla Unione dell’Europa Occidentale (UEO) o dall’Unione Europea (EU).

51

transatlantico più forte e più equilibrato, che rafforzerebbe l’Alleanza nel suo complesso e che allo stesso tempo risponderebbe alle esigenze europee. A partire dal 1999 l’Unione Europea ha deciso di assumere direttamente la responsabilità di una politica di difesa comune, dando inizio ad un processo di confluenza della WEU nella EU. Nel summit di Washington dell’aprile 1999, i Capi di stato e di governo dell’Alleanza diedero nuovo impulso all’Identità di Sicurezza e di Difesa Europea, aprendo il dibattito per affrontare alcuni specifici aspetti:



la definizione dei mezzi per assicurare lo sviluppo di un’efficace e reciproca consultazione, cooperazione e trasparenza tra l’Unione Europea (UE) e l’Alleanza, basate sui meccanismi istituiti tra la NATO e l’Unione dell’Europa Occidentale (WEU);

− −

la partecipazione degli Alleati europei non membri della UE; le disposizioni pratiche per consentire l’accesso della UE alle capacità di pianificazione, nonché ai mezzi e alle capacità della NATO. Da un punto di vista pratico, il miglioramento delle capacità militare europee è

un aspetto essenziale dello sviluppo dell’ESDI. Con il summit di Washington, nel 1999, è stata inoltre avviata l’Iniziativa sulle Capacità della Difesa dell’Alleanza (DCI39 ), che ha il compito di assicurare l’efficacia delle future operazioni multinazionali in tutta l’intera gamma delle missioni della NATO e che svolgerà un fondamentale ruolo in questo processo. Questa iniziativa assume dunque anch’essa un significato, in diretta relazione con l’ESDI, creando una sinergia ed un rafforzamento mutuo tra gli obiettivi che emergono dalla DCI stessa e l’impegno della UE per migliorare le capacità europee.

39

Defense Capability Iniziative. La Iniziativa sulle Capacità di Difesa la NATO copre una vasta area di capacità militari: mobilità delle forze, supporto logistico, protezione delle forze, ingaggio di precisione, sistemi di informazione, comando e controllo.

52

Nel vertice di Washington, e in successive riunioni, sono stati definiti i seguenti principi, che costituiscono la base del futuro lavoro sull’ESDI:



presa d’atto dell’Alleanza della decisione dell’Unione Europea di dotarsi delle capacità per agire autonomamente, così da poter prendere decisioni e, ove l’Alleanza nel suo complesso non fosse impegnata, approvare delle azioni militari;



garanzia, da parte di NATO ed UE, dello sviluppo di un’efficace consultazione, cooperazione e trasparenza reciproca, basati sui meccanismi già esistenti tra NATO e WEU;



compiacimento per la determinazione mostrata sia dai membri della UE che dagli altri alleati europei nell’effettuare i passi necessari per rafforzare le loro capacità di difesa, in particolare quelle necessarie per le nuove missioni, evitando inutili duplicati;



attribuzione di estrema importanza al fatto che sia assicurato il massimo coinvolgimento possibile degli Alleati europei non membri della UE nelle operazioni a guida UE come risposta ad una crisi, basandosi sulle esistenti disposizioni riguardanti la consultazione nell’ambito della WEU, prendendo atto inoltre dell’interesse del Canada a partecipare a tali operazioni secondo appropriate regole;



convinzione che andrebbero ulteriormente sviluppate le decisioni prese a Berlino nel 1996, in particolare, il concetto concernente l’utilizzo di mezzi e capacità della NATO, separabili ma non separati, per le operazioni a guida WEU.

L’attività futura d’implementazione e di realizzazione dell’ESDI dovrà rispettare le esigenze riguardanti le operazioni della NATO e la coerenza della sua struttura di comando. Dovrà dunque tener conto delle seguenti questioni:

− −

accesso garantito della UE alle capacità di pianificazione della NATO che possono contribuire alla pianificazione militare di operazioni a guida UE; disponibilità per la UE di capacità e mezzi comuni della NATO, individuati in precedenza, per essere usati nelle operazioni a guida UE;

53



individuazione di una serie di opzioni di comando europeo per le operazioni a guida UE ed un ulteriore sviluppo del ruolo del vice Comandante supremo alleato per l’Europa, per consentirgli di assumere pienamente ed efficacemente le responsabilità europee;



ulteriore adattamento del sistema di pianificazione della difesa della NATO, per includervi in modo più completo la disponibilità di forze per le operazioni a guida UE.

2. LA COOPERAZIONE NATO-WEU

Per sviluppare l’ESDI nell’ambito della NATO, è stato necessario poter prevedere tutti gli aspetti del sostegno della NATO ad un’operazione a guida WEU. Nell’ambito deladattamento e trasformazione dell’Alleanza, a tale fine, sono state definite delle linee guida. Queste indicano di:

− −

tener conto delle esigenze della WEU nelle nuove procedure di pianificazione della difesa adottate dalla NATO riguardo allo sviluppo di forze e capacità; 40 introdurre procedure per identificare risorse e capacità della NATO cui la WEU potrebbe richiedere di far ricorso con il consenso del Consiglio Nord Atlantico;



stabilire le disposizioni concernenti il comando multinazionale europeo all’interno della NATO, che potrebbero essere utilizzate per preparare, sostenere, dirigere e condurre un’operazione sotto il controllo politico e la direzione strategica della WEU; 41



introdurre disposizioni concernenti

la consultazione e allo scambio

d’informazioni per assicurare il necessario coordinamento per tutta la durata di un’operazione a guida WEU, intrapresa con il sostegno della NATO;

40

La WEU cominciò gia nel 1997 a contribuire al processo di pianificazione della difesa dell’Alleanza fornendo un contributo ad una Direttiva ministeriale del 1997.
41

Sulla base di queste disposizioni, al vice Comandante supremo alleato in Europa (vice SACEUR) venne attribuito un distinto ruolo, sia in tempi normali che nel contesto di operazioni a guida WEU, per quanto concerne le forze da rendere disponibili per la WEU.

54



sviluppare la pianificazione e le esercitazioni militari necessarie per missioni esemplificative della WEU. In conformità a queste disposizioni, qualora si fosse determinata una crisi, in

cui la WEU avesse deciso di intervenire (e l’Alleanza avesse scelto di non farlo), la WEU avrebbe potuto richiedere l’uso di mezzi e capacità dell’Alleanza. Potrebbe

essere stato incluso, fra le richieste, anche un centro di comando dei CJTF, per condurre un’operazione sotto il proprio controllo politico e la propria direzione strategica. In base ad una valutazione “caso per caso” da parte del Consiglio Nord

Atlantico, i mezzi richiesti avrebbero potuto essere resi disponibili per essere utilizzati dalla WEU. Ovviamente, uno specifico accordo avrebbe dovuto regolare i particolari delle condizioni per il loro trasferimento alla WEU, come pure per il controllo del loro utilizzo e per la loro eventuale restituzione, o richiamo. Dei

comandanti europei provenienti dalla struttura di comando della NATO sarebbero potuti essere nominati per agire sotto il controllo politico della WEU. Per tutto il corso dell’operazione, inclusa la sua fase preparatoria, le due organizzazioni si sarebbero dovute consultare strettamente strettamente, la NATO avrebbe controllato l’uso dei propri mezzi ed avrebbe mantenuto un regolare collegamento politico con la WEU. La restituzione dei mezzi sarebbe dovuta avvenire a fine esigenza o su richiamo, qualora fosse stato richiesto dalla NATO. Nel giugno 1999, in occasione del vertice di Colonia, l’Unione Europea decise di dotarsi di mezzi e capacità necessari all’attuazione di una comune Politica Europea di Sicurezza e di Difesa (ESDP 42 ). In pratica, con tal evento, l’Unione

Europea ha iniziato ad assumere il ruolo fino allora svolto dalla WEU riguardo allo sviluppo dell’Identità di Sicurezza e di Difesa Europea. Si assumeva inoltre la

responsabilità diretta di creare una forza comune, avviando un processo
42

European Security and Defense Policy. La Politica Europea di Sicurezza e di Difesa (acronimo italiano PESD), ha trovato un quasi immediato avvio di realizzazione pratica con il Consiglio Europeo di Helsinki, nel dicembre 1999. Nel 2001, con il Consiglio Europeo di Nizza, è stata definita “una architettura definitiva e nuove strutture politiche”, tese ad assicurare il controllo politico e la direzione strategica delle crisi e la condotta delle operazioni. Sono così stati creati:

− − −

un Comitato Politico di Sicurezza (COPS); un Comitato Militare (EUMC); uno Stato Maggiore (EUMS).

55

d’inglobamento degli impegni finora assunti dalla WEU.

NATO e WEU hanno

in ogni caso continuato un intenso rapporto di collaborazione mirato a completare ed attuare le disposizioni poste in essere per facilitare la cooperazione tra le due organizzazioni nel caso di un’operazione di gestione delle crisi a guida WEU che facesse uso dei mezzi e delle capacità della NATO. Molti progressi sono stati fatti nelle aree delle disposizioni concernenti l’utilizzo di tali mezzi, dello scambio d’informazioni, della valutazione congiunta delle procedure e delle esercitazioni di forze ed elementi comuni. Inoltre, nel febbraio 2000 è stata svolta

un’esercitazione congiunta NATO-WEU incentrata sulla gestione delle crisi. Nel novembre 2000, in occasione della loro riunione di Marsiglia, i Ministri della WEU decisero di sospendere i regolari meccanismi di consultazione NATOWEU, con l’eccezione di quelli che sarebbero stati necessari durante il periodo di transizione.

3. LE RELAZIONI NATO-UE

Nel dicembre 1999, in occasione della riunione di Helsinki del Consiglio dell’Unione Europea, gli stati membri della UE si diedero un “Obiettivo primario” in merito alle loro capacità militari in operazioni di gestione delle crisi. Entro la fine del 2003, la UE dovrà essere in grado di dispiegare e di sostenere, almeno per un anno, una forza militare comprendente fino a 60.000 uomini. Il

ruolo principale sarà quello di compiere delle operazioni militari guidate dalla UE per risposta ad una crisi internazionale, in circostanze in cui la NATO in quanto tale non fosse impegnata militarmente. Dovrà essere possibile, con tale forza, coprire l’intera gamma delle cosiddette missioni di Petersberg43 , riprese dalla

43

Le missioni di Petersberg (Petersberg tasks) sono state definite per la prima volta nella Dichiarazione di Petersberg, prendendo il nome dalla località tedesca, nei pressi di Bonn, dove il 19 Giugno 1992 si riunì il Consiglio dei Ministri della difesa e degli Esteri degli stati membri dell’UEO. La dichiarazione, strutturata in tre parti, avrebbe dovuto stabilire le linee direttrici di futuro sviluppo dell’Unione dell’Europa Occidentale. Successivamente, le missioni di Petersberg sono state riprese ed incluse, con il Trattato di Amsterdam, nel nuovo articolo 17 del Trattato sull’Unione Europea. La Unione Europea, che si ora assunta la responsabilità della identità di sicurezza e difesa europea, potrebbe in futuro rivedere ed ampliare le suddette missioni, allargando ulteriormente il proprio campo d’azione.

56

Unione Europea ed elencate nel Trattato di Amsterdam del 1997. riguardano:

Queste

− − −

compiti umanitari e di salvataggio; compiti di mantenimento della pace; compiti di forze combattenti nella gestione delle crisi, incluso il ristabilimento della pace.

Ovviamente quest’iniziativa rientra a pieno titolo nella decisione dell’UE di sviluppare una comune Politica Europea di Sicurezza e di Difesa sulla quale si dovranno basare gli aspetti militari della sua politica estera e di sicurezza comune. Una particolare attenzione è sempre stata posta sulla necessità di evitare inutili duplicati delle strutture NATO, senza implicare la creazione di un esercito europeo. E’ stato deciso, comunque, di creare delle strutture politiche e militari permanenti, tra cui un “Comitato politico e per la sicurezza”, un “Comitato militare” ed uno “Stato maggiore militare”, per assicurare a necessaria direttiva l politica e strategica a tutte le iniziative ed alle eventuali operazioni; è stato anche deciso, inoltre, di favorire lo sviluppo delle disposizioni per la piena consultazione, cooperazione e trasparenza con la NATO e per assicurare il dialogo, la consultazione e la cooperazione necessari con i membri europei della NATO non membri della UE sulle questioni concernenti la politica europea di sicurezza e di difesa e alla gestione delle crisi. Gli ultimissimi anni hanno visto un continuo intensificarsi del dialogo e della mutua attenzione tra l’Alleanza e l’Unione Europea. Una forte sintonia,

complementarietà ed unità d’intenti è stata più volte rimarcata per mezzo delle decisioni prese al summit NATO di Washington e nelle riunioni del Consiglio Europeo di Nizza. Presso il Consiglio Atlantico, i Ministri degli esteri

dell’Alleanza hanno dichiarato di condividere l’obiettivo approvato dagli stati membri della UE di un autentico partenariato tra NATO e UE nella gestione delle crisi. In definitiva, NATO ed Unione Europea hanno convenuto che, per fare in

modo che le crisi internazionali possano essere affrontate con la più appropriata risposta militare e che queste possano essere gestite efficacemente, si dovranno

57

ulteriormente sviluppare le forme di consultazione e la cooperazione tra le due organizzazioni sulle questioni di comune interesse riguardanti la sicurezza, la difesa e la gestione delle crisi. Nel gennaio 2001 il Segretario generale della NATO e la Presidenza svedese della UE si accordarono per far sì che si tenessero riunioni congiunte a livello di ambasciatori e di ministri. Con tale disposizione le due organizzazioni si sono impegnate a tenere almeno tre riunioni a livello di ambasciatori ed una a livello di ministri ogni sei mesi (cioè durante ciascun turno di Presidenza della UE), nonché ad intensificare le consultazioni in tempo di crisi. Il risultato è che ora hanno luogo delle regolari

riunioni tra il Comitato politico e per la sicurezza della UE e il Consiglio Atla ntico. NATO ed Unione Europea stanno rapidamente passando dalla teoria

dell’ESDI/ESDP alla consultazione e alla cooperazione su concrete questioni d’attualità, come la situazione nei Balcani occidentali. Anche a livello più basso, hanno avuto corso delle iniziative di cooperazione operativa. Sin dalla fine dell’anno 2000 sono stati formati dei Gruppi di lavoro "ad hoc" NATO-UE, che si sono riuniti per discutere su:

− − − −

questioni riguardanti la sicurezza (per esempio procedure per lo scambio di informazioni classificate, incluse quelle di intelligence); norme per l’accesso della UE ai mezzi e alle capacità dell’Alleanza; obiettivi di capacità (incluse le questioni concernenti il sistema di pianificazione della difesa dell’Alleanza); meccanismi permanenti di consultazione, che tengano conto di tutti i relativi aspetti, tra cui quelli concernenti la partecipazione. Mentre le due organizzazioni stanno lavorando alla conclusione di un accordo

permanente sulla sicurezza tra NATO e UE, gia nell’estate 2000 hanno dato vita ad un accordo provvisorio per regolare lo scambio di informazioni classificate. In

previsione della Conferenza sull’impegno delle capacità della UE, tenutasi poi nel novembre 2000, la NATO, tramite suoi esperti, ha fornito consigli militari e tecnici

58

all’attività degli esperti europei per la creazione di un catalogo delle forze e delle capacità disponibili per l’Obiettivo primario della UE. I Ministri degli esteri dell’Alleanza, in una loro riunione del dicembre 2000, hanno dichiarato che, ove richiesto dalla UE, l’Alleanza sarebbe stata pronta a fornire ulteriore consulenza di esperti, subordinata alle necessarie decisioni. Per la prima volta, nella primavera 2001, il Segretario generale della NATO è stato invitato a parlare della politica della NATO nel Consiglio per gli affari generali della UE. La NATO è dunque fortemente impegnata in tutta una serie d’iniziative congiunte con la Unione Europea sulle principali questioni che l’ulteriore sviluppo dell’ESDI pone. Anche al suo interno la NATO non ha in ogni modo mai

interrotto un’attività di studio parallela su alcune questioni d’analogo contenuto, tra cui:

− − − −

l’identificazione di una serie di opzioni di comando europeo; l’assunto della disponibilità di mezzi e capacità individuati in precedenza; l’accesso garantito alle capacità di pianificazione operative della NATO; l’adattamento della pianificazione di difesa dell’Alleanza.

59

CAPITOLO VI

I PARTENARIATI

Il vertice di Madrid del 1997, sulla scia di una tendenza iniziata alcuni anni prima, ha lanciato una serie d’iniziative per il rafforzamento della consultazione e della cooperazione e per l’introduzione di misure atte ad accrescere la trasparenza. E’ quindi partito un processo che ha velocemente portato alla creazione di un certo numero di nuove istituzioni, sia in ambito militare che politico. Oltre al Consiglio di Partenariato Euro-Atlantico (EAPC44 ), al Consiglio NATO-Russia (NRC 45 ), e alla Commissione NATO-Ucraina (NUC 46 ), che operano nella dimensione civile e politica, hanno luogo delle riunioni in varie configurazioni allo scopo di gestire gli aspetti militari di queste istituzioni bilaterali e multilaterali di cooperazione 47 .

1. “PFP” E “EAPC”
In occasione del vertice NATO di Bruxelles, nel gennaio 1994, è stato avviato il programma di Partenariato per la Pace (PfP), al fine di promuovere la
44

Euro Atlantic Partnership Council. Il Consiglio per il Partenariato Euro-Atlantico è stato instaurato nel Maggio 1997 in sostituzione del Consiglio per la cooperazione dell’Atlantico del Nord (North Atlantic Cooperation Council - NACC) e fornisce un quadro di riferimento politico per l’iniziativa PfP e per una più stretta cooperazione. Ad esso prendono parte i rappresentanti dei paesi membri della NATO e di tutti i paesi Partner.
45

NATO-Russia Council. Il Consiglio NATO-Russia ha sostituito il precedente Consiglio Congiunto Permanente NATO-Russia (PJC) a seguito dello storico accordo di Pratica di Mare, firmato il 28 Maggio 2002. Nel nuovo C onsiglio non vengono più confrontate posizioni della NATO, precedentemente concordate all’unanimità, con quelle della federazione Russa, ma si stabilisce in pratica un consiglio composto da 19+1 nazioni. In pratica un Consiglio Atlantico allargato ad una ventesima nazione.
46

NATO-Ukraina Commission. La commissione NATO-Ucraina creata con il “Trattato per il Partenariato specifico tra NATO ed Ucraina (Charter on a Distinctive Partnership between NATO and Ucraine). La commissione si riunisce almeno due volte l’anno per controllare i progressi raggiunti nello sviluppo delle relazioni fra NATO ed Ucraina.
47

Nell’Allegato “G” sono riportati degli schemi che riassumono la situazione sulla partecipazione alle varie iniziative di partenariato e ad altre istituzioni internazionali.

60

cooperazione militare fra gli stati membri ed i partner dell’alleanza. dell’iniziativa sono molteplici:

Gli scopi

− − − − − −

facilitare la trasparenza nella pianificazione e nella preparazione dei bilanci nazionali della difesa; assicurare il controllo democratico delle forze di difesa; rafforzare la capacità di intraprendere missioni nel settore del mantenimento della pace; facilitare le operazioni di ricerca e salvataggio; rendere più efficaci le operazioni umanitarie; sviluppare forze militari in grado di meglio operare con quelle dei paesi membri della NATO. Dopo il fruttuoso avvio del programma, che anche ha permesso ed agevolato la

cooperazione tra alleati e partner nella forza di stabilizzazione in Bosnia Erzegovina, i membri hanno richiesto di ampliarne la portata e le prerogative. Nel corso di una riunione dei Ministri degli Esteri avvenuta a Sintra, Portogallo, nel maggio 1997, si è deciso di rafforzare il programma di partenariato per la pace, al fine di associare più strettamente i partner nella pianificazione ed attuazione delle esercitazioni del PfP, attribuendo così al partenariato un carattere più operativo. E’ stato nella stessa sede inoltre deciso di creare il Consiglio di Partenariato EuroAtlantico (EAPC), per poter disporre di un foro di consultazione e di cooperazione, ad alto livello, sulle questioni riguardanti la sicurezza ed alla difesa. E’ stato ampliato ed adattato il Processo di Pianificazione e Revisione (PARP 48 ) del PfP, per il quale la partecipazione è comunque facoltativa. Esso mira a promuovere la trasparenza nella pianificazione nazionale della Difesa ed a meglio preparare le forze dei partner a cooperare con quelle dell’Alleanza. Un grosso

sforzo è quindi teso ad incoraggiare lo sviluppo dell’interoperabilità tra le forze dei partner e quelle degli alleati per tutta la gamma di operazioni, per le attività concernenti l’ addestramento, per le esercitazioni del PfP.

48

Planning And Review Process.

61

Si è così creato un maggior coinvolgimento dei partner nel processo decisionale in seno al PfP e si sono sviluppati ulteriormente, nel suo insieme, il “Programma di Lavoro per il Partenariato” (Partnership Work Program -PWP). Un programma quinquennale di esercitazioni NATO/PfP è stato quindi definito dal Comitato Militare della NATO, in consultazione con i rappresentanti dei paesi partner. Il Consiglio di Partenariato Euro-Atlantico (EAPC), fornisce il contesto politico di sostegno per tutte le attività di cooperazione ed allargamento tra alleati e partner, a completamento delle accresciute opportunità offerte da un rafforzato PfP. L’EAPC ha sostituito il “Consiglio di Cooperazione Nord Atlantico (NACC49 ) ed ha fin da subito sviluppato un Piano d’azione che individuava i settori in cui i suoi membri volevano attuare consultazioni e cooperazione rafforzate. In seno

all’EAPC sono state trattate materie di grande rilievo, ed anche questioni concernenti la sicurezza durante i conflitti nei balcani. Un Comitato Militare di Partenariato Euro-Atlantico (EAPMC 50 ) si riunisce per discutere e scambiare punti di vista tra tutti i paesi dell’EAPC su questioni militari. Le riunioni dell’EAPMC si tengono sia in sessione plenaria, con tutti i

paesi partner, sia in sessione limitata, allo scopo di concentrarsi su questioni funzionali o regionali, quali la partecipazione congiunta a delle operazioni a sostegno della pace. Alternativamente, si possono tenere in sessione individuale

con un solo paese partner. Queste riunioni hanno luogo sia a livello di Capi di Stato Maggiore della Difesa, normalmente due volte l’anno per farle coincidere con le analoghe riunioni di pari livello dell’Alleanza che hanno luogo a Bruxelles, o mensilmente, a livello di Rappresentanti militari permanenti. Queste disposizioni limitano la frequenza e i costi degli spostamenti a Bruxelles che ciascun Capo di

49

North Atlantic Cooperation Council. Il Consiglio di Cooperazione del Nord Atlantico fu stabilito nel dicembre 1991, in occasione del summit di Roma. Il NACC ha inizialmente riunito i paesi membri della NATO e nove paesi dell’Europa centro-Orientale in un nuovo foro di consultazione che ha posto le basi delle nuove relazioni di partenariato. Nel 1992 anche la Georgia, l’Albania e tutti gli stati della CSI (Comunità degli Stati Indipendenti) sono entrati a farne parte.
50

Euro Atlantic Partnership Military Committee.

62

stato maggiore della difesa deve fare.

Tutte le riunioni sono presiedute dal

Presidente del Comitato militare della NATO. Dal punto di vista prettamente pratico sono state intraprese delle ulteriori iniziative, ed è stato aperto il Centro Euro-Atlantico di Coordinamento degli Interventi in caso di Calamità (EADRCC 51 ), che coordinerà, in stretta consultazione con l’Ufficio dell’ONU per il coordinamento degli affari comunitari, gli interventi dei paesi EAPC in caso di calamità all’interno dell’area geografica dell’EAPC. L’EAPC ed il Partenariato per la Pace facilitano notevolmente lo sviluppo di risposte a concrete questioni nel settore della sicurezza. L’operazione SFOR52 in Bosnia Erzegovina e la reazione alla crisi in Kosovo sono due prove di questo. Alle riunioni informative ed alle consultazioni sui vari aspetti dell’operazione SFOR, tenutesi presso la sede NATO a Bruxelles hanno, infatti, sempre potuto partecipare anche i partner che hanno preso parte all’operazione. Il PfP ha

ampliamente dato prova della sua potenzialità come strumento per evitare l’allargamento di conflitti. L’EAPC ha invece rappresentato un foro in cui lavorare alla definizione di un comune atteggiamento verso situazioni particolarmente critiche per la sicurezza, come la crisi nel Kosovo. Sebbene siano strutture relativamente nuove, L’EAPC ed il Partenariato per la Pace testimoniano una nuova realtà europea, in cui la stabilità a lungo termine è assicurata attraverso la cooperazione.

51

Euro-Atlantic Disaster Response Coordination Centre. Il Centro di Coordinamento Euro-Atlantico di risposta ai Disastri, originato sulla base di una proposta russa, è stato instaurato presso il quartier generale della NATO con il patrocinio del Consiglio per il Partenariato Euro-Atlantico (Euro-Atlantic Partnership Council – EAPC) nel maggio 1998. E’ strutturato per servire come “focal point” per il coordinamento degli sforzi di assistenza fra le nazioni dell’EAPC in caso di disastri di notevoli proporzioni, in stretto contatto con l’Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari delle Nazioni Unite (Office for the Coordination of Humanitarian Affairs – OCHA). Dalla sua creazione lo EADRCC ha gia avuto un importante ruolo nel coordinamento degli aiuti umanitari per le alluvioni in Ucraina, Pomania ed Ungheria, per il terremoto del 1999 in Turchia e per il soccorso durante la crisi del Kosovo.
52

La Stabilisation Force (SFOR), a guida NATO, é stata in Bosnia-Herzegovina dal Dicembre 1996 come parte dell’impegno per far rispettare gli accordi di Pace di Dayton, nella Ex-Yugoslavia. Ha rimpiazzato la Implementation Force (IFOR), che era responsabile per il controllo degli aspetti militari degli accordi di pace.

63

2. LA CARTA NATO-UCRAINA
La Carta NATO-Ucraina è stata firmata durante il vertice di Madrid nel luglio 1997. Questo accordo, pur non rappresentando un’effettiva aspirazione ad entrare a far parte dell’alleanza, riveste una notevole importanza per entrambe i soggetti. L’Ucraina è probabilmente ancora molto lontana dai criteri necessari, ed anche dal punto di vista prettamente politico, non vi è al momento nel paese una matura opinione pubblica comune in tal senso. Sono tuttavia innegabili gli ovvii interessi in un’effettiva e duratura stabilità europea. L’Ucraina, da parte sua, ha già dato dimostrazione della sua volontà in tal senso. Dopo la riconquista della propria indipendenza, nel 1991, ha unilateralmente rinunciato al proprio armamento nucleare, aderendo al Trattato di Non Proliferazione (NPT) in qualità di stato non dotato di armi nucleari. Tale azione ha rappresentato un forte contributo per la

riduzione della minaccia nucleare e per la creazione di uno spazio comune in Europa. L’Ucraina, al suo interno, ha conseguito dei notevoli risultati nella

creazione di uno stato democratico e socialmente responsabile, nonostante le notevoli difficoltà legate alle difficili condizioni di transizione, rappresentate dell’eredità economica dell’impero sovietico e dall’inerzia di certi ambienti politici del paese. Per proseguire con successo in tale transizione è necessaria all’Ucraina la stabilizzazione dell’economia nazionale. Per superare le difficoltà connesse a

ciò, l’aiuto della comunità internazionale, nella forma di acquisizione delle risorse e delle conoscenze, è fondamentale. Parimenti è interesse dell’intera comunità euro-atlantica che l’Ucraina, con i suoi 52 milioni di abitanti, non sia lasciata da sola a fronteggiare i propri problemi economici, le difficoltà sociali ereditate e le ancora presenti conseguenze del disastro ecologico di Chernobyl. Dal canto suo, l’Ucraina si è impegnata sin dalla sua indipendenza in una politica estera mirata al rafforzamento dei rapporti con tutti i paesi vicini e con varie organizzazioni internazionali. Ma è soprattutto nei

confronti della NATO che ha rivolto la sua attenzione, probabilmente considerandola il più affidabile e capace pilastro della sicurezza europea. Pur

essendo gia un membro attivo in seno al Consiglio di partenariato euro-atlantico (EAPC) e del Partenariato per la Pace (PfP), ha voluto aprire nuove prospettive di

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cooperazione con la sottoscrizione di una Carta di partenariato specifico.

Il più

concreto ed importante risultato della Carta NATO-Ucraina è la creazione della commissione NATO-Ucraina, in ambito della quale l’Ucraina può consultarsi con tutte le nazioni alleate della NATO, su un’ampia gamma d’attività di cooperazione nel settore politico e m ilitare. Tale commissione si riunisce periodicamente a

livello di ambasciatori e talvolta a livello di Ministri degli Esteri o di Ministri della Difesa, discutendo questioni quali il rafforzamento della cooperazione nell’ambito del mantenimento della pace, la creazione di un Gruppo congiunto per la riforma della difesa e l’attuazione di un Gruppo congiunto sulla pianificazione civile d’emergenza. Il Comitato militare con l’Ucraina si riunisce invece in sessione dei Capi di Stato Maggiore della Difesa almeno due volte l’anno, ed è inoltre previsto che coincida con altre riunioni della NATO che hanno luogo allo stesso livello. La riunione include i Capi di stato maggiore della difesa dei paesi membri dell’Alleanza, i Comandanti strategici della NATO e il Rappresentante ucraino. E’ presieduta dal Presidente del Comitato Militare. Inoltre, le riunioni del Comitato Militare con l Ucraina a livello di Rappresentanti m ’ ilitari hanno luogo per due ulteriori volte l’anno. La Carta NATO-Ucraina assume in ogni caso un significato più ampio e profondo rispetto alle attività di cooperazione citate, colmando il vuoto esistente nella sicurezza e stabilità europea lasciato dalla fine della guerra fredda.

3. LE RELAZIONI NATO-RUSSIA.

La Russia fu, nel 1991, uno dei membri fondatori del North Atlantic Coperation Council (NACC). Nel 1994 ha aderito alla PfP ed ha in seguito fornito un utile contributo di truppe a supporto delle operazioni di mantenimento della pace nei Balcani. Nel Maggio 1997 è stato firmato a Parigi l”Atto istitutivo sulle relazioni, la cooperazione e la sicurezza reciproche”. A seguito di tale accordo la NATO e la

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Russia hanno creato un “Consiglio Congiunto Permanente” (PJC 53 ), nell’ambito del quale è stato possibile istituire un nuovo modello di consultazione sulle questioni concernenti la sicurezza. Dopo gli avvenimenti dell’11 Settembre 2001 è stata

fortemente sentita l’esigenza di dare un segnale di risposta tramite un’azione forte e coordinata contro le minacce comuni. A seguito di ciò è stata concepita la

“dichiarazione di Roma”, firmata nel maggio 2002. Essa si basa sugli obiettivi e sui principi dell’atto in precedenza firmato nel 1997, ed ha istituito “Consiglio NATO-Russia)”. Quest’ultimo è un meccanismo per la consultazione, la

cooperazione, e l’assunzione di decisioni su azioni in comune, nel quale le singole nazioni alleate e la Russia interagiscono paritariamente come parti uguali. E’ stato così sostituito il PJC, nell’ambito del quale i 19 alleati dovevano coordinarsi prioritariamente prima della discussione con la Russia. Prima che fosse sostituito dal Consiglio NATO-Russia nel Maggio 2002, il Consiglio Congiunto Permanente NATO-Russia (PJC), si riuniva normalmente, in sessione dei Capi di Stato Maggiore/Capi di Stato Maggiore della Difesa almeno due volte l’anno, per coincidere con la riunione del Comitato Militare della NATO in sessione dei Capi di Stato Maggiore nella primavera e nell’autunno di ogni anno. A ciascuna riunione partecipavano i Capi di Stato Maggiore della Difesa dei paesi NATO, i Comandanti strategici della NATO ed i Rappresentanti Militari della Russia. Alle riunioni del PJC in sessione permanente partecipavano i Rappresentanti Militari che hanno sede a Bruxelles; tali riunioni avevano luogo più frequentemente. Sia le riunioni in sessione di Capi di Stato Maggiore della Difesa che quelle in sessione permanente erano presiedute congiuntamente da tre rappresentanti, e cioè il Presidente del Comitato Militare, un Capo di Stato Maggiore della Difesa di un paese NATO o un Rappresentante Militare di un paese NATO con sede presso la
53

Permanent Joint Council. Il Consiglio Congiunto Permanente NATO-Russia è stato creato con L’Atto di Fondazione NATO-Russia (NATO-Russia Founding Act) firmato nel Maggio 1997. Questo stabilisce delle sessioni regolari del PJC a livello di Ambasciatori ed a livelli bi-annuale a livello dei Ministri degli Esteri. Il fine è di fornire un luogo di consultazione, cooperazione ed accrescimento del mutuo consenso su materie politiche e di Sicurezza. La Russia ha sospeso la partecipazione a queste riunioni dopo l’inizio della campagna aerea sul Kosovo. Su richiesta dell’Alleanza i paesi membri hanno potuto continuare un lavoro diplomatico assieme alla Russia per le iniziative necessarie a far cessare il conflitto. Sostituito a partire dal 2002 dal NATO-Russia Council.

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NATO a Bruxelles, ed il Rappresentante Militare russo. Nelle riunioni ora menzionate, il rappresentante di un paese NATO ruotava trimestralmente tra quelli dei paesi dell’Alleanza. Durante le riunioni, sia a livello di Capi di Stato Maggiore della Difesa che di Rappresentanti permanenti, i tre co-presidenti condividevano anche la conduzione dei lavori per ciascun argomento all’ordine del giorno. L’ordine del giorno per ciascuna riunione era approntato in conformità ad un accordo stabilito bilateralmente tra lo Stato Maggiore Militare Internazionale della NATO (IMS) e la Rappresentanza russa, ed era successivamente approvato da ciascuno dei tre presidenti. Il “Consiglio NATO-Russia” si basa su meccanismi più semplici ed ha delle prerogative più ambiziose. Si riunisce almeno una volta il mese al livello di ambasciatori e rappresentanti militari. Due volte l’anno a livello di Ministri della Difesa e di capi di Stato maggiore. Occasionalmente può riunirsi anche a livello di vertice. Come sancito nell’atto di fondazione, il “Consiglio NATO-Russia” pone la sua attenzione su aree che includono:

− − − − − − − −

la guerra contro il terrorismo; la gestione delle crisi internazionali; il controllo e la non proliferazione degli armamenti; le misure di controllo del potenziale militare e di accrescimento della fiducia fra le nazioni; la difesa dai missili balistici di teatro; la ricerca e salvataggio in mare; la cooperazione militare; la gestione di emergenze civili e di eventi catastrofici. Giova ricordare, in ogni caso, che gia prima della firma della “Dichiarazione di

Roma”, notevoli risultati sono stati ottenuti nell’ambito dei rapporti di cooperazione fra NATO e Russia. Dal 1996 un contingente Russo opera in

Bosnia-Herzegovina, integrato nella “Stabilization Force” (SFOR), ricoprendo un

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ruolo di responsabilità esclusiva in una specifica area d’assegnazione. Nel 1999, nonostante le notevoli divergenze politiche in merito alla decisione dell’alleanza di intervenire militarmente in Kosovo per porre fine alle repressioni politiche ed etniche in corso nella regione, la Russia è riuscita a ricoprire un ruolo chiave per porre termine al conflitto. Susseguentemente un contingente militare russo è stato integrato nella Kosovo Force (KFOR54 ), contribuendo in tale ambito al mantenimento della sicurezza ed al supporto degli interventi umanitari e dell’amministrazione provvisoria dell’ONU nella regione. Anche nel campo

della protezione civile e della ricerca e soccorso in mare esistevano gia da prima della dichiarazione di Roma specifici trattati bilaterali. Così come nel campo della cooperazione scientifica e dell’ecologia. La creazione del “Consiglio NATO-Russia” rappresenta quindi l’evoluzione naturale della forte volontà di rafforzamento dei legami di cooperazione che si era già manifestata nel decennio precedente.

4. IL DIALOGO CON I PAESI DEL MEDITERRANEO.

Ben cinque Nazioni alleate (Spagna, Francia, Italia, Grecia, e Turchia) toccano, con i loro confini, il Mediterraneo. E’ quindi ovvio l’interesse della NATO (e

soprattutto dell’Europa) al mantenimento della sicurezza e della stabilità nell’intera regione mediterranea. Per questi motivi, la NATO ha lanciato nel 1995 un’iniziativa tesa ad instaurare un canale di dialogo preferenziale con sei paesi che si affacciano al lato sud del Mediterraneo. A questo primo gruppo di nazioni, che comprendeva Egitto,

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Forza Multinazionale stabilita in Kossovo sotto gli auspici delle Nazioni Unite, in accordo alla risoluzione 1244 del 10 Giugno 1999. Un nucleo iniziale di truppe NATO è stato dislocato in Macedonia per facilitare e permettere l’insediamento delle forze KFOR. All’inizio della campagna aerea NATO, alla fine di Marzo, queste truppe sono state poste sotto il controllo Operativo del Comandante dei “Corpi di Reazione Rapida Alleati” (Allied Rapid Reaction Corps – ARRC) del “Comando Alleato Europeo” (Allied Command Europe – ACE). Sono poi state susseguentemente rassegnate a compiti umanitari in risposta alla crescente crisi causata dal fenomeno dei rifugiati. Con l’aggiunta di forze addizionali inviate nella regione, è stato possibile fornire un effettivo supporto ai rifugiati ed assistere le agenzie umanitarie internazionali.

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Israele, Giordania, Mauritania, Marocco e Tunisia, si è susseguentemente aggiunta nell’anno 2000 l’Algeria. Questo progetto di dialogo, che va a complementare analoghe attività intraprese dalla UE e dall’OSCE, si propone di ottenere un contributo alla sicurezza e stabilità della regione ed una migliore comprensione reciproca mirata ed evitare delle percezioni distorte nei confronti della NATO da parte dei paesi partecipanti e viceversa. Tramite quest’iniziativa è offerta alle sei nazioni, attraverso incontri

bilaterali tenuti al livello desiderato dalle nazioni stesse, la possibilità di partecipare ad attività congiunte. Queste comprendono l’offerta di corsi presso le scuole della NATO, l’organizzazione di visite d’intellettuali, accademici, parlamentari e giornalisti presso la NATO, la possibilità di osservare lo svolgimento di esercitazioni della NATO/PfP, ecc. Per quanto riguarda l’aspetto politico sono

svolti regolarmente degli incontri bilaterali a livello di ambasciatori. Vengono inoltre organizzate delle riunioni multilaterali del Consiglio Atlantico con le sette nazioni partecipanti, durante le quali sono illustrate le attività dell’Alleanza e sono scambiati i diversi punti di vista. Sulla base della migliore comprensione reciproca, tre dei sette paesi partecipanti all’iniziativa di dialogo, ed in particolare Editto, Giordania e Marocco, hanno partecipato alle missioni di mantenimento della pace, guidate dalla NATO, nei Balcani.

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CAPITOLO VII

IL PROCESSO DI ALLARGAMENTO DELL’ALLEANZA

La NATO è indubbiamente un’organizzazione difensiva aperta. dell’Alleanza è stato chiaramente determinato che:

Sin dalla nascita

“Le Parti possono, con accordo unanime, invitare ad aderire a questo Trattato ogni altro Stato europeo in grado di favorire lo sviluppo dei principi del presente Trattato e di contribuire alla sicurezza della regione dell’Atlantico settentrionale .(...)”55 . Quattro nuove adesioni hanno avuto luogo nei primi cinquanta anni di vita dell’Alleanza, ma la vera svolta è avvenuta negli anni novanta, con la fine del patto di Varsavia e con l’invito di adesione ai primi tre paesi di area ex sovietica.

1. LA GENESI DELL’ALLEANZA “A 16”

Alla firma del trattato Nord Atlantico hanno originariamente preso parte 12 paesi. Nel trattato stesso era fin da allora prevista l’adesione, su invito unanime di tutti gli altri paesi aderenti, d’ogni altro stato europeo in grado di favorire lo sviluppo dei principi originari e di contribuire alla sicurezza della regione dell’Atlantico settentrionale. Tutte le successive adesioni hanno comunque comportato discussioni e decisioni politiche difficili e strutturate. Nel 1952 furono ammessi nell’Alleanza Grecia e Turchia. In piena guerra fredda, l’adesione delle due nazioni ha avuto un notevole significato, rafforzando il fronte sud del confine con il blocco sovietico ed incrementando notevolmente le capacità militari dell’alleanza nell’area meridionale.

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Articolo 10, Trattato Nord Atlantico, Washington DC, 4 aprile 1949

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Dopo la fine della seconda guerra mondiale, era abbastanza diffusa l’opinione che concedere alla Germania occidentale la possibilità di ricostruire un qualsiasi potenziale militare avrebbe rappresentato un pericolo per la pace. Nonostante ciò nel 1955, e cioè dopo solo un decennio dalla fine del conflitto, la Repubblica Federale di Germania fu ammessa nella NATO, sempre con lo scopo di bilanciare ad ovest il potenziale militare espresso dal Patto di Varsavia. La Germania

Occidentale, dando il via allo sviluppo di nuove capacità di difesa integrate nella struttura NATO, iniziò così un processo di profonda e decisa integrazione con l’occidente, creando le basi per la sua futura riunificazione con la parte orientale. Nel 1982 fu ammessa la Spagna. Tale evento causò un acceso dibattito

interno nella nazione, che dovette anche sottoporre la decisione a due referendum popolari. A causa di tali controversie politiche, solo nel 1998 la Spagna ha potuto entrare a far parte integrante della struttura organizzativa militare dell’Alleanza. Ogni fase di questo processo è dunque sempre stata soggetta a controversie specifiche. Anche la politica di allargamento, in generale, non ne è però stata esente. Fra le questioni più frequentemente sollevate vi erano quelle sulla

possibilità di deliberare efficacemente e prendere decisioni, per le quali è richiesta l’unanimità, in un’Alleanza ulteriormente allargata. Inoltre, un allargamento

generalizzato dell’Alleanza avrebbe potuto irritare la Russia ed il blocco orientale, che avrebbe potuto percepirla come un atto di ostilità verso i propri interessi. Il

dibattito su queste questi problemi sono divenuti molto più frequenti dopo la fine della guerra fredda, con un’Alleanza giunta ormai a 16 membri.

2. LO ”STUDIO SULL’ALLARGAMENTO DELLA NATO” E L’ADESIONE
DI POLONIA, REPUBBLICA CECA ED UNGHERIA

L’obiettivo che è alla base di un’ulteriore apertura dell’Alleanza a nuovi membri, è quello di rafforzare la stabilità in tutta l’Europa, non quello di estendere l’influenza o le capacità militari della NATO o di alterare la natura del suo basilare dispositivo di difesa. Le garanzie offerte dalla sicurezza collettiva della NATO e l’utilizzo di strutture di forze multinazionali costituiscono il miglior modo per

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raggiungere tale obiettivo, basandosi sulla condivisione dei rischi, delle responsabilità e dei costi. Nel gennaio 1994, al vertice di Bruxelles, i leader alleati riaffermarono quindi che l’Alleanza era aperta alla partecipazione di altri stati europei in grado di favorire i principi del Trattato di Washington e di contribuire alla sicurezza nell’area nord atlantica. In seguito ad una decisione presa dai Ministri degli esteri alleati nel dicembre 1994, gli aspetti riguardanti il “perché e come” delle future adesioni all’Alleanza furono esaminati dagli alleati nel corso del 1995, mantenendo come punti fermi di qualsiasi ipotesi il mantenimento del sistema decisionale basato sull’unanimità di tutti i membri e la realizzabilità economica. Lo “Studio sull’allargamento della NATO” che ne risultò, fu pubblicato nel settembre 1995. I principi evidenziati nello Studio rimangono basilari per

l’atteggiamento d’apertura tenuto dalla NATO nell’invitare nuovi paesi ad unirsi ad essa. Riguardo al “perché ”dell’allargamento della NATO, lo Studio concludeva che, con la fine della Guerra fredda e con la scomparsa dell’Organizzazione del Patto di Varsavia, vi era al contempo la necessità e l’occasione unica per creare una migliorata sicurezza nell’intera area euro-atlantica, senza creare nuovamente delle linee di divisione. Secondo lo studio, l’allargamento dell’Alleanza contribuirà a migliorare la stabilità e la sicurezza di tutti i paesi dell’area euro-atlantica in numerosi modi. Incoraggerà e sosterrà le riforme democratiche, in particolare l istituzione di un ’ controllo civile e democratico sulle forze armate. Favorirà modelli e forme di

cooperazione, di consultazione e di ricerca del consenso, che caratterizzano le relazioni tra gli attuali Alleati, e promuoverà relazioni di buon vicinato nell’intera area euro-atlantica. Accrescerà la trasparenza nella pianificazione della difesa e

nei bilanci militari, accrescendo quindi la fiducia tra gli stati, e rafforzerà la tendenza all’integrazione e alla cooperazione in Europa. Consentirà inoltre

all’Alleanza di contribuire maggiormente alla sicurezza europea e internazionale e di sostenere le attività di mantenimento della pace sotto l’egida dell’ONU o dell’OSCE e rafforzerà ed amplierà il legame transatlantico.

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Riguardo al “come” dell’allargamento, lo studio confermava che, come in passato, ogni futura ulteriore attribuzione dello status di membro dell’Alleanza sarebbe avvenuta in base all’articolo 10 del Trattato Nord Atlantico. Una volta

entrati, i nuovi membri avranno tutti i diritti e assumeranno tutti gli obblighi concernenti lo status di membro in virtù del Trattato. Sarà necessario che essi accettino e osservino i principi, le politiche e le procedure adottate da tutti i membri dell’Alleanza al momento della loro adesione. Lo Studio chiariva che la volontà e la capacità di onorare tali impegni, non solo sulla carta ma anche in pratica, avrebbero rappresentato un fattore discriminante in ogni decisione assunta dall’Alleanza di indirizzare ad un paese l’invito a aderire. Gli stati che sono coinvolti in conflitti etnici o in controversie internazionali per motivi territoriali, come rivendicazioni irredentistiche o controversie giurisdizionali interne, devono impegnarsi a risolvere tali situazioni con mezzi pacifici conformemente ai principi dell’OSCE, prima di poter diventare membri. Lo Studio inoltre rilevava come la capacità dei paesi interessati a contribuire militarmente alla difesa collettiva, al mantenimento della pace e alle altre nuove missioni dell’Alleanza avrebbe costituito un altro elemento per decidere se invitarli a aderire all’Alleanza. Infine, concludeva lo Studio, gli alleati avrebbero deciso all’unanimità se invitare ciascun nuovo membro a aderire, basando la loro decisione sul contribuito alla sicurezza e alla stabilità nell’area nord Atlantica che il nuovo membro avrebbe apportato. Nessun paese estraneo all’Alleanza ha un diritto di veto o un qualsivoglia diritto di interferenza o controllo sul processo d’allargamento o sulle decisioni ad esso relative. Al vertice di Madrid del luglio 1997, alla fine di un approfondito dibattito a tutto campo e di un intensificato dialogo con ciascuno dei paesi partner interessati, i Capi di stato e di governo dell’Alleanza invitarono la Repubblica Ceca, l’Ungheria e la Polonia ad iniziare con la NATO i colloqui riguardanti l’adesione. In seguito a tale decisione, nell’autunno 1997 iniziarono le trattative con ciascuno dei paesi invitati e nel dicembre 1997 furono firmati i rispettivi Protocolli d’Adesione. Tali Protocolli furono ratificati da tutti i 16 paesi alleati secondo le rispettive procedure nazionali e dai nuovi membri.

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Contemporaneamente alla fase di ratifica, di carattere prettamente politico, fu intrapresa un’intensa attività che si svolse sia in questi stessi paesi che nella NATO, per consentire alle forze armate ceche, ungheresi e polacche di adeguarsi al loro futuro ruolo. In questo modo, tramite delle relazioni e degli incontri preparatori

per agevolare ciascun paese all’adempimento degli obblighi che avrebbe assunto divenendo membro dell’Alleanza e per consentire loro di familiarizzare con le procedure e le pratiche in vigore, il processo d’adesione alle strutture militari dell’Alleanza è avvenuto efficacemente. Questi preparativi contribuirono a

definire la partecipazione di ciascun nuovo paese membro alle strutture della NATO, a stabilire i metodi attraverso i quali si sarebbe realizzata la loro integrazione e a facilitare il loro coinvolgimento nelle attività dell’Alleanza nel corso della fase d’adesione. Nel marzo 1999 i tre paesi aderirono formalmente al Trattato e nell’aprile 1999, a Washington, questi tre paesi hanno partecipato alla loro prima riunione al vertice in qualità di membri della NATO 56 . L’allargamento dell’Alleanza e l’adesione di tre nuovi membri, insieme all’influenza della cooperazione nell’ambito del programma di Partenariato per la Pace, spostano l’attenzione dei responsabili militari verso le attuali e future esigenze. Ciò implica delle capacità più mobili e più flessibili, concepite per facilitare una rapida reazione, l’invio di rinforzi e la risposta ad altre esigenze nel campo della gestione delle crisi. I nuovi paesi membri parteciperanno all’intera gamma delle missioni e dei compiti della NATO. Saranno attivamente coinvolti,

al fianco degli altri paesi che partecipano alla struttura di comando militare integrata, alla pianificazione, allo sviluppo e al personale assegnato alle strutture delle forze della NATO. In tale occasione, i leader della NATO hanno sottolineato come l Alleanza ’ sarebbe rimasta aperta ed hanno affermato che la NATO avrebbe continuato ad accogliere nuovi membri che fossero in grado di favorire i principi del Trattato e di contribuire alla pace e alla sicurezza nell’area euro-atlantica.

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Nell’Allegato “H” è riportato un riassunto cronologico di tutte le tappe che hanno portato alla adesione dei tre nuovi stati membri.

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3. IL “MEMBERSHIP ACTION PLAN (MAP)”
La NATO prevede di indirizzare nei prossimi anni altri inviti a paesi che sono desiderosi ed in grado di assumere le responsabilità e gli obblighi che lo status di membro comporta, se considererà l’adesione di questi paesi utile agli interessi generali, politici e strategici, dell’Alleanza e tale da rafforzare la sicurezza e la stabilità complessive dell’Europa. I leader della NATO hanno avviato inoltre un Piano d’Azione per l’Adesione (MAP – Membership Action Plan), concepito specificamente per fornire consigli e suggerimenti ai paesi che aspirano a aderire all’Alleanza. Nove paesi, hanno

immediatamente espresso il loro interesse nell’iniziativa: Albania, Bulgaria, Estonia, Latvia, Lituania, Romania, Slovacchia, Slovenia e Macedonia. Maggio 2002 anche la Croazia ha aderito al MAP. Nel novembre 2002, sette di questi stati (Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia) sono stati invitati ad iniziare le trattative per l’adesione in occasione del summit di Praga. Il Piano d’Azione per l’Adesione (MAP) è destinato ad assistere nella loro preparazione quei paesi che desiderano aderire all’Alleanza fornendo consigli, assistenza e sostegno pratico su tutti gli aspetti dell’adesio ne alla NATO. Le sue principali caratteristiche sono: Nel



i paesi candidati sottopongono annualmente dei programmi nazionali individuali sulla loro preparazione ad una possibile futura adesione e riguardanti gli aspetti politici, economici, della difesa, delle risorse, della sicurezza e quelli normativi;



un franco meccanismo di riscontro focalizzato sui progressi dei paesi candidati riguardo ai loro programmi, che includa consigli di ordine sia politico che tecnico, come pure delle riunioni annuali nella composizione 19 +1 a livello di Consiglio per valutare i progressi compiuti;



un meccanismo di compensazione per contribuire a coordinare l’assistenza da parte della NATO e dei paesi membri ai paesi candidati nel settore militare e della difesa;

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un metodo di pianificazione della difesa per i candidati che includa l’elaborazione e il riesame degli obiettivi di pianificazione stabiliti.

Per diventare membri della NATO, i paesi candidati devono dimostrare di aver raggiunto un sistema di governo democratico funzionante, un sistema politico stabile ed un’economia di mercato. Devono inoltre dimostrare di trattare le

problematiche relative alle minoranze etniche secondo le linee guida dell’OSCE, di avere risolto qualsiasi disputa o controversia con i paesi confinanti, di prediligere generalmente la soluzione di ogni controversia in maniera pacifica. E’ inoltre loro richiesto di essere in grado di dare volontariamente un contributo militare all’Alleanza, di perseguire l’interoperabilità con le forze degli altri paesi membri e di fare in modo che le relazioni interne fra l’apparato militare e le organizzazioni civili e politiche siano in accordo con gli standard democratici. Delle riunioni periodiche permettono alle singole nazioni di verificare i progressi e di beneficiare d’assistenza, consigli ed aiuti. I Ministri degli esteri della NATO tengono sotto continuo esame il processo d’allargamento, inclusa l’attuazione del Piano d’azione per l’adesione. L’avvio del Piano d’azione per l’adesione (MAP), ha aiutato i paesi candidati all’adesione alla NATO a focalizzare sempre più la loro preparazione sul raggiungimento degli obiettivi e delle priorità enunciate nel Piano. Inoltre, la sua attuazione ha cessato di essere una questione riguardante solo i Ministeri degli Esteri e della Difesa. Con l’istituzione di riunioni interministeriali a livello nazionale, il raggiungimento degli obiettivi del Piano coinvolge sempre più altre strutture governative in un’azione coordinata e sistematica. Il MAP rende concreto l’impegno della NATO a tenere la propria porta aperta. In ogni caso, la partecipazione al MAP non garantisce la futura adesione, come il Piano non consiste semplicemente in un elenco di criteri che i paesi candidati devono seguire. Le decisioni di invitare i candidati ad avviare le t attative per r l’adesione sono prese all’interno della NATO all’unanimità e caso per caso. Il MAP consente che validi riscontri e consigli vadano dalla NATO ai paesi candidati riguardo alla preparazione per conseguire la futura adesione e prevede una serie d’attività destinate a rafforzare la candidatura di ciascun paese candidato.

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Il MAP non sostituisce il programma di Partenariato per la Pace (PfP). La partecipazione dei paesi candidati al PfP e al suo Processo di Pianificazione e di revisione (PARP 57 ) è stata adattata alle loro esigenze. Una piena partecipazione al PfP/PARP è essenziale, perché consente ai paesi candidati di sviluppare l’interoperabilità con le forze della NATO e di preparare le loro strutture delle forze e le loro capacità ad una possibile futura adesione. Come il PfP, il MAP si basa sul principio dell’autodifferenziazione: i paesi candidati sono liberi di scegliere gli elementi del MAP più idonei alle loro priorità e alle loro situazioni nazionali. I paesi candidati presentano un Programma

nazionale annuale sulla preparazione alla possibile adesione che copre aspetti politici ed economici, di difesa/militari, delle risorse, della sicurezza e normativi, stabiliscono i loro obiettivi, i loro scopi e i tempi di realizzazione. Ci si attende che tali programmi siano aggiornati ogni anno dai paesi candidati, ma possono essere modificati in ogni momento. La NATO segue i progressi compiuti da ciascun paese candidato e fornisce consigli politici e tecnici. Riunioni del Consiglio Atlantico con ciascuno dei paesi candidati hanno luogo per discutere dei progressi compiuti. Durante tutto l’anno riunioni ed incontri di lavoro con esperti civili e militari della NATO in vari settori consentono di valutare l’intera gamma delle questioni connesse all’adesione. Ogni anno, un rapporto annuale complessivo sui progressi compiuti nelle attività comprese nel MAP è sottoposto ai Ministri degli esteri e della difesa della NATO, nelle loro ordinarie riunioni di primavera. Ci si attende che i paesi candidati conseguano certi obiettivi in campo politico ed economico. Questi includono: risolvere con mezzi pacifici ogni controversia internazionale, etnica o di natura territoriale con l’estero; dimostrare rispetto per lo stato di diritto e i diritti umani; istituire un controllo democratico sulle proprie forze armate, promuovere la stabilità e il benessere attraverso la libertà economica, la giustizia sociale e un atteggiamento responsabile in campo ambientale.

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Planning And Review Process. Il Processo di Pianificazione e Verifica dell’iniziativa PfP é stato creato nel Novembre 1994 nell’ambito del Programma PfP, con partecipazione, su base volontaria, delle nazioni interessate. E’ mirato ad incoraggiare la trasparenza nella pianificazione della difesa e lo sviluppo della interoperabilità delle forze dei paesi Partner con i paesi membri della NATO, attraverso lo sviluppo e la verifica di obiettivi comuni concordati. Diciassette paesi Partner partecipano al PARP.

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Le questioni militari e della difesa si focalizzano sulla capacità del paese a contribuire alla difesa collettiva e alle nuove missioni dell’Alleanza. La piena partecipazione al PfP costituisce un elemento fondamentale. Attraverso i loro programmi individuali, i paesi candidati possono concentrarsi sulle questioni essenziali relative all’adesione. Gli Obiettivi del Partenariato per i paesi candidati includono degli obiettivi di pianificazione che coprono quei settori più direttamente rilevanti per i paesi che aspirano a aderire alla NATO. Le questioni riguardanti le risorse si focalizzano sull’esigenza di ogni paese candidato a consacrare alla difesa sufficienti risorse per consentirgli di fronteggiare gli obblighi che la futura adesione comporterebbe in termini d’impegni collettivi in ambito NATO. Le questioni di sicurezza si focalizzano sulla necessità, per i paesi candidati, di controllare che siano state attuate procedure in grado di garantire la sicurezza delle informazioni sensibili. Gli aspetti normativi si riferiscono all’esigenza per i paesi candidati di garantire che le disposizioni e gli accordi che regolano la cooperazione all’interno della NATO siano compatibili con la loro legislazione interna. In definitiva, risulta che l’ampliamento della NATO è un processo aperto e continuo, non un evento unico, e costituisce un ulteriore passo verso l’obiettivo fondamentale dell’Alleanza di migliorare la sicurezza e di espandere la stabilità in tutta l’area Euro-Atlantica, il che consente di completare le più generali tendenze all’integrazione, in particolare l’allargamento della UE e della WEU e il rafforzamento dell’OSCE.

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CAPITOLO VIII

LA NATO DEL VENTUNESIMO SECOLO

Nell’arco dalla sua esistenza, l’Alleanza ha dovuto più volte adattare le proprie strategie agli avvenimenti ed al variare delle condizioni. Lo stravolgimento dell’assetto politico internazionale avvenuto negli ultimi quindici anni, per la sua dimensione ed importanza, rende necessaria una profonda revisione, non solo dottrinale ma anche pratica, dei mezzi, dei metodi e dell’organizzazione. Dal canto loro, con la fine della politica della “confrontazione” Est-Ovest, gli Stati Uniti hanno dato inizio ad una riduzione di circa un terzo dello strumento militare, seguiti da tutti i principali alleati. Con le operazioni sui balcani, inoltre, l’Alleanza ha potuto costatare le difficoltà peculiari delle operazioni di supporto alla pace ed individuare sul campo le proprie principali carenze. In quest’ottica, la NATO ha avviato un complesso processo di

trasformazione del dispositivo di difesa, per renderlo più snello, flessibile e modulabile, quindi più idoneo alle esigenze future. Deve inoltre essere tenuto conto delle possibili ed inevitabili interazioni con le altre istituzioni, principalmente Unione Europea e WEU, per fare in modo che siano evitate duplicazioni di sforzi da parte degli stati membri. L’Alleanza, allargando le proprie responsabilità alle operazioni di supporto alla pace, sposta, di fatto, il baricentro dei propri obiettivi più sulla “sicurezza” internazionale che sulla “difesa” comune. Sono quindi presi in considerazione tutti i

pericoli d’origine endogena che potrebbero in qualche maniera mettere in pericolo gli stati membri e l’Alleanza nel suo complesso. La lotta al terrorismo, con le connotazioni di “internazionalità” recentemente assunte, deve quindi essere incluso fra gli argomenti di maggiore attenzione per garantire la sicurezza. Sulla base di queste premesse, é prevedibile che la NATO continuerà ad avere, ancora per parecchi anni, un ruolo di rilevanza nella politica internazionale futura.

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1. LA TRASFORMAZIONE DEL DISPOSITIVO DI DIFESA
Come noto, il ruolo della NATO è stato ed è tuttora quello di garantire la sicurezza e l’integrità territoriale dei paesi membri. Sulla base di tali premesse,

per almeno quaranta anni, la principale preoccupazione degli Alleati è stata quella di mantenere delle forze sufficienti per costituire una dissuasione ed una difesa contro la minaccia della guerra. Il ruolo ed i compiti della NATO rimangono

tuttora immutati, sebbene la situazione riguardante la sicurezza, dagli anni ’90 in poi, sia del tutto differente rispetto al passato. Ciò ha permesso un

ridimensionamento dell’Alleanza, che ha anche potuto assumere nuovi ruoli, parallelamente all’immutata funzione primaria di difesa collettiva. Ad esempio, attraverso tutta una lunga serie di accordi ed iniziative di cooperazione (PfP-EAPC, Consiglio NATO-Russia, Commissione NATO-Ucraina, ecc.), la NATO svolge una capillare e rilevante azione nell’agevolare la trasparenza e nel creare maggiore fiducia con i suoi partner. Le stesse iniziative svolgono

inoltre un importante ruolo nella verifica degli accordi sul controllo degli armamenti. In generale, i compiti di mantenimento della pace e di gestione delle crisi delle forze della NATO sono andati crescendo d’importanza di pari passo con lo sviluppo del ruolo complessivo assunto dall’Alleanza in questo campo. E’ proprio in tale ruolo che l’Alleanza ha dovuto affrontare le sfide più difficili, che hanno richiesto determinazione, unità d’intenti, e l’entrata in azione sul campo della NATO, nell’ambito degli sforzi multinazionali per porre fine al conflitto nei Balcani. L’Alleanza ha utilizzato per la prima volta nel 1993 la forza armata

quale strumento di gestione delle crisi a sostegno degli sforzi delle Nazioni Unite volti a porre fine al conflitto Jugoslavo. Con tale azione la NATO ha contribuito

alla realizzazione di un accordo di pace in Bosnia. In seguito, alla NATO è stato assegnato il compito dell’attuazione degli aspetti militari dell’accordo guidando prima un’apposita Forza multinazionale di implementazione (IFOR), e

susseguentemente una Forza di stabilizzazione (SFOR). In entrambe i casi, la NATO ha agito in virtù di mandati delle Nazioni Unite. In pratica la NATO ha allargato l’ambito delle sue iniziative e possibilità d’azione

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in maniera notevole, sebbene gradualmente.

Inizialmente ha, infatti, avuto un

compito relativamente limitato di sostegno agli sforzi dell’ONU per il mantenimento della pace, per poi assumere il pieno controllo di tutte le complesse operazioni, coinvolgendovi la partecipazione di forze d’altri paesi non membri. Questi avvenimenti prettamente militari, hanno avuto notevoli ripercussioni politiche, causando un’intens ificata cooperazione tra la NATO, i suoi partner ed anche altri paesi, producendo notevoli benefici per la sicurezza e la stabilità dell’intera Europa. Tali effetti sono proseguiti con l’operazione effettuata in Kosovo, nella quale l’Alleanza ha contribuito ad attenuare la crisi umanitaria nei paesi limitrofi, ha condotto una campagna aerea per porre termine al conflitto interno ed ha in seguito guidato il dispiegamento di una forza militare (KFOR) per creare le basi per una pace e stabilità durature. Tutto questo ha rafforzando l’immagine e le capacità della NATO nella gestione delle crisi internazionali. L’evoluzione del ruolo dell’Alleanza nel contesto geopolitico internazionale, e soprattutto Europeo, riflette l’impegno a sviluppare l’Identità di Sicurezza e Difesa Europea nell’ambito della NATO, dando un notevole impulso all’attività politica dell’EU in tale direzione. Anche in campo prettamente militare possono essere facilmente individuate delle azioni volte a adattare le forze dell’Alleanza alle nuove circostanze. La

NATO sta creando una struttura ridotta, ma significativamente più mobile e flessibile. L’entità specifica delle riduzioni può essere quantizzata in circa un Anche il

terzo, sia per la componente terrestre, che per quelle navali ed aeree.

livello di prontezza e reazione di molti reparti è stato ridimensionato. La NATO si sta quindi riorganizzando per consentire una ricostruzione delle forze ed un loro accrescimento in maniera flessibile, sia per far fronte sia alle esigenze di difesa collettiva, sia per la gestione delle crisi, sia per le operazioni a sostegno della pace. Al vertice NATO di Bruxelles del Gennaio 1994 è stato approvato il concetto di “Forze d’Intervento Multinazionale Interforze” (Combined Joint Task Forces CJTF), quale importante componente dell’adattamento delle strutture dell’Alleanza ai cambiamenti nel contesto della sicurezza europea. Con il concetto di

“Combined Joint Task Forces” si sono voluti creare dei mezzi flessibili per

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affrontare le nuove sfide alla sicurezza, con particolare attenzione ad operazioni che possano coinvolgere la partecipazione di paesi non membri dell’Alleanza e ad operazioni di mantenimento della pace e sicurezza internazionale a cui la NATO potrebbe partecipare, senza averne la “leadership”, con propri mezzi e strutture. Lo scopo è quello di rendere la NATO capace di dispiegare, con breve preavviso, forze multinazionali ed interforze adattate alle specifiche esigenze del caso, facilitando l’integrazione ad operazioni a sostegno della pace di paesi non membri. In sintesi, la NATO è tuttora in una fase di continua trasformazione delle proprie forze convenzionali e di tutto il dispositivo di difesa. processo deve tener conto di molti fattori. Questo complesso

In caso di minaccia militare per la

sicurezza dei membri dell’Alleanza la NATO deve poter avere un’adeguata capacità militare per affiancare e rafforzare l’azione politica, che rimane l’elemento essenziale alla base dell’esistenza stessa del sodalizio militare dell’Alleanza. Tale capacità militare, e la relativa prontezza d’azione, per essere credibili devono essere manifestate in modo chiaro. Nel corso dei cinque decenni d’esistenza sono state create molte strutture di supporto alla difesa integrata, che vanno dalla pianificazione collettiva delle forze, al finanziamento comune, alle formazioni multinazionali, al sistema integrato di difesa aerea, ai comandi multinazionali, ecc. Queste risorse forniscono

innanzitutto dei benefici politici e militari ai paesi membri, per lo scambio di personale, informazioni, esperienze, per l’addestramento in comune, e per altri mille motivi di carattere operativo e logistico. della NATO a tali L’ammissione dei paesi partner

risorse organizzative e la creazione d’analo ghe strutture

consente e facilita il rafforzamento della cooperazione e dell’impegno comune nelle questioni concernenti la sicurezza Euro-Atlantica Alla base di tutti i cambiamenti rimangono in ogni caso due principi intangibili:

− −

l’impegno alla difesa collettiva, quale funzione centrale e fondamento dell’Alleanza; la salvaguardia del legame transatlantico, quale garante della credibilità e dell’efficacia dell’Alleanza.

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E’ in ogni modo chiaro che, in definitiva, la minaccia di una guerra su larga scala, provocata da un conflitto ideologico, da ostilità politica e da contrapposizione militare, è notevolmente diminuita. L’attenzione è invece rivolta molto di più a compiti di mantenimento della pace, di prevenzione dei conflitti, di gestione delle crisi che la NATO effettivamente può trovarsi a dover fronteggiare. Alcuni di questi rischi sono insiti in situazioni conflittuali tramandate sin dalla fine della guerra fredda, come ad esempio il caso della Ex-Jugoslavia che, per la portata, la vicinanza e le implicazioni dirette con il tessuto politico Europeo,

possono rappresentare non solo dei rischi per la pace di alcuni stati, ma anche dei pericoli diretti per la stabilità regionale. Ciò dimostra ulteriormente che è, per i membri dell’Alleanza, assolutamente necessario mantenere una forte solidarietà, politica e militare, per far fronte ad un’ampia gamma d’eventualità.

2. LA GUERRA AL TERRORISMO.

E’ noto che, gia da qualche anno, gli Stati Uniti sono impegnati nella cosiddetta “guerra al terrorismo”, con tutte le implicazioni e le conseguenze, di carattere politico, economico, di sicurezza, che una vera e propria guerra comporta. Allo stesso tempo, nonostante la solidarietà politica dimostrata specialmente dopo gli eventi dell’11 Settembre, l’Europa non fa altrettanto. Gli stati europei, sebbene toccati a loro volta direttamente dal terrorismo, continuano ad inquadrare il problema nell’ambito delle attività volte ad incrementare la loro sicurezza interna. L’Europa ha già per lungo tempo dovuto occuparsi di contrastare dei fenomeni di terrorismo, di livello inferiore a quello emerso di recente, mettendo in campo tutta una serie di rimedi e misure tese, più che altro, al controllo ed al contrasto politico-sociale, mantenendo la sfida con le organizzazioni terroristiche al livello di “lotta all’illegalità”, ed utilizzando solo ciclicamente e limitatamente delle misure di mantenimento dell’ordine straordinarie. Gli Stati Uniti hanno invece avvertito il fenomeno in maniera diversa. Mentre tentavano di costruire la loro sicurezza tramite una politica di stabilizzazione a

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livello mondiale, sono stati colpiti direttamente al loro interno, con una forza e con degli effetti che mai avrebbero potuto immaginare. Ciò ha causato ovviamente un senso d’ins icurezza e d’urgenza, che non avrebbe mai potuto trovare, sia per la classe dirigente politica che per l’opinione pubblica, una risposta sufficiente in termini d’aumento delle misure di sicurezza. Un pacchetto di misure limitato a ciò sarebbe stato interpretato come un atteggiamento passivo, che avrebbe causato insoddisfazione nelle persone e nell’apparato economico americano, abituato a soluzioni pragmatiche e basate su programmi ben definiti. Probabilmente, una pianificazione con dettagli sulle strategie e sullo sviluppo temporale della guerra al terrorismo esiste, e viene solo fumosamente accennata per le implicazioni geopolitiche e per la durata, stimabile in 15-25 anni, che potrebbero turbare o peggio irritare sia stati esteri che movimenti e lobbie s interne. Si è quindi creata sulle due sponde dell’atlantico una diversa visione su come affrontare il fenomeno: con misure di sicurezza e di politica internazionale, ossia con un approccio tendenzialmente reattivo in Europa; con un vero e proprio piano bellico, confezionato in una strategia di riassetto mondiale e di stabilizzazione complessiva negli Stati Uniti. Oltre alle diverse visioni su metodi e tecniche per affrontare il fenomeno, anche la definizione stessa di terrorismo porta a diverse interpretazioni, sebbene risulti chiaro ed unanimemente compreso il pericolo che gruppi terroristici organizzati e legati a concezioni ideologiche o religiose possa rappresentare. E’

invece molto chiaro che gruppi terroristici, o criminali in genere, per poter operare hanno bisogno di disporre di grandi quantità di denaro, nonché di poter manovrare finanziariamente attraverso le frontiere nazionali. Negli stati dove principalmente operano, i gruppi terroristici hanno dunque bisogno di un certo livello di copertura, che permetta loro di non essere perseguiti e di operare impunemente. Sebbene molti avessero subito previsto una serie di attacchi militari immediatamente dopo l’attentato al World Trade Center, gli Stati Uniti hanno innanzitutto costruito una serie di azioni diplomatiche, finanziarie, e di aumento della sicurezza.

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La strategia USA che è stata immediatamente implementata si basa su:

− −

nessuna concessione alle organizzazioni terroristiche e massimo impegno per portare i responsabili di fronte alla giustizia; ottenere il più ampio consenso internazionale sul fatto che il terrorismo è un crimine contro il mondo civilizzato e rappresenta un pericolo per esso, offrendo a chiunque concordi su ciò possibilità di cooperazione;



utilizzo di tutti i mezzi possibili (intelligence, finanziari, militari, ecc.) per degradare ed eventualmente distruggere le cellule terroristiche operative e la rete di supporto che le alimenta;

− −

isolare gli stati che supportano il terrorismo o che offrono riparo ad attivisti o a cellule di supporto al terrorismo; incrementare le capacità di difesa, nazionali e di tutti i partner internazionali, per coprire una larga possibilità di risposta a diverse possibilità di attacchi terroristici, includendo l’uso di armi di distruzione di massa;



trasformare l’ambiente dove maggiormente si sviluppa il terrorismo, cercando di favorire lo sviluppo nelle aree del mondo dove le popolazione si sentono oppresse dalla “globalizzazione” e dalla modernizzazione occidentale ;



minimizzare le conseguenze di contrapposizione con il Mondo Islamico.

Il grande sforzo in queste attività ha fatto sì che solo alcuni mesi dopo l’attentato del 11 Settembre 2001 è stato compiuta l’azione di rimozione del governo Afgano e che dopo ben 18 mesi è stato avviato l’interve nto in IRAQ, confermando l’esistenza di una pianificazione pluriennale deliberata ed articolata. Anche l’Unione Europea ha reagito, specialmente come risposta alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU numero 1373, invitando gli stati membri a prendere una serie di misure d’intensificazione della sicurezza e finanziarie. Nessuno ha sottoscritto pubblicamente la dichiarazione di guerra al

terrorismo proclamata dagli Stati Uniti, ma una serie d’accordi bilaterali ha nno intensificato la cooperazione, specialmente nell’ambito dei servizi di sicurezza, dell’intelligence, dello scambio di informazioni.

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Il ruolo della NATO nel contesto della guerra al terrorismo è di difficile interpretazione, ed è stato più volte oggetto di notevoli discussioni a tutti i livelli. E’ stato spesso ripetuto che la NATO non ha alcuna legittimazione per assumere il ruolo di “polizia internazionale”, e quindi di assumere iniziative nell’ambito di attività di lotta al terrorismo. Inoltre, la natura del trattato, tesa alla difesa del

territorio degli stati membri, ha posto a molti dei dubbi sulla legittimità e sull’opportunità di proiezioni militari a lunga distanza. In ogni modo, allo stesso tempo in cui il mondo affronta la nuova delicata sfida riguardante il terrorismo su larga scala, la NATO sta subendo delle notevoli trasformazioni. Le nuove sfide legate alla lotta al terrorismo internazionale sono

state al centro delle discussioni del summit di Praga del Novembre 2002, durante il quale è stato concordato che la NATO deve essere capace di mettere in campo delle forze rapidamente ed in qualsiasi luogo vi sia bisogno, d’essere capace di sostenerle nel tempo ed a distanza, anche nel caso che queste siano impegnate in operazioni di tipo non convenzionale, anche contro minacce di tipo nucleare o biologico. Al

summit è stata approvata la creazione di una NATO Response Force (NRF), appositamente disegnata per dare alla NATO la capacità di poter dispiegare forze ed intervenire in qualunque parte del mondo con un preavviso di 7-30 giorni. Questo ha cambiato notevolmente le condizioni iniziali e le premesse di base sul ruolo della NATO, allargando notevolmente l’orizzonte geografico e

l’orientamento strategico fondamentale. D’altra parte, è multilateralmente compreso che se gli alleati non troveranno il modo di accordarsi su una forma di legittimazione che impegni la NATO nella lotta al terrorismo, questo tipo di operazioni continueranno ad essere svolte da coalizioni formate di volta in volta, sotto il comando militare degli Stati Uniti. Gran parte

degli stati membri, come gia successo, si troveranno quindi ad operare assieme sotto una diversa organizzazione, alla dipendenza della leadership nazionale USA, indebolendo, di fatto, l’alleanza stessa e la sua credibilità. Mentre alcune nazioni

europee sostengono che le capacità derivanti dalla Politica di Difesa e Sicurezza Europea (ESDP) dovrebbero essere limitate ad un preciso perimetro geografico e non includere la partecipazione ad azioni di contesto più ampi, quali la guerra al terrorismo, i fatti dell’11 Settembre 2001 hanno viceversa mostrato che tutti i

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governi europei si sono affrettati a stabilire delle linee di comunicazione preferenziale, inviando dei propri militari presso il Comando Centrale US per l’operazione Enduring Freedom. Lasciare l’azione diretta della guerra al

terrorismo, ossia il lavoro sporco, agli Stati Uniti, e quindi limitare l’intervento dell’Europa ad operazioni successive di mantenimento della pace, di ricostruzione e di finanziamento di quest’ultima, andrebbe alla lunga a penalizzare enormemente il ruolo europeo, non solo nell’ambito dell’Alleanza, ma nel contesto politico internazionale generale. Tale evento relegherebbe, infatti, l’Europa in un ruolo di

sempre maggiore irrilevanza nelle questioni di sicurezza internazionale, sbilanciando ulteriormente l’Alleanza ed andando a discapito della sicurezza e stabilità transatlantica in generale. Mentre le discussioni sul ruolo dell’Europa nella guerra al terrorismo sono rallentate dalle implicazioni di politica interna dei singoli stati membri, le veloci modifiche di strategia degli Stati Uniti, catalizzate dagli interventi bellici in Afghanistan ed in IRAQ, hanno accelerato in maniera impressionante il processo di trasformazione dello strumento militare sull’altra sponda dell’Atlantico. Di

conseguenza, nonostante tutti i propositi tesi a ridurre il gap tecnologico sempre esistito all’interno della NATO per trovare un nuovo equilibrio nell’era del dopo guerra fredda, la differenza di capacità tra USA e membri europei sta aumentando rapidamente, specialmente nel campo dell’impiego di tecnologie di punta e nella gestione delle informazioni. Questo non voluto incremento di gap tecnologico ha L’integrazione di forze di così

conseguenze pratiche, ma soprattutto politiche.

diverso livello, può, infatti, essere difficoltosa. Il vantaggio tecnologico americano può far sì che l’apparato militare statunitense possa più efficacemente raggiungere i risultati desiderati agendo unilateralmente, anziché nell’ambito di una coalizione nella quale le diversità di livello tecnologico degli stati partecipanti potrebbero comportare delle difficoltà maggiori dell’assistenza apportata. E’ dunque chiaro

che un accorciamento del suddetto gap tecnologico tra USA ed Europa sia necessario. Vi sono, infatti, delle implicazioni di carattere pratico, ed è ovvio che

anche in ambito puramente europeo un maggiore coordinamento nello sviluppo dello strumento militare potrebbe portare ad una maggiore efficacia e ad un migliore utilizzo delle risorse. Le ragioni maggiori sono però politiche, per

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evitare che alle nazioni europee, e quindi all’Europa stessa, sia impedito di poter decidere se partecipare o no alla guerra al terrorismo, e quindi evitare un ruolo limitato a priori ad attività di seconda linea, di mantenimento della pace di controllo. Paradossalmente, quindi, sono proprio le implicazioni derivanti

dall’appartenenza alla NATO ed alla ricercata stabilità e sicurezza transatlantica basata su un’effettiva possibilità di cooperazione, a spronare una maggiore unità operativa dello strumento europeo. Le oggettive difficoltà interne europee sono però legate principalmente alle divisioni politiche ed ai diversi interessi delle nazioni maggiori. Gia in passato, ma soprattutto a seguito delle vicende legate all’intervento Anglo-Americano in IRAQ, è stato chiaro che prima di poter avere qualche possibilità di diminuzione del gap tra USA ed Europa, è assolutamente necessario trovare il modo di stabilire una politica estera europea ed una conseguente strategia. Le esigenze tecnico-

operative interne dell’Alleanza hanno quindi delle ripercussioni molto forti sullo sviluppo delle relazioni politiche interne europee. La NATO, e le implicazioni

derivanti dalla guerra al terrorismo intrapresa dagli Stati Uniti, potrebbe quindi svolgere una funzione catalizzatrice con conseguenze storiche sul futuro dell’Europa, costringendo, di fatto, le nazioni maggiori a rinunciare all’aspirazione di un ruolo di leadership continentale, accelerando la creazione di una politica estera comune. Le emergenze legate alle nuove minacce d’origine terroristica, i cambiamenti in corso in ambito NATO, ed anche il poderoso impulso al processo di

trasformazione delle forze US A, implica delle inevitabili conseguenze anche per l’Italia. Si pongono per il nostro paese una serie di questioni sulla futura struttura delle forze, sulle priorità di difesa, sull’eventuale sviluppo di capacità idonee ad operare al di là dei confini europee, ed al di fuori dei compiti di pura difesa territoriale. Dovranno inoltre essere considerate le implicazioni che tali

trasformazioni avranno sulle relazioni dell’Italia con l’Unione Europea e con gli Stati Uniti.

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CONCLUSIONI

Le motivazioni dell’esistenza della NATO risalgono ai primi anni della Seconda Guerra Mondiale. In tale periodo gli stati democratici Europei capirono di non essere in grado, da soli, di garantire la stabilità continentale e di proteggere la pace dalle mire espansionistiche ricorrenti della Germania. Gli Stati Uniti, dal conto loro, si

accingevano per la seconda volta nell’arco di pochi decenni, a partecipare ad un conflitto mondiale per difendere la stabilità Europea, e quindi tutta una serie d’interessi strategici nazionali. Gia da allora si erano dunque maturate, su entrambe le sponde

dell’Atlantico, delle motivazioni forti per realizzare un sistema di sicurezza integrato che potesse realizzare un’effettiva stabilità politica. Alla fine della seconda guerra mondiale, mentre l’occidente procedeva ad una smobilitazione delle forze d’occupazione, l’Unione Sovietica manteneva un imponente apparato bellico. Le posizioni ideologiche Sovietiche non permettevano un La NATO diveniva dunque lo strumento necessario a

rilassamento politico- militare.

perseguire una politica di bilanciamento delle forze e di deterrenza che, nonostante tutto, ha permesso una lunga fase di pace nel continente, e quindi un conseguente rilevante progresso economico-sociale, almeno per la parte occidentale dell’Europa. Dopo la fine della guerra fredda hanno avuto luogo numerose riunioni al vertice dei Capi di Stato o di Governo dell’Alleanza. Le decisioni scaturite hanno scandito la

storia della NATO ed hanno posto le basi per estendere ancor più la cultura del dialogo e della cooperazione sulle questioni della sicurezza, stabilitasi tra i paesi membri nel corso degli anni. Un altro importante elemento d’apertura è rappresentato dal lavoro delle forze a guida NATO, che sono state di fondamentale importanza per sostenere il processo di pace in Bosnia E rzegovina e in Kosovo a partire dagli anni ‘90. La loro presenza ha lentamente ma costantemente influenzato il processo di riconciliazione tra le comunità e contribuisce tuttora al lento ma fondamentale lavoro di costruzione di una base per la futura cooperazione nella tormentata regione balcanica. Queste missioni

d’implementazione degli accordi di pace e di stabilizzazione hanno inoltre potuto giovare delle linee di cooperazione privilegiate create con le varie iniziative di partenariato, con le quali sono poste le fondamenta per una politica d’apertura e comprensione, essenziali per l’attuale e futura cooperazione. Nelle suddette

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operazioni di pace, guidate dalla NATO, hanno quindi potuto apportare un loro contributo anche paesi non membri, aumentandone l’efficacia, il significato e l’autorevolezza. La NATO è in effetti, un’alleanza militare, e come tale viene principalmente , percepita dall’opinione pubblica. Bisogna però considerare che nonostante non abbia

fortunatamente dovuto mettere in essere alcun’operazione di carattere militare fino agli anni ’90 (Balcani), nel corso di tutta la sua esistenza, l’ Alleanza è stata uno dei soggetti politici di maggiore forza nel campo delle relazioni internazionali. Nell’ambito del controllo e della limitazione degli armamenti, le strategie della NATO hanno, infatti, avuto un’importanza fondamentale nel porre le basi di quasi tutti i trattati di riduzione e non proliferazione fra le superpotenze. Il concetto strategico nazionale americano ha anch’esso tenuto profondamente conto delle inevitabili implicazioni politiche con l’Alleanza. L’Europa è stata per gli

Stati Uniti sicuramente l’area di maggiore interesse per almeno cinquanta anni, e continua probabilmente ad esserlo. Per varie ragioni, l’America non ha mai potuto

permettersi il rischio di un’Europa instabile, e la NATO è stata il mezzo fondamentale per mantenere un’influenza diretta nella regione. Con la caduta del Patto di Varsavia e del comunismo ideologico sovietico sono sicuramente variate le priorità degli USA riguardo alle zone di maggiore interesse. Per bilanciare la considerevo le riduzione

delle forze USA, e la loro inevitabile ridistribuzione basata sulle nuove priorità, un’effettiva integrazione politica Europea diviene anche per gli Stati Uniti ancora più desiderabile, soprattutto al fine di una più equa suddivisione degli oneri della sicurezza. L’integrazione Europea, soprattutto per gli aspetti della politica della difesa e di sicurezza, è oggetto di una recente e precisa iniziativa dell’Alleanza, lanciata nel summit di Bruxelles del Gennaio 1994, con l’ESDI (European Security and Defense Identity) e ripresa in ambito Unione Europea con l’iniziativa CFSP. Proprio

nell’ambito dei rapporti con l’Unione Europea vi è forse la dimostrazione della valenza politica della NATO, e della sua compatibilità e complementarietà alle istituzioni Europee. L’impulso della NATO per una politica di sicurezza e della difesa in Europa

è forse il fattore di maggiore forza e l’unico effettivo ed efficace per una sempre maggiore integrazione.

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Questo processo d’adattamento, cerca di riequilibrare il rapporto transatlantico, e costituisce il fulcro della cooperazione in seno all’Alleanza. Si tratta di un compito dai

molteplici aspetti, e complesso. Comprende le consultazioni e la cooperazione con le istituzioni coinvolte nello sviluppo di un ruolo europeo in materia di difesa e di sicurezza, vale a dire con l’Unione dell’Europa Occidentale (WEU) prima, e soprattutto con l’Unione Europea per il futuro. Prevede inoltre delle misure pratiche per porre in atto le capacità operative necessarie perché queste disposizioni determinino dei miglioramenti nella sicurezza europea ed il rafforzamento complessivo della cooperazione nell’Alleanza. Un altro esempio delle possibilità politiche dell’Alleanza, sviluppato

principalmente nell’ultimo decennio, è senz’altro rappresentato dalle iniziative d’allargamento e dai partenariati. Le iniziative tese ad una maggiore cooperazione

legate a numerose istituzioni (WEO, Consiglio d’Europa, CSCE) sono rimaste sterili per decenni. Solo a seguito dei nuovi obiettivi della NATO vi è stato un risveglio di tutte le attività istituzionalistiche europee. La NATO, nonostante tutti i problemi incontrati e le contraddizioni in cui è talvolta incappata, ha in ogni modo agito da catalizzatore politico, anche per il risveglio della nuova diplomazia Est-Ovest e per la costruzione delle nuove relazioni con i paesi in precedenza di orbita sovietica. L’accelerazione delle relazioni internazionali non ha avuto un analogo seguito all’interno dei singoli stati. Gran parte dei governi hanno reagito in maniera

minimalista al nuovo assetto internazionale. Sovente hanno dovuto inseguire lo status dei fatti. Talvolta non hanno potuto nemmeno tenere il passo dell’apparato economico, che molto prima della politica si è reso conto della nuova situazione. In questo stato

di ritardo della politica internazionale su quella interna degli stati, la NATO ha dunque aperto la strada, con le iniziative d’allargamento e di partenariato. Gia nel 1999 tre

stati, in precedenza appartenenti all’area Sovietica, sono divenuti membri dell’Alleanza. Tramite le iniziative di partenariato molte altre nazioni cooperano, si addestrano anche militarmente con i paesi membri dell’Alleanza e si sforzano di incrementare l’interoperabilità. Le nuove relazioni instaurate in tal modo sono state d’insostituibile

valore per agevolare la reazione delle coalizioni, a guida NATO, impegnate nei Balcani, che hanno visto la partecipazione di molti paesi non membri.

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Il messaggio lanciato con tali iniziative è che l’Alleanza non è un club esclusivo, cui si possa accedere per domanda, ma è un’Alleanza intergoverna tiva di sicurezza che comporta oneri e responsabilità, come pure benefici, per i propri membri. Sia per il numero di persone coinvolte, sia per le risorse impiegate, sia per la continuità della sua attività, la NATO ha sicuramente un vantaggio, almeno temporale, su tutte le altre istituzioni politiche internazionali. L’esperienza più che

cinquantennale, le missioni nei Balcani, le varie e molteplici iniziative di cooperazione, permettono alla NATO di avere una “visione” abbastanza precisa sul futuro ruolo dell’Alleanza. Grazie a ciò l’Alleanza ha potuto progettare un percorso di

trasformazione che dovrebbe renderla più adatta alle esigenze del futuro.

In definitiva, come più volte ricordato dal Segretario Generale della NATO Lord Robertson, l’Alleanza del Nord Atlantico è profondamente influenzata e trasformata dai tumultuosi mutamenti del decennio precedente, ma pronta ad affrontare la sfida del futuro, che la vedrà impegnata in quattro compiti principali:

− − −

adempiere alla sua fondamentale e permanente responsabilità verso i propri membri: quella di garantirne la sicurezza e l’indipendenza; ampliare ancor più la sicurezza, includendo i paesi partner di tutta l’Europa, attraverso partenariati bilaterali e forme di cooperazione multilaterale; essere pront a a sostenere gli sforzi della comunità internazionale nel prevenire crisi e conflitti o, ove accadessero, impedirne l’espandersi e assistere quanti fossero coinvolti in essi, favorendo sempre soluzioni con mezzi politici piuttosto che attraverso l’uso della forza militare;



creare un migliore equilibrio nel rapporto transatlantico, che costituisce il nucleo dell’Alleanza del Nord Atlantico, rafforzando il ruolo dei paesi europei nella gestione delle crisi e nel mantenimento della pace.

Da tutto ciò, si può ricavare una prospettiva di rafforzamento dell’Alleanza, tesa a fornirla di capacità di gestione delle crisi, cosa che la NATO può fare senza necessariamente assumere in prima persona il ruolo di leader in ogni crisi che si verificasse in Europa, e ad introdurre maggiore flessibilità e migliori possibilità per

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prevenire o porre fine ad un conflitto, senza alterare le basi della difesa collettiva (fondamentale e permanente responsabilità primaria), di cui l’Alleanza rimane garante.

Dall’esame complessivo degli elementi storici trattati e dell’analisi dell’attuale fase geopolitica molto evolutiva, possono dunque essere identificate delle precise conclusioni. La prima osservazione è che la NATO, pur essendo un’Alleanza militare, ha avuto ed ha tuttora forti connotazioni politiche. Paradossalmente, mentre la politica

internazionale ha generato negli anni un numero ragguardevole d’organizzazioni multinazionali di varia complessità e con scopi disparati, i risultati più evidenti sul piano politico sono stati ottenuti non grazie ad un’organizzazione politica, ma ad un’Alleanza nata per la sicurezza e la difesa comune. Un’ulteriore considerazione è certamente dovuta sul fatto che la NATO non è, dopo la fine della Guerra fredda, rimasta priva di un proprio ruolo, nonostante le previsioni di alcuni analisti secondo i quali avrebbe perduto la propria ragione d’essere. Al contrario, ha dovuto gestire il proprio essenziale processo d’ammodernamento e di cambiamento senza interrompere la propria capacità operativa. Nell’attuare il programma di sicurezza assegnatole dai paesi membri alla sua creazione, vale a dire salvaguardare la libertà, il patrimonio comune e la civiltà dei loro popoli, non ha mai cercato di creare o rinnovare un ruolo per se stessa. Parallelamente

ha dovuto tener conto dei vincoli derivanti dalle risorse assegnate, per salvaguardare appunto la capacità operativa per i compiti fondamentali, facendo sì che questa non fosse compromessa da eccessive od onerose richieste per compiti complementari. Per quanto riguarda la partecipazione ad operazioni di supporto alla pace, giova rimarcare che la NATO non è e non potrà mai essere il poliziotto del mondo. L’Alleanza ha però dimostrato, generalmente con successo, di poter essere un eccellente catalizzatore d’idee ed iniziative. E’ stata, infatti, in grado di generare

efficaci forze multinazionali, come SFOR in Bosnia Erzegovina e KFOR in Kosovo, capaci di assicurare l’attuazione degli accordi di pace e di porre le basi per una futura stabilità in zone di conflitto. Per le sue relazioni interne, può essere rilevato che lo sbilanciamento di forze e mezzi a favore di una sola parte potrebbe, di fatto, agglomerare attorno agli USA gran

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parte degli interessi e delle potenzialità.

In effetti, per i meccanismi interni basati

sull’unanimità ed anche per precisa volontà di tutti i paesi membri, l’Alleanza è riuscita a non trasformarsi in un’entità monolitica, che s’autodetermina. E’ rimasta un patto tra

paesi membri, utilizzabile per gli scopi che essi stabiliscono in comune, ma anche limitato da restrizioni circa il campo d’applicazione, le risorse e la capacità di agire che essi si autoimpongono. Non è quindi uno strumento per la proiezione di potenza da parte di singoli paesi membri, ma piuttosto un ambiente che consente a ciascun paese membro di determinare il proprio interesse nazionale nel più vasto contesto del consenso tra i membri dell’intera Alleanza. Per quanto si vogliano evidenziare le fasi negative o i periodi di crisi, che pure ci sono stati, i valori sostanziali dell’Alleanza hanno avuto successo ed hanno guadagnato l’attaccamento e l’apprezzamento dei paesi membri. Un altro apprezzamento è dimostrato dal successo delle varie forme di partenariato, che hanno permesso ad un congruo e sempre crescente numero di paesi non membri, di stabilire forme di cooperazione pratica o politica. Il valore attribuito a questi sforzi di cooperazione si manifesta nell’evidente aspirazione a aderire all’Alleanza espressa da numerosi paesi che partecipano ad essi, ma si evidenzia anche nella fattiva partecipazione di paesi che per il momento non aspirano a aderirvi. Inoltre, il grado di cooperazione raggiunto nel rapporto bilaterale tra NATO e Russia è servito ad evidenziare gli enormi vantaggi che tutte le parti coinvolte possono trarre da tale processo, nonostante le inevitabili difficoltà di percorso incontrate. Tra NATO e Ucraina, inoltre, si è raggiunto un livello di comprensione e di cooperazione che ha buoni effetti per tutti. Una valutazione finale sul successo e sull’utilità della NATO in generale, e di tutte le sue attività ed iniziative, può essere fatta osservando e misurando gli effetti finali nei confronti degli interessi dei cittadini. Se la NATO ha finora effettivamente prodotto

maggiore sic urezza ed ha accresciuto la stabilità, si può dare un giudizio positivo sul passato di quest’organizzazione. Nel futuro, dovrà anche dotarsi di migliori

meccanismi e strumenti per la gestione delle crisi. E’ chiaro che non ci sono formule magiche o certezze assolute per assicurare la pace, la stabilità ed il migliore ambiente per lo sviluppo politico, economico e sociale dell’occidente. Il progresso è frutto di scelte e decisioni, spesso difficili, che è compito

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dei governi prendere.

La NATO, e le altre organizzazioni internazionali, sono

strumenti che possono essere utili, fondamentali o necessari a raggiungere degli obiettivi comuni.

In conclusione, nonostante la rilevante rivoluzione del contesto esterno, che a prima vista avrebbe potuto minare direttamente le ragioni della sua esistenza, la NATO ha enfatizzato il suo ruolo più propriamente politico, legittimato dall’esistenza dei valori che essa dichiara di rappresentare e che la pongono come principale ponte di collegamento tra Europa e Stati Uniti. Tale ruolo socio-politico esisteva già, ma non

veniva facilmente alla luce poiché era in precedenza posto in ombra dagli aspetti più pratici legati alla difesa dal blocco Sovietico. Quest’ultimo aspetto, è di fondamentale importanza e rappresenta la vera chiave di lettura per sviluppi dell’Alleanza Atlantica negli anni ’90. La NATO si pone, infatti,

come un veicolo di relazione politica, non sempre facile, tra le concezioni americane di sicurezza complessiva e la costituenda forza di difesa regionale europea, simbolo della mediazione tra le diverse culture nazionali presenti sul vecchio continente. Negli anni

’60 tale ruolo non poteva prescindere, pur in un contesto di relativa distensione internazionale, dalle missioni primarie dell’Alleanza, così sintetizzate da Lord Ismay, Primo Segretario Generale dell’Alleanza Atlantica: “to keep the Americans in, the Germans down and the Russian out ”. Oggi, sebbene dette missioni primarie

potrebbero sembrare ridotte all’istituzionalizzazione della presenza americana nel sistema di sicurezza europeo, le trasformazioni contemporanee, correlate all’instabilità e alle tensioni transnazionali, rendono ancora la NATO un tassello imprescindibile nella concezione della sicurezza europea.

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ALLEGATO “A”

LA CARTA ATLANTICA (“THE ATLANTIC CHARTER”) Lingua originale

Declaration of Principles issued by the President of the United States and the Prime Minister of the United Kingdom - 14 August 1941

"The President of the United States and the Prime Minister, Mr. Churchill, representing H.M. Government in the United Kingdom, have met at sea. They have been accompanied by officials of their two Governments, including high- ranking officers of their military, naval and air services. The whole problem of the supply of munitions of war, as provided by the Lease-Lend Act, for the armed forces of the United States and for those countries actively engaged in resisting aggression has been further examined. Lord Beaverbrook, Minister of Supply of the British Government, has joined in these conferences. He is going to proceed to Washington to discuss further details with appropriate officials of the United States Government. These conferences will also cover the supply problem of the Soviet Union. The President and the Prime Minister have had several conferences. They have considered the dangers to world civilisation arising from the policy of military domination by conquest upon which the Hitler Government of Germany and other Governments associated therewith have embarked, and have made clear the steps which their countries are respectively taking for their safety in facing these dangers.

They have agreed upon the following joint declaration: The President of the United States and the Prime Minister, Mr. Churchill, representing H. M. Government in the United Kingdom, being met together, deem it right to make known certain common principles in the national policies of their respective countries on which they base their hopes for a better future for the world.

Their countries seek no aggrandisement, territorial or other.

A-1

ALLEGATO “A”

They desire to see no territorial changes that do not accord with the freely expressed wishes of the peoples concerned.

They respect the right of all peoples to choose the form of Government under which they will live; and they wish to see sovereign rights and self- government restored to those who have been forcibly deprived of them.

They will endeavour with due respect for their existing obligations, to further enjoyment by all States, great or small, victor or vanquished, of access, on equal terms, to the trade and to the raw materials of the world which are needed for their economic prosperity.

They desire to bring about the fullest collaboration between all nations in the economic field, with the object of securing for all improved labour standards, economic advancement, and social security.

After the final destruction of Nazi tyranny, they hope to see established a peace which will afford to all nations the means of dwelling in safety within their own boundaries, and which will afford assurance that all the men in all the lands may live out their lives in freedom from fear and want.

Such a peace should enable all men to traverse the high seas and oceans without hindrance.

They believe all of the nations of the world, for realistic as well spiritual reasons, must come to the abandonment of the use of force. Since no future peace can be maintained if land, sea, or air armaments continue to be employed by nations which threaten, or may threaten aggression outside of their frontiers, they believe, pending the establishment of a wider and permanent system of general security, that the disarmament of such nations is essential. They will likewise aid and encourage all other practicable measures which will lighten for peace-loving peoples the crushing burden of armament."

A-2

ALLEGATO “B”

ARTICOLO 51 DELLA “CARTA DELLA ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE” - San Francisco, 24 Ottobre 1945 Lingua originale

Article 51 of the Charter of the United Nations

Nothing in the present Charter shall impair the inherent right of individual or collective self-defence if an armed attack occurs against a Member of the United Nations, until the Security Council has taken measures necessary to maintain international peace and security. Measures taken by Members in the exercise of this right of self-defence shall be immediately reported to the Security Council and shall not in any way affect the authority and responsibility of the Security Council under the present Charter to take at any time such action as it deems necessary in order to maintain or restore international peace and security.

B- 1

ALLEGATO “C”

TRATTATO DI BRUXELLES – 17 MARZO 1948 Lingua Originale

The Brussels Treaty

His Royal Highness the Prince Regent of Belgium, the President of the French Republic, President of the French Union, Her Royal Highness the Grand Duchess of Luxembourg, Her Majesty the Queen of the Netherlands and His Majesty The King of Great Britain, Ireland and the British Dominions beyond the Seas, Resolved:

To reaffirm their faith in fundamental human rights, in the dignity and worth of the human person and in the other ideals proclaimed in the Charter of the United Nations; To fortify and preserve the principles of democracy, personal freedom and political liberty, the constitutional traditions and the rule of law, which are their common heritage; To strengthen, with these aims in view, the economic, social and cultural ties by which they are already united; To cooperate loyally and to coordinate their efforts to create in Western Europe a firm basis for European economic recovery; To afford assistance to each other, in accordance with the Charter of the United Nations, in maintaining international peace and security and in resisting any policy of aggression; To take such steps as may be held to be necessary in the event of a renewal by Germany of a policy of aggression; To associate progressively in the pursuance of these aims other States inspired by the same ideals and animated by the like determination; Desiring for these purposes to conclude a treaty for collaboration in economic, social and cultural matters and for collective self-defence;

Have appointed as their Plenipotentiaries:

C-1

ALLEGATO “C”

His Royal Highness the Prince Regent of Belgium: His Excellency Mr. Paul-Henri Spaak, Prime Minister, Minister of Foreign Affairs, and His Excellency Mr. Gaston Eyskens, Minister of Finance; The President of the French Republic, President of the French Union: His Excellency Mr. Georges Bidault, Minister of Foreign Affairs, and His Excellenc y Mr. Jean De Hauteclocque, Ambassador Extraordinary and Plenipotentiary of the French Republic in Brussels; Her Royal Highness the Grand Duchess of Luxembourg: His Excellency Mr. Joseph Bech, Minister of Foreign Affairs, and His Excellency Mr. Robert Als, Envoy Extraordinary and Minister Plenipotentiary of Luxembourg in Brussels; Her Majesty the Queen of the Netherlands: His Excellency Baron C.G.W.H. Van Boetzelaer Van Oosterhout, Minister of Foreign Affairs, and His Excellency Baron Binnert Philip Van Harinxma Thoe Slooten, Ambassador Extraordinary and Plenipotentiary of the Netherlands in Brussels; His Majesty the King of Great Britain, Ireland and the British Dominions beyond the Seas for the United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland: The Right Honourable Ernest Bevin, Member of Parliament, Principal Secretary of State for Foreign Affairs, and His Excellency Sir George William Rendel, K.C.M.G., Ambassador Extraordinary and Plenipotentiary of His Britannic Majesty in Brussels;

who, having exhibited their full powers found in good and due form, have agreed as follows: ARTICLE I Convinced of the close community of their interests and of the necessity of uniting in order to promote the economic recovery of Europe, the High Contracting Parties will so organise and coordinate their economic activities as to produce the best possible results, by the elimination of conflict in their economic policies, the coordination of production and the development of commercial exchanges. The cooperation provided for in the preceding paragraph, which will be effected through the Consultative Council referred to in Article VII as well as through other bodies, shall not involve any duplication of, or prejudice to, the work of other economic organisations in whic h the

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ALLEGATO “C”

High Contracting Parties are or may be represented but shall on the contrary assist the work of those organisations. ARTICLE II The High Contracting Parties will make every effort in common, both by direct consultation and in specialised agencies, to promote the attainment of a higher standard of living by their peoples and to develop on corresponding lines the social and other related services of their countries. The High Contracting Parties will consult with the object of achieving the earliest possible application of recommendations of immediate practical interest, relating to social matters, adopted with their approval in the specialised agencies. They will endeavour to conclude as soon as possible conventions with each other in the sphere of social security. ARTICLE III The High Contracting Parties will make every effort in common to lead their peoples towards a better understanding of the principles which form the basis of their common civilisation and to promote cultural exchanges by conventions between themelves or by other means. ARTICLE IV If any of the High Contracting Parties should be the object of an armed attack in Europe, the other High Contracting Parties will, in accordance with the provisions of Article 51 of the Charter of the United Nations, afford the Party so attacked all the military and other aid and assistance in their power. ARTICLE V All measures taken as a result of the preceding Article shall be immediately reported to the Security Council. They shall be terminated as soon as the Security Council has taken the measures necessary to maintain or restore international peace and security. The present Treaty does not prejudice in any way the obligations of the High Contracting Parties under the provisions of the Charter of the United Nations. It shall

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ALLEGATO “C”

not be interpreted as affecting in any way the authority and responsibility of the Security Council under the Charter to take at any time such action as it deems necessary in order to maintain or restore international peace and security. ARTICLE VI The High Contracting Parties declare, each so far as he is concerned, that none of the international engagements now in force between him and any other of the High Contracting Parties or any third State is in conflict with the provisions of the present Treaty. None of the High Contracting Parties will conclude any alliance or participate in any coalition directed against any other of the High Contracting Parties. ARTICLE VII For the purpose of consulting together on all the questions dealt with in the present Treaty, the High Contracting Parties will create a Consultative Council, which shall be so organised as to be able to exercise its functions continuously. The Council shall meet at such times as it shall deem fit. At the request of any of the High Contracting Parties, the Council shall be immediately convened in order to permit the High Contracting Parties to consult with regard to any situation which may constitute a threat to peace, in whatever area this threat should arise; with regard to the attitude to be adopted and the steps to be taken in case of a renewal by Germany of an aggressive policy; or with regard to any situation constituting a danger to economic stability. ARTICLE VIII In pursuance of their determination to settle disputes only by peaceful means, the High Contracting Parties will apply to disputes between themselves the following provisions. The High Contracting Parties will, while the present Treaty remains in force, settle all disputes falling within the scope of Article 36, paragraph 2, of the Statute of the International Court of Justice by referring them to the Court, subject only, in the case of each of them, to any reservation already made by that party when accepting this clause for compulsory jurisdiction to the extent that that Party may maintain the reservation.

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ALLEGATO “C”

In addition, the High Contracting Parties will submit to conciliation all disputes outside the scope of Article 36, paragraph 2, of the Statute of the International Court of Justice. In the case of a mixed dispute involving both questions for which conciliation is appropriate and other questions for which judicial settlement is appropriate, any Party to the dispute shall have the right to insist that the judicial settlement of the legal questions shall precede conciliation. The preceding provisions of this Article in no way affect the application of relevant provisions or agreements prescribing some other method of pacific settlement. ARTICLE IX The High Contracting Parties may, by agreement, invite any other State to accede to the present Treaty on conditions to be agreed between them and the State so invited. Any State so invited may become a Party to the Treaty by depositing an instrument of accession with the Belgian Government. The Belgian Government will inform each of the High Contracting Parties of the deposit of each instrument of accession.

ARTICLE X The present Treaty shall be ratified and the instruments of ratification shall be deposited as soon as possible with the Belgian Government. It shall enter into force on the date of the deposit of the last instrument of ratification and shall thereafter remain in force for fifty years. After the expiry of the period of fifty years, each of the High Contracting Parties shall have the right to cease to be a party thereto provided that he shall have previously given one year's notice of denunciation to the Belgian Government. The Belgian Government shall inform the Governments of the other High Contracting Parties of the deposit of each instrument of ratification and of each notice of denunciation. In witness whereof, the above- mentioned Plenipotentiaries have signed the present Treaty and have affixed thereto their seals. Done at Brussels, this seventeenth day of March 1948, in English and French, each text being equally authentic, in a single copy which shall remain deposited in the

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ALLEGATO “C”

archives of the Belgian Government and of which certified copies shall be transmitted by that Government to each of the other signatories.

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ALLEGATO “D”

RISOLUZIONE NUMERO 239 DEL SENATO U.S. – 11 Giugno 1948 (Risoluzione Vandemberg) Lingua originale

U.S. Senate Resolution 239, Washington, 80th Congress, 2nd Session, 11 June 1948 (The Vandenberg Resolution)

Whereas peace with justice and the defence of human rights and fundamental freedoms require international co-operation through more effective use of the United Nations: Therefore be it Resolved, That the Senate reaffirm the policy of the United States to achieve international peace and security through the United Nations so that armed force shall not be used except in the common interest, and that the President be advised of the sense of The Senate that this Government, by constitutional process, should particularly pursue the following objectives within the United Nations Charter: Voluntary agreement to remove the veto from all questions involving pacific settlements of international disputes and situations, and from the admission of new members. Progressive development of regional and other collective arrangements for individual and collective self-defence in accordance with the purposes, principles, and provisions of the Charter. Association of the United States, by constitutional process, with such regional and other collective arrangements as are based on continuous and effective self- help and mutual aid, and as affect its national security. Contributing to the maintenance of peace by making clear its determination to exercise the right of individual or collective self-defence under Article 51 should any armed attack occur affecting its national security. Maximum efforts to obtain agreements to provide the United Nations with armed forces as provided by the Charter, and to obtain agreement among member nations upon universal regulation and reduction of armaments under adequate and dependable guaranty against violation.

D-1

ALLEGATO “D”

If necessary, after adequate effort towards strengthening the United Nations, review of the Charter at an appropriate time by a General Conference called under Article 109 or by the General Assembly.

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ALLEGATO “E”

TRATTATO DELL’ATLANTICO DEL NORD (North Atlantic Threaty) Washington, D.C., 4 aprile 1949

Gli Stati partecipanti al presente Trattato, nel riaffermare la loro fede negli scopi e nei principi dello Statuto delle Nazioni Unite e il loro desiderio di vivere in pace con tutti i popoli e con tutti i governi, determinati a salvaguardare la libertà dei loro popoli,il loro comune retaggio e la loro civiltà, fondati sui principi della democrazia,sulle libertà individuali e sullo stato di diritto, desiderosi di favorire il benessere e la stabilità nella regione dell’Atlantico settentrionale, decisi a unire i loro sforzi per la difesa collettiva e il mantenimento della pace e della sicurezza, aderiscono al presente Trattato Nord Atlantico:

ARTICOLO 1 Le parti si impegnano,come stabilito nello Statuto delle Nazioni Unite, a comporre con mezzi pacifici qualsiasi controversia internazionale in cui potrebbero essere coinvolte,in modo che la pace e la sicurezza internazionali e la giustizia non vengano messe in pericolo, e ad astenersi nei loro rapporti internazionali dal ricorrere alla minaccia o all’uso della forza assolutamente incompatibile con gli scopi delle Nazioni Unite.

ARTICOLO 2 Le parti contribuiranno allo sviluppo di relazioni internazionali pacifiche e amichevoli,rafforzando le loro libere istituzioni,favorendo una migliore comprensione dei principi su cui tali istituzioni si fondano,e promuovendo condizioni di stabilità e di benessere. Esse si sforzeranno di eliminare ogni contrasto nelle loro politiche economiche internazionali e incoraggeranno la cooperazione economica reciproca.

ARTICOLO 3 Allo scopo di conseguire con maggiore efficacia gli obiettivi del presente Trattato,le parti,agendo individualmente e congiuntamente,in modo continuo ed effettivo,mediante lo sviluppo delle loro risorse e prestandosi reciproca

E-1

ALLEGATO “E”

assistenza,manterranno e accresceranno la loro capacità individuale e collettiva di resistere ad un attacco armato.

ARTICOLO 4 Le parti si consulteranno ogni volta che, nell’opinione di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata.

ARTICOLO 5 Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse,ciascuna di esse, nell’esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto dall’articolo 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti attaccate, intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l’azione che giudicherà necessaria, compreso l ’uso della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell’Atlantico settentrionale. Ogni attacco armato di questo genere e tutte le misure prese in conseguenza di esso saranno immediatamente portate a conoscenza del Consiglio di Sicurezza. Queste misure verranno sospese allorché il Consiglio di Sicurezza avrà adottato le misure necessarie per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionali.
58

ARTICOLO 6

Agli effetti dell’articolo 5, per attacco armato contro una o più delle parti si intende un attacco armato:



contro il territorio di una di esse in Europa o nell’America settentrionale, contro i Dipartimenti francesi d’Algeria 59 ,contro il territorio della Turchia o contro le isole

58

Modificato dall’articolo 2 del Protocollo di adesione di Grecia e Turchia al Trattato Nord Atlantico (22 ottobre 1951).
59

Il 16 gennaio 1963 il Consiglio Atlantico ha preso atto che tutte le disposizioni del Trattato Nord Atlantico concernenti gli ex Dipartimenti francesi di Algeria sono decadute a decorrere dal 3 luglio 1962.

E-2

ALLEGATO “E”

poste sotto la giurisdizione di una delle parti nella regione dell’Atlantico settentrionale a nord del Tropico del Cancro;



contro le forze, le navi o gli aeromobili di una delle parti,che si trovino su questi territori o in qualsiasi altra regione d’Europa nella quale, alla data di entrata in vigore del presente Trattato siano stazionate forze di occupazione di una delle parti,o che si trovino nel Mare Mediterraneo o nella regione dell’Atlantico settentrionale a nord del Tropico del Cancro, o al di sopra di essi.

ARTICOLO 7 Il presente Trattato non pregiudica e non dovrà essere considerato in alcun modo lesivo dei diritti e degli obblighi derivanti dallo Statuto alle parti che sono membri delle Nazioni Unite o della competenza primaria del Consiglio di Sicurezza per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionali.

ARTICOLO 8 Ciascuna parte dichiara che nessuno degli impegni internazionali attualmente in vigore tra essa e un’altra parte o uno stato terzo è in contraddizione con le disposizioni del presente Trattato e si obbliga a non assumere alcun impegno internazionale in contrasto con questo Trattato.

ARTICOLO 9 Con la presente disposizione le parti istituiscono un Consiglio, nel quale ciascuna di esse sarà rappresentata,con il compito di esaminare le questioni concernenti l’applicazione di questo Trattato. Il Consiglio sarà organizzato in modo tale da potersi riunire rapidamente in qualsiasi momento. Il Consiglio istituirà quegli organi sussidiari che potranno essere necessari;in particolare istituirà immediatamente un Comitato di difesa che raccomanderà le misure da adottare per l ’applicazione degli articoli 3 e 5.

ARTICOLO 10 Le parti possono,con accordo unanime,invitare ad aderire a questo Trattato ogni altro Stato europeo in grado di favorire lo sviluppo dei principi del presente Trattato e di

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ALLEGATO “E”

contribuire alla sicurezza della regione dell’Atlantico settentrionale. Ogni Stato così invitato può divenire parte del Trattato depositando il proprio strumento di adesione presso il governo degli Stati Uniti d ’America. Il governo degli Stati Uniti d ’America informerà ciascuna delle parti dell’avvenuto deposito di ogni strumento di adesione.

ARTICOLO 11 Questo Trattato sarà ratificato e le sue disposizioni saranno applicate dalle parti conformemente alle loro rispettive procedure costituzionali. Gli strumenti di ratifica saranno depositati appena possibile presso il governo degli Stati Uniti d’America,che notificherà a tutti gli altri firmatari l ’avvenuto deposito di ciascuno strumento di ratifica. Il Trattato entrerà in vigore tra gli Stati che lo avranno ratificato non appena le ratifiche della maggioranza dei firmatari, incluse le ratifiche di Belgio, Canada, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Regno Unito e Stati Uniti saranno state depositate ed avrà effetto nei confronti degli altri Stati dalla data del deposito delle loro ratifiche. 60

ARTICOLO 12 Trascorsi dieci anni dall’entrata in vigore del Trattato, o in ogni momento successivo, le parti, su richiesta di una di esse,si consulteranno allo scopo di rivedere il Trattato,prendendo in considerazione i fattori che a quel momento potranno influire sulla pace e sulla sicurezza nella regione dell’Atlantico settentrionale,compreso lo sviluppo di accordi sia globali che regionali conclusi conformemente allo Statuto delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionali.

ARTICOLO 13 Trascorsi venti anni dall’entrata in vigore del Trattato,ciascuna delle parti può cessare di esserne membro un anno dopo che la sua notifica di denuncia sia stata depositata presso il governo degli Stati Uniti d ’America, che informerà i governi delle altre parti del deposito di ogni notifica di denuncia.

60

Il Trattato è entrato in vigore il 24 agosto 1949,dopo che tutti gli Stati firmatari ebbero depositato i loro strumenti di ratifica.

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ALLEGATO “E”

ARTICOLO 14 Il presente Trattato, i cui testi inglese e francese fanno ugualmente fede, sarà depositato negli archivi del governo degli Stati Uniti d’America. Copie debitamente autenticate saranno trasmesse da quel governo ai governi degli altri Stati firmatari.

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ALLEGATO “F”

SUMMIT NATO - CRONOLOGIA E PRINCIPALI DECISIONI

Parigi, 16-19 Dicembre 1957 Riaffermazione degli scopi principali e dell’unità dell’Alleanza Atlantica. Miglioramento nel coordinamento e nella organizzazione delle forze NATO, nonché negli accordi per la consultazione politica. Riconoscimento del bisogno di più stretti legami economici e di migliore cooperazione, nello spirito dell’articolo 2 del Trattato, disegnato per la eliminazione delle controversie politico-economiche internazionali e per incoraggiare la collaborazione economica.

Bruxelles, 26 Giugno 1974 Firma della Dichiarazione sulle Relazioni Atlantiche adottata dai ministri degli esteri della NATO ad Ottawa il 19 Giugno, con la quale si ribadiscono agli stati membri dell’Alleanza gli scopi e gli ideali originari del trattato, nel 25° anniversario della firma. Consultazioni sulle reazioni Est-Ovest in preparazione del summit USA-USSR sulla limitazione delle armi nucleari strategiche.

Bruxelles, 29-30 Maggio 1975 Affermazione della fondamentale importanza dell’Alleanza e della coesione politica ed economica degli Alleati per affrontare la pressione economica creatasi con la crisi petrolifera del 1974. Supporto per la positiva conclusione dei negoziati nell’ambito della Conferenza sulla Sicurezze a Cooperazione in Europa (CSCE), che ha portato successivamente alla firma dell’Atto Finale di Helsinki, avvenuta nell’Agosto 1975.

Londra, 10-11 Maggio 1977 Lancio di una iniziativa di studi a lungo termine sulle tendenze delle relazioni EstOvest e sui programmi di difesa (Long Term Defense Plan – LTDP), mirate all’accrescimento delle capacità difensive dei paesi membri della NATO.

F-1

ALLEGATO “F”

Washington D.C., 30-31 Maggio 1978 Analisi dei risultati degli studi sulle iniziative di lungo termine intrapresi nel summit di Londra del 1977. Conferma della validità degli scopi complementari dell’Alleanza mirati al mantenimento della sicurezza. Adozione della misura del 3% quale percentuale desiderata di crescita delle spese per la difesa.

Bonn, 10 Giugno 1982 Ammissione della Spagna. Adozione della Dichiarazione di Bonn, che fissava un programma in sei punti per la Pace in Libertà. Pubblicazione di una dichiarazione degli scopi e delle “policy” dell’Alleanza sul Controllo degli Armamenti e sul Disarmo, nonché di una dichiarazione sulla Difesa Integrata della NATO.

Bruxelles, 21 Novembre 1985 Meeting speciale del Consiglio Atlantico per consultazioni con il Presidente Reagan sui risultati positive del summit US-USSR di Ginevra sul controllo degli armamenti e su alter aree di cooperazione.

Bruxelles, 2-3 Marzo 1988 Riaffermazione dei propositi e dei principi base dell’Alleanza e dei suoi obiettivi in merito alle relazioni Est-Ovest. Adozione di un progetto per il rafforzamento della

stabilità nell’intera Europa attraverso negoziati sul controllo delle armi convenzionali.

Bruxelles, 29-30 Maggio 1989 Dichiarazione commemorative del quarantesimo anniversario dell’Alleanza. Definizione della “policy” e degli obiettivi di sicurezza per gli anni ‘90 tesi al mantenimento della difesa dell’Alleanza, all’introduzione di nuove iniziative di controllo degli armamenti, al rafforzamento delle consultazioni politiche, al miglioramento della cooperazione Est-Ovest ed all’ingaggio in nuove sfide globali. Adozione di un concetto comprensivo (Comprehensive Concept) di Controllo degli Armamenti e Disarmo.

F-2

ALLEGATO “F”

Bruxelles, 4 Dicembre 1989 Consultazioni del Presidente degli Stati Uniti Bush con I leader dell’Alleanza a seguito di un suo meeting con il Presidente Gorbachev a Malta, contemporaneamente ai cambiamenti di rilevanza storica in corso nell’Europa centro-orientale. Durante lo svolgimento del summit NATO i leader del Patto di Varsavia denuncialo l’ illegalità della invasione cecoslovacca del 1968 e ripudiano la dottrina di Brezhnev della “Sovranità Limitata”.

Londra, 6 Luglio 1990 Pubblicazione della “Dichiarazione di Londra” sulle trasformazioni della Alleanza dell’Atlantico del Nord, nella quale vengono delineate le proposte per lo sviluppo della cooperazione con i paesi dell’Europa centrale ed orientale su un largo spettro di possibili attività politiche e militari, con l’inclusione di relazioni stabili e collegamenti diplomatici regolari con la NATO.

Roma, Novembre 1991 Pubblicaizione del “Nuovo Concetto Strategico dell’Alleanza ”, la “Dichiarazione di Roma” su Pace e Cooperazione e dichiarazioni sugli sviluppi nell’Unione Sovietica e sulla situazione in Yugoslavia.

Bruxelles, Gennaio 1994 Pubblicazione del documento quadro su PfP e lancio dell’iniziativa “Partnership for Peace”, nella quale tutti i paesi partner del NNAC e gli stati del CSCE sono invitati a partecipare. Sottoscrizione del concetto di “Combined Joint Task Forces” (CJTF).

Supporto allo sviluppo della “Identità di Sicurezza e Difesa Europea” (European Security and Defence Identity – ESDI). Riaffermazione della prontezza e disponibilità dell’Alleanza a svolgere campagne aeree a supporto del raggiungimento degli obiettivi delle Nazioni Unite in Bosnia ed Herzegovina. Intensificazione dell’impegno contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa (Weapons of Mass Destruction – WMD). Riaffermazione della apertura dell’Alleanza verso l’adesione di altre nazioni europee.

F-3

ALLEGATO “F”

Madrid, Luglio 1997 Invito a Republica Ceca, Ungheria e Polonia ad iniziare I colloqui di adesione. Riaffermazione della “policy” della “porta aperta” (Open Door). Riconoscimento dei risultati e degli impegni rappresentati dal “NATO-Russia Founding Act”. Firma della carta su una “Distintive Partnership between NATO and Ucraine”. aggiornare il Concetto Strategico dell’Alleanza. Herzegovina. Decisione di

Dichiarazione speciale su Bosnia ed

Washington D.C., 23-24 Aprile 1999 Commemorazione del cinquantesimo anniversario dell’Alleanza. della “Dichiarazione di Washington”. Kosovo. SudOrientale. Pubblicazione

Sessione di lavoro e dichiarazione sulla crisi in

Discussione sulle iniziative relative alla stabilità futura dell’Europa Approvazione del Concetto Strategico dell’Alleanza. Adozione Iniziativa per la “Enhanced and

dell’iniziativa “Membership Action Plan” (MAP).

More Operational Partnership (PfP)”. Lancio della Iniziativa sulle Capacità di Difesa (Defense Capability Iniziative – DCI). Iniziativa comune per gli argomenti correlati

alle Armi di Distruzione di Massa (Weapons of Mass Destruction – WMD).

Roma, 28 Maggio 2002 (meeting speciale per il nuovo accordo su “NATO-Russia Council”) Creazione del “Consiglio NATO-Russia”, in sostituzione del NATO-Russia PJC. Nel nuovo Consiglio non vengono più confrontate posizioni della NATO, precedentemente concordate all’unanimità, con quelle della federazione Russa, ma si stabilisce in pratica un consiglio composto da 19+1 nazioni. In pratica un Consiglio Atlantico allargato ad una ventesima nazione. Il Consiglio si occupa di:

− − − − − −

cooperazione negli sforzi contro il terrorismo; gestione delle crisi internazionali; non proliferazione delle armi di distruzione di massa; controllo degli armamenti; difesa dai missili balistici a medio raggio; ricerca e salvataggio in mare;

F-4

ALLEGATO “F”

− − −

cooperazione militare gestione delle emergenze civili; nuove minacce e nuove sfide.

Praga, 2002 Invito di adesione a Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia. Iniziative su nuove misure per la lotta contro il terrorismo internazionale.

Avvio di una nuova fase di trasformazione della struttura della NATO, tramite:

− − −

creazione della NATO Response Force (NRF); riduzione dei centri Operativi di Comando; creazione del “Allied Command Operations” e del “Allied Command for Tranformation” al posto dei precedenti comandi strategici regionali (SACEUR in Europa e SACLANT in America);

− − − −

approvazione del Prague Capabilities Commitment (PCC), quale parte dello sforzo di ammodernamento; nuove iniziative di difesa contro armamenti NBC; nuove iniziative di difesa contro attacchi informatici; nuovo studio su un sistema di difesa anti- missile ed incoraggiamento dei mezzi di difesa contro le armi di distruzione di massa (WMD).

F-5

Allegato “G”

ISTITUZIONI INTERNAZIONALI – STATI MEMBRI ED AFFILIAZIONI

Schema 1 61
“L’ARCHITETTURA PER LA SICUREZZA EUROPEA”
OSCE PRINCIPATO DI MONACO LA SANTA SEDE EAPC/PFP NATO CANADA STATI UNITI CONSIGLIO D’EUROPA ANDORRA BOSNIA-ERZEGOVINA CIPRO LIECHTENSTEIN MALTA SAN MARINO SERBIA e MONTENEGRO ISLANDA NORVEGIA TURCHIA REPUBBLICA CECA UNGHERIA POLONIA UE DANIMARCA UEO BELGIO FRANCIA GERMANIA GRECIA ITALIA LUSSEMBURGO OLANDA PORTOGALLO SPAGNA REGNO UNITO ALBANIA ARMENIA AZERBAIJAN BULGARIA CROAZIA ESTONIA FYROM GEORGIA LETTONIA LITUANIA MOLDAVIA ROMANIA RUSSIA SLOVACCHIA SLOVENIA SVIZZERA UCRAINA BIELORUSSIA KAZAKHSTAN KYRGYZSTAN TAJIKISTAN (EAPC) TURKMENISTAN UZBEKISTAN

AUSTRIA FINLANDIA SVEZIA IRLANDA

61

Fonte dati: www.nato.int, www.coe.int, www.osce.org; dati aggiornati al 4 settembre 2003.

G-1

Allegato “G”

ISTITUZIONI INTERNAZIONALI – STATI MEMBRI ED AFFILIAZIONI

Schema 2 62
“NATO – UE - UEO”
EU EU+

NATO

NATO

WEU BELGIO FRANCIA GERMANIA GRECIA ITALIA LUSSEMBURGO OLANDA PORTOGALLO SPAGNA REGNO UNITO

CANADA STATI UNITI

PARTNER ASSOCIATI WEU
(FIRMATARI DI UN ACCORDO CON LA UE NONCHE’ INVITATI AD ADERIRE ALLA NATO AL VERTICE DI PRAGA)

MEMBRIA SSOCIATI WEU
(ANCHE MEMBRI NATO)

OSSERVATORI WEU
(ANCHE MEMBRI EU NON MEMBRI NATO)

REPUBBLICA CECA ISLANDA UNGHERIA NORVEGIA POLONIA TURCHIA

DANIMARCA *

BULGARIA ESTONIA LETTONIA LITUANIA ROMANIA SLOVACCHIA SLOVENIA

AUSTRIA FINLANDIA IRLANDA SVEZIA

*

La Danimarca è anche membro NATO

62

Fonte dati: www.nato.int, www.weu.int; dati aggiornati al 4 settembre 2003.

G-2

Allegato “G”

ISTITUZIONI INTERNAZIONALI – STATI MEMBRI ED AFFILIAZIONI

Schema 3 63
“OSCE”
OSCE

ALBANIA ANDORRA ARMENIA AUSTRIA AZERBAIJAN BIELORUSSIA BELGIO BOSNIA-HERZEGOVINA BULGARIA CANADA CROAZIA CIPRO REPUBLICA CECA DANIMARCA ESTONIA SERBIA E MONTENEGRO FINLANDIA FRANCIA MACEDONIA GEORGIA GERMANIA GRECIA UNGHERIA ISLANDA IRLANDA ITALIA KAZAKHSTAN KYRGYZSTAN PARTNERS DEL MEDITERRANEO PER LA COOPERAZIONE ALGERIA EGITTO GIORDANIA ISRAELE MAROCCO TUNISIA

LETTONIA LIECHTENSTEIN LITUANIA LUSSEMBURGO MALTA MOLDAVIA MONACO OLANDA NORVEGIA POLONIA PORTOGALLO ROMANIA RUSSIA SAN MARINO SLOVACCHIA SLOVENIA SPAGNA SVEZIA SVIZZERA TAJIKISTAN LA SANTA SEDE TURCHIA TURKMENISTAN UCRAINA REGNO UNITO STATI UNITI UZBEKISTAN

PARTNERS PER LA COOPERAZIONE AFGHANISTAN COREA GIAPPONE TAILANDIA

63

Fonte dati: www.osce.org; dati aggiornati al 4 settembre 2003

G-3

Allegato “G”

ISTITUZIONI INTERNAZIONALI – STATI MEMBRI ED AFFILIAZIONI

Schema 4 64
“CONSIGLIO D’EUROPA”
CONSIGLIO D’EUROPA

MEMBRI EFFETTIVI

COUNCIL OF EUROPE

ALBANIA ANDORRA ARMENIA AUSTRIA AZERBAIJAN BELGIUM BOSNIA-ERZEGOVINA BULGARIA CROAZIA CIPRO REPUBLICA CECA DANIMARCA ESTONIA FINLANDIA FRANCIA MACEDONIA GIORGIA GERMANIA GRECIA UNGHERIA IRLANDA ISLANDA

ITALIA LETTONIA LIECHTENSTEIN LITUANIA LUSSEMBURGO MALTA MOLDAVIA OLANDA NORVEGIA POLONIA PORTOGALLO ROMANIA RUSSIA SAN MARINO SERBIA-MONTENEGRO SLOVACCHIA SLOVENIA SPAGNA SVEZIA SVIZZERA TURCHIA UCRAINA REGNO UNITO

OSSERVATORI AL COMITATO DEI MINISTRI LA SANTA SEDE STATI UNITI CANADA GIAPPONE MESSICO

OSSERVATORI ALLA ASSEMBLEA PARLAMENTARE CANADA ISRAELE MESSICO

64

Fonte dati: www.coe.int; dati aggiornati al 4 settembre 2003

G-4

Allegato “G”

ISTITUZIONI INTERNAZIONALI – STATI MEMBRI ED AFFILIAZIONI

Schema 5 65
“I PARTENARIATI DELLA NATO”
EAPC/PFP

DIALOGO PER IL MEDITERRANEO

COMMISSIONE NATO-UCRAINA CONSIGLIO NATO-RUSSIA

NATO

ALGERIA EGITTO ISRAELE GIORDANIA MAURITANIA MAROCCO TUNISIA

BELGIO CANADA REPUBLICA CECA DANIMARCA FRANCIA GERMANIA GRECIA UNGHERIA ISLANDA ITALIA LUSSEMBURGO OLANDA NORVEGIA POLONIA PORTOGALLO SPAGNA TURCHIA REGNO UNITO STATI UNITI

RUSSIA UCRAINA

ALBANIA ARMENIA AUSTRIA AZERBAIJAN BIELORUSSIA BULGARIA CROAZIA ESTONIA FINLANDIA MACEDONIA GEORGIA IRLANDA KAZAKHSTAN KYRGYZSTAN LETTONIA LITUANIA MOLDAVIA ROMANIA SLOVACCHIA SLOVENIA SVEZIA TAJIKISTAN TURKMENISTAN SVIZZERA UZBEKISTAN

65

Fonte dati: www.nato.int; dati aggiornati al 4 settembre 2003

G-5

Allegato “H”

ALLARGAMENTO DELL’ALLEANZA PRINCIPALI FASI DEL PROCESSO DI ADESIONE DI POLONIA, REPUBBLICA CECA ED UNGHERIA66

10 Gennaio 1994 Nel vertice NATO di Bruxelles, i 16 leader alleati dichiarano di attendersi e di vedere con favore un allargamento della NATO che raggiunga i paesi democratici dell’Est. Riaffermano che l’Alleanza, come previsto dall’articolo 10 del Trattato di Washington, è aperta all’adesione di altri stati europei in grado di favorire i principi del Trattato di Washington e di contribuire alla sicurezza nell’area nord atlantica.

Settembre 1995 L’Alleanza adotta lo Studio sull’allargamento della NATO che indica gli elementi che devono essere considerati nel processo di allargamento. Si stabilisce inoltre che il processo dovrebbe tener conto degli sviluppi politici e relativi alla sicurezza in tutta l’Europa. Lo Studio resta alla base dell’approccio della NATO nell’invitare nuovi membri ad aderire.

Anno 1996 Si intraprende un intensificato dialogo bilaterale con i 12 paesi partner interessati. Tali riunioni accrescono la loro conoscenza di come la NATO operi e forniscono all’Alleanza una migliore conoscenza di questi paesi,sia per quanto riguarda il loro sviluppo interno,come pure in merito alla soluzione di ogni controversia con i paesi limitrofi. Lo Studio considera ciò un importante prerequisito per l’adesione.

10 Dicembre 1996 Gli Alleati della NATO cominciano a formulare raccomandazioni su quale paese o quali paesi dovrebbero essere invitati ad avviare i colloqui di adesione,in previsione di una decisione da prendersi nel vertice di Madrid del luglio 1997.

66

www.nato.int

H-1

Allegato “H”

Inizi del 1997 Su loro richiesta,hanno luogo delle riunioni con 11 paesi partner per un intensificato dialogo individuale. Parallelamente,le autorità militari della NATO intraprendono un’analisi dei connessi aspetti militari riguardanti i paesi interessati all’adesione alla NATO.

8 Luglio 1997 I leader alleati, riuniti a Madrid, invitano la Repubblica Ceca, l’Ungheria e la Polonia ad avviare con l’Alleanza le trattative per l’adesione. Riaffermano inoltre che l’Alleanza sarebbe rimasta aperta a nuovi membri.

Settembre e Novembre 1997 Le trattative per l’adesione hanno luogo con ciascuno dei tre paesi invitati. A conclusione di queste, i tre paesi inviano una lettera di intenti per confermare gli impegni presi durante i colloqui.

16 Dicembre 1997 I Ministri degli esteri della NATO firmano i Protocolli di adesione dei tre paesi al Trattato Nord Atlantico.

Anno 1998 I paesi alleati ratificano i Protocolli di adesione secondo le loro rispettive procedure nazionali.

12 Marzo 1999 Dopo il completamento delle loro procedure legislative nazionali, i Ministri degli esteri della Repubblica Ceca,di Ungheria e di Polonia depositano gli strumenti di adesione al Trattato Nord Atlantico in una cerimonia a Independence, Missouri, USA. Questo atto rappresenta il loro ingresso formale nell’Alleanza.

H-2

Allegato “H”

16 Marzo 1999 Le bandiere nazionali dei tre nuovi stati membri vengono issate nel corso di una cerimonia che ha luogo presso la sede della NATO a Bruxelles. In questo periodo,alcune misure sono state completate con successo da parte di ciascuno dei futuri stati membri per garantire l’efficacia della loro futura partecipazione all’Alleanza. Si trattava di misure nel settore della sicurezza (per esempio,disposizioni in merito all’acquisizione, alla conservazione e all’utilizzo di informazioni classificate), come pure in altri settori,quali la difesa aerea,le infrastrutture,la pianificazione delle forze e i sistemi di comunicazione e informatici.

H-3

ALLEGATO “I”

CRONOLOGIA DEI PRINCIPALI FATTI RIGUARDANTI L’EVOLUZIONE DELLA NATO DI FRONTE AI PRINCIPALI EVENTI MONDIALI67

1945

26 giugno Firma a San Francisco dello Statuto delle Nazioni Unite.

6 agosto Esplosione della bomba atomica su Hiroshima.

67

A.V., The NATO Handbook, Office of Information and Press, Brussels, 2001;

www.nato.int

I-1

ALLEGATO “I”

1946

5 marzo Discorso di Winston Churchill sulla “cortina di ferro”a Fulton, Missouri.

I-2

ALLEGATO “I”

1947

19 gennaio Il “Comitato di Lublino”, comunista e patrocinato dai sovietici, controlla il potere in Polonia.

12 marzo Il Presidente Truman esorta gli Stati Uniti“ a sostenere i popoli liberi che resistono ai tentativi di asservimento, esercitati contro di essi da parte di minoranze armate o da pressioni esterne ”(Dottrina Truman).

5 giugno George C.Marshall, Segretario di stato degli Stati Uniti, presenta un programma di ricostruzione economica per l’Europa (Piano Marshall).

22-27 settembre Istituzione del Cominform, organizzazione per l’unità ideologica del blocco sovietico,in seguito al rifiuto,da parte dell’Unione Sovietica e dei suoi alleati,degli aiuti previsti nel quadro del Piano Marshall.

I-3

ALLEGATO “I”

1948

22 gennaio Ernest Bevin, Ministro degli esteri del Regno Unito, propone davanti alla Camera dei Comuni l’idea di una Unione occidentale. I Ministri della difesa delle potenze firmatarie del Trattato di Bruxelles crearono successivamente l’Organizzazione di difesa dell’Unione occidentale il 27 e 28 settembre 1948.

22-25 febbraio Colpo di stato a Praga:il partito comunista assume il potere.

17 marzo Firma del Trattato di Bruxelles sulla collaborazione economica,sociale e culturale e la legittima difesa collettiva, da parte dei Ministri degli esteri di Belgio, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Regno Unito.

11 giugno Il Senato degli Stati Uniti adotta la “risoluzione Vandenberg”, che stabilisce la base per una futura associazione degli Stati Uniti a forme collettive, regionali e di altro tipo, per la sicurezza.

24 giugno Inizio del blocco di Berlino da parte dell’Unione Sovietica.

28 giugno Espulsione ufficiale della Jugoslavia dal Cominform.

6 luglio A Washington,inizio dei colloqui sulla difesa della regione nord atlantica tra Stati Uniti, Canada e le potenze firmatarie del Trattato di Bruxelles.

I-4

ALLEGATO “I”

25-26 ottobre Il Consiglio consultivo delle potenze firmatarie del Trattato di Bruxelles annuncia “completa identità di vedute per quanto riguarda il progetto di un patto difensivo dell’Atlantico settentrionale”

10 dicembre Hanno inizio a Washington i negoziati sul Trattato Nord Atlantico tra i rappresentanti delle potenze firmatarie del Trattato di Bruxe lles, del Canada e degli Stati Uniti.

I-5

ALLEGATO “I”

1949

15 marzo Le potenze negoziatrici invitano Danimarca, Islanda, Italia, Norvegia e Portogallo ad aderire al Trattato Nord Atlantico.

2 aprile I governi dei paesi interessati respingono le affermazioni sovietiche, secondo cui il Trattato Nord Atlantico è contrario allo Statuto delle Nazioni Unite.

4 aprile Il Trattato Nord Atlantico è firmato a Washington da: Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito e Stati Uniti.

8 aprile Le potenze firmatarie del Trattato di Bruxelles, la Danimarca, l’Italia e la Norvegia chiedono assistenza militare e finanziaria agli Stati Uniti.

4 maggio L’Accordo di Londra delle dieci potenze determina la nascita del Consiglio d’Europa. Riunione inaugurale del Consiglio a Strasburgo il 10 agosto.

9 maggio Il blocco di Berlino viene tolto.

24 agosto Entrata in vigore del Trattato Nord Atlantico.

17 settembre Il Consiglio Nord Atlantico tiene la sua prima riunione a Washington.

I-6

ALLEGATO “I”

6 ottobre “L’Atto di assistenza per la difesa reciproca” del 1949 è firmato dal Presidente Truman.

I-7

ALLEGATO “I”

1950

27 gennaio Il Presidente Truman approva il piano per la difesa integrata della regione nord atlantica, e la disponibilità di 900 milioni di dollari per aiuti militari.

9 maggio Il governo francese propone la creazione di un organismo unico incaricato di controllare la produzione di carbone e di acciaio in Francia e in Germania, aperto all’adesione di altri paesi (Piano Schuman).

25 giugno La Corea del Sud è attaccata dalle truppe nord coreane.

25 luglio Prima riunione del Consiglio dei Supplenti della NATO a Londra; l’ambasciatore Charles M.Spofford, rappresentante degli Stati Uniti presso il Consiglio Nord Atlantico, è eletto Presidente permanente.

24 ottobre Il Presidente del Consiglio francese, René Pleven, espone il suo progetto di creare un esercito unificato europeo, che includesse contingenti tedeschi e che operasse nel quadro della NATO.

19 dicembre Il Consiglio Nord Atlantico nomina il generale Dwight D. Eisenhower primo Comandante supremo delle forze alleate in Europa (SACEUR).

20 dicembre Le potenze firmatarie del Trattato di Bruxelles decidono di fondere

l’organizzazione militare dell’Unione occidentale con quella del Trattato Nord Atlantico.

I-8

ALLEGATO “I”

1951

15 febbraio Organizzata dal governo francese, si apre a Parigi la conferenza sulla creazione di un esercito europeo.

2 aprile Il Comando alleato in Europa diviene operativo con la creazione del Quartier generale supremo delle potenze alleate in Europa (SHAPE), installato a Rocquencourt, nei pressi di Parigi.

18 aprile Costituzione della Comunità europea del carbone e dell’acciaio tra Belgio, Francia, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi e la R.F. di Germania.

3 maggio Il Consiglio Nord Atlantico ingloba il Comitato di difesa e il Consiglio di difesa economica e finanziaria.

19 giugno Una Convenzione sullo status delle loro forze viene sottoscritta a Londra dagli stati membri del Trattato Nord Atlantico.

20 settembre Una Convenzione sullo status della NATO,dei rappresentanti nazionali e del personale internazionale (Convenzione sullo status del personale civile) è firmata a Ottawa.

9-11 ottobre Prima riunione a Parigi del Comitato temporaneo del Consiglio (TCC), che era stato creato dal Consiglio Nord Atlantico per conciliare le esigenze della sicurezza collettiva con le capacità politiche ed economiche dei paesi membri.

I-9

ALLEGATO “I”

17-22 ottobre Firma a Londra del Protocollo al Trattato Nord Atlantico relativo all’adesione di Grecia e Turchia.

19 novembre Inaugurazione del Collegio di difesa della NATO a Parigi (il Collegio verrà trasferito a Roma il 10 ottobre 1966).

I-10

ALLEGATO “I”

1952

30 gennaio Nomina dell’Amm. Lynde D.McCormick (Stati Uniti) a supremo alleato dell’Atlantico (SACLANT). primo Comandante

18 febbraio Adesione di Grecia e Turchia al Trattato Nord Atlantico.

20-25 febbraio Riunito a Lisbona, il Consiglio Nord Atlantico decide di riorganizzare la struttura dell’Alleanza e la NATO diviene un’organizzazione permanente con propria sede a Parigi.

21 febbraio Il Consiglio decide di creare un Comando della Manica,e nomina l’Amm. Sir Arthur John Power primo Comandante in capo della Manica (CINCHAN).

12 marzo Lord Ismay (Regno Unito) viene nominato vice Presidente del Consiglio Nord Atlantico e Segretario generale dell’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico.

10 aprile Il Comando alleato dell’Atlantico (ACLANT) diviene operativo ed il suo Quartier generale è stabilito a Norfolk, Virginia (Stati Uniti).

16 aprile Inaugurazione della sede provvisoria della NATO al Palais de Chaillot, Parigi.

28 aprile Il Consiglio Nord Atlantico tiene a Parigi la sua prima riunione in sessione permanente.

I-11

ALLEGATO “I”

27 maggio Belgio, Francia, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi e R.F. di Germania sottoscrivono a Parigi il Trattato che istituisce la Comunità europea di difesa. (In seguito alla decisione dell’Assemblea nazionale francese del 29 agosto 1954, il Trattato non è entrato in vigore).

28 agosto A Parigi viene firmato dai paesi membri dell’Alleanza un Protocollo sullo status dei Quartier generali militari internazionali.

I-12

ALLEGATO “I”

1953

5 marzo Morte di Stalin.

23 luglio Firma dell’armistizio in Corea, a Panmunjon.

20 agosto L’URSS annuncia di essere in possesso della bomba all’idrogeno.

4-8 dicembre Conferenza delle Bermuda tra i Capi di governo di Francia, Regno Unito e Stati Uniti, alla quale partecipa, in veste di osservatore per la NATO, Lord Ismay.

I-13

ALLEGATO “I”

1954

25 gennaio/18 feb. A Berlino fallimento della Conferenza delle Quattro potenze sulla riunificazione tedesca.

7 maggio Gli Stati Uniti ed il Regno Unito respingono la domanda di adesione dell’URSS all’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico.

17-18 giugno Riunione a L’Aia della Conferenza costitutiva dell’Associazione del Trattato Atlantico, patrocinata dal Comitato atlantico internazionale.

29 agosto L’Assemblea nazionale francese vota contro la ratifica del Trattato istitutivo della Comunità europea di difesa (CED).

6 settembre Inizia la Conferenza di Manila che deve condurre alla firma dei trattati istitutivi della SEATO (Organizzazione del Trattato dell’Asia di Sud-Est) (Paesi membri: Australia, Filippine, Francia, Nuova Zelanda, Pakistan, Regno Unito, Stati Uniti e Tailandia).

28 sett./3 ottobre Riunione a Londra della Conferenza dei Nove (Belgio, Canada, Francia, R.F. di Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Regno Unito e Stati Uniti) dedicata alla ricerca di una soluzione alternativa alla CED.

I-14

ALLEGATO “I”

23 ottobre Firma degli Accordi di Parigi. La Repubblica federale di Germania viene invitata ad aderire alla NATO; contemporaneamente, Italia e Repubblica federale di Germania aderiscono all’Unione dell’Europa occidentale (WEU).

I-15

ALLEGATO “I”

1955

6 maggio La Repubblica federale di Germania aderisce ufficialmente alla NATO.

14 maggio L’Unione Sovietica sottoscrive il Trattato di Varsavia con Albania, Bulgaria, Cecoslovacchia, Germania orientale, Polonia, Romania e Ungheria.

18-23 luglio A Parigi, prima Conferenza dei parlamentari della NATO (divenuta poi, dal novembre 1966, l’Assemblea del Nord Atlantico).

30 dicembre L’Unione Sovietica firma un trattato con il regime al potere in Germania orientale riconoscendogli le prerogative di uno Stato.

I-16

ALLEGATO “I”

1956

24 febbraio 20° Congresso del Partito comunista sovietico:in un discorso “segreto ”Krusciov denuncia Stalin.

18 aprile Scioglimento del Cominform.

28 giugno Tumulti a Poznan in Polonia,contro il regime al potere.

26 luglio Il governo egiziano nazionalizza il canale di Suez.

4 novembre Le truppe sovietiche schiacciano l’insurrezione popolare ungherese.

13 dicembre Il Consiglio Nord Atlantico approva le raccomandazioni contenute nel rapporto del Comitato dei Tre Saggi sulla cooperazione non militare in seno alla NATO.

I-17

ALLEGATO “I”

1957

25 marzo Firma dei Trattati di Roma, che istituiscono l’EURATOM e la Comunità economica europea.

2-3 maggio A Bonn,riunione ministeriale del Consiglio Nord Atlantico. Il Consiglio decide di intensificare gli sforzi dell’Alleanza in favore di una riunificazione della Germania,che sia il risultato di libere elezioni.

16 maggio Paul-Henri Spaak (Belgio) succede a Lord Ismay quale Segretario generale della NATO.

29 luglio Firma a Berlino di una dichiarazione nella quale i governi di Francia, R.F. di Germania, Regno Unito e Stati Uniti affermano l’identità delle loro politiche circa la riunificazione della Germania e la sicurezza europea.

14 settembre L’Assemblea generale dell’ONU condanna l’intervento sovietico in Ungheria.

4 ottobre Lancio del primo Sputnik sovietico.

31 ottobre Intervento anglo- francese nell’area del Canale di Suez.

16-19 dicembre In occasione di una riunione del Consiglio Nord Atlantico a Parigi, i Capi di governo riaffermano i principi e gli scopi dell’Alleanza Atlantica.

I-18

ALLEGATO “I”

1958

1 gennaio Entrata in vigore del Trattato di Ro ma,che istituisce la Comunità economica europea.

26-29 marzo Prima riunione del Comitato scientifico della NATO.

15-17 aprile I Ministri della difesa dei paesi della NATO, riuniti a Parigi, riaffermano il carattere difensivo della strategia della NATO.

10 novembre Krusciov annuncia che l’URSS desidera porre fine all’accordo delle quattro potenze relativo allo statuto di Berlino. occidentali il 31 dicembre). (Il progetto sarà respinto dalle potenze

16-18 dicembre Sessione ministeriale del Consiglio Nord Atlantico. Il Consiglio si associa al desiderio espresso da Francia, Regno Unito e Stati Uniti riguardante Berlino e il diritto delle potenze Occidentali di rimanervi.

I-19

ALLEGATO “I”

1959

1 gennaio Fidel Castro rovescia il regime di Batista a Cuba.

11 giugno Si apre a Ginevra la Conferenza dei Ministri degli esteri delle Quattro potenze (Francia, Regno Unito, Stati Uniti e URSS) dedicata al problema tedesco.

19 agosto Il Patto di Baghdad firmato il 24 febbraio 1955 diviene l’Organizzazione del Trattato centrale (CENTO). Membri a pieno titolo: Iran, Iraq, Pakistan, Regno Unito e Turchia. Membro associato: Stati Uniti. La sua sede è posta a Ankara. (Disciolta il 26 settembre 1979).

20 novembre Con la Convenzione di Stoccolma, l’Austria, la Danimarca, la Norvegia, il Portogallo, il Regno Unito, la Svezia e la Svizzera creano l’Associazione europea di libero scambio (EFTA). (La Finlandia è divenuto membro associato dell’EFTA nel 1961. L’Islanda ha aderito nel 1970. La Danimarca e il Regno Unito si sono ritirati dall’EFTA l’1 gennaio 1973, per divenire membri della Comunità economica europea. Il Portogallo si è ritirato dall’EFTA l’1 gennaio 1986).

15-22 dicembre Inaugurazione della nuova sede della NATO a Porte Dauphine, a Parigi.

I-20

ALLEGATO “I”

1960

15 marzo Si aprono a Ginevra,sotto l’egida delle Nazioni Unite, dei negoziati sul disarmo nel quadro della Conferenza dei Dieci. Gli stati comunisti si ritirano il 27 giugno.

1 maggio Un aereo americano “U2 ”è abbattuto sul territorio sovietico.

19 maggio I Ministri degli esteri di Francia, Regno Unito e Stati Uniti informano il Consiglio Atlantico sulle circostanze relative al fallimento della Conferenza al vertice di Parigi, il 16 maggio, alla quale partecipava l’URSS.

27 maggio Colpo di stato militare in Turchia.

23 settembre Krusciov partecipa all’Assemblea generale dell’ONU a New York.

10 novembre Conferenza al vertice, a Mosca,dei dirigenti comunisti di 81 paesi. Si approvano le tesi di Krusciov sulla coesistenza pacifica.

14 dicembre La convenzione per l’istituzione dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OECD), che sostituisce l’OEEC,è firmata da 18 paesi europei,dal Canada e dagli Stati Uniti. L’Australia, la Nuova Zelanda e il Giappone ne diverranno membri in seguito.

I-21

ALLEGATO “I”

1961

12 aprile Il comandante sovietico Yuri Gagarin effettua il primo volo orbitale umano.

21 aprile Dirk U.Stikker (Paesi Bassi) succede a Paul-Henri Spaak quale Segretario generale della NATO.

13 agosto Viene eretto il muro di Berlino.

13-15 dicembre Riunione ministeriale del Consiglio Nord Atlantico a Parigi. L’Alleanza riafferma la sua posizione su Berlino e condanna energicamente l’erezione del muro;approva la ripresa di contatti diplomatici con l’Unione Sovietica onde verificare se si possa stabilire una base negoziale. Inoltre annuncia la creazione di una forza mobile di intervento.

I-22

ALLEGATO “I”

1962

8-20 gennaio Riunione della “Convenzione Atlantica” dei cittadini dei paesi della NATO, che pubblica la sua “Dichiarazione di Parigi ”a favore del rafforzamento dell’Alleanza e della Comunità atlantica.

18 marzo Gli accordi di Evian danno vita ad una Algeria indipendente.

29 marzo Creazione dell’Organizzazione europea per lo sviluppo e la costruzione di vettori spaziali (ELDO). Paesi partecipanti: Australia, Belgio, Francia, R.F. di Germania,

Italia, Paesi Bassi e Regno Unito.

10 aprile Macmillan e Kennedy invitano Krusciov a concludere un trattato per la messa al bando degli esperimenti nucleari.

4-6 maggio I Ministri degli esteri e della difesa dei paesi della NATO, riuniti ad Atene,riesaminano le circostanze in cui l’Alleanza potrebbe dover ricorrere alle armi nucleari (linee guida di Atene).

14 giugno Creazione dell’Organizzazione europea di ricerca spaziale (ESRO). Paesi

partecipanti: Belgio, Danimarca, Francia, R.F. di Germania, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito, Spagna, Svezia e Svizzera. (ELDO e ESRO si fusero nell’Agenzia spaziale europea (ESA) il 31 maggio 1975).

I-23

ALLEGATO “I”

22 ottobre/20 nov. Blocco parziale di Cuba attuato dagli Stati Uniti in seguito alla scoperta dell’esistenza di rampe di lancio di missili sovietici nell’isola. Il blocco viene revocato dopo che i sovietici accettano di smantellare tali installazioni.

18-20 dicembre Incontro tra il Presidente Kennedy e il Primo Ministro Macmillan a Nassau, nelle Bahamas. Decidono di assegnare una parte delle forze nucleari strategiche dei loro paesi alla NATO.

I-24

ALLEGATO “I”

1963

16 gennaio In seguito alla dichiarazione del rappresentante permanente della Francia, il Consiglio constata che tutte le disposizioni del Trattato Nord Atlantico relative agli ex dipartimenti francesi d’Algeria sono divenute inapplicabili dal 3 luglio 1962.

20 giugno Gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica sottoscrivono a Ginevra un accordo per l’installazione di un “telefono rosso ”tra Washington e Mosca.

15-25 luglio Accordo americano-anglo-sovietico che impedisce gli esperimenti nucleari sottomarini, nell’atmosfera e nello spazio esterno all’atmosfera.

10 ottobre Entrata in vigore del Trattato di Mosca sul divieto parziale degli esperimenti nucleari, che era stato firmato il 5 agosto.

22-23 ottobre In una esercitazione militare (operazione “Big Lift”) 14.500 soldati americani vengono trasportati dagli Stati Uniti in Germania per dimostrare la capacità degli Stati Uniti di rafforzare rapidamente, in caso di emergenza,le forze della NATO in Europa.

22 novembre Assassinio del Presidente Kennedy a Dallas, Texas.

I-25

ALLEGATO “I”

1964

1 agosto Manlio Brosio (Italia) succede a Dirk Stikker quale Segretario generale della NATO.

14 ottobre Krusciov viene destituito dalle sue funzioni e rimpiazzato da Leonid Brezhnev nella carica di Segretario generale del partito e da Alexei Kosygin in quella di Capo del governo.

16 ottobre La Cina fa esplodere la sua prima bomba atomica.

I-26

ALLEGATO “I”

1965

6 aprile Il primo satellite commerciale, “Early Bird ”, è messo in orbita dagli Stati Uniti. Si rivela un eccellente sistema globale di comunicazioni per la telefonia, la televisione e le comunicazioni telegrafiche.

7 aprile Le autorità sovietiche e quelle tedesco-orientali bloccano ad intervalli, per una settimana, gli accessi terrestri a Berlino mentre il Parlamento della R.F. di Germania è riunito in sessione plenaria al Palazzo dei Congressi di Berlino ovest.

23 aprile L’URSS mette in orbita il suo primo satellite per le comunicazioni.

31 magg. -1 giugno I Ministri della difesa dei paesi della NATO,riuniti a Parigi, si occupano in particolare dei problemi di difesa di Grecia e Turchia e decidono di esaminare una proposta relativa al miglioramento del processo di consultazione e all’allarga mento della partecipazione nella pianificazione delle forze nucleari.

9 settembre Nel corso di una conferenza stampa il Presidente de Gaulle annuncia che per quanto concerne la Francia,la sua integrazione militare in seno alla NATO terminerà entro il 1969.

20 ottobre Il Consiglio Nord Atlantico approva i nuovi compiti dei Comandanti principali della NATO e del Gruppo regionale di pianificazione Canada-Stati Uniti.

I-27

ALLEGATO “I”

14-16 dicembre Il Consiglio Nord Atlantico in sessione ministeriale a Parigi accetta le nuove procedure, volte a migliorare il processo annuale di revisione dello sforzo per la difesa dei paesi membri e per l’adozione dei loro contributi di forze.

I-28

ALLEGATO “I”

1966

10 marzo Il Presidente de Gaulle annuncia ufficialmente l’intenzione della Francia di ritirarsi dalla struttura militare integrata dell’Alleanza.

14 dicembre Il Comitato di pianificazione della difesa istituisce il Comitato per gli affari di difesa nucleare ed il Gruppo di pianificazione nucleare.

I-29

ALLEGATO “I”

1967

18 gennaio Inaugurazione a Roma del Collegio di difesa della NATO.

31 marzo Inaugurazione dello SHAPE a Casteau, nei pressi di Mons, in Belgio.

6-7 aprile Prima riunione, a Washington,d el Gruppo di pianificazione nucleare.

21 aprile Colpo di stato militare in Grecia.

14 giugno Il Consiglio Nord Atlantico, riunito in Lussemburgo, valuta la situazione in Medio Oriente in seguito alla guerra dei “sei giorni” tra Israele e i suoi vicini arabi.

16 ottobre Inaugurazione della nuova sede della NATO a Bruxelles.

12 dicembre Il Comitato degli affari di difesa nucleare si riunisce a Bruxelles per esaminare il rapporto del Gruppo di pianificazione nucleare sulle forze nucleari strategiche, sui missili antibalistici, sull’uso tattico delle armi nucleari e sulla partecipazione dei paesi membri alla pianificazione nucleare.

13-14 dicembre Il Consiglio Nord Atlantico approva il “Rapporto Harmel ” sui futuri compiti dell’Alleanza. Il Comitato di pianificazione della difesa adotta il nuovo concetto

strategico della NATO, detto della risposta flessibile, e approva l’istituzione della Forza navale permanente dell’Atlantico (STANAVFORLANT).

I-30

ALLEGATO “I”

1968

19 gennaio Gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica sottopongono alla Conferenza per il disarmo di Ginevra una bozza di trattato sulla non-proliferazione delle armi nucleari.

24-25 giugno Il Consiglio Nord Atlantico riunito in sessione ministeriale a Reykjavik, Islanda,esamina le attuali misure restrittive riguardanti le vie di accesso a Berlino e pubblica una Dichiarazione sulle riduzioni reciproche e bilanciate delle forze.

20-21 agosto Truppe sovietiche, polacche, tedesco-orientali,bulgare e ungheresi invadono la Cecoslovacchia.

12 settembre L’Albania si ritira dal Patto di Varsavia.

13-14 novembre Creazione dell’EUROGRUPPO.

15-16 novembre Il Consiglio Nord Atlantico denuncia ’azione sovietica in Cecoslovacchia come l contraria ai principi fondamentali dello Statuto delle Nazioni Unite ed invia un monito all’URSS.

I-31

ALLEGATO “I”

1969

28 maggio Istituzione di una Forza navale alleata, disponibile su richiesta, nel Mediterraneo (NAVOCFORMED).

8-10 dicembre Prima riunione del Comitato per le sfide della società moderna (CCMS), istituito il 6 novembre dal Consiglio Nord Atlantico, su proposta del Presidente statunitense Nixon, da poco eletto.

I-32

ALLEGATO “I”

1970

5 marzo Entra in vigore il Trattato sulla non-proliferazione delle armi nucleari, firmato il 1 luglio 1968.

20 marzo Messa in orbita, da Cape Kennedy, del primo satellite di comunicazioni della NATO.

16 aprile Inizio a Vienna dei negoziati russo-americani sulla limitazione delle armi strategiche (SALT).

11 giugno Il Comitato di pianificazione della difesa,riunito in sessione ministeriale,rileva l a continua espansione della presenza sovietica nel Mediterraneo e si felicita per l’attiva zione della Forza navale alleata,disponibile su richiesta, nel Mediterraneo.

2-4 dicembre Sessione ministeriale del Consiglio Nord Atlantico e del Comitato di pianificazione della difesa (DPC) a Bruxelles. Gli Stati Uniti annunciano che non ridurranno le loro forze in Europa,se non nel contesto di un’azione reciproca est-ovest. Il DPC adotta lo studio su “La difesa dell’Alleanza negli anni ’70 ”. Dieci paesi europei adottano uno

speciale programma europeo per il miglioramento della difesa.

I-33

ALLEGATO “I”

1971

2 febbraio Messa in orbita,da Cape Kennedy, del secondo satellite di comunicazioni della NATO.

1 ottobre Joseph Luns (Paesi Bassi) succede a Manlio Brosio quale Segretario generale della NATO.

5-6 ottobre L’ex Segretario generale della NATO Manlio Brosio è incaricato di svolgere con l’Unione Sovietica ed altri governi interessati dei colloqui esplorativi sulle riduzioni reciproche e bilanciate delle forze.

I-34

ALLEGATO “I”

1972

26 maggio Firma a Mosca di un accordo provvisorio per la limitazione delle armi strategiche (SALT) e sui sistemi missilistici anti-balistici (ABM)

30-31 maggio Sessione ministeriale del Consiglio Nord Atlantico a Bonn. Si decide

d’intraprendere dei negoziati multilaterali preparatori per una Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (CSCE). I paesi che fanno parte della struttura militare integrata della NATO propongono degli incontri esplorativi multilaterali per la riduzione reciproca e bilanciata delle forze (MBFR).

3 giugno Firma dell’Accordo quadripartito su Berlino da parte dei Ministri degli esteri di Francia, Regno Unito, Stati Uniti e URSS.

21 novembre Inizio a Ginevra dei negoziati SALT II.

22 novembre Inizio a Helsinki dei negoziati multilaterali preparatori alla CSCE.

21 dicembre Firma a Berlino est del “Trattato fondamentale” tra la R.F. di Germania e la R.D. tedesca.

I-35

ALLEGATO “I”

1973

1 gennaio Danimarca, Irlanda e Regno Unito aderiscono alla Comunità economica europea (CEE).

31 gennaio/29 giu. Negoziati multilaterali preparatori sulle MBFR a Vienna.

11 maggio Entra in funzione la Forza navale permanente della Manica

(STANAVFORCHAN).

3-7 luglio Inizio ad Helsinki della Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (CSCE).

6-24 ottobre Conflitto arabo- israeliano detto dello “Yom Kippur ”.

30 ottobre Inizio a Vienna dei negoziati sulle riduzioni reciproche e bilanciate delle forze (MBFR).

I-36

ALLEGATO “I”

1974

25 aprile Colpo di stato militare in Portogallo.

26 giugno I Capi di stato e di governo dei paesi membri della NATO, riuniti a Bruxelles, sottoscrivono la Dichiarazione sulle relazioni atlantiche, che era stata approvata e diffusa dal Consiglio Nord Atlantico il 19 giugno a Ottawa.

23 luglio Kostantin Karamanlis diviene Primo Ministro greco in seguito alle dimissioni del governo militare.

14 agosto Ritiro delle forze armate greche dalla struttura militare integrata della NATO.

23-24 novembre Il Presidente Ford e il Segretario generale Brezhnev, riuniti a Vladivostok, giungono ad un accordo sulle tappe per pervenire ad una limitazione delle armi nucleari strategiche dei loro rispettivi paesi.

I-37

ALLEGATO “I”

1975

31 maggio ELDO e ESRO si fondono dando vita all’Agenzia spaziale europea (ESA). Paesi membri: Belgio, Danimarca, Francia, R.F. di Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito, Spagna, Svezia e Svizzera.

31 luglio-1 agosto I Capi di stato e di governo dei 35 stati partecipanti firmano l’Atto finale di Helsinki della CSCE.

I-38

ALLEGATO “I”

1976

21-22 gennaio Nel corso della riunione del Gruppo di pianificazione nucleare (NPG) ad Amburgo i Ministri della difesa della NATO discutono sul costante aumento del potenziale nucleare strategico dell’Unione Sovietica ed esaminano le prospettive di stabilizzazione mediante i negoziati SALT.

2 febbraio Istituzione del Gruppo europeo indipendente di programmazione,al quale partecipano tutti i paesi europei membri della NATO, per promuovere la cooperazione per la ricerca, lo sviluppo e la produzione di equipaggiamenti.

20-21 maggio Sessione ministeriale del Consiglio Nord Atlantico a Oslo. I Ministri degli esteri

fanno il punto sulle relazioni est-ovest e sui progressi compiuti nell’attuazione dell’Atto finale della CSCE ed esaminano le prospettive relative alle MBFR.

9-10 dicembre Il Consiglio Nord Atlantico respinge le proposte dei paesi del Patto di Varsavia, che chiedevano di rinunciare ad usare per primi l’arma nucleare e di limitare la partecipazione all’Alleanza, e chiedevano a tutti i paesi della CSCE di rinunciare a ricorrere alla minaccia o all’impiego della forza,con qualsiasi tipo di armamento, conformemente alle disposizioni dello Statuto delle Nazioni Unite e dell’Atto finale di Helsinki.

I-39

ALLEGATO “I”

1977

10-11 maggio Riunione del Consiglio Nord Atlantico a Londra,con la partecipazione del Presidente Carter, appena eletto, e di altri Capi di stato e di governo. Avvio di un programma di difesa a lungo termine.

4 ottobre Inizio a Belgrado della riunione sui seguiti della CSCE (4 ottobre 1977 -9 marzo 1978).

12 ottobre Istituzione di un Gruppo ad alto livello dell’NPG sull’ammodernamento delle forze nucleari di teatro.

I-40

ALLEGATO “I”

1978

30-31 maggio Riunione del Consiglio Nord Atlantico a Washington con la partecipazione dei Capi di stato e di governo.

31 ottobre-11 dic. Riunione a Montreux di esperti della CSCE sulla soluzione pacifica delle controversie.

18 novembre Messa in orbita da Cape Canaveral (Florida) del terzo satellite per le comunicazioni della NATO.

5-6 dicembre Approvazione del Sistema aviotrasportato di avvistamento a distanza e di controllo (AWACS).

I-41

ALLEGATO “I”

1979

13 feb./26 marzo Riunione a La Valletta degli esperti della CSCE sulla cooperazione mediterranea.

11 aprile Creazione di un Gruppo speciale incaricato di studiare gli aspetti del controllo degli armamenti relativi ai sistemi nucleari di teatro. (Il Gruppo speciale conclude il suo lavoro l’11 dicembre 1979).

18 giugno Firma a Vienna,da parte del Presidente Carter e del Segretario generale Brezhnev, dell’accordo SALT II. (Tale accordo non è stato ratificato dagli Stati Uniti).

4 novembre Rivoluzionari islamici occupano l’ambasciata degli Stati Uniti a Teheran e catturano 53 ostaggi.

12 dicembre Riunione speciale a Bruxelles dei Ministri degli esteri e della difesa dei paesi membri della NATO. Viene approvata la decisione detta del “doppio binario ”sull’ammodernamento delle forze nucleari di teatro, che prevede lo schieramento in Europa di sistemi americani basati a terra Cruise e Pershing II ed un’azione parallela e complementare nel controllo degli armamenti,per evitare di dover schierare tali missili.

25-26 dicembre Invasione sovietica dell’Afghanistan.

29 dicembre Riunione speciale del Consiglio Nord Atlantico in seguito all’invasione sovietica dell’Afghanistan del 25-26 dicembre.

I-42

ALLEGATO “I”

1980

24 gennaio I membri dell’Alleanza,che avevano partecipato alla riunione speciale del 12 dicembre 1979, istituiscono il Gruppo consultivo speciale sul controllo degli armamenti, comprese le forze nucleari di teatro.

18 feb./3 marzo Conferenza della CSCE ad Amburgo sulla cooperazione scientifica.

4 maggio Morte del Presidente jugoslavo Tito.

31 agosto Accordi di Danzica che portano alla istituzione e al riconoscimento ufficiale del sindacato indipendente polacco Solidarnosc.

12 settembre In Turchia le autorità militari assumono il potere nel paese.

22 settembre Inizio della guerra Iran-Iraq.

20 ottobre Le forze armate greche rientrano nella struttura militare dell’Alleanza.

11 novembre Inizio della riunione di Madrid sui seguiti della CSCE.

9-12 dicembre

I-43

ALLEGATO “I”

Le riunioni ministeriali del Consiglio e del Comitato di pia nificazione della difesa manifestano preoccupazione per la situazione in Polonia e per il perpetuarsi dell’occupazione sovietica dell’Afghanistan.

I-44

ALLEGATO “I”

1981

1 gennaio La Grecia diviene il decimo stato membro della CEE.

23 febbraio Fallito tentativo da parte di ribelli della Guardia civile di rovesciare il governo spagnolo.

6 ottobre Assassinio del Presidente egiziano Sadat.

27 ottobre Un sottomarino sovietico si incaglia nelle acque territoriali svedesi.

18 novembre Il Presidente Reagan annuncia nuove iniziative in materia di cont rollo degli armamenti, tra cui l’apertura di negoziati sulle forze nucleari a raggio intermedio (INF) e trattative sulle riduzioni degli armamenti strategici (START).

30 novembre Gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica iniziano a Ginevra i negoziati sulle forze nucleari a raggio intermedio (INF).

10-11 dicembre La Spagna firma il protocollo di adesione al Trattato Nord Atlantico.

13 dicembre Imposizione della legge marziale in Polonia.

I-45

ALLEGATO “I”

1982

11 gennaio Il Consiglio Atlantico, riunito in sessione ministeriale straordinaria,diffonde una dichiarazione sugli avvenimenti in Polonia.

2 aprile-14 giugno Guerra delle Falkland.

30 maggio La Spagna diviene il 16° membro dell’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico.

10 giugno Vertice del Consiglio Atlantico a Bonn. I Capi di stato e di governo diffondono la Dichiarazione di Bonn sul programma dell’Alleanza per la pace nella libertà.

30 giugno Inizio a Ginevra dei negoziati sulla riduzione degli armamenti strategici (START).

I-46

ALLEGATO “I”

1983

23 marzo Il Presidente Reagan annuncia l’avvio di un vasto programma di ricerca inteso ad eliminare la minaccia costituita dai missili nucleari strategici (Iniziativa di difesa strategica).

22 luglio Fine della legge marziale in Polonia. Nuove disposizioni rafforzano i controlli governativi.

1 settembre Un aereo di linea sud coreano con 269 passeggeri a bordo viene abbattuto dalla difesa aerea sovietica nei pressi dell’isola di Sakhalin.

9 settembre Conclusione della riunione di Madrid sui seguiti della CSCE.

25 ottobre Intervento militare a Grenada da parte di forze statunitensi e dei paesi dei Caraibi orientali.

25 ottobre/11 nov. Ad Helsinki riunione preparatoria della conferenza di Stoccolma sulle misure per accrescere la fiducia e la sicurezza e sul disarmo in Europa (CDE).

27 ottobre Decisione di Montebello. I Ministri della difesa,in occasione della riunione del Gruppo di pianificazione nucleare della NATO a Montebello, Canada,annunciano la loro decisione di ritirare altre 1.400 testate nucleari dall’Europa, portando così a 2.400 il totale delle testate ritirate dal 1979.

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ALLEGATO “I”

23 novembre La consegna di componenti di missili da crociera basati a terra al Regno Unito segna l inizio dello spiegamento di forze nucleari a raggio intermedio (INF) da parte ’ della NATO. L’Unione Sovietica decide di interrompere i negoziati in corso a

Ginevra sulle forze nucleari a raggio intermedio (INF).

8 dicembre Conclusione della sessione in corso dei negoziati russoamericani di Ginevra sulle riduzioni delle armi strategiche (START). L’Unione Sovietica non indica una data per la loro ripresa.

8-9 dicembre I Ministri degli esteri dei paesi della NATO diffondono la Dichiarazione di Bruxelles,nella quale essi esprimono la loro determinazione a cercare un rapporto equilibrato e costruttivo con l’Est ed invitano l’Unione Sovietica e gli altri paesi del Patto di Varsavia a unirsi a questo sforzo.

13 dicembre Formazione di un governo civile in Turchia in seguito ad elezioni parlamentari sulla base di una nuova costituzione.

I-48

ALLEGATO “I”

1984

17 gennaio Inizio della Conferenza di Stoccolma sulle misure per accrescere la fiducia e la sicurezza e sul disarmo in Europa (CDE).

21 marzo/30 aprile Riunione ad Atene di esperti della CSCE sulla soluzione pacifica delle controversie.

31 maggio I Ministri degli esteri della NATO diffondono la Dichiarazione di Washington sulle relazioni est-ovest.

7-9 giugno Vertice a Londra. I Capi di stato e di governo dei sette paesi più industrializzati diffondono una dichiarazione sulle relazioni est-ovest e sul controllo degli armamenti.

12 giugno I Ministri degli esteri dei sette paesi membri dell’Unione dell’Europa occidentale si riuniscono a Parigi e decidono di riattivare la WEU.

25 giugno Lord Carrington (Regno Unito) succede a Joseph Luns quale Segretario generale della NATO.

16-26 ottobre Seminario della CSCE, a Venezia, sulla Cooperazione economica, scientifica e culturale tra i paesi del Mediterraneo.

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ALLEGATO “I”

26-27 ottobre I Ministri degli esteri e della difesa dei paesi membri dell’Unione dell’Europa occidentale diffondono la “Dichiarazione di Roma ”che annuncia la loro decisione di accrescere la cooperazione nel quadro della WEU.

7 dicembre Il Segretario generale della NATO consegna il primo Premio atlantico a Per Markussen (Danimarca), per il suo duraturo contributo agli obiettivi dell’Alleanza Atlantica.

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ALLEGATO “I”

1985

11 marzo Mikhail Gorbaciov diventa Segretario generale del partito comunista sovietico dopo la morte di Kostantin Chernenko.

12 marzo Gli Stati Uniti e l Unione Sovietica danno inizio,a Ginevra, a nuovi nego ziati sul ’ controllo degli armamenti, inclusi i sistemi di difesa spaziale, le forze nucleari strategiche e le forze nucleari a raggio intermedio.

26 aprile Il Trattato di amicizia,cooperazione e assistenza reciproca, istitutivo, nel 1955, dell’Organizzazione del Patto di Varsavia, viene prorogato dai dirigenti dei sette paesi membri di altri 20 anni.

7 magg./17 giugno Riunione, a Ottawa,di esperti della CSCE sui diritti dell’uomo.

15 ottobre/25 nov. Foro culturale della CSCE a Budapest.

12 novembre Il secondo Premio atlantico viene assegnato al professor van der Beugel (Paesi Bassi) per gli eccezionali servigi resi all’Alleanza.

19-21 novembre Al vertice di Ginevra,il Presidente americano R.Reagan e il leader sovietico M.Gorbaciov sono d’accordo in principio su una riduzione delle forze nucleari strategiche del 50% e su un accordo provvisorio sulle INF.

I-51

ALLEGATO “I”

21 novembre In una sessione speciale del Consiglio Nord Atlantico,con la partecipazione di Capi di stato e di governo e di Ministri degli esteri, il Presidente Reagan riferisce sui suoi incontri di Ginevra con Mikhail Gorbaciov.

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ALLEGATO “I”

1986

1 gennaio Portogallo e Spagna diventano membri della Comunità economica europea (CEE).

12 marzo In un referendum indetto dal Primo Ministro spagnolo Felipe Gonzales, gli elettori si dichiarano in favore di una Spagna nell’Alleanza Atlantica, ma senza partecipare alla struttura militare integrata della NATO.

15 aprile In risposta ad attacchi terroristici attribuiti alla Libia, le forze armate americane attaccano obiettivi militari a Tripoli e Bengasi.

15 aprile/26 magg. Riunione a Berna di esperti della CSCE sui contatti umani.

26 aprile Incidente nucleare alla centrale di Chernobyl, in Unione Sovietica.

29-30 maggio Nel corso della sessione ministeriale del Consiglio Nord Atlantico ad Halifax, Canada, i Ministri degli esteri diffondono una Dichiarazione,in cui invitano l’ Unione Sovietica ad unirsi a loro nel compiere “nuovi passi coraggiosi ”per promuovere la pace, la sicurezza ed un proficuo dialogo est-ovest. I Ministri istituiscono inoltre un Gruppo operativo ad alto livello sul controllo degli armamenti convenzio nali.

22 settembre Conclusione della Conferenza di Stoccolma sulle misure per accrescere la fiducia e la sicurezza e sul disarmo in Europa (CDE). Il documento conclusivo (in data 19 settembre) contiene disposizioni obbligatorie per la notifica, l’osservazione e le ispezioni in loco di manovre militari dei paesi partecipanti.

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ALLEGATO “I”

13 ottobre Sessione speciale del Consiglio Nord Atlantico a Bruxelles,alla quale partecipano Ministri degli esteri e della difesa:il Segretario di stato americano Schultz informa il Consiglio dell’esito negativo dell’incontro di Reykjavik, avvenuto l’11-13 ottobre tra Reagan e Gorbaciov.

21-22 ottobre Riunione ministeriale del Gruppo di pianificazione nucleare della NATO a Gleneagles, Scozia. I Ministri della difesa manifestano il loro sostegno al programma di controllo degli armamenti del Presidente Reagan.

4 novembre Inaugurazione a Vienna della terza Conferenza sui seguiti della CSCE.

24 novembre Il professor Karl Kaiser (R.F. di Germania) riceve il terzo Premio atlantico per i servigi resi all’Alleanza.

11 dicembre I Ministri degli esteri della NATO diffondono la Dichiarazione di Bruxelles sul controllo degli armamenti convenzionali,proponendo dei negoziati sulla stabilità convenzionale con l’intento di eliminare le disparità esistenti dall’Atlantico agli Urali, e di stabilire una stabilità convenzionale a dei livelli meno elevati, come pure su delle nuove misure per accrescere la fiducia e la sicurezza.

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ALLEGATO “I”

1987

26 gennaio La Spagna riprende i negoziati con i suoi alleati della NATO sul futuro ruolo delle forze armate spagnole in seno all’Alleanza.

17 febbraio Iniziano, a Vienna,dei colloqui tra i paesi della NATO e quelli del Patto di Varsavia su un mandato relativo ai negoziati sulle forze convenzionali in Europa, dall’Atlantico agli Urali.

27 marzo In seguito ad una riunione d’urgenza del Consiglio Atlantico, Lord Carrington, Segretario generale della NATO, offre la propria mediazione per aiutare a risolvere la disputa nel Mar Egeo tra Grecia e Turchia.

4 giugno Il Parlamento della R.F. di Germania approva ufficialmente una proposta che richiedeva ’ eliminazione dei missili a raggio intermedio (INF) e a più corto raggio l (SRINF) in Europa.

5 giugno Il governo canadese annuncia la propria decisione di spostare dalla regione settentrionale alla regione centrale il proprio impegno al rafforzamento dell’Europa.

19 giugno Il Cancelliere tedesco, Helmut Kohl, propone la costituzione di una brigata congiunta franco-tedesca, come primo passo verso una forza europea comune.

22 luglio Il Segretario generale sovietico Mikhail Gorbaciov,annuncia che il suo paese è pronto ad eliminare, nel quadro di un trattato sovieto-americano sulle INF, tutte le armi

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ALLEGATO “I”

nucleari a portata intermedia,comprese quelle dispiegate nel 1987 nella parte asiatica dell’Unione Sovietica.

23 luglio Nel corso dei negoziati di Ginevra tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, i negoziatori sovietici presentano una proposta con cui essi accettano il principio di una “opzione doppio-zero ”che elimina, su scala mondiale, i missili a raggio intermedio, sovietici e americani, basati a terra (LRINF e SRINF).

20 agosto In una riunione a L ’Aia gli esperti dell’Unione dell’Europa occidentale valutano un’azione comune nel Golfo per assicurare la libertà di navigazione alle petroliere sulle rotte marittime della regione.

28-30 agosto Ispettori americani assistono per la prima volta, secondo le disposizioni del Documento di Stoccolma del settembre 1986, a delle manovre militari sovietiche nei pressi di Minsk.

5-7 ottobre Ispettori sovietici assistono a delle esercitazioni della NATO in Turchia; questa ispezione, che si svolge conformemente alle disposizioni del Documento di Stoccolma del settembre 1986, è la prima del genere in un paese dell’Alleanza.

27 ottobre I Ministri degli esteri e della difesa dei sette paesi membri dell’Unione dell’Europa occidentale adottano “La Piattaforma di L’Aia sugli interessi europei di sicurezza ”.

25 novembre L’autore del Rapporto Harmel del 1967, Pierre Harmel (Belgio), riceve il Premio atlantico.

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ALLEGATO “I”

8 dicembre I Presidenti Reagan e Gorbaciov, nel corso di una riunione al vertice di tre giorni, firmano il Trattato di Washington sulle INF, eliminando, su scala mondiale, i missili nucleari a raggio intermedio basati a terra.

9 dicembre Gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica pervengono ad un accordo su delle misure che permettono a ciascuno dei due paesi di verificare i luoghi dei test nucleari dell’altro.

10 dicembre Al termine del loro vertice di tre giorni a Washington, Reagan e Gorbaciov si impegnano a ridurre considerevolmente gli arsenali strategici dei loro paesi ed incaricano i loro negoziatori a Ginevra di preparare una proposta di accordo simile al Trattato ABM del 1972.

11 dicembre Il Consiglio Atlantico festeggia il 20 °anniversario del Rapporto Harmel. Il Segretario di stato americano e i Ministri degli esteri di Belgio, R.F. di Germania, Italia, Paesi Bassi e R egno Unito sottoscrivono degli accordi bilaterali relativi all’attuazione del Trattato sulle INF come pure delle sue procedure di ispezione sul posto e verifica.

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ALLEGATO “I”

1988

22 gennaio I governi della R.F. di Germania e di Francia istituiscono un Consiglio di sicurezza comune e sottoscrivono un accordo,che porta alla creazione di una comune brigata terrestre franco-tedesca.

2-3 marzo La riunione al vertice del Consiglio Nord Atlantico a Bruxelles sottolinea l’ unità degli Alleati e riafferma la loro comunanza di obiettivi e di ideali,come pure la perdurante validità dell’Alleanza. In una Dichiarazione sul controllo degli armamenti convenzionali si chiede che misure significative siano prese per eliminare le disparità tra le forze convenzionali mediante negoziati sulla stabilità di queste forze.

15 maggio Inizio del ritiro delle truppe sovietiche dall’Afghanistan.

26-27 maggio I Ministri della difesa della NATO incaricano il Gruppo di lavoro esecutivo di procedere ad un riesame di ruoli, rischi e responsabilità condivisi dai paesi membri nel contesto dei loro sforzi per sostenere la credibilità e l efficacia della sicurezza e della ’ difesa collettiva.

31 maggio Durante un vertice di cinque giorni a Mosca, Reagan e Gorbaciov si scambiano i documenti per l’entrata in vigore del Trattato INF del dicembre 1987, da poco ratificato, e firmano accordi bilaterali sugli esperimenti nucleari e su altre questioni.

9-10 giugno Durante la prima riunione ministeriale del Consiglio Nord Atlantico tenuta a Madrid, i Ministri degli esteri fanno un bilancio dei progressi realizzati al vertice di

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ALLEGATO “I”

Mosca nelle relazioni est-ovest,e si felicitano per l’evoluzione del contributo spagnolo alla difesa comune.

24 giugno Annuncio della formazione di una forza mista della NATO per il potenziamento della Norvegia settentrionale in periodi di tensione o di ostilità, in sostituzione della brigata canadese CAST, che sarà trasferita alla regione centrale, conformemente alla decisione del governo canadese.

28 giugno/1 luglio La 19 ªConferenza del PCUS a Mosca dà l avvio ad un programma di riforme ’ politiche, costituzionali e legislative.

1 luglio Manfred Wörner, ex Ministro della difesa della R.F. di Germania, succede a Lord Carrington, quale Segretario generale della NATO.

20 agosto In esecuzione della Risoluzione 598 del Consiglio di sicurezza dell’ONU, entra in vigore il cessate il fuoco nella guerra del Golfo tra Iran e Iraq.

14 novembre Portogallo e Spagna firmano il Trattato di adesione alla WEU.

5 dicembre Paul Nitze, consigliere speciale del Presidente Reagan per il controllo degli armamenti, riceve il Premio atlantico 1988.

7 dicembre In un importante discorso all’Assemblea generale dell’ONU, Gorbaciov annuncia riduzioni unilaterali delle forze convenzionali sovietiche. Un forte terremoto in

Armenia devasta diverse città e provoca ingenti perdite di vite umane.

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ALLEGATO “I”

8 dicembre I Ministri degli esteri dei paesi membri dell’Alleanza si compiacciono per l’annunc io delle riduzioni di forze convenzionali sovietiche e pubblicano una dichiarazione in cui vengono elencate le proposte dell’Alleanza per i prossimi negoziati sulla stabilità nel settore degli armamenti convenzionali e su nuove misure per accrescere la fiducia e la sicurezza.

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ALLEGATO “I”

1989

7-11 gennaio 149 paesi partecipano a Parigi a una Conferenza interna zionale sulle armi chimiche.

18 gennaio Il Presidente Gorbaciov fornisce ulteriori dettagli sul progetto di riduzione delle forze sovietiche presentato alle Nazioni Unite il 7 dicembre 1988,precisando che saranno effettuate riduzioni del 14,2% delle spese sovietiche per la difesa e del 19,5% della produzione di armamenti ed equipaggiamenti militari.

19 gennaio Conclusione a Vienna della riunione sui seguiti della CSCE e adozione di un documento conclusivo che comporta mandati per nuovi negoziati sulle forze convenzionali in Europa (CFE) e per nuovi negoziati sulle misure per accrescere la fiducia e la sicurezza (CSBM).

23-27 gennaio Bulgaria,Cecoslovacchia, R.D. tedesca, Polonia e Ungheria annunciano riduzioni delle loro forze convenzionali e dei loro bilanci militari. Queste riduzioni sono ben accolte dai paesi dell’Alleanza, perché considerate contributi alla riduzione degli squilibri tra le forze convenzionali in Europa.

2 febbraio Riunione conclusiva a Vienna dei ne goziati sulle riduzioni reciproche e bilanciate delle forze.

11 febbraio Il Comitato centrale del partito comunista ungherese approva il passaggio “graduale e costante” ad un sistema politico pluralista.

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ALLEGATO “I”

15 febbraio In conformità con il programma annunciato dal Presidente Gorbaciov,viene completato il ritiro delle truppe sovietiche dall’Afghanistan.

6 marzo I Ministri degli esteri dei paesi membri della CSCE si riuniscono a Vienna per aprire nuovi negoziati sulle forze convenzionali in Europa (CFE) tra i 23 paesi della NATO e del Patto di Varsavia e per iniziare nuovi negoziati sulle misure per accrescere la fiducia e la sicurezza tra tutti i 35 paesi della CSCE.

26 marzo Le prime elezioni pluraliste per il nuovo Congresso dei deputati del popolo dell’URSS si risolvono in molti collegi in una grande sconfitta per i candidati ufficiali del partito.

4 aprile Il 40 °anniversario della firma del Trattato Nord Atlantico viene celebrato con una riunione straordinaria del Consiglio Atlantico e con svariate cerimonie sia presso la sede della NATO, sia nelle capitali dei paesi membri.

5 aprile A Varsavia,i negoziatori del governo e dell’opposizione firmano un accordo sulle misure da adottare per pervenire a delle riforme politiche in Polonia. Tra queste,l’organizzazione di libere elezioni ed il riconoscimento di Solidarnosc, movimento sindacale fino ad allora vietato.

18 aprile/23 maggio Conferenza sull’informazione a Londra, nell’ambito della CSCE.

12 maggio Il presidente Bush propone la realizzazione di un regime di “Cieli aperti” per accrescere la fiducia e la trasparenza sulle attività militari. La proposta prevede che i

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ALLEGATO “I”

paesi partecipanti aprano i loro spazi aerei ed autorizzino il sorvolo del loro territorio, secondo il principio della reciprocità.

29-30 maggio Vertice del Consiglio Nord Atlantico a Bruxelles con i Capi di stato e di governo. Il Presidente Bush annuncia nuove importanti iniziative per la riduzione delle forze convenzionali in Europa. Approvazione del Concetto globale per il controllo degli armamenti ed il disarmo e pubblicazione di una dichiarazione del vertice.

30 magg./23 giugno Prima riunione a Parigi della Conferenza della CSCE sulla dimensione umana (CDH).

31 maggio Durante una visita nella R.F. di Germania,il Presidente Bush formula diverse proposte per promuovere libere ele zioni e il pluralismo in Europa orientale e per lo smantellamento del muro di Berlino.

3-4 giugno A Pechino i dirigenti cinesi ricorrono alle forze armate per soffocare pacifiche dimostrazioni popolari guidate dagli studenti in favore della democrazia, provocando gravi perdite umane, scontri in altre città del paese,repressioni e violazioni dei diritti fondamentali.

4 e 18 giugno Libere elezioni in Polonia per il Senato ed elezioni parziali per il 35% dei seggi della Camera bassa del Parlamento (Sejm), conclusesi con un importante successo di Solidarnosc.

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ALLEGATO “I”

8-9 giugno Riunione del Comitato di pianificazione della difesa in sessione ministeriale. I Ministri della difesa esaminano le ripercussioni per la pianificazione della difesa delle proposte occidentali sulla riduzione delle forze convenzionali in Europa.

16 giugno Imre Nagy, leader della rivoluzione ungherese del 1956, impiccato nel 1958, viene sepolto a Budapest con tutti gli onori.

19 giugno Riapertura, a Ginevra, dei colloqui sulla riduzione degli armamenti strategici (START).

2 luglio Morte dell’ex Ministro degli esteri ed ex Presidente sovie tico Andrei Gromyko.

9 agosto Il Segretario generale della NATO diffonde una dichiarazione in nome degli Alleati sulla situazione della mino ranza di etnia turca in Bulgaria, richiamando il governo bulgaro a rispettare le responsabilità che gli competono in conformità agli impegni della CSCE.

24 agosto Tadeusz Mazowiecki diviene Primo Ministro del primo governo non comunista in Polonia dopo 40 anni. Il partito polacco dell’Unione dei lavoratori (comunista) conserva quattro ministeri.

10 settembre L’Ungheria apre la sua frontiera occidentale,permettendo così a numerosi rifugiati della Germania orientale di fuggire in occidente.

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ALLEGATO “I”

3 ottobre Poiché il governo della R.D. di Germania aveva permesso il 1 ottobre a 6.390 suoi cittadini che si trovavano nelle ambasciate occidentali a Praga, di emigrare, altri 20.000 tedeschi orientali, che volevano lasciare il proprio paese, affollano le ambasciate della Germania occidentale, a Praga e a Varsavia.

6-7 ottobre Gorbaciov,che assiste alla parata per il 40° anniversario a Berlino est, chiede alle autorità della Germania orientale urgenti riforme.

16 ottobre Riunione della CSCE, a Sofia, per la protezio ne dell’ambiente.

18 ottobre A seguito delle dimostrazioni dei cittadini della Germania orientale a favore delle riforme politiche e mentre un gran numero di profughi continua a lasciare il paese attraverso Praga e Budapest, Erich Honecker, Segretario generale del partito socialista dell’unità (comunista) dal 1971, viene sostituito da Egon Krenz a capo della Repubblica democratica tedesca.

23 ottobre La nuova costituzione, adottata dal Parlamento ungherese il 18 ottobre, dà vita alla Repubblica di Ungheria quale “stato libero,democratico e indipendente”, e apre la strada ad elezioni pluralistiche nel 1990.

7 novembre Dimissioni del governo della Germania orientale in seguito a manifestazioni in molte città per ottenere libere elezioni e l’abolizione dell’egemonia comunista; persino dall’interno del partito si chiedono importanti cambiamenti al più alto livello. Il giorno successivo il Politburo si dimette.

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ALLEGATO “I”

9-10 novembre Caduta del muro di Berlino. In un’atmosfera di incertezza politica e di crisi dell’autorità a Berlino est, i berlinesi dell’est e dell’ovest demoliscono il muro e celebrano l’avvio del processo di unificazione. In seguito alle vaste manifestazioni in favore delle riforme politiche, il governo della Repubblica democratica tedesca annuncia la revoca delle restrizioni sui viaggi in occidente e predispone nuovi varchi nel muro.

10 novembre Espulsione di Todor Zhivkov, capo del partito comunista bulgaro dal 1954, ed altri radicali cambiamenti ai vertici del partito.

14 novembre Il Parlamento tedesco orientale designa Hans Modrow quale Primo Ministro. Portogallo e Spagna firmano il Trattato di adesione all’Unione dell’Europa occidentale.

17 novembre La dispersione violenta di dimostrazioni studentesche a Praga suscita un movimento popolare contro il governo. Creazione del Foro civico con a capo Vaclav Havel.

20 novembre Vaste manifestazioni a Lipsia in favore dell’unificazione tedesca.

24 novembre Dimissioni dei responsabili del partito comunista cecoslo vacco. Karel Urbanek diventa Segretario generale ed avvia il dialogo con il Foro civico.

3 dicembre Dimissioni del nuovo Politburo e del Comitato centrale tedesco orientale, di recente nomina, in seguito alle rivelazioni di incuria e di corruzione dei dirigenti comunisti.

I-66

ALLEGATO “I”

4 dicembre Vertice del Consiglio Nord Atlantico a Bruxelles. Il Presidente Bush mette al corrente gli Alleati sull’esito dei colloqui avuti con Gorbaciov, in occasione del vertice americano-sovietico tenutosi a Malta il 2 e 3 dicembre. In occasione di un vertice a

Mosca, i Capi dei paesi membri del Patto di Varsavia diffondono una dichiarazione comune denunciando l’ invasione della Cecoslovacchia nel 1968 da parte delle forze del Patto di Varsavia e ripudiano la dottrina Brezhnev sulla sovranità limitata.

7 dicembre Dimissioni del Presidente Gustav Husak e formazione di un governo di coalizione in Cecoslovacchia. Il Premio atlantico 1989 viene consegnato a Sir Michael Howard, Presidente e cofondatore dell’Istituto Internazionale di Studi Strategici (IISS).

11 dicembre Il popolo bulgaro ottiene,dopo imponenti manifestazioni, la promessa di organizzare libere elezioni e la rinuncia del partito comunista ad un ruolo predominante.

14-15 dicembre Riunione del Consiglio Nord Atlantico in sessione ministeriale a Bruxelles. I Ministri degli esteri e saminano l’accele razione del cambiamento politico nei paesi dell’Europa centrale e orientale.

19 dicembre Il Ministro degli esteri sovietico Eduard Shevardnadze visita la sede della NATO, per colloqui con il Segretario generale Manfred Wörner e i Rappresentanti permanenti dei paesi membri. Si tratta della prima visita di un Ministro di un paese dell’Europa centrale o orientale alla sede della NATO.

20 dicembre A Timisoara, in Romania, le forze armate e la polizia sparano su migliaia di manifestanti ostili al governo.

I-67

ALLEGATO “I”

22 dicembre Caduta del regime rume no. Nicolai Ceausescu viene arrestato dalle forze armate rumene e fucilato il 25 dicembre. Il Fronte di salvezza nazionale sotto la guida di Ion Iliescu assume il potere e promette libere elezioni.

29 dicembre Il Parlamento polacco abolisce la supremazia del partito comunista ed attribuisce nuovamente al paese il nome di Repubblica di Polonia. Vaclav Havel viene eletto Presidente della Cecoslovacchia.

I-68

ALLEGATO “I”

1990

15 gennaio Il governo bulgaro mette fine a quarantaquattro anni di egemonia del partito comunista.

16 gennaio/5 feb. A Vienna, seminario sulle dottrine militari dei 35 paesi membri della CSCE.

6 febbraio In un discorso senza precedenti, pronunciato al Comitato centrale del PCUS in sessione plenaria, Gorbaciov affronta i principali aspetti del suo programma di riforme, tra i quali la fine dell’egemonia del partito comunista e l’introduzione del pluralismo politico.

12-14 febbraio I Ministri degli esteri della NATO e del Patto di Varsavia, nonché osservatori di altri paesi della CSCE, si riuniscono ad Ottawa per l’inizio della conferenza sui “Cieli aperti”.

13 febbraio A margine della conferenza sui “Cieli aperti”, ad Ottawa, i Ministri degli esteri interessati raggiungono un accordo per avviare le discussioni sugli aspetti esterni dell’unificazione tedesca in un contesto “Due più Quattro ”. I Ministri degli esteri della NATO e del Patto di Varsavia raggiungono un accordo sui passi da compiere per concludere, entro il 1990, l’accordo sulle CFE.

3 marzo Il Ministro degli esteri cecoslovacco Jiri Dienstbier visita la sede della NATO, per colloqui con il Segretario generale Manfred Wörner.

I-69

ALLEGATO “I”

8 marzo In una riunione alla quale partecipa il Cancelliere Helmut Kohl, i membri del Consiglio Nord Atlantico si consultano sulla posizione del governo tedesco di fronte agli sviluppi in Germania e sulle questioni di sicurezza che ne derivano.

11 marzo Il Parlamento della Litua nia vota in favore della separazione del paese dall’Unione Sovietica e per il ritorno all’indipendenza.

17 marzo I Ministri degli esteri del Patto di Varsavia, riuniti a Praga, si dichiarano a favore del mantenimento sia della NATO che del Patto di Varsavia.

18 marzo Le prime libere elezioni,dopo quaranta anni, della Germania orientale attribuiscono una schiacciante maggioranza al partito conservatore “Alleanza per la Germania ” e segnano un’ulteriore tappa nel processo di unificazione tedesca.

19 marzo/11 apr. A Bonn,conferenza della CSCE sulla cooperazione economica in Europa.

21 marzo Il Ministro degli esteri polacco Krzystof Skubiszewski effettua una visita alla NATO, dove incontra il Segretario gene rale Manfred Wörner e i Rappresentanti permanenti dei paesi membri.

26 marzo Il governo cecoslovacco decide di smantellare le installazioni militari disposte lungo le frontiere con l’Austria e la R.F. di Germania.

27 marzo Portogallo e Spagna entrano a far parte della WEU dopo il processo di ratifica.

I-70

ALLEGATO “I”

7 aprile In Ungheria decisiva vittoria elettorale del Foro democratico (partito di centrodestra).

12 aprile Il governo di coalizione della R.D. tedesca vota a favore dell’unificazione con la R.F. di Germania, sulla base dell’articolo 23 della Legge Fondamentale e dell’appartenenza del paese unificato all’Alleanza Atlantica.

3 maggio Il Presidente Bush annuncia l annullamento dei programmi di ammodernamento ’ delle testate nucleari per artiglieria in Europa e del nuovo missile nucleare a corto raggio LANCE ed auspica negoziati sui missili nucleari a corto raggio americani e sovietici da avviare subito dopo la firma di un trattato sulle CFE.

4 maggio Il Parlamento della Lettonia dichiara il suo paese indipendente.

8 maggio Il Parlamento dell’Estonia modifica il nome e la costituzione della Repubblica e ripristina la bandiera e l’inno nazionale in uso prima della guerra.

9-10 maggio I Ministri della difesa dei paesi membri della NATO, riuniti nell’ambito del Gruppo di pianificazione nucleare a Kananaskis, in Canada,esaminano le ripercussioni che i cambiamenti politici in Europa possono avere sulla politica di sicurezza della NATO.

20 maggio In Romania,Ion Iliescu, ex membro del governo comunista,viene eletto Presidente malgrado le accuse di frode elettorale formulate dall’opposizione. Il Fronte di salvezza nazionale ottiene la maggioranza in Parlamento.

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ALLEGATO “I”

22-23 maggio I Ministri della difesa dei paesi della NATO,riuniti nel Comitato di pianificazione della difesa, valutano le ripercussioni dell’evoluzione in corso in Europa sulla politica di sicurezza della NATO ed esaminano la strategia militare della NATO. Il nuovo Primo Ministro ungherese, Josef Antall, annuncia la decisione del suo governo di ritirarsi dall’Organizzazione del Patto di Varsavia in seguito a negoziati.

30 maggio Boris Eltsin viene eletto Presidente della Repubblica Russa al terzo turno degli scrutini.

30 maggio-2 giugno Vertice americano-sovietico a Washington.

5 giugno I Ministri degli esteri dei 35 paesi partecipanti alla seconda Conferenza della CSCE sulla dimensione umana (CHD2), a Copenaghen,accordano lo status di osservatore all’Albania.

7-8 giugno I Ministri degli esteri dell’Alleanza, riuniti in sessione ministeriale a Turnberry in Scozia, formulano il “Messaggio di Turnberry ”, in cui esprimono la loro determinazione a cogliere l’occasione storica derivante dai profondi cambiamenti intervenuti in Europa e manifestano all’Unione Sovietica e a tutti gli altri paesi europei amicizia e disponibilità alla cooperazione.

8 giugno Elezioni parlamentari in Cecoslovacchia: il Foro civico e i partiti alleati ottengono la maggioranza all’Assemblea federale.

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ALLEGATO “I”

10 e 17 giugno Elezioni in Bulgaria: il partito socialista ottiene la maggioranza parlamentare.

18 giugno La NATO annuncia la concessione per l’anno 1990/1991, di 70 borse di ricerca di cui 55 assegnate per la prima volta sia a candidati dei paesi della NATO sia dell’Europa centrale e orientale e finalizzate allo studio del funzionamento delle istituzioni democratiche.

28 giugno In occasione della Conferenza della CSCE sulla dimensione umana a Copenaghen, i paesi dell’Europa orientale (con l’esclusione dell’Albania, che aderirà alla CSCE nel giugno 1991) si impegnano a rispettare la democrazia parlamentare pluralista e lo stato di diritto.

29 giugno Il Ministro degli esteri ungherese Geza Jeszensky,è ricevuto dal Segretario generale della NATO Manfred Wörner presso la sede della NATO.

2 luglio Tra le due Germanie viene stabilita l’unione monetaria. Il Ministro degli esteri giapponese Taro Nakayama viene ricevuto alla sede della NATO dal Segretario generale Manfred Wörner.

6 luglio I Capi di stato e di governo dell’Alleanza diffondono la “Dichiarazione di Londra” su un’Alleanza Atlantica rinno vata. Tale Dichiarazione contiene proposte miranti a sviluppare la cooperazione con i paesi dell’Europa centrale e orientale attraverso una vasta gamma di attività politiche e militari e in particolare attraverso ’ istituzione di l regolari rapporti diplomatici tra questi paesi e la NATO.

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ALLEGATO “I”

10 luglio Il Ministro degli esteri tedesco orientale Markus Meckel visita la sede della NATO.

13-17 luglio In seguito alla diffusione della Dichiarazione di Londra, il Segretario generale della NATO Manfred Wörner, su invito del Ministro degli esteri Shevardnadze, si reca a Mosca per incontrare la dirigenza sovietica.

16 luglio Il Cancelliere Kohl e il Presidente Gorbaciov si accordano sulle misure volte a permettere che la Germania riacquisti la propria piena sovranità ed eserciti il proprio diritto a rimanere membro a pieno titolo dell’Alleanza Atlantica.

17 luglio Conclusione della Conferenza “Due più Quattro” a Parigi sull’unificazione della Germania.

18 luglio Il Primo Ministro ungherese Josef Antall è ricevuto nella sede della NATO.

2 agosto Le truppe irachene invadono il Kuwait,in seguito ad una disputa tra i due paesi in materia di sfruttamento delle risorse petrolifere nel Golfo.

6 agosto Il Consiglio di sicurezza dell’ONU adotta all’unanimità sanzioni di vasta portata contro l’Iraq ed esige il ritiro delle sue truppe dal Kuwait.

8 agosto Il Consiglio di sicurezza dell’ONU dichiara che è nullo e non avvenuto l’ annuncio fatto dall’Iraq dell’annessione de facto del Kuwait.

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ALLEGATO “I”

10 agosto Riunione straordinaria del Consiglio Nord Atlant ico a livello di Ministri degli esteri per consultazioni e scambi di informazioni sugli sviluppi nel Golfo.

22 agosto Il Parlamento tedesco orientale vota a favore dell’unificazione con la R.F. di Germania il 3 ottobre 1990 e delle ele zioni, da tenersi nel paese unificato, il 2 dicembre 1990.

4 settembre I nove paesi della WEU si accordano sulle linee generali per coordinare le loro operazioni navali nella regione del Golfo, in modo da rafforzare l’embargo internazionale contro l’Iraq. Un certo numero di paesi, membri e non della WEU, invia proprie forze militari nella regione.

5-8 settembre Il Segretario generale della NATO Manfred Wörner si reca nella Repubblica federativa Ceca e Slovacca per incontrarne il Presidente, il Primo Ministro ed il Presidente del Parlamento.

7 settembre Proseguono le consultazioni in seno al Consiglio Nord Atlantico circa l evolversi ’ della situazione politica,militare e economica nel Golfo,in vista di una armonizzazione delle politiche e conformemente all’impegno degli Alleati di operare a sostegno dell’applicazione delle risoluzioni dell’ONU riguardanti questa crisi.

10 settembre In occasione di una riunione straordinaria del Consiglio Nord Atlantico in sessione ministeriale, il Segretario di stato americano James Baker informa i suoi colleghi del risultato del vertice americano-sovietico sulla crisi del Golfo.

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ALLEGATO “I”

12 settembre In una dichiarazione diffusa in occasione della firma del “Trattato Due più Quattro” a Mosca, l’Alleanza si felicita per questo accordo storico, che apre la via all’unificazione della Germania ed al ripristino della sua piena sovranità.

13-15 settembre In occasione della sua prima visita in Polonia, il Segretario generale della NATO evoca dinanzi alla Camera bassa del Parlamento le occasioni storiche che si presentano per instaurare in Europa un durevole ordine di pace e di prosperità, basato sulla cooperazione e l’amicizia.

14 settembre Inizio delle consultazioni interalleate in seno allo speciale Gruppo consultivo della NATO sui futuri negoziati relativi alle forze nucleari a corto raggio, come avevano richiesto i Capi di stato e di governo nella Dichiarazione di Londra. In una dichiarazione di condanna per l’intrusione di soldati iracheni nelle residenze delle Ambasciate della NATO in Kuwait, l’Alleanza domanda all’Iraq di liberare i prigionieri e di astenersi da ulteriori atti di aggressione.

24 settembre-19 ott. Riunione della CSCE sul Mediterraneo a Palma di Maiorca.

1-2 ottobre I Ministri degli esteri della CSCE,riuniti a New York, approvano una risoluzione che condanna l’aggressione dell’Iraq contro il Kuwait.

3 ottobre Nello stesso giorno dell’unificazione della Germania, il Consiglio Atlantico tiene una riunione speciale per sottolineare l avvenimento ed accogliere il paese unificato ’ come membro a pieno titolo dell’Alleanza.

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ALLEGATO “I”

15 ottobre Gorbaciov riceve il premio Nobel per la pace 1990.

23 ottobre Il Primo Ministro rumeno Petre Roman viene ricevuto alla sede della NATO dal Segretario generale Manfred Wörner.

25-26 ottobre Il Primo vice Ministro della difesa e Capo dello stato maggiore generale sovietico, gen. M.A.Moiseyev, visita la sede della NATO.

26 ottobre Il Ministro della difesa ungherese Lajos Für viene ricevuto alla sede della NATO.

15 novembre Il Ministro degli esteri bulgaro Luben Gotsev viene ricevuto alla sede della NATO dal Segretario generale Manfred Wörner

17 novembre I negoziatori della CSCE approvano il Documento di Vienna sulle misure per accrescere la fiducia e la sicurezza (CSBM).

19 novembre Durante il vertice della CSCE a Parigi i 22 stati della NATO e del Patto di Varsavia firmano un importante Trattato sulle forze convenzionali in Europa e diffondono una Dichiarazione comune di non-aggressione.

21 novembre I Capi di stato e di governo dei paesi membri della CSCE pubblicano la Carta di Parigi per una nuova Europa ed approvano l adozione del Documento di Vienna sulle ’ misure per accrescere la fiducia e la sicurezza.

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ALLEGATO “I”

22-25 novembre Il Segretario generale della NATO si reca in Ungheria.

26-28 novembre L’Assemblea Nord Atlantica,riunita a Londra,accorda lo status di membri associati ai parlamentari di Unione Sovietica, Bulgaria, Cecoslovacchia, Ungheria e Polonia.

6-7 dicembre Riunione del Comitato di pianificazione della difesa e del Gruppo di pianificazione nucleare in sessione ministeriale a Bruxelles:i Ministri della difesa sostengono la Risoluzione 678 dell’ONU, che esige il ritiro delle truppe irachene dal Kuwait entro gennaio 1991 ed esaminano i progressi nello sviluppo di un nuovo Concetto strategico della NATO e delle altre iniziative in corso per adattare le forze della NATO al nuovo contesto strategico in Europa.

9 dicembre Lech Walesa è eletto Presidente della Polonia.

11 dicembre Dopo 45 anni di dittatura,il Partito comunista albanese annuncia la legalizzazione dei partiti d’opposizione.

13 dicembre Il Segretario di stato alla difesa rumeno, gen.Vasile Ionel, visita la NATO.

15 dicembre Al vertice di Roma i dirigenti dei paesi della CEE avviano le conferenze intergovernative sull’Unio ne economica e monetaria e sull’Unione politica.

17-18 dicembre Riunione del Consiglio Nord Atlantico in sessione ministeriale a Bruxelles:i Ministri degli esteri esaminano i progressi compiuti dopo il vertice dello scorso luglio

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ALLEGATO “I”

nella realizzazione degli obiettivi definiti nella Dichiarazione di Londra e diffondono una dichiarazione sulla crisi del Golfo.

20 dicembre Dimissioni del Ministro sovietico degli esteri Eduard Shevardnadze,che mette in guardia l’opinione pubblica sui rischi di una nuova dittatura in Unione Sovietica.

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ALLEGATO “I”

1991

2 gennaio La NATO invia aerei della Forza mobile di ACE (AMF) nella Turchia sudorientale, nell’ambito di una missione operativa.

8 gennaio Truppe sovietiche circondano la capitale lituana per far rispettare la coscrizione.

9 gennaio Incontro a Ginevra tra il Segretario di stato americano e il suo omologo iracheno: l’Iraq conferma il proprio rifiuto a ritirare le sue truppe dal Kuwait

11 gennaio La NATO diffonde una dichiarazione in cui richiede alle autorità sovietiche di cessare immediatamente dal ricorrere alla forza ed all’intimidazione nei confronti delle Repubbliche baltiche.

15 genn./8 febbraio La riunione degli esperti della CSCE sulla soluzione pacifica delle controversie a La Valletta si conclude con una proposta per la creazione di un meccanismo di regolamentazione delle controversie.

17 gennaio Inizio della guerra del Golfo:le forze della coalizione lanciano attacchi aerei contro l’Iraq, che rifiuta di ritirare le sue truppe dal Kuwait in conformità alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU.

9 febbraio In occasione di un referendum organizzato in Lituania, l’85% dei votanti si dichiara in favore dell’indipendenza.

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ALLEGATO “I”

18 febbraio Il Segretario generale della WEU, Willem van Eekelen, visita la sede della NATO per discutere con il Segretario generale Manfred Wörner sulle consultazioni in corso riguardanti lo sviluppo dell’Identità di sicurezza europea e sulla cooperazione tra i due organismi.

19 febbraio Il piano di pace avanzato all’ultimo momento dall’Unione Sovietica per arrestare il conflitto nel Golfo non corrisponde alle richieste degli Alleati, che chiedevano il ritiro incondizionato delle forze irachene.

24 febbraio Le forze della coalizione lanciano un’offensiva terrestre in Kuwait.

25 febbraio I rappresentanti dei sei paesi del Patto di Varsavia,riuniti a Budapest, ne annunciano lo scioglimento. Il Comitato dei Ministri della difesa del Patto di Varsavia, il Comando interarma ed il Consiglio militare, scientifico e tecnico vengono sciolti.

27 febbraio Il Ministro degli esteri cecoslovacco Jiri Dienstbier viene ricevuto alla NATO.

28 febbraio Le forze della coalizione liberano il Kuwait. Il Presidente Bush sospende le operazioni alleate. L’Iraq accetta incondizionatamente le dodici risoluzioni dell’ONU sul ritiro delle sue truppe dal Kuwait.

3 marzo In referendum organizzati in Estonia e Lettonia, rispettiva mente il 77% ed il 73% dei votanti si dichiara in favore dell’indipendenza.

I-81

ALLEGATO “I”

4 marzo Il Parlamento sovietico ratifica il Trattato sull’unificazione della Germania, mettendo così fine ufficialmente all’Accordo quadripartito relativo a quel paese, in vigore sin dalla fine della seconda guerra mondiale.

5 marzo Terminata la guerra del Golfo, la Forza mobile della NATO si ritira dalla Turchia.

13-26 marzo In conformità alle disposizioni del Trattato sulle INF, gli Stati Uniti completano il ritiro dei missili dall’Europa.

21 marzo Il Presidente della Repubblica federativa Ceca e Slovacca,Vaclav Havel, visita la sede della NATO e pronuncia uno storico discorso dinanzi al Consiglio Atlantico.

31 marzo Scioglimento ufficiale della struttura militare del Patto di Varsavia.

15 aprile Inaugurazione a Londra della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), il cui obiettivo è quello di aiutare i paesi dell’Europa orientale e l Unione ’ Sovietica a sviluppare strutture democratiche e l’economia di mercato.

23-24 aprile Il Presidente del Comitato militare della NATO, gen. Vigleik Eide, visita la Repubblica federativa Ceca e Slovacca.

25-26 aprile Conferenza a Praga sull’avvenire della sicurezza europea, organizzata su iniziativa comune del Ministero degli esteri cecoslovacco e del Segretario generale della NATO.

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ALLEGATO “I”

29 aprile Il Premio atlantico viene assegnato postumo al senatore italiano Giovanni Malagodi.

30 aprile Il Primo Ministro bulgaro Dimitar Popov ed il suo Ministro della difesa gen. Mutafchiev vengono ricevuti alla NATO.

7 maggio Il Ministro della difesa jugoslavo dichiara che il suo paese si trova in una condizione di guerra civile.

12 maggio Conformemente alla disposizioni del Trattato sulle INF, l’Unione Sovietica elimina i suoi ultimi missili SS20.

21 maggio Negli Stati Uniti,la Camera dei Rappresentanti chiede una riduzione degli effettivi americani in Europa da 250.000 a 100.000 entro il 1995. Il Soviet supremo vota un progetto di legge che liberalizza sia i viaggi all’estero che l’emigrazione.

23 maggio Il Ministro della difesa polacco Piotr Kolodziejczyk viene ricevuto presso la sede della NATO.

28-29 maggio Riunione del Comitato di pianificazione della difesa e del Gruppo di pianificazione nucleare della NATO in sessione ministeriale:i Ministri si accordano tra l’altro sui presupposti della nuova struttura di forze della NATO.

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ALLEGATO “I”

28 magg./7 giugno A Cracovia, Simposio della CSCE sul patrimonio culturale.

1 giugno Esperti americani e sovietici annunciano di aver risolto i problemi ancora esistenti circa il Trattato sulle CFE.

6-7 giugno I Ministri degli esteri della NATO,riuniti a Copenaghen, diffondono delle dichiarazioni sul partenariato con i paesi dell’Europa centrale e orientale,sui principali compiti di sicurezza della NATO nella nuova Europa e sul superamento dei problemi relativi al Trattato sulle CFE.

12-14 giugno Il Segretario generale della NATO Manfred Wörner si reca in visita ufficiale nella Repubblica di Bulgaria.

19 giugno L’Albania diviene il 35° Stato partecipante alla CSCE.

19-20 giugno Riunione del consiglio della CSCE a Berlino: i Ministri degli esteri danno vita ad un meccanismo di urgenza che permetta, ove 13 Stati siano d’accordo, di convocare con breve preavviso riunioni di alti funzionari della CSCE, e approvano il rapporto di La Valletta sulla soluzione pacifica delle controversie.

20 giugno Il Parlamento tedesco decide di restituire a Berlino il suo ruolo di capitale ufficiale del paese.

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ALLEGATO “I”

25 giugno I Parlamenti di Slovenia e di Croazia proclamano l’indipendenza di queste due repubbliche.

28 giugno Scioglimento del COMECON.

1 luglio Il Patto di Varsavia viene ufficialmente disciolto,conformemente ad un protocollo che prevedeva il passaggio a strutture paneuropee.

1-19 luglio A Ginevra Riunione di esperti della CSCE sulle minoranze nazionali.

3 luglio Il Presidente polacco Lech Walesa effettua una visita alla sede della NATO.

4-5 luglio Il Segretario generale della NATO Manfred Wörner si reca in Romania.

30 luglio Il Presidente russo Boris Eltsin firma un trattato con la Lituania, riconoscendone l’indipendenza.

30-31 luglio I Presidenti degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica dichiarano che il loro vertice di due giorni apre una nuova era nelle relazioni dei loro paesi e firmano il Trattato START sulla riduzione degli armamenti nucleari strategici.

19 agosto Colpo di stato in Unione Sovietica:il Presidente Gorbaciov viene sospeso dalle sue funzioni e sostituito da un “comitato di emergenza ”. Nel corso di una riunione

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ALLEGATO “I”

straordinaria il Consiglio Atlantico avverte l’Unione Sovietica delle gravi conseguenze di un eventuale abbandono delle riforme in atto. I programmi di aiuti occidentali vengono sospesi. Boris Eltsin fa appello allo sciopero generale mentre carri armati fedeli, che innalzano la bandiera russa, prendono posizione nei pressi del Parlamento russo.

21 agosto Riunione del Consiglio Atlant ico in sessione ministeriale. I Ministri degli esteri esaminano la situazione politica in Unione Sovietica, diffondono una dichiarazione di condanna per la rimozione incostituzionale di Gorbaciov e domandano la ripresa delle riforme democratiche. Fallimento del colpo di stato del 19 agosto: gli autori vengono arrestati e Gorbaciov ritorna a Mosca. I dirigenti occidentali si congratulano con Boris Eltsin per il ruolo da lui avuto nell’opporsi agli autori del colpo di stato e sbloccano gli aiuti all’Unione Sovietica. Il Ministro degli esteri rumeno Adrian Nastase visita la NATO.

25 agosto L’Unione Sovietica annuncia un’ampia epurazione nelle file dell’Alto comando militare. Il Presidente Gorbaciov propone lo scioglimento del partito comunista e ne dà le dimissioni da Segretario generale.

26 agosto Il Presidente Gorbaciov dichiara che non è più possibile opporsi alle esigenze delle Repubbliche che desiderano diventare indipendenti. I paesi della Comunità europea decidono di instaurare relazioni diplomatiche con i tre Stati baltici.

28 agosto Il Presidente Gorbaciov nomina Ministro degli esteri Boris Pankin, ex Ambasciatore i Cecoslovacchia, sottrae il controllo delle truppe al KGB ed ordina n un’inchiesta sulle attività di questa istituzione.

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ALLEGATO “I”

29 agosto I Parlamentari sovietici votano in favore della sospensione di tutte le attività del Partito comunista.

5 settembre Il Congresso dei deputati del popolo dell’Unione Sovietica accetta, prima di sciogliersi, di trasferire i suoi principali poteri alle Repubbliche.

10 sett./4 ottobre Terza riunione della Conferenza della CSCE sulla dimensione umana, a Mosca. Estonia, Lettonia e Lituania aderiscono alla CSCE.

17 settembre Estonia,Lettonia e Lituania sono ammesse all’ONU.

27 settembre Il Presidente Bush annuncia una riduzione considerevole degli armamenti nucleari degli Stati Uniti e invita l’ Unione Sovietica a fare altrettanto. Queste misure prevedono la distruzione di tutti i missili nucleari tattici basati a terra degli Stati Uniti ed il ritiro dei missili nucleari Cruise dai sottomarini e dalle navi da guerra.

6 ottobre Riuniti a Cracovia, i Ministri degli esteri polacco,ungherese e cecoslovacco esprimono il desiderio che i loro paesi possano partecipare alle attività della NATO. Il Presidente Gorbaciov annuncia l’eliminazione degli armamenti nucleari a corto raggio dell’Unione Sovietica e il ritiro di tutti gli armamenti nucleari tattici a bordo di navi di superficie e di sottomarini,nonché di quelli dell’aviazione navale con base a terra.

17 ottobre I Ministri della difesa della NATO, riuniti a Taormina, annunciano che l’arsenale substrategico dell’Organizzazione in Europa sarà ridotto dell’80%.

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ALLEGATO “I”

21 ottobre Il vice Ministro sovietico degli esteri Deryabin viene ricevuto alla NATO.

24-25 ottobre Seminario alla sede della NATO sul coordinamento tra civili e militari nella gestione del traffico aereo, con la partecipazione dei membri dell’Alleanza e dei paesi dell’Europa centrale e orientale.

28 ottobre Il Primo Ministro ungherese Josef Antall visit a la NATO.

30 ottobre La prima conferenza sulla pace in Medio Oriente inizia a Madrid sotto la presidenza congiunta degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica.

4-15 novembre A Oslo, Seminario di esperti della CSCE sulle istituzioni democratiche.

7-8 novembre Riunione al vertice del Consiglio Atlantico a Roma. I Capi di stato e di governo diffondono il nuovo Concetto strategico dell’Alleanza, come pure la Dichiarazione di Roma sulla pace e la cooperazione.

11 novembre Il Segretario generale della NATO Manfred Wörner riceve il Ministro degli esteri polacco Krzystof Skubiszewski.

12 novembre Il Ministro degli esteri estone Lennart Meri viene ricevuto alla NATO. Il Ministro degli esteri bulgaro Stoyan Ganev viene ricevuto alla NATO.

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ALLEGATO “I”

14 novembre Il Presidente bulgaro Zhelev visita la NATO.

25 novembre Il Ministro della difesa rumeno, gen. Nicolae Spiroiu, viene ricevuto alla NATO.

1 dicembre Referendum in Ucraina:il 90% dei votanti si pronuncia a favore dell’indipendenza.

8 dicembre I rappresentanti delle tre ex repubbliche sovietiche di Russia, Bielorussia e Ucraina, riuniti a Minsk,decidono di creare una Comunità di Stati Indipendenti (CIS) al posto dell’Unione Sovietica.

9-10 dicembre Nella riunione del Consiglio europeo, a Maastricht, i Capi di stato e di governo della CEE approvano, sotto riserva di ratifica,il Trattato sull’unione economica e monetaria e sull’unione politica. I paesi membri della WEU, riuniti a Maastricht,invitano i membri dell’Unione Europea ad aderire all’Organizzazione, o a divenirne osservatori, e propongono agli altri membri europei della NATO di divenire membri associati della WEU.

12-13 dicembre Riunione a Bruxelles del Comitato di pianificazione della difesa in sessione ministeriale. I Ministri della difesa esaminano le principali modifiche del dispositivo delle forze previste nel nuovo Concetto strategico, e in particolare le notevoli riduzioni previste in materia di effettivi e di equipaggiamenti militari.

13 dicembre Il Primo vice Primo Ministro della Russia, Gennadij Burbulis, visita la NATO e discute con il Segretario generale della situazione in Unione Sovietica dopo la

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ALLEGATO “I”

creazione, da parte di Russia, Ucraina e Bielorussia, della Comunità di Stati Indipendenti.

17 dicembre Eltsin e Gorbaciov, in un incontro a Mosca, decidono che il passaggio alla Comunità di Stati Indipendenti si effettuerà alla fine di dicembre 1991.

19 dicembre Riunione ministeriale del Consiglio Atlantico a Bruxelles. I Ministri degli esteri condannano la violenza in Jugoslavia e proseguono le iniziative prese nel vertice di Roma, in novembre, soprattutto p quanto riguarda la partecipazione della NATO er all’invio di aiuti umanitari all’Unione Sovietica.

20 dicembre Riunione inaugurale del Consiglio di cooperazione nord atlantico, in presenza dei Ministri degli esteri e dei rappresentanti dei 16 paesi della NATO e dei 9 dell’Europa centrale e orientale. Lo stesso giorno gli avvenimenti di Mosca determinano l’effettiva scomparsa dell’URSS.

21 dicembre Undici delle Repubbliche che costituivano l’ ex Unione Sovietica, firmano ad Alma Ata gli accordi per l’istituzione della nuova Comunità di Stati Indipendenti.

25 dicembre Gorbaciov annuncia le sue dimissioni da Presidente dell’Unione Sovietica e firma un decreto con il quale rinuncia alle funzioni di Comandante supremo delle forze armate sovietiche.

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ALLEGATO “I”

1992

1 gennaio Boutros Boutros-Ghali (Egitto) viene eletto Segretario Generale delle Nazioni Unite e succede a Javier Perez de Cuellar (Perù).

7-8 gennaio La NATO partecipa all’organizzazione dell’invio a Mosca e a San Pietroburgo di aiuti umanitari forniti dalla CE mediante aerei messi a disposizione dai governi canadese e tedesco.

8-10 gennaio Riunione a Praga di alti funzionari della CSCE.

10 gennaio Prima riunione del Gruppo di lavoro informale ad alto livello istituito dal Consiglio di cooperazione nord atlantico per esaminare la questione della ratifica e dell’attuazione del Trattato sulle CFE: viene raggiunto un accordo su un’entrata in vigore scaglionata del Trattato.

22-23 gennaio Conferenza di coordinamento sull’assistenza all’ex Unione Sovietica organizzata dagli Stati Uniti,con la partecipazione di 47 stati, del Segretario generale della NATO e dei rappresentanti di altre organizzazioni internazionali.

28 gennaio Il Presidente americano, nel suo Discorso sullo stato dell’Unione, propone nuove importanti iniziative in materia di controllo degli armamenti e di disarmo.

30 gennaio La prima riunione al vertice delle 15 nazioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU si svolge alla presenza di Boris Eltsin, Presidente della Federazione Russa.

I-91

ALLEGATO “I”

30-31 gennaio Il Consiglio dei Ministri degli esteri dei paesi della CSCE, riunito a Praga, riconosce nella Federazione Russa l’erede, sul piano giuridico, dell’ex Unione Sovietica, e ammette, in qualità di membri, 10 ex Repubbliche sovietiche alla CSCE.

19 febbraio Il Primo Ministro dell’Azerbaigian Gasanov viene ricevuto alla NATO.

21 febbraio Il Segretario generale della NATO Manfred Wörner si reca in Romania ed inaugura un nuovo Centro euro-atlantico a Bucarest.

22-23 febbraio Il Segretario generale della NATO si reca in Ucraina.

24-25 febbraio Il Segretario generale della NATO effettua una visita in Russia.

26 febbraio Il governo canadese informa l’Alleanza che intende annullare il piano che prevedeva di mantenere in Europa, dopo il 1994, una forza di 1.100 uomini, ma ribadisce che intende rispettare gli altri impegni assunti nei confronti dell’Alleanza e della struttura militare integrata. Il Consiglio Nord Atlantico in una Dichiarazione sulla Jugoslavia, invita tutte le parti a rispettare il cessate il fuoco per permettere il dispiegamento della forza di mantenimento della pace dell’ONU.

5-6 marzo I Ministri degli esteri di Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Lettonia, Lituania, Norvegia, Polonia, Russia e Svezia, riuniti a Copenaghen, annunciano la creazione del Consiglio degli stati del Mar Baltico.

I-92

ALLEGATO “I”

10 marzo Riunione straordinaria del Consiglio di cooperazione nord atlantico. I Ministri degli esteri ed i Rappresentanti dei paesi membri del NACC pubblicano un Programma di lavoro per il dialogo, il partenariato e la cooperazione.

11 marzo Il Presidente della Repubblica italiana Francesco Cossiga visita la NATO.

11-12 marzo Il Segretario generale della NATO si reca in Polonia ed apre un Seminario su “La sicurezza nell’Europa centrale ”.

13-16 marzo Il Segretario generale della NATO Manfred Wörner si reca negli Stati baltici su invito dei governi di Lettonia, Estonia e Lituania.

24 marzo Inizio della quarta Riunione sui seguiti della CSCE a Helsinki:vengono ammessi,come nuovi stati membri, Croazia, Georgia e Slovenia. Firma dell’accordo sui “Cie li aperti”, che permette il sorvolo dei territori dei paesi firmatari sulla base del principio di reciprocità. Un gruppo di esperti, sotto l’egida del Gruppo di lavoro sanitario della Conferenza di coordinamento di Washington sull’assistenza alla Comunità di Stati Indipendenti, visita dieci città dell’ex Unione Sovietica a bordo di un Boeing 707 della NATO per valutarne le esigenze sanitarie.

1 aprile Riunione dei Ministri della difesa dei paesi della NATO e dei partner nella cooperazione per individuare i settori cui estendere ulteriormente la cooperazione nelle materie legate alla difesa.

I-93

ALLEGATO “I”

8-10 aprile Colloquio economico della NATO sulle relazioni estere in materia economica dei paesi dell’Europa centrale e orientale.

10 aprile Prima riunione del Comitato militare della NATO in sessione di cooperazione con i Capi di stato maggiore della difesa e i Capi di stato maggiore ge nerale dei paesi dell’Europa centrale e orientale.

30 aprile La forza navale alleata “su richiesta” del Mediterraneo viene sostituita con una Forza navale permanente del Mediterraneo (STANAVFORMED).

4 maggio Il Ministro della difesa giapponese Sohei Miyashita visita la NATO.

7 maggio Incontro alla NATO tra il Segretario generale ad interim della NATO, Amedeo de Franchis ed il Segretario di stato russo Gennadij Burbulis.

11 maggio I Ministri degli esteri di Estonia, Lettonia e Lituania visitano la NATO.

11-12 maggio Presso la sede della NATO, Seminario del CEAC con i partner nella cooperazione sul coordinamento tra civili e militari della gestione del traffico aereo.

15 maggio Gli accordi firmati durante il quinto vertice dei Capi di stato della CIS a Tashkent comprendono la ripartizione dei diritti e degli obblighi relativi al Trattato sulle CFE tra gli otto stati interessati dell’ex Unione Sovietica.

I-94

ALLEGATO “I”

20-22 maggio Seminario della NATO con i partner nella cooperazione sulla conversione dell’industria di difesa.

21 maggio Prima riunione ufficiale, presso la sede della NATO, del Consiglio Nord Atlantico con il Consiglio della WEU.

26-27 maggio Riunione del Comitato di pianificazione della difesa e del Gruppo di pianificazione nucleare della NATO in sessione ministeriale. I Ministri della difesa esaminano la possibilità per la NATO di sostenere le attività della CSCE per il ma ntenimento della pace.

4 giugno Ministri degli esteri dei paesi membri della NATO, riuniti a Oslo, annunciano di essere pronti a sostenere,a determinate condizioni e basandosi sul principio del caso per caso, le attività di mantenimento della pace intraprese sotto la responsabilità della CSCE. Pubblicano inoltre una dichiarazione sulla crisi nei territori della ex Jugoslavia ed un’altra sulla crisi nel Nagorno-Karabak.

5 giugno I Ministri degli esteri ed i Rappresentanti dei paesi partecipanti al NACC, riuniti ad Oslo, si consultano sui conflitti regionali e su altre importanti questioni relative alla sicurezza. Georgia ed Albania divengono membri del NACC. La Finlandia assiste ai lavori in qualità di osservatore. Il Protocollo firmato alla fine della Conferenza straordina ria di Oslo, insieme con le riunioni summenzionate, stabilisce gli obblighi degli otto stati dell’ex Unione Sovietica, il cui territorio si trova nell’area di applicazione del Trattato CFE.

I-95

ALLEGATO “I”

11-12 giugno Seminario con i paesi partner nella cooperazione organizzato dal Comitato di coordinamento delle verifiche della NATO e dedicato all’applicazione delle disposizioni del Trattato sulle CFE.

16 giugno I Presidenti Bush e Eltsin raggiungono un accordo per ridurre il numero delle testate nucleari dei missili strategici dei loro paesi molto al di là dei limiti fissati dal Trattato START.

19 giugno I Ministri degli esteri e della difesa dei paesi membri della WEU si riuniscono a Petersberg,nei pressi di Bonn, e diffondono una Dichiarazione, che contiene le linee guida del futuro sviluppo dell’Organizzazione.

1-3 luglio Alla NATO ha luogo un Seminario ad alto livello sulla politica di difesa e la sua gestione, cui partecipano esponenti di 30 paesi, alleati e partner nella cooperazione.

2 luglio Gli Stati Uniti comunicano ai loro Alleati della NATO il completamento del ritiro dall’Europa dei proiettili nucleari di artiglieria basata a terra, delle testate dei missili LANCE e delle cariche nucleari di profondità,in conseguenza dell’iniziativa annunciata il 27 settembre 1991, nonché il ritiro di tutte le armi nucleari tattiche dalle navi di superficie e dai sottomarini d’attacco americani. Il Parlamento del Kazakistan approva la ratifica del Trattato START.

8 luglio Visita alla NATO del Presidente dell’Ucraina Leonid Kravchuk.

I-96

ALLEGATO “I”

10 luglio Al termine della Riunione sui seguiti della CSCE, svoltasi a Helsinki, i dirigenti dei 51 paesi partecipanti approvano un documento finale (“Le sfide del cambiamento”), che porta,tra l altro, il sostegno della NATO e di altre organizzazioni internazionali alle ’ attività della CSCE per il mantenimento della pace. Inoltre, viene firmato l Atto conclusivo dei negoziati sugli effettivi delle Forze ’ convenzionali in Europa (CFE 1A). Il Consiglio Nord Atlantico, riunito a Helsinki in sessione ministeriale, decide che la NATO parteciperà ad un’operazione di sorveglianza marittima in Adriatico, in coordina mento e cooperazione con la WEU, per controllare l’applicazione delle sanzioni disposte dal Consiglio di sicurezza dell’ONU nei confronti della Serbia e del Montenegro con le Risoluzioni 713 e 757.

16 luglio I paesi della WEU si riuniscono a Roma con rappresentanti di Danimarca, Grecia, Irlanda, Islanda, Norvegia e Turchia per studiare le misure da prendere in vista di un allargamento dell’Organizzazione.

16-18 luglio Il Segretario generale della NATO Manfred Wörner si reca in visita ufficiale in Ungheria.

17 luglio Il Trattato sulle CFE, firmato il 19 novembre 1990, entra in vigore a titolo provvisorio, consentendo l’applicazione delle procedure di verifica.

26-28 agosto Conferenza di Londra sulla Jugoslavia.

28 agosto Firma di un accordo NATO-Spagna per il coordinamento della difesa aerea.

I-97

ALLEGATO “I”

2 settembre Il Consiglio Nord Atlantico decide le misure per rendere disponibili le risorse dell’Alleanza a sostegno dell’azione intrapresa dalle Nazioni Unite, dalla CSCE e dalla CE per ripristinare la pace nella ex Jugoslavia, tra l altro mediante la protezione degli ’ aiuti umanitari ed il sostegno al controllo delle armi pesanti da parte delle Nazioni Unite.

3 settembre Un aereo italiano di aiuti umanitari viene abbattuto ad ovest di Sarajevo, in Bosnia Erzegovina.

8 settembre Il Ministro degli esteri cecoslovacco Jozef Moravcik visita la NATO.

12-13 settembre L’ONU dà inizio al controllo delle armi pesanti in Bosnia Erzegovina; gli alleati della NATO esprimono la loro disponibilità a sostenere l’ONU in questo compito.

22 settembre Viene inaugurato a Vienna il Foro della CSCE per la cooperazione in materia di sicurezza (FSC). La sua creazione era stata decisa al Vertice di Helsinki nel luglio 1992. L’Assemblea generale dell’ONU vota l’esclusione di Serbia e Montenegro e

decide che Belgrado dovrà presentare una domanda per essere ammesso alle Nazioni Unite.

23 settembre Visita alla NATO del Presidente della Lituania Vytautas Landsbergis.

29 settembre Il Segretario generale della NATO Manfred Wörner riceve il Ministro degli esteri svedese Margaretha af Ugglas. Il Segretario generale della NATO Manfred Wörner

riceve il Ministro degli esteri argentino Guido di Tella.

I-98

ALLEGATO “I”

1 ottobre Il Senato degli Stati Uniti ratifica il Trattato START che prevede la riduzione di un terzo delle forze nucleari degli Stati Uniti e della Russia.

2 ottobre Il generale John Shalikashvili (SACEUR) inaugura a Bielefeld, in Germania,il nuovo Corpo di reazione rapida (ARRC) del Comando alleato in Europa (ACE) della NATO.

7 ottobre Il Primo Ministro polacco Hanna Suchocka visita la NATO.

14 ottobre Il Consiglio permanente della WEU tiene una riunione a livello di ambasciatori con otto paesi dell’Europa centrale e orientale. Il Consiglio Nord Atlantico autorizza l’uso di una forza aerea di avvistamento a distanza e controllo (AWACS) della NATO per sorvegliare la zona di interdizione aerea in Bosnia Erzegovina, imposta dall’ONU.

20-21 ottobre I Ministri della difesa della NATO, riuniti a Gleneagles, in Scozia, nell’ambito del Gruppo di pianificazione nucleare (NPG), esaminano le implicazioni che il ruolo dell’Alleanza nelle attività per il mantenimento della pace avrebbe sulla pianificazione della difesa collettiva della NATO. Inoltre adottano nuove direttive politiche per una minor dipendenza dall’arma nucleare.

28 ottobre Incontro a Bruxelles tra il Presidente della Repubblica di Finlandia, Mauno Koivisto ed il Segretario generale della NATO Manfred Wörner.

I-99

ALLEGATO “I”

30 ottobre Il Club atlantico di Bulgaria ottiene lo status di osservatore nell’Associazione del Trattato Atlantico (ATA).

1-5 novembre Il Segretario generale della NATO Manfred Wörner visita Bielorussia, Kazakistan e Kirghizistan.

3 novembre Il Governatore Bill Clinton, candidato democratico, vince le elezioni presidenziali americane.

6 novembre La NATO fornisce alla Forza di protezione delle Nazioni Unite in Bosnia Erzegovina un quartier generale operativo, comprensivo di personale, equipaggiamenti, rifornimenti ed un sostegno finanziario iniziale.

9 novembre Il Trattato sulle CFE entra ufficialmente in vigore, dopo la ratifica dei 29 stati firmatari.

16 novembre Il gen. John Shalikashvili (SACEUR) incontra il Presidente Leonid Kravtchouk durante una visita in Ucraina.

20 novembre Il Segretario generale della NATO,Manfred Wörner, partecipa per la prima volta ad una sessione ministeriale della WEU a Roma. La Grecia è invitata a divenire il decimo membro della WEU; la Danimarca e l Irlanda ottengono lo status di osservatore e la ’ Turchia, la Norvegia e l’Islanda divengono membri associati di questa organizzazione.

I-100

ALLEGATO “I”

22 novembre Inizio delle operazioni delle forze navali della NATO e della WEU nell’Adriatico per far rispettare le sanzioni dell’ONU; si tratta di un’estensione delle operazioni di sorveglianza marittima intraprese nel luglio 1992.

25 novembre Il Presidente della Repubblica di Estonia Lennart Meri effettua una visita alla sede della NATO.

27 novembre Il Segretario generale della NATO Manfred Wörner visita le truppe russe di stanza nell’ex Germania orientale.

4 dicembre I Ministri della difesa dei paesi europei della NATO decidono di sciogliere lo IEPG e di trasferirne le funzioni alla WEU.

11 dicembre I Ministri della difesa che partecipano al Comitato di pianificazione della difesa della NATO dichiarano che il sostegno alle attività di mantenimento della pace, promosse dall’ONU e dalla CSCE, dovrà essere incluso nel novero dei compiti delle forze e dei comandi della NATO.

14 dicembre L’Alleanza celebra il 25° anniversario del Rapporto Harmel.

15 dicembre Il Segretario generale dell’ONU Boutros Boutros-Ghali chiede di conoscere i piani approntati dalla NATO per possibili operazioni militari nell’ex Jugoslavia, tra cui l’attua zione di una zona di interdizione aerea sulla Bo snia Erzegovina, l’istituzione di zone di sicurezza per i civili in Bosnia e i modi per prevenire l’ampliarsi del conflitto al Kosovo e alla Repubblica ex jugoslava di Macedonia.

I-101

ALLEGATO “I”

16 dicembre Il Presidente di Albania Sali Berisha incontra il Segretario generale Manfred Wörner presso la sede della NATO.

17 dicembre Riunione del Consiglio Nord Atlantico in sessione ministeriale. I Ministri degli esteri annunciano di essere pronti a sostenere le future azioni dell’ONU nell’ex Jugoslavia e decidono di rafforzare il coordinamento in seno all’Alleanza in materia di mantenimento della pace e di approntare delle misure pratiche in modo da rendere più efficace il contributo dell’Alleanza in questo settore.

18 dicembre I Ministri degli esteri e i rappresentanti dei paesi del NACC convengono di scambiarsi le rispettive esperienze e competenze in materia di mantenimento della pace e materie connesse, e diffondono il Programma di lavoro del NACC per il 1993.

I-102

ALLEGATO “I”

1993

1 gennaio La Repubblica Ceca e la Slovacchia divengono stati indipendenti.

3 gennaio I Presidenti Bush e Eltsin firmano a Mosca il Trattato START II,che consente di ridurre ulteriormente gli armamenti strategici offensivi di Stati Uniti e Russia, eliminando tutti i loro missili balistici intercontinentali a testate multiple (ICBM) e riducendo di due terzi i loro arsenali nucleari strategici.

13 gennaio La Convenzione sulle armi chimiche (CWC), che prevede la totale messa al bando delle armi chimiche,viene aperta alla firma, a Parigi, ed è sottoscritta da 127 nazioni.

14 gennaio Gli Alleati adottano piani per l attuazione di una zona di interdizione aerea sulla ’ Bosnia Erzegovina, ove richiesto dall’ONU.

21 gennaio Il Comandante supremo delle forze alleate in Europa (SACEUR) e i Capi di stato maggiore francese e tedesco firmano un accordo sulle modalità di impiego dell’Eurocorps nel quadro dell’Alleanza.

26-27 gennaio Il Comitato di coordinamento delle verifiche della NATO organizza, con i partner nella cooperazione, un seminario sull’applicazione delle disposizioni del Trattato CFE.

27 gennaio Il Segretario generale della WEU Willem Van Eekelen incontra il Segretario generale della NATO Manfred Wörner presso la sede della NATO per esaminare gli aspetti pratici della cooperazione tra i due organismi. Questo incontro è il primo da quando gli uffici della WEU si sono trasferiti a Bruxelles il 18 gennaio.

I-103

ALLEGATO “I”

1 febbraio Il Presidente del Kazakistan Nursultan Nazarbayev incontra il Segretario generale presso la sede della NATO.

4 febbraio La Bielorussia ratifica il Trattato START I.

17 febbraio Il Segretario generale della NATO Manfred Wörner riceve il Presidente di Romania Ion Iliescu presso la sede dell’Organizzazione.

23 febbraio Il Primo Ministro di Slovacchia Vladimir Meciar effettua una visita ufficiale alla NATO. Il Comitato per le sfide della società moderna (CCMS) della NATO tiene la sua prima riunione ufficiale con i partner nella cooperazione ed esamina, tra l’altro, i problemi dell’inquinamento ambientale transfrontaliero.

24 febbraio Dichiarazione del Segretario generale della NATO a sostegno della decisione degli Stati Uniti di paracadutare aiuti umanitari nella Bosnia orientale.

25 feb./4 marzo Esercitazione NATO di applicazione delle procedure di gestione delle crisi (NATO CMX 93).

26 febbraio Riunione ministeriale straordinaria del Consiglio Nord Atlantico presso la sede della NATO, cui partecipa il nuovo Segretario di stato americano Warren Christopher.

I-104

ALLEGATO “I”

1-3 marzo In occasione di una sua visita negli Stati Uniti, il Segretario generale della NATO Manfred Wörner incontra il Presidente Clinton, il Segretario di stato W.Christopher, il Segretario alla difesa Aspen ed i principali leader del Congresso.

4 marzo Il Presidente della Repubblica italiana Oscar Luigi Scalfaro visita la s ede della NATO.

8 marzo Il Primo Ministro greco Constantin Mitsotakis visita la sede della NATO.

8-9 marzo Il Presidente del Comitato militare della NATO, gen.d’a. Sir Richard Vincent, visita l’Albania.

9 marzo Il Primo Ministro di Bulgaria Lyuben Be rov visita la sede della NATO. Il Ministro degli esteri della Repubblica Ceca Josef Zieleniec visita la sede della NATO. Il Ministro degli esteri di Polonia Krzystof Skubiszewski visita la sede della NATO.

10 marzo Il Consiglio Nord Atlantico incarica le autorità militari della NATO di elaborare delle opzioni in funzione delle circostanze circa l’attuazione di un eventuale piano di pace dell’ONU per la Bosnia Erzegovina.

15 marzo La Corea del Nord espelle degli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) e annuncia la propria intenzione di ritirarsi dal Trattato sulla nonproliferazione nucleare (TNP).

I-105

ALLEGATO “I”

16 marzo L’Italia effettua la prima ispezione multinazionale mista CFE, condotta da un paese membro della NATO con la partecipazione di alcuni partner nella cooperazione (Azerbaigian, Ungheria e Polonia) per verificare un sito dichiarato in Romania.

18-20 marzo Il Segretario generale della NATO Manfred Wörner si reca in visita ufficiale in Albania.

26 marzo Il Ministro della difesa della Repubblica Ceca Antonin Baudys incontra il Segretario generale ed il Presidente del Comitato militare presso la sede della NATO.

29 marzo Riunione dei Ministri della difesa della NATO con i partner nella cooperazione per valutare i progressi compiuti nella cooperazione sui problemi connessi alla difesa e per procedere ad uno scambio di vedute su un più vasto campo di problemi di sicurezza.

2 aprile Il Consiglio Nord Atlantico incarica il SACEUR di adottare delle misure preparatorie per l’applicazione della Risoluzione 816 del Consiglio di sicurezza dell’ONU, che autorizza ’applicazione della zona di interdizione aerea sulla Bosnia l Erzegovina.

3-4 aprile Il primo vertice Stati Uniti-Russia, tra i Presidenti Clinton e Eltsin, ha luogo a Vancouver.

I-106

ALLEGATO “I”

12 aprile Inizio delle operazioni della NATO per far rispettare la zona di interdizione aerea sulla Bosnia Erzegovina, in base alla Risoluzione 816 del Consiglio di sicurezza dell’ONU e conformemente alla decisione presa dal Consiglio Nord Atlant ico l’8 aprile. Gli aerei d’attacco e di ricognizione di diversi paesi alleati partecipano alle operazioni,come pure aerei della Forza aviotrasportata di avvistamento a distanza della NATO (NAEWF).

19 aprile Unità americane di ricerca e salvataggio si uniscono ad unità russe in Siberia per la prima esercitazione di addestramento congiunta Stati Uniti-Russia effettuata sul territorio russo dopo la seconda guerra mondiale.

22 aprile Il Segretario generale dell’ONU Boutros Boutros-Ghali incontra il Segretario generale della NATO Manfred Wörner a Bruxelles per parlare della situazione nell’ex Jugoslavia,del ruolo della NATO per quanto riguarda il mantenimento della pace e delle relazioni NATO-ONU in generale.

28 aprile Riunione presso la sede della NATO del Comitato militare con i partner nella cooperazione a livello di Capi di stato maggiore della difesa e di Capi di stato maggiore generale.

6 maggio Il Segretario di stato americano Warren Christopher si reca alla NATO per discutere della crisi bosniaca.

17 maggio Il Ministro degli esteri ungherese Géza Jeszensky viene ricevuto alla sede della NATO. I Serbo-bosniaci rifiutano il piano di pace Vance-Owen.

I-107

ALLEGATO “I”

22 maggio Diversi membri del Consiglio di sicurezza dell’ONU (Francia, Russia, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti) annunciano un programma d’azione comune destinato a mettere fine ai combattimenti e che prevede delle “zone di sicurezza ”.

24 maggio I Ministri della difesa dell’EUROGRUPPO trasferiscono le attività in materia di addestramento e nel settore sanitario alla NATO, e le attività d’informazione e quelle nel campo delle comunicazioni alla WEU.

25-26 maggio Riunione del Comitato di pianificazione della difesa e del Gruppo di pianificazione nucleare in sessione ministeriale alla sede della NATO per esaminare, tra l’altro, le implicazioni per la pianificazione della difesa dell’appoggio alle attività per il mantenimento della pace dell’ONU e della CSCE, come pure gli aspetti, legati alla difesa,della proliferazione delle armi di distruzione di massa.

8 giugno Sessione congiunta del Consiglio Nord Atlantico e del Consiglio della WEU alla sede della NATO. Le due orga nizzazioni approvano un’unica struttura di comando e controllo per le operazioni navali combinate NATO/WEU in Adriatico per far rispettare l’embargo imposto dall’ONU nei confronti di Serbia e Montenegro.

10 giugno Riunione del Consiglio Atlantico in sessione ministeriale ad Atene. I Ministri degli esteri della NATO offrono i mezzi di protezione aerea dell’Alleanza in caso di attacco contro l’UNPROFOR nell’adempimento del proprio mandato globale, se le Nazioni Unite lo richiedessero.

I-108

ALLEGATO “I”

11 giugno I Ministri degli esteri del NACC, riuniti ad Atene, annunciano un programma di cooperazione, preparatorio di attività congiunte di mantenimento della pace in appoggio alle Nazioni Unite o alla CSCE, e diffondono un rapporto del Gruppo ad hoc del NACC sulla cooperazione in materia di mantenimento della pace.

18 giugno Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite approva lo spiegamento di 300 soldati americani nella Repubblica ex jugoslava di Macedonia che vanno ad aggiungersi ai 700 soldati delle Nazioni Unite che vi si trovano già quale misura preventiva per impedire l’estendersi del conflitto bosniaco.

23 giugno Eduard Shevardnadze, Presidente del Parlamento e Capo dello stato in Georgia, compie una visita ufficiale alla NATO.

28-30 giugno Il Presidente del Comitato militare della NATO, gen.d’a. Sir Richard Vincent, si reca in visita nella Repubblica Ceca.

30 giugno/2 luglio Seminario ad alto livello del NACC, a Praga, sul mantenimento della pace per dare un seguito ai lavori del Gruppo ad hoc del NACC sulla cooperazione in materia di mantenimento della pace.

30 giugno/2 luglio Il Colloquio economico della NATO 1993 si tiene presso la sede della NATO sul tema “L’evoluzione della situazione economica nei paesi partner nella cooperazione da un punto di vista settoria le”.

I-109

ALLEGATO “I”

22 luglio La Bielorussia aderisce ufficialmente al Trattato di non proliferazione nucleare (TNP), in quanto stato non dotato di armamenti nucleari, conformemente al Protocollo di Lisbona del 1992, inserito nel Trattato START I.

2 agosto In occasione di una riunione straordinaria sulla situazione in Bosnia Erzegovina, il Consiglio Nord Atlantico annuncia che l’Alleanza ha deciso di prepararsi immediatamente a prendere misure più rigorose, inclusi attacchi aerei contro i responsabili, se si protraesse lo strangolamento di Sarajevo e di altre zone, e si impedisse su ampia scala il flusso degli aiuti umanitari.

9 agosto Il Consiglio Nord Atlantico approva le opzioni operative per degli attacchi aerei in Bosnia Erzegovina, opzioni stabilite conformemente alle decisioni del Consiglio del 2 agosto da attuarsi su autorizzazione del Segretario generale dell’ONU. In seguito alla morte di Re Baldovino I, sopravvenuta il 31 luglio, sale al trono Alberto II Re dei Belgi.

16-18 agosto Il Presidente del Comitato militare, gen.d’a. Sir Richard Vincent, effettua una visita ufficiale in Romania e in Moldavia.

31 agosto Viene comple tato il ritiro delle truppe russe dalla Lituania.

1 settembre Il Segretario generale della NATO si incontra a Ginevra con il suo omologo dell’ONU, Boutros Boutros-Ghali, per esaminare le prospettive di una soluzione pacifica della situazione in Bosnia e il ruolo della NATO in appoggio alla missione di mantenimento della pace dell’ONU nell’ex Jugoslavia, come pure lo sviluppo di più stretti legami tra NATO e ONU.

I-110

ALLEGATO “I”

18 settembre Anatoly Zlenko, Ministro degli esteri ucraino, si reca in visita alla NATO.

20 settembre I rappresentanti dei paesi del NACC, riuniti nella sede della NATO, chiedono la fine dei combattimenti in Georgia e condannano le violazioni del cessate il fuoco da parte delle forze dell’Abkhazia.

21 settembre Visita alla sede della NATO del Capo di stato maggiore della difesa della Repubblica Ceca, gen.div. Jiri Nekvasil. Boris Eltsin,Presidente della Russia, scioglie il Parlamento e convoca nuove elezioni per l’11-12 dicembre. Il vice Presidente Alexander Rutskoi e il Presidente del Parlame nto Rouslan Khasboulatov invocano un intervento delle forze armate per opporsi a tale scioglimento e occupano la Casa Bianca russa con altri ribelli.

22 settembre Thorvald Stoltenberg e Lord Owen, co-Presidenti della Conferenza internazionale sull’ex Jugoslavia, effettuano una visita alla sede della NATO per discutere con il Segretario generale ed il Presidente del Comitato militare dell’attuazione di un eventuale piano di pace per la Bosnia Erzegovina.

29 settembre Visita ufficiale del Presidente del Turkmenistan Saparmurad Niyazov alla sede della NATO.

4 ottobre Le truppe fedeli al Presidente Eltsin attaccano la Casa Bianca, sede del Parlamento russo, con carri armati ed armi automatiche, mettendo fine all’occupazione dell’edificio da parte dei parla mentari ultraconservatori che si opponevano al programma di riforme del Presidente Eltsin.

I-111

ALLEGATO “I”

Il Consiglio di sicurezza proroga di 6 mesi il mandato dei caschi blu in Croazia ed in Bosnia. Autorizza la forza di mantenimento della pace in Croazia a prendere le necessarie misure, compreso l uso della forza, per garantire la loro sicurezza e la loro ’ libertà di movimento.

6-7 ottobre In occasione di una visita negli Stati Uniti, il Segretario generale della NATO Manfred Wörner incontra il Presidente Bill Clinton a Washington ed il Segretario generale delle Nazioni Unite Boutros Boutros-Ghali a New York.

18 ottobre Il Primo Ministro della Repubblica di Estonia, Mart Laar, effettua una visita ufficiale alla sede della NATO.

20-21 ottobre Riunione dei Ministri della difesa della NATO a Travemünde,in Germania,per procedere ad uno scambio informale di punti di vista su una serie di questioni, tra cui la proposta di Partenariato per la Pace ed il concetto di CJTF, come pure sulla proliferazione di armi di distruzione di massa.

2-3 novembre Il Presidente del Comitato militare della NATO, gen.d’a. Sir Richard Vincent, si reca in visita ufficiale in Bulgaria, incontrandovi il Presidente Zhelyu Zhelev.

4 novembre Il Presidente della Slovacchia Michael Kovac si reca in visita ufficiale alla sede della NATO.

15-17 novembre Il Comitato di coordinamento delle verifiche della NATO organizza con i paesi partner del NACC un seminario presso la sede della NATO sulla cooperazione nel

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ALLEGATO “I”

settore delle verifiche e sull’attuazione delle disposizioni per il controllo degli armamenti convenzionali inclusi nel Trattato sulle CFE.

30 novembre Il Segretario generale della NATO Manfred Wörner prende la parola davanti al Consiglio dei Ministri degli esteri della CSCE, riunito a Roma.

2 dicembre Riunione ministeriale del Consiglio Nord Atlantico. I Ministri degli esteri della NATO esaminano il concetto di Partenariato per la Pace e le relative proposte,in previsione del vertice del gennaio 1994.

3 dicembre Alla riunione ministeriale del NACC,i Ministri degli esteri dei paesi della NATO e dei paesi partner approvano il secondo rapporto del Gruppo ad hoc del NACC sulla cooperazione in materia di mantenimento della pace, come pure il Piano di lavoro del NACC per il 1994.

7 dicembre I Ministri dell’EUROGRUPPO annunciano che diversi sottogruppi saranno incorporati nella NATO o trasferiti alla WEU, e che l’EUROGRUPPO stesso cesserà di esistere dal 1 gennaio 1994.

8-9 dicembre Il Comitato di pianificazione della difesa ed il Gruppo di pianificazione nucleare della NATO si riuniscono in sessione ministeriale a Bruxelles. I Ministri esaminano i nuovi compiti dell’Alleanza nel campo della difesa compreso il sostegno alle attività di mantenimento della pace dell’ONU e della CSCE,come pure il concetto di Gruppi operativi interforze multinazionali. I Ministri esprimono tutto il loro appoggio alla proposta di Partenariato per la Pace.

I-113

ALLEGATO “I”

9 dicembre Il Segretario generale della NATO Manfred Wörner incontra a Bruxelles il Presidente russo Boris Eltsin.

12 dicembre Prime elezioni parlamentari pluraliste in Russia dopo il 1917. Una nuova costituzione,che attribuisce maggiori poteri al Presidente,viene approvata dal 58,4% dei votanti.

14 dicembre Riunione congiunta del Consiglio Nord Atlantico e del Consiglio della WEU a livello di ambasciatori, presso la sede della WEU a Bruxelles.

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ALLEGATO “I”

1994

10-11 gennaio Al vertice di Bruxelles i Capi di stato e di governo dei paesi dell’Alleanza inaugurano il Partenariato per la Pace (PfP), invitando ad unirsi a loro gli altri stati partecipanti ai lavori del NACC e altri paesi della CSCE in grado e desiderosi di contribuire a tale programma. Viene diffuso il Documento quadro del PfP. Il concetto di Gruppi operativi interforze multinazionali è approvato, così pure altre misure di sostegno allo sviluppo di una Identità di sicurezza e di difesa europea. I Capi di stato e di governo confermano che la NATO è pronta a intraprendere attacchi aerei per evitare lo strangolamento di Sarajevo e di altre aree di sicurezza dichiarate dall’ONU in Bosnia Erzegovina.

14 gennaio I Presidenti di Stati Uniti, Russia ed Ucraina firmano a Mosca un accordo trilaterale che prevede in dettaglio le procedure relative al trasferimento delle testate nucleari dall’Ucraina alla Russia,come pure le compensazioni e le assicurazioni in materia di sicurezza che vi sono associate. I Presidenti Clinton e Eltsin firmano un accordo in virtù del quale, a partire dal 30 maggio 1994, entrambi i paesi cesseranno di puntare l’ un contro l’altro missili nucleari a lungo raggio.

18 gennaio Elezioni per la Duma (Parlamento russo): un largo aumento per gli oppositori del Presidente Eltsin.

20 gennaio Visita alla NATO del Presidente di Bosnia Erzegovina Alija Izetbegovic.

24-27 gennaio Seconda conferenza internazionale del NATO/CCMS sul ruolo delle forze armate nella protezione dello strato di ozono. I partecipanti si impegnano a rispettare le

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ALLEGATO “I”

scadenze fissate dal protocollo di Montreal relativo alle sostanze che depauperano lo strato di ozono.

26 gennaio Il Ministro degli esteri rumeno, Teodor Melescanu, sottoscrive presso la sede della NATO il Documento quadro del Partenariato per la Pace.

27 gennaio Il Presidente della Repubblica di Lituania, Algirdas Brazauskas, effettua una visita ufficiale alla sede della NATO per firmarvi il Documento quadro del PfP. Firma a Mosca di un programma di cooperazione militare tra la Russia e la NATO,che prevede scambi di visite di esperti e di responsabili militari di alto rango, come pure esercitazioni e attività di addestramento in comune.

1 febbraio Sergio Balanzino (Italia) sostituisce Amedeo de Franchis quale Segretario generale delegato della NATO.

2 febbraio Il Primo Ministro di Polonia,Waldemar Pawlak, firma il Documento quadro del PfP presso la sede della NATO.

3 febbraio Juri Luik, Ministro degli esteri dell’Estonia,firma il Documento quadro del PfP presso la sede della NATO. Il Parlamento ucraino annulla le condizioni che aveva posto per la propria ratifica del Trattato START I il 19 novembre 1993, autorizzando quindi il governo a scambiare gli strumenti di ratifica.

6 febbraio Boutros Boutros-Ghali,Segretario generale dell’ONU, chiede alla NATO di prepararsi ad effettuare degli eventuali attacchi aerei contro posizioni di artiglieria

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ALLEGATO “I”

nell’abitato e nelle vicinanze di Sarajevo; il giorno prima un colpo di mortaio su un mercato assai frequentato della città aveva causato numerose vittime.

8 febbraio Il Ministro degli esteri u ngherese,Géza Jeszenszkiy,effettua una visita alla sede della NATO per firmare il Documento quadro del PfP. Il Ministro degli esteri ucraino, Anatoly Zlenko, firma il Documento quadro del PfP, presso la sede della NATO.

9 febbraio Il Consiglio Nord Atlantico denuncia il protrarsi dell’assedio di Sarajevo ed annuncia che le armi pesanti,a qualsiasi fazione esse appartengano e che si trovino in una zona compresa in un raggio di 20 chilometri a partire dal centro della città, dal 20 febbraio saranno esposte ad attacchi aerei della NATO,condotti in stretto coordinamento con il Segretario generale dell’ONU e conformemente alle decisioni del Consiglio Nord Atlantico del 2 e 9 agosto 1993. Il Primo Ministro di Slovacchia, Vladimir Meciar, firma il Documento quadro del PfP, presso la sede della NATO.

14 febbraio Il Presidente della Bulgaria, Jegliou Jelev,effettua una visita alla sede della NATO e firma il Documento quadro del PfP. Il Primo Ministro di Lettonia, Vladis Birkavs, firma il Documento quadro del PfP,presso la sede della NATO. Il Kazakistan aderisce ufficialmente al Trattato di non-proliferazione nucleare (TNP), in quanto stato non dotato di armi nucleari e conformemente al Protocollo di Lisbona che regola l’applicazione del Trattato START I.

14-15 febbraio Il Presidente del Comitato militare della NATO,il gen.d’a. Sir Richard Vincent, si reca in visita ufficiale in Polonia, nel quadro del programma del NACC.

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ALLEGATO “I”

15 febbraio Il Regno Unito e la Russia decidono di riprogrammare i loro missili nucleari in modo che, a partire dal 30 maggio 1994, tali armi non siano più puntate rispettivamente verso l’uno e l’altro paese.

21 febbraio Giunto il termine,che era stato fissato il 9 febbraio, per il ritiro da Sarajevo e dintorni delle armi pesanti, il Segretario generale della NATO annuncia che,essendo stati raggiunti gli obiettivi,i rappresentanti dell’ONU e della NATO avevano raccomandato di non utilizzare la potenza aerea della NATO in questa fase.

23 febbraio Il Presidente dell’Albania Sali Berisha firma il Documento quadro del PfP presso la sede della NATO.

28 febbraio Quattro aerei da combattimento violano la zona d’interdizione aerea imposta dall’ONU sulla Bosnia Erzegovina e sono abbattuti da caccia dell’Alleanza.

4 marzo Un primo carico di 60 testate nucleari viene trasferito dall’Ucraina alla Russia secondo le disposizioni della dichiarazione tripartita, firmata il 14 gennaio 1993 da Ucraina, Russia e Stati Uniti.

10 marzo Il Primo Ministro della Repubblica Ceca Vaclav Klaus firma il Documento quadro del PfP presso la sede della NATO.

14-17 marzo Il gen.d’a. Sir Richard Vincent,Presidente del Comitato militare, effettua una visita ufficiale in Estonia, Lettonia e Lituania per esaminare il programma di cooperazione militare della NATO e gli interessi di ciascun paese in materia di sicurezza.

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ALLEGATO “I”

16 marzo Il Presidente della Moldavia, Mircea Snegur, effettua una visita alla sede della NATO per firmare il Documento quadro del PfP.

23 marzo Il Ministro degli esteri della Georgia, Alexander Chikvaidze, firma il Documento quadro del PfP presso la sede della NATO.

30 marzo Il Primo Ministro della Slovenia Janez Drnovsek firma il Documento quadro del PfP presso la sede della NATO.

10 aprile In seguito alla richiesta del Comandante della forza ONU e guidati da un controllore avanzato del traffico aereo delle Nazioni Unite,aerei della NATO forniscono un appoggio aereo ravvicinato al personale dell’ONU a Goradze, designata dalle Nazioni Unite come zona di sicurezza in Bosnia Erzegovina.

16 aprile Un aereo inglese (Sea Harrier) viene abbattuto durante una missione di appoggio aereo ravvicinato della NATO per proteggere le truppe UNPROFOR in Bosnia Erzegovina.

22 aprile In risposta ad una richiesta formulata il 18 aprile dal Segretario generale dell’ONU,il Consiglio Nord Atlantico adotta nuove decisioni circa ’ uso della forza l aerea per proteggere il personale dell’ONU in tutta la Bosnia Erzegovina e in quelle zone che le Nazioni Unite hanno dichiarato di sicurezza. Il Consiglio autorizza ugualmente gli attacchi aerei a meno che le armi pesanti dei Serbo-bosniaci non vengano ritirate,entro il 27 aprile, da una zona di almeno 20 km di raggio da Goradze.

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ALLEGATO “I”

Questo termine si applica ugualmente a tutte le altre zone,dichiarate di sicurezza dall’ONU, se queste zone venissero attaccate con armi pesanti.

25 aprile Il Ministro della difesa polacco Piotr Kolodziejczyk si reca alla sede della NATO per consegnare il documento di presentazione del suo paese,relativo alla partecipazione al PfP.

27 aprile Il Consiglio della NATO, esaminando l’attuazione delle sue decisioni del 22 aprile relative alla situazione in ed intorno a Goradze e nelle altre zone di sicurezza in Bosnia Erzegovina, constata che il termine è stato generalmente rispettato. Il Comitato militare della NATO si riunisce nella sede della NATO in sessione di cooperazione a livello di Capi di stato maggiore della difesa e di Capi di stato maggiore generale.

27-29 aprile A Budapest, in Ungheria, Seminario del NACC sulla pianificazione e la gestione dei programmi nazionali di difesa.

28 aprile Cerimonie di inaugurazione della Cellula di coordinamento del partenariato, installata nell’area di SHAPE, a Mons, in Belgio. Il Ministro della difesa rumeno Gheorghe Tinca consegna alla NATO il documento di presentazione del suo paese, relativo alla partecipazione al PfP.

4 maggio Il Presidente dell’Azerbaigian Gaidar Aliev firma il Documento quadro del PfP presso la sede della NATO.

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ALLEGATO “I”

9 maggio Il Ministro degli esteri svedese, baronessa Margaretha af Ugglas e il Ministro degli esteri finlandese Heikki Haavisto, si recano alla sede della NATO per firmare il Documento quadro del PfP. Riunione a Kirchberg, Lussemburgo,del Consiglio dei Ministri della WEU con i Ministri degli esteri e della difesa di Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia e Ungheria. Un nuovo status viene creato per consentire a questi paesi di divenire membri associati della WEU.

10 maggio Finlandia e Svezia presentano alla NATO i loro documenti di presentazione nel quadro del PfP. Il vice Primo Ministro del Turkmenistan Boris Shikmuradov firma presso la sede della NATO il Documento quadro del Partenariato per la Pace.

11-14 maggio Il Presidente del Comitato militare della NATO,gen.d’a. Sir Richard Vincent, nel quadro del NACC, si reca in visita in Slovacchia ed in Russia,ove incontra alte personalità governative, civili e militari, dei due paesi.

17 maggio La Repubblica Ceca consegna alla NATO il suo documento di presentazione nel quadro del PfP.

24 maggio Riunione del Comitato di pianificazione della difesa e del Gruppo di pianificazione nucleare in sessione ministeriale. I Ministri della difesa della NATO esaminano i progressi ottenuti per ciò che concerne le implicazioni in materia di difesa del PfP, il concetto di CJTF e gli sforzi contro la proliferazione e per il mantenimento della pace. Il Ministro della difesa russo, Pavel Gratchev, si reca alla NATO per informare i Ministri della difesa della NATO sulla nuova dottrina di difesa del suo paese.

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ALLEGATO “I”

25 maggio Sotto gli auspici del Partenariato per la Pace, i Ministri della difesa della NATO incontrano i Ministri della difesa e i Rappresentanti dei paesi partner, compresi, per la prima volta, quelli di Finlandia, Svezia e Slovenia, per discutere di cooperazione su alcune questioni legate alla difesa, in particolare il mantenimento della pace. Slovacchia e Ucraina consegnano alla NATO i loro rispettivi documenti di presentazione del PfP.

26-27 maggio A Parigi, conferenza inaugurale su un Patto di stabilità in Europa. I Ministri degli esteri di numerosi paesi europei valutano la nuova iniziativa che ha per scopo:evitare i conflitti relativi alle frontiere,proteggere i diritti delle minoranze, promuovere delle relazioni di buon vicinato in Europa centrale e orientale e rafforzare la cooperazione regionale e le istituzioni democratiche.

27 maggio Il Ministro degli esteri del Kazakistan Kanet Saudabaev si reca alla sede della NATO per firmare il Documento quadro del PfP.

1 giugno Il Presidente del Kirghizistan Askar Akayev firma il Documento quadro del PfP presso la sede della NATO.

3 giugno Il Segretario generale delegato della NATO Sergio Balanzino inaugura ufficialmente gli uffici destinati ai Partner nell’ala Manfred Wörner della sede della NATO.

6 giugno Bulgaria e Ungheria consegnano alla NATO i loro documenti di presentazione del PfP.

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ALLEGATO “I”

9 giugno I Ministri degli esteri della NATO si riuniscono ad Istanbul per fare il punto sull’attuazio ne delle decisioni prese al vertice di Bruxelles e sottolineano che 20 paesi hanno già aderito al Partenariato per la Pace.I Ministri adottano un generale quadro di riferimento riguardante l’ atteggiamento dell’Alleanza verso la proliferazione delle armi di distruzione di massa.

10 giugno Riunione ministeriale del NACC a Istanbul. I Ministri degli esteri diffondono un terzo rapporto sul mantenimento della pace del Gruppo ad hoc sulla cooperazione in materia di mantenimento della pace. I Ministri degli esteri di Finlandia, Svezia e Slovenia vi partecipano. La Lituania consegna il suo documento di presentazione del PfP.

22 giugno Il Ministro degli esteri russo Andrei Kozyrev si reca alla NATO per firmare il Documento quadro del PfP e incontra il Consiglio. Una sintesi delle conclusioni delle discussioni viene diffusa.

26-28 giugno Il generale George Joulwan (SACEUR) visita Mosca per discutere sulla partecipazione della Russia al PfP come pure di uno specifico programma di cooperazione con la Russia.

29 giugno Il Rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite, Yasushi Akashi visita la NATO, ed è accompagnato dal gen.c.a. Bertrand de Lapresle, comandante delle Forze di protezione dell’ONU (UNPROFOR) nell’ex-Jugoslavia e dal gen.c.a. Sir Michael Rose, comandante dell’UNPROFOR in Bosnia Erzegovina per un incontro con il Segretario generale delegato Sergio Balanzino.

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ALLEGATO “I”

29 giugno/1 luglio Colloquio economico annuale della NATO focalizzato sulla privatizzazione delle industrie di difesa.

5 luglio Il Programma di partenariato individuale della Polonia con la NATO è accettato ufficialmente. La Russia consegna il suo documento di presentazione del PfP.

8 luglio L’Estonia consegna il suo documento di presentazione del PfP.

11 luglio Dichiarazione del Consiglio Nord Atlantico che riafferma che l’Alleanza è pronta a partecipare all’attuazione di un accordo di pace in Bosnia Erzego vina ed in cui si auspica che i passi previsti nel piano diffuso dai Ministri degli esteri a Ginevra il 5 luglio possano consistere nell’assunzione di nuovi compiti per l’Alleanza nell’ex Jugoslavia su richiesta dell’ONU.

12 luglio La Corte costituzionale federale tedesca precisa la base costituzionale per lo spiega mento all’estero di forze tedesche, eliminando gli ostacoli costituzionali per la partecipazione della Germania alle missioni di mantenimento della pace dell’ONU, della NATO o della WEU.

13 luglio I Ministri degli esteri e della difesa dell’Uzbekistan, Saidmukhtar Saidkasimov e Rustam Ahmedov si recano alla NATO per firmare il Documento quadro del PfP.

18 luglio La Lettonia consegna il proprio documento di presentazione del PfP.

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ALLEGATO “I”

20 luglio La Slovenia consegna il proprio documento di presentazione del PfP.

5 agosto Aerei della NATO attaccano un obiettivo all’interno della zona di interdizione di Sarajevo, su richiesta dell’UNPROFOR, dopo che i Serbi di Bosnia si sono impadroniti di armi in un deposito di armi dell’ONU, nei pressi di Sarajevo.

13 agosto Muore a Bruxelles Manfred Wörner, Segretario generale della NATO. Il Segretario generale delegato, Sergio Balanzino, assume le funzioni di Segretario generale ad interim.

18 agosto Riunione commemorativa del Consiglio Nord Atlantico in onore del Segretario generale della NATO Manfred Wörner.

22 agosto Il Programma di partenariato individuale della Svezia con la NATO, nel quadro del PfP, è ufficialmente accettato.

31 agosto Le ultime truppe russe lasciano l’Estonia, concludendo così il loro ritiro dai tre stati baltici.

1 settembre Le truppe russe lasciano Berlino, concludendo così il loro ritiro dal territorio tedesco.

2-10 settembre Prime manovre congiunte Stati Uniti-Russia sul territorio russo, basate su delle esercitazioni di addestramento al mantenimento della pace.

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ALLEGATO “I”

6 settembre La Moldavia consegna alla NATO il suo documento di presentazione del PfP.

8 settembre Stati Uniti, Regno Unito e Francia ritirano da Berlino le truppe alleate che ancora vi si trovavano.

12-16 settembre Nei pressi di Poznan, Polonia, si tiene la prima esercitazione congiunta di addestramento,condotta nel quadro del PfP (Cooperative Bridge), con la partecipazione di soldati di 13 paesi della NATO e del Partenariato.

13 settembre Nomina del gen.c.a. John Sheehan quale Comandante supremo alleato dell’Atlantico (SACLANT).

14 settembre Il Programma di partenariato individuale della Romania con la NATO, nel quadro del PfP,è accettato ufficialmente.

22 settembre Su richiesta di UNPROFOR,aerei della NATO effettuano un attacco aereo contro un carro armato serbo-bosniaco, in seguito all’attacco subito da un veicolo di UNPROFOR nei pressi di Sarajevo. L’Albania consegna il suo documento di presentazione del PfP.

28 sett./7 ottobre L’esercitazione navale “Cooperative Venture”, attuata nel quadro del PfP,ha luogo nella zona dello Skagerrak nel Mare del Nord. Le forze navali dei paesi della NATO e dei paesi partner si esercitano in operazioni di mantenimento della pace, di soccorso umanitario e di ricerca e salvataggio.

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ALLEGATO “I”

29 settembre Il Consiglio Nord Atlantico,riunito a New York a livello di Ministri degli esteri, invita Willy Claes, Ministro degli esteri del Belgio, a divenire Segretario generale della NATO.

29-30 settembre I Ministri della difesa e i Rappresentanti dei 16 paesi dell’Alleanza si riuniscono a Siviglia, in Spagna,per delle discussioni informali su tutta una serie di argomenti di reciproco interesse e preoccupazione, in particolare la situa zione nell’ex Jugoslavia, il mantenimento della pace e il concetto di Gruppi operativi interforze multinazionali, la cooperazione nel settore della difesa con i paesi dell’Europa centrale e orientale, compreso il Partenariato per la Pace, e la sicurezza nel Mediterraneo.

5 ottobre Il Ministro degli esteri armeno, Vahan Papazian firma alla NATO il Documento quadro del PfP.

5-7 ottobre Si tiene presso la sede della NATO un Seminario sul mantenimento della pace ed il suo rapporto con la gestione delle crisi,con la partecipazione di 38 paesi e di altre organizzazioni internazionali.

10 ott./2 dicembre Conferenza di riesame della CSCE a Budapest.

12 ottobre Il Programma di partenariato individuale della Finlandia con la NATO, nel quadro del PfP, è accettato ufficialmente. Il Presidente della Germania Roman Herzog effettua una visita ufficiale alla sede della NATO.

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ALLEGATO “I”

17 ottobre Willy Claes, ex vice Primo Ministro e Ministro degli esteri del Belgio, succede a Manfred Wörner quale Segretario generale della NATO.

17 ottobre/8 nov. Il Corpo di reazione rapida dell’Alleanza (ARRC) effettua delle esercitazioni in Danimarca.

21-28 ottobre La prima esercitazione di addestramento congiunto, che ha luogo in territorio alleato nel quadro del PfP (“Cooperative Spirit”), si svolge nei Paesi Bassi con la partecipazione di dodici paesi della NATO e del Partenariato.

28 ottobre Dichiarazione diffusa congiuntamente dall’ONU e dalla NATO sull’utilizzo della forza aerea della NATO in Bosnia Erzegovina a sostegno delle relative risoluzioni dell’ONU. Il Segretario generale della NATO Willy Claes pronuncia un’allocuzione alla 40ª Assemblea generale dell’Associazione del Trattato Atlantico, tenutasi a L’Aia.

4 novembre Ion Iliescu, Presidente della Romania, si reca in visita alla NATO.

7 novembre Riunione straordinaria congiunta dei Direttori nazionali degli armamenti dei paesi dell’Alleanza per esaminare le implicazioni delle operazioni di mantenimento della pace, per quanto riguarda gli equipaggiamenti.

11 novembre Dichiarazione di Willy Claes, Segretario generale della NATO, sull’annuncio delle limitazioni imposte alla partecipazione degli Stati Uniti all’operazione “Sharp Guard ”.

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ALLEGATO “I”

14 novembre Riunione del Consiglio dei Ministri della WEU, con la partecipazione dei Ministri degli esteri e della difesa di nove membri associati. Diffusione della Dichiarazione di Noordwijk, nella quale i Ministri approvano, tra l’altro, le conclusioni politiche preliminari sulla formulazione di una comune politica europea di difesa.

15 nove mbre I Ministri degli esteri e della difesa ungheresi, Laszlo Kovacs e Gjörgj Keleti, si recano alla NATO. Il Programma di partenariato individuale dell’Ungheria con la NATO, nel quadro del PfP, è accettato ufficialmente.

21 novembre Aerei della NATO attaccano l’aeroporto di Udbina, situato in territorio croato,ma sotto controllo serbo, su richiesta di UNPROFOR ed in stretta coordinazione con quest’ultima. Questo attacco costituisce una risposta agli attacchi lanciati da questo aeroporto contro bersagli nella regione di Bihac, in Bosnia Erzegovina.

23 novembre In seguito ad attacchi contro aerei della NATO, le forze della NATO effettuano un’incursione aerea su una postazione di missili terra-aria situata a sud di Otoka, conformemente alle misure di autodifesa precedentemente annunciate. Il Programma di partenariato individuale della Slovacchia con la NATO, nel quadro del PfP, è accettato ufficialmente.

24 novembre Il Consiglio Nord Atlantico diffonde una dichiarazione che condanna i recenti attacchi effettuati dalle forze serbe di Bosnia e di Krajina su Bihac, zona di sicurezza delle Nazioni Unite, e annuncia le misure prese in appoggio agli sforzi negoziali delle Nazioni Unite.

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ALLEGATO “I”

25 novembre I vice Ministri degli esteri e della difesa cechi, Alexander Vondra e Jiri Pospisil, effettuano una visita alla NATO. Il Programma di partenariato individuale della Repubblica Ceca con la NATO, nel quadro del PfP, è accettato ufficialmente. Il vice Ministro degli esteri bulgaro, Todor Tchourov, effettua una visita alla NATO. Il Programma di partenariato individuale della Bulgaria con la NATO, nel quadro del PfP, è accettato ufficialmente.

30 novembre Albinas Januska, Segretario di stato del Ministero degli esteri lituano, effettua una visita alla NATO. Il Programma di partenariato individuale della Lituania con la NATO, nel quadro del PfP, è accettato ufficialmente.

1 dicembre Il Consiglio Nord Atlantico si riunisce in sessione ministeriale a Bruxelles con la partecipazione del Ministro degli esteri di Russia, Andrei Kozyrev.

5 dicembre Al vertice della CSCE, a Budapest, il Presidente dell’Ucraina, Kuchma, firma il Trattato di non-proliferazione nucleare (TNP).

5-6 dicembre Vertice dei Capi di stato e di governo della CSCE a Budapest, cui partecipa il Segretario generale della NATO, Willy Claes. La CSCE viene ribattezzata Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE). Pubblicazione del documento di Budapest 1994: “Verso un valido partenariato in una nuova era”.

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ALLEGATO “I”

1995

1 gennaio Inizio del cessate il fuoco di quattro mesi in Bosnia. aderiscono all’Unione Europea. subentra al GATT. Austria, Finlandia e Svezia

L’Organizzazione mondiale del commercio (WTO)

11 gennaio Il Ministro degli esteri di Bielorussia, Uladzmir Syanko, visita la NATO e firma il Documento quadro del PfP.

13 gennaio La Convenzione dell’ONU sulle armi chimiche del 1993 non riesce ad entrare in vigore:solo 20 paesi ratificano il trattato. Per diventare effettivo sono necessari 65 paesi.

18 gennaio Il Consiglio della NATO approva un programma di standardizzazione della NATO per migliorare il coordinamento delle politiche e dei programmi alleati per la standardizzazione dei materiali,delle attività tecniche e operative.

23 gennaio I vice Ministri degli esteri e della difesa albanesi, Arjan Starova, e Alfred Moisiu, effettuano una visita alla NATO e dichiarano di accettare il Programma di partenariato individuale dell’Albania.

24 gennaio Il Consiglio della NATO approva la costituzione di una nuova Organizzazione della NATO per la standardizzazione.

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ALLEGATO “I”

31 gennaio Gli Stati Uniti annunciano di prorogare di un anno la loro moratoria unilaterale sugli esperimenti nucleari.

8 febbraio Il Ministro della difesa lettone, Janis Trapans, visita la NATO e dichiara di accettare il Programma di partenariato individuale della Lettonia. La NATO approva programmi per colloqui diretti con Egitto, Israele, Mauritania, Marocco e Tunisia per fronteggiare la minaccia del fondamentalismo islamico.

9 febbraio Il Primo Ministro ungherese, Gyula Horn, visita la NATO.

10 febbraio Il Ministro degli esteri austriaco, Alois Mock, si reca alla NATO per firmare il Documento quadro del PfP.

14-21 febbraio Il Ministro della difesa ucraino,Valery Shmarov,incontra il Presidente del Comitato militare della NATO e firma un protocollo di reciproca collaborazione tra NATO e Ucraina.

16 febbraio Il vice Presidente della Federazione croato- mussulmana approva un piano internazionale per la sospensione delle sanzioni economiche contro la Serbia in cambio del riconoscimento di Bosnia e Croazia a condizione di una completa chiusura del confine serbo-bosniaco.

23 febbraio La Bielorussia sospende il suo programma di distruzione delle armi, violando il Trattato CFE.

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ALLEGATO “I”

24 febbraio La NATO inizia colloqui con Marocco,Egitto,Mauritania, Tunisia e Israele per discutere sulla sicurezza nel Nord Africa.

27 febbraio I Ministri della difesa di Estonia,Lettonia e Lituania firmano un accordo sulla cooperazione militare che comprende la politica internazionale e la logistica. Il vice Presidente degli Stati Uniti, Al Gore, visita la NATO.

1 marzo Stati Uniti,Francia,Germania e Italia concordano sull’obiettivo della cooperazione alleata riguardo agli armamenti per sviluppare un Sistema di difesa aerea a medio raggio (MEADS). Quale effetto della sua adesione al PfP nel 1994, l Estonia firma un programma ’ individuale di cooperazione militare con la NATO.

6 marzo La Croazia organizza un’alleanza militare con la federazione croato- mussulmana di Bosnia. UNPROFOR rimane in Croazia.

8 marzo Il Segretario generale Willy Claes e il Presidente americano Bill Clinton si incontrano a Washington per discutere un possibile ritiro delle forze ONU di mantenimento della pace dalla Croazia e dalla Bosnia.

16 marzo Viene raggiunto un accordo slovacco-ungherese per un trattato sui diritti delle minoranze.

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ALLEGATO “I”

18-20 marzo Una Conferenza paneuropea sulla sicurezza riunitasi a Parigi,cui partecipano 50 nazioni,adotta un patto di stabilità per eliminare i pericoli delle crisi in Europa e stabilisce una serie di misure relative ai confini e ai diritti delle minoranze etniche.

30-31 marzo La riunione del Consiglio ad alto livello dell’OSCE discute un Modello di sicurezza comune e di vasta portata per il XXI secolo: un concetto di sicurezza globale formulato perché tutti gli stati partecipanti possano beneficiarne.

11 aprile Il Consiglio di sicurezza dell’ONU adotta la Risoluzione 984, che assicura assistenza agli stati non nucleari che hanno firmato il Trattato di non proliferazione nucleare (TNP) del 1970 in caso di minaccia o attacco nucleare.

26 aprile Il vice Primo Ministro e Ministro degli esteri di Malta, professor Guido de Marco, firma il Documento quadro del Partenariato per la Pace (Malta successivamente si ritira dal PfP).

7 maggio Commemorazione del 50 °anniversario della fine della seconda Guerra mondiale.

11 maggio Il Trattato di non proliferazione viene prorogato indefinitamente per consenso.

15 maggio I Ministri degli esteri e della difesa della WEU si riuniscono a Lisbona, per discutere il futuro rapporto tra la WEU e la NATO.

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ALLEGATO “I”

25 maggio In risposta ad una richiesta dell’ONU, aerei della NATO attaccano un deposito di munizioni serbo-bosniaco vicino a Pale. Questo è seguito da un secondo attacco il giorno successivo.

27 maggio Ad una riunione,il Consiglio Nord Atlantico richiede che i Serbo-bosniaci mettano fine ai loro attacchi contro le aree protette dell’ONU e si adeguino all’ultimatum di UNPROFOR per allontanare tutte le armi pesanti dalla zona di esclusione intorno a Sarajevo o le pongano sotto controllo ONU. Si condanna l’uccisione e la prigionia di personale dell’ONU per il mantenimento della pace.

30-31 maggio I Ministri degli esteri della NATO e il Consiglio di cooperazione nord atlantico si riuniscono a Noordwijk, Paesi Bassi. In una riunione speciale con il Ministro degli esteri russo Kozyrev, la Russia accetta formalmente il Programma di partenariato individuale russo nell’ambito del PfP e il documento sui “Settori in cui proseguire un dialogo e una cooperazione NATO-Russia ampi e rafforzati ”. In una dichiarazione sulla situazione nell’ex Jugoslavia, il Cons iglio Nord Atlantico condanna l’aumento della vio lenza tra le parti e gli atti ostili contro il personale dell’ONU.

1 giugno Il Presidente dell’Ucraina, Leonid Kuchma, visita la NATO.

28-30 giugno Un Colloquio economico della NATO a cui partecipano paesi NATO e Partner discute la situazione delle riforme economiche nei paesi partner nella cooperazione.

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ALLEGATO “I”

2 luglio Srebrenica subisce il più duro bombardamento da quando è stata dichiarata area protetta dell’ONU. Il Tribunale per i crimini di guerra dell’ONU accusa formalmente di genocidio e crimini contro l’umanità Karadzic e il generale Mladic.

11 luglio Aerei della NATO attaccano obiettivi nell’area di Srebrenica in Bosnia Erzegovina.

12 luglio Il Consiglio Nord Atlantico condanna fermamente gli attacchi serbo-bosniaci nell’area protetta di Srebrenica.

1 agosto La Camera dei Rappresentanti americana vota per la fine dell’embargo di armi bosniache. La NATO avvia l’Operazione “Deliberate Force” ,che prevede attacchi alle posizioni serbe con aerei e artiglieria in risposta al bombardamento di Sarajevo.

30 agosto Aerei della NATO colpiscono posizioni serbo-bosniache vicino a Sarajevo.

1 settembre Aerei della NATO riprendono a bombardare posizioni serbo-bosniache; i Serbobosniaci rispondono bombardando Sarajevo. Aerei della NATO attaccano obiettivi serbo-bosniaci vicino a Pale. La NATO sospende l Operazione “Deliberate Force ”dopo che i Serbo-bosniaci ’ accettano di allontanare le armi pesanti di 20 km dalla zona di interdizione intorno a Sarajevo. Un accordo sul contesto delle disposizioni costituzionali per la Bosnia Erzegovina viene firmato a New York.

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ALLEGATO “I”

2 settembre I comandanti militari della NATO vengono autorizzati dal Consiglio della NATO a riprendere attacchi aerei contro posizioni serbo-bosniache in qualsiasi momento per rispondere ad ulteriori aggressioni contro le aree protette stabilite dall’ONU.

5 settembre Aerei della NATO riprendono gli attacchi su obiettivi militari serbo-bosniaci.

12 settembre A L’Aia si delineano i termini di un accordo in merito alla Disposizione di Wassenaar, erede del COCOM, che istituisce controlli sull’esportazione di certe armi convenzionali e di tecnologie a doppio uso.

14 settembre La Grecia e l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia firmano un accordo per stabilire relazioni diplomatiche e legami economici. Il NAC si riunisce in una sessione speciale con il Ministro degli esteri ucraino, Gennadi Udove nko, per discutere il rafforzamento delle relazioni NATO-Ucraina. I militari e i leader politici serbo-bosniaci firmano un accordo per allontanare le loro armi pesanti di 20 km dalla zona di interdizione intorno a Sarajevo.

20 settembre Il Consiglio si riunisce con la Russia sull’attuazione del Trattato CFE.

21 settembre Gli ambasciatori della NATO approvano uno Studio sull’allargamento della NATO che delinea i requisiti relativi all’adesione per i paesi che desiderano aderire all’Alleanza.

25 settembre Si apre a Vienna la Conferenza di riesame sulle armi convenzionali dell’ONU.

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ALLEGATO “I”

26 settembre La NATO presenta all’Ambasciatore russo Churkin una bozza di progetto su “Il quadro politico delle relazioni NATO-Russia”.

28 settembre La NATO presenta al NACC e ai partner nella cooperazione del PfP le conclusioni dello Studio sull’allargamento della NATO.

2 ottobre Croati e serbi concludono un accordo sulla Slavonia orientale per porla sotto l’amministrazione croata dopo un periodo di transizione. Tre postazioni SAM serbe vengono attaccate da aerei della NATO. Il cessate il fuoco in Bosnia entra in vigore.

5-6 ottobre I Ministri della difesa della NATO si riuniscono a Williamsburg, Stati Uniti.

12 ottobre Il Presidente dell’Albania, Sali Berisha, visita la NATO.

13 ottobre La Conferenza dell’ONU sulle armi convenzionali finisce senza raggiungere un accordo su una globale interdizione delle mine terrestri antiuomo.

19 ottobre Il Consiglio della NATO si riunisce con un rappresentante russo per discutere il Piano di attuazione della pace in Bosnia.

21 ottobre Willy Claes si dimette da Segretario generale della NATO.

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ALLEGATO “I”

27 ottobre Un Memorandum d’intesa viene firmato tra la NATO e la WEU per consentire delle comunicazioni dirette e facilitate tra le due organizzazioni. Visita alla NATO da parte del Rappresentante speciale del Segretario generale dell’ONU e Inviato speciale alla NATO, Kofi Annan.

1 novembre Iniziano a Dayton, Ohio, i colloqui di pace sulla Bosnia. Un Accordo viene firmato a Dayton sulla reintegrazione della Slavonia orientale nella Croazia. Il Consiglio di sicurezza dell’ONU sospende le sanzioni contro l’ex Jugoslavia.

8 novembre Il Segretario alla difesa americano,William Perry, e il Ministro della difesa russo,generale Pavel Grachev, sono alla NATO per discutere la partecipazione di forze russe a IFOR.

13 novembre La Commissione per le relazioni estere del Senato USA e la Commissione per le forze armate bloccano la ratifica della Convenzione sulle armi chimiche.

14 novembre I Ministri degli esteri e della difesa dei paesi WEU si riuniscono a Madrid e confermano ’ obiettivo di sviluppare la WEU quale mezzo per rafforzare il pilastro l europeo nella NATO.

15 novembre Il Primo Ministro della Repubblica ex jugoslava di Macedonia, Branko Crvenkovski, visita la NATO. Il suo paese aderisce al PfP.

22 novembre Visita alla NATO da parte del Presidente finlandese Martti Aktisaari e del Presidente dell’OSCE Lazlo Kovacs.

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ALLEGATO “I”

27 novembre Personale di 14 paesi dell’Alleanza ricevono medaglie per il servizio prestato nell’ex Jugoslavia.

28 novembre L’Unione Europea e 12 paesi mediterranei firmano un accordo a Barcellona sulla futura cooperazione politica ed economica.

1 dicembre Javier Solana Madariaga viene nominato Segretario gene rale della NATO.

5 dicembre Il NAC si riunisce a livello ministeriale. I Ministri degli esteri e della difesa di tutte le 16 nazioni confermano il loro impegno a continuare gli sforzi dell’Alleanza per pervenire alla pace in Bosnia Erzegovina. La NATO approva formalmente il dispiegamento di 60.000 uomini in Bosnia. Il Parlamento tedesco vota l’invio di 4.000 uomini. A Parigi, i Presidenti di Bosnia Erzegovina,di Croazia e di Serbia firmano l’Accordo quadro generale per la pace in Bosnia Erzegovina. Truppe USA arrivano a Tuzla e l ONU consegna alla NATO il comando delle ’ operazioni militari in Bosnia. Il Comandante della NATO, ammiraglio Leighton Smith, respinge le richieste del capo dell’Assemblea serbo-bosniaca, Momcilo Krajisnik, di rinviare per lo meno di nove mesi il trasferimento sotto controllo mussulmano delle aree serbo-bosniache di Sarajevo. La Francia annuncia che riprenderà il suo posto nel Comitato militare della NATO. Il Ministro della difesa francese inoltre assisterà regola rmente al Comitato di pianificazione della difesa e ad altre riunioni.

I-140

ALLEGATO “I”

7-8 dicembre Il Consiglio ministeriale dell’OSCE,a Budapest,delinea le linee guida per il Modello di sicurezza e conferma il suo ruolo in Bosnia Erzegovina.

14 dicembre Il Presidente della Serbia, Slobodan Milosevic, il Presidente della Bosnia Erzegovina, Alya Izetbegovic e il Presidente della Croazia, Franjo Tudjman, firmano a Parigi l’Accordo di pace in Bosnia.

15 dicembre Il Consiglio di sicurezza dell’ONU adotta la Risoluzione 1031 che istituisce una Forza di attuazione militare multinazionale.

16 dicembre Inizio del dispiegamento della Forza di attuazione a guida NATO (IFOR) in Bosnia.

19 dicembre 28 paesi firmano la Disposizione di Wassena ar sui controlli all’esportazione di armamenti e tecnologia.

20 dicembre Le forze di mantenimento della pace dell’ONU (UNPROFOR) consegnano il comando delle operazioni militari in Bosnia alla Forza di attuazione a guida NATO (IFOR).

I-141

ALLEGATO “I”

1996

3 gennaio Il Segretario alla difesa USA, William Perry, si reca a Sarajevo per discutere il mantenimento della pace con funzionari militari della NATO e con i leader bosniaci.

4 gennaio Si aprono a Vienna, sotto gli auspici dell’OSCE, i negoziati sulle misure per accrescere la fiducia e sul controllo degli armamenti in Bosnia. Le parti dell’Accordo di pace firmano accordi sulle misure per accrescere la fiducia reciproca, ridurre il rischio di conflitto, diminuire la forza militare e migliorare la cooperazione politica.

5 gennaio Il Parlamento russo vota a favore del dispiegamento di forze russe in Bosnia da includere nella missione di mantenimento della pace a guida NATO. Si applicano speciali dispositivi per il comando e il controllo delle forze russe di IFOR.

11 gennaio Il Principe di Giordania, El- Hassan Bin Talal, si incontra con il Segretario generale Solana nel contesto del Dialogo Mediterraneo della NATO.

13 gennaio Inizio del dispiegamento di truppe russe a sostegno di IFOR in Bosnia.

15 gennaio Il Consiglio di sicurezza dell’ONU autorizza una forza di 5.000 uomini sostenuta dalla forza aerea della NATO per la Slavonia orientale.

17 gennaio Si recano alla NATO il Presidente della Polonia, Aleksander Kwasniewski,e l’Amministratore della UE per Mostar, Hans Koschnik.

I-142

ALLEGATO “I”

19 gennaio Richard Goldstone, Procuratore presso il Tribunale per i crimini di guerra dell’ONU, visita la NATO.

23 gennaio Il generale George Joulwan (SACEUR) si reca in Russia per colloqui con il Ministro della difesa e il Capo di stato maggiore russi.

24 gennaio Tiit Vähi, Primo Ministro dell’Estonia si reca alla NATO.

26 gennaio La Federazione Russa aderisce al Consiglio d’Europa. Il Senato americano ratifica il Trattato START II, che ridurrà i livelli dei missili nucleari strategici sia americani che russi.

29 gennaio Il Segretario generale dell’OSCE inizia una visita di due giorni nell’ex Jugoslavia per preparare la supervisione dell’OSCE alle elezioni libere del dopoguerra.

12 febbraio Il Segretario generale della NATO si reca a Mostar. Le autorità bosniache danno la loro approvazione perché due ufficiali serbobosniaci vengano sottoposti al Tribunale internazionale per i crimini di guerra.

26 febbraio Il vice Cancelliere austriaco Wolfgang Schüssel si reca alla NATO. L’Austria firma il suo Programma di partenariato individuale (IPP) con la NATO.

8 marzo Rappresentanti permanenti del Consiglio Nord Atlantico si recano a Sarajevo.

I-143

ALLEGATO “I”

13 marzo La Russia firma gli Accordi finanziari e di partecipazione a IFOR.

15 marzo Il Segretario di stato USA Warren Christopher si reca a SHAPE per incontrarsi con il Comandante supremo alleato in Europa, generale George Joulwan, e discutere degli sforzi per ottenere l’adeguamento all’Accordo di pace di Dayton sulla Bosnia e dell’allargamento della NATO.

20-21 marzo Il Segretario generale della NATO Sola na si reca in visita ufficiale a Mosca per discutere delle relazioni NATO-Russia. Incontra il Presidente russo Yeltsin, il Portavoce della Duma, Gennady Seleznev ed altri alti funzionari.

20 marzo Viene firmato a Mosca un Memorandum d’intesa sulla cooperazione civile di emergenza tra la NATO e la Russia.

23 marzo I Ministri degli esteri del gruppo di contatto sull’ex Jugoslavia si riuniscono a Mosca.

25 marzo Il Presidente bulgaro Jelev si reca alla NATO.

26 marzo Il Primo Ministro di Bielorussia,Mikhail Chygir, il Presidente di Lettonia, Guntis Ulmanis, e il Presidente di Estonia, Lennart Meri, si recano alla NATO.

23 aprile Visitano la NATO il Presidente della Georgia Eduard Shevardnadze e il Presidente dell’Armenia, Levon Ter Petrossian.

I-144

ALLEGATO “I”

24 aprile Il Ministro degli esteri e vice Primo Ministro di Malta, Professore Guido de Marco, si reca alla NATO.

26 aprile S.M. Juan Carlos, Re di Spagna, visita la NATO.

29 aprile Il NAC dichiara che IFOR ha creato un sicuro contesto in Bosnia Erzegovina durante i suoi primi quattro mesi di missione.

2 maggio Il Segretario generale della NATO Javier Solana e il Segretario generale della WEU José Cutileiro firmano un accordo in materia di sicurezza. L’Accordo stabilisce le procedure per proteggere e salvaguardare informazioni e materiale classificato fornito da ciascuna organizzazione.

7 maggio I Ministri degli esteri e della difesa dei paesi WEU si riuniscono a Birmingham.

8 maggio Caro Bildt, Alto rappresentante responsabile per il coordinamento degli aspetti civili dell’accordo di pace nell’ex Jugoslavia,si reca alla NATO.

9 maggio Lo SHAPE e il Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia pervengono ad un Memorandum d’intesa che codifica disposizioni pratiche per la detenzione e il trasferimento di persone accusate di crimini di guerra.

I-145

ALLEGATO “I”

15-31 maggio A Vienna si tiene la prima riunione per il riesame del Trattato CFE. I negoziati si concludono con un “Accordo collaterale ” e un accordo su ulteriori negoziati relativi al Trattato.

16 maggio Il Segretario generale della NATO Solana si reca a Banja Luka e a Belgrado con il generale George Joulwan, SACEUR.

19-21 maggio Rappresentanti della NATO e dei paesi partner nella cooperazione si riuniscono vicino Bonn per esaminare gli sforzi a livello mondiale per distruggere e smantellare le armi chimiche, nucleari e convenzionali.

21 maggio Il Primo Ministro della Slovenia, Janez Drnovsek, si reca alla NATO.

3 giugno Riunione dei Ministri degli esteri a Berlino. I Ministri stabiliscono di creare l’Identità di sicurezza e di difesa europea nell’ambito della NATO, quale parte dell’adattamento interno dell’Alleanza.

12 giugno La Repubblica ex jugoslava di Macedonia firma il Programma individuale di Partenariato per la Pace.

13 giugno Il NAC si riunisce in sessione dei Ministri della difesa.

14-15 giugno Il Segretario generale della NATO Solana si reca a Zagabria e a Sarajevo.

I-146

ALLEGATO “I”

18 giugno In seguito alla fine dell’embargo dell’ONU sulle armi nell’ex Jugoslavia, l’Operazione Sharp Guard viene sospesa.

26-28 giugno Il Colloquio economico della NATO verte su: Sviluppi economici e riforme nei paesi partner nella cooperazione.

1 luglio Istituzione di una nuova Agenzia della NATO per la Consultazione, Comando e Controllo (C3).

3 luglio Boris Yeltsin viene rieletto Presidente della Federazione Russa.

17 luglio L’ammiraglio Leighton Smith viene insignito della medaglia della NATO per il suo ruolo come Comandante in capo della Forza di attuazione della regione meridionale.

19 luglio Il Consiglio Nord Atlantico approva un globale Programma di standardizzazione della NATO che coinvolge 50 coordinati obiettivi della standardizzazione.

13 agosto Il Segretario generale della NATO Solana e il Segretario di stato USA Warren Christopher si incontrano a Bruxelles per discutere delle elezioni in Bosnia, dell’allargamento dell’Alleanza e delle relazioni con la Russia.

27 agosto Con la mediazione dell’inviato speciale russo Alexander Lebed, viene firmato un accordo sulla fine del conflitto in Cecenia, iniziato alla fine del 1995.

I-147

ALLEGATO “I”

14 settembre Unità di IFOR garantiscono la sicurezza alle elezioni che si tengono in Bosnia Erzegovina, e che sono controllate dall’OSCE.

16 settembre Il Presidente dell’Ungheria Arpad Göncz si reca alla NATO.

20 settembre Riunione a Vienna del Segretario generale della NATO Solana con il Ministro degli esteri russo Primakov.

24 settembre Cina, Francia, Russia, Regno Unito e Stati Uniti firmano un Trattato per la totale messa al bando degli esperimenti nucleari.

25-26 settembre Riunione informale a Bergen, Norvegia, dei Ministri della difesa della NATO per discutere dell’operazione di mantenimento della pace in Bosnia.

2 ottobre Il Consiglio della WEU decide la fine dell’Operazione per l’attuazione dell’embargo sul Danub io contro la Repubblica federale di Jugoslavia.

7 ottobre Il Segretario del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, generale Alexander Lebed, si reca alla sede della NATO.

16 ottobre Il Presidente della Lituania, Algirdas Brazauskas, si reca alla NATO.

17 ottobre Il Presidente della Slovacchia, Michal Kovac, si reca alla NATO.

I-148

ALLEGATO “I”

19 ottobre Il Presidente russo Boris Yeltsin sostituisce il suo neo designato Segretario del Consiglio di sicurezza Alexander Lebed con il portavoce della Duma Ivan Rybkin.

29 ottobre Malta annuncia la sua intenzione di ritirarsi dal Programma di Partenariato per la Pace.

5 novembre Bill Clinton viene rieletto Presidente degli Stati Uniti.

13 novembre Il Presidente dell’Uzbekistan, Islam Karimov, si reca alla NATO.

14 novembre Il Parlamento spagnolo approva la partecipazione della Spagna alla nuova struttura militare della NATO.

27 novembre Il Primo Ministro della Finlandia, Paavo Lipponen, si reca alla NATO.

2-3 dicembre Il vertice a Lisbona dell’OSCE sulle questioni della sicurezza europea, approva una Dichiarazione su un modello comune e globale di sicurezza per l’Europa del XXI secolo.

9 dicembre Il Cancelliere tedesco Kohl e il Presidente francese Jacques Chirac firmano un accordo di sicurezza e difesa reciproca.

I-149

ALLEGATO “I”

10 dicembre La riunione ministeriale del Consiglio Nord Atlantico, alla sede della NATO di Bruxelles,conferma la disponibilità della NATO a organizzare e guidare una Forza di stabilizzazione (SFOR) in Bosnia Erzegovina, su mandato del Consiglio di sicurezza dell’ONU. I Ministri annunciano anche che sono stati fatti ulteriori passi verso la trasformazione interna ed esterna dell’Alleanza in preparazione del vertice di Madrid nel luglio 1997. La NATO diffonde una dichiarazione sulla collocazione delle forze nucleari.

11 dicembre La Svizzera firma il Documento quadro del Partenariato per la Pace, durante una riunione con il Consiglio Nord Atlantico.

17 dicembre Kofi Annan diventa Segretario generale delle Nazioni Unite.

18 dicembre Sua Maestà il Sultano del Brunei si reca alla NATO.

20 dicembre La Forza di attuazione della NATO (IFOR) viene sostituita da SFOR (Forza di stabilizzazione).

I-150

ALLEGATO “I”

1997

16-17 gennaio Il Segretario generale della NATO Javier Solana si reca in Austria per incontrare il Cancelliere federale Franz Vranitzky e altri esponenti politici.

17 gennaio Richard C.Holbrooke è il primo a ricevere la medaglia Manfred Wörner per il suo contributo alla pace nell’ex Jugoslavia.

19-21 gennaio Prima serie di colloqui a Mosca tra il Segretario generale Javier Solana e il Ministro degli esteri russo Yevgeni Primakov su un Documento NATO-Russia.

21 gennaio Iniziano a Vienna i negoziati per il riesame del Trattato CFE del 1990.

22 gennaio Il Primo Ministro della Norvegia, Thorbjörn Jagland, si reca alla NATO.

28 gennaio Il Segretario generale della NATO Javier Solana si reca a Parigi per incontrare il Presidente francese Jacques Chirac.

29 gennaio Il Presidente della Bulgaria, Petar Stoyanov e quello della Romania, Emil Costantine scu, si recano alla NATO.

30 gennaio Il Segretario generale della NATO Javier Solana tiene un discorso davanti l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa.

I-151

ALLEGATO “I”

4 febbraio Nel suo discorso sullo Stato dell’Unione, il Presidente americano Bill Clinton dichiara solennemente di procedere dal 1999 all’allargamento della NATO e di instaurare con la Russia un “partenariato permanente ”.

5-6 febbraio Il Segretario generale Javier Solana incontra il Presidente della Turchia, Suleyman Demirel, e il Primo Ministro, Necmettin Erbakan, ad Ankara per discutere l’allarga mento dell’Alleanza e la più ampia questione del ruolo della Turchia in Europa.

10-14 febbraio Il Segretario generale della NATO Javier Solana si reca in Moldavia, Georgia, Armenia, Azerbaigian per incontrare i Capi di stato e di governo e altri esponenti politici.

12 febbraio L’ex esponente della guerriglia Aslam Maskhadov si insedia come nuovo Presidente della Cecenia.

18 febbraio Il neo nominato Segretario di stato USA, Madeleine Albright, partecipa alla sua prima riunione dei Ministri degli esteri della NATO a Bruxelles e propone la creazione di una brigata permanente NATO-Russia.

19 febbraio L’Alto Rappresentante dell’UE in Bosnia, Carl Bildt, si reca alla NATO.

20 febbraio Gli alleati della NATO propongono importanti cambiamenti al Trattato CFE, che limita le forze convenzionali in Europa. La NATO ora approva il principio dei limiti sugli arsenali dei singoli paesi, contrapposti a quelli riguardanti le regioni. L’Alleanza inoltre recepisce la proposta della Russia che vengano stabiliti dei limiti territoriali

I-152

ALLEGATO “I”

piuttosto che nazionali sullo spiegamento di truppe, che in effetti impedisce alla NATO di ammassare truppe in una particolare area vicino ai confini della Russia.

21 febbraio Il Primo Ministro della Polonia, Wlodzimierz Cimoczewicz, si reca alla NATO.

23 febbraio Il Segretario generale della NATO Javier Solana incontra a Mosca il Ministro degli esteri russo Yevgeni Primakov, per una seconda serie di colloqui su un documento NATO-Russia.

7 marzo Il Segretario alla difesa USA William Cohen si reca per la prima volta alla sede della NATO.

9-10 marzo Il Segretario generale Javier Solana incontra a Mosca il Ministro degli esteri russo Yevgeni Primakov, per una terza serie di negoziati su un documento per tracciare le basi delle relazioni NATO-Russia.

10-15 marzo Il Segretario generale Javier Solana si reca nei paesi dell’Asia centrale membri del PfP: Kazakistan, Repubblica Kirghisa, Uzbekistan e Turkmenistan.

11 marzo Conferenza della WEU,ad Atene,per discutere i problemi della sicurezza alla luce dell’allargamento di NATO e UE.

16 marzo I Ministri degli esteri della UE si riuniscono a Apeldoorn, nei Paesi Bassi,per discutere,tra gli altri argomenti, dell’allargamento della UE.

I-153

ALLEGATO “I”

20-21 marzo Il Presidente USA Bill Clinton e la sua controparte russa Boris Yeltsin si incontrano a Helsinki per discutere sulle future relazioni NATO-Russia. Le parti non pervengono ad una dichiarazione congiunta sui piani della NATO per espandersi verso est,ma firmano un accordo generale sulla sicurezza europea.

21 marzo Visita ufficiale alla NATO di Sua Maestà il Re dei belgi, Alberto II.

24-25 marzo Il Segretario generale della NATO Javier Solana e il gene rale George A.Joulwan (SACEUR) si recano ne lla Repubblica ex jugoslava di Macedonia e nella Repubblica di Bosnia Erzegovina.

2 aprile I Ministri della difesa del Baltico si riuniscono a Vilnius, Lituania, per discutere la creazione di un battaglione multinazionale per il mantenimento della pace (BALTBAT) e di una squadra navale multinazionale (BALTRON).

9-11 aprile Il Segretario generale della NATO Javier Solana incontra il Segretario di stato USA, Madeleine Albright sulle relazioni NATO-Russia e si reca in Canada.

15 aprile Il Segretario generale della NATO Javier Solana incontra a Mosca il Ministro degli esteri russo Yevgeni Primakov per una quarta serie di colloqui su un documento NATORussia. La prima unità multinazionale per la sicurezza, composta da 6.000 uomini a guida italiana giunge all’aeroporto di Tirana. L’Operazione Alba ha lo scopo di proteggere gli aiuti umanitari in Albania.

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ALLEGATO “I”

I membri della WEU approvano che Turchia e Norvegia, che non sono membri, possano svolgere un ruolo a pieno titolo in ogni operazione WEU intrapresa con equipaggia mento NATO.

17 aprile La Polonia annuncia che ridurrà il numero dei suoi coscritti da 220.000 a 180.000 durante i prossimi sette anni per adeguarsi agli standard della NATO.

24 aprile Il Senato USA approva la Convenzione sulle armi chimiche, un trattato globale per la messa al bando delle armi chimiche. (La Convenzione entrerà in vigore il 29 aprile).

6 maggio Il Segretario generale della NATO Javier Solana ha una quinta serie di colloqui in Lussemburgo con il Ministro degli esteri russo Primakov su un documento NATORussia.

7 maggio Il Segretario generale della NATO Javier Solana si reca in Ucraina per incontrare il Presidente Leonid Kuchma e inaugura un Centro di documentazione e informazione della NATO a Kiev.

12-13 maggio I Ministri degli esteri e della difesa di 28 paesi europei si riuniscono a Parigi, sotto gli auspici della WEU, per discutere di questioni di sicurezza.

13-14 maggio Il Segretario generale della NATO Javier Solana e il Ministro degli esteri russo Yevgeni Primakov si incontrano a Mosca per una sesta serie di negoziati su un documento NATO-Russia.

I-155

ALLEGATO “I”

14 maggio Il Segretario generale della NATO Javier Solana e il Ministro degli esteri russo Yevgeni Primakov raggiungono l’accordo su un “Atto istitutivo sulle relazioni reciproche, la cooperazione e la sicurezza tra la NATO e la Federazione Russa”.

22 maggio Il Presidente russo Boris Yeltsin sostituisce il Ministro della difesa Igor Rodionov con Viktor Samsonov.

27 maggio Riunione al vertice NATO-Russia,a Parigi. Firma dell’Atto istitutivo sulle relazioni reciproche, la cooperazione e la sicurezza tra la NATO e la Federazione Russa.

29 maggio A margine della riunione dei Ministri degli esteri della NATO a Sintra, in Portogallo,il Segretario generale della NATO Solana e il Ministro degli esteri ucraino Udovenko siglano una “Carta per uno specifico partenariato tra la NATO e l’Ucraina ”.

30 maggio Riunione finale del Consiglio di cooperazione nord atlantico (NACC) e riunione inaugurale del Consiglio di partenariato euro-atlantico (EAPC) a Sintra, in Portogallo. La NATO e i Ministri degli esteri dei partner nella cooperazione approvano il Documento base dell’EAPC.

2 giugno Firma del Trattato di amicizia e cooperazione tra Romania e Ucraina.

12-13 giugno I Ministri della difesa della NATO si riuniscono a Bruxelles per la loro annuale riunione di primavera.

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ALLEGATO “I”

16-17 giugno Al vertice di Amsterdam il Consiglio europeo approva un nuovo trattato UE,ma non fa significativi passi avanti nell’assumere responsabilità quanto alla difesa comune dei propri membri. La WEU rimane un organo indipendente incaricato di espletare missioni umanitarie, di mantenimento della pace e di gestione delle crisi per conto dell’Unione.

16-27 giugno L’esercitazione navale del PfP “Baltic Operations 1997” (BALTOPS) si svolge in Polonia e Germania:si tratta di effettuare operazioni marittime di ricerca e salvataggio, sorveglianza costiera e applicazione di controlli doganali. Partecipano Stati Uniti, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Russia, Svezia e Regno Unito.

20-22 giugno La Russia partecipa al vertice “G7” (d’ora in poi “G8 ”).

25-27 giugno Colloquio economico della NATO sugli Sviluppi economici nei paesi partner nella cooperazione.

26 giugno La Conferenza sul disarmo (CD) a Ginevra decide di superare il punto di stallo e di aprire negoziati globali per l’eliminazione graduale delle mine terrestri. I paesi partecipanti (61) nominano come coordinatore speciale l’Ambasciatore australiano John Campbell. Negoziati separati su una globale messa al bando delle mine terrestri, su iniziativa del Canada, proseguono a Bruxelles.

8 luglio Riunione al vertice, a Madrid, del Consiglio Nord Atlantico. I Capi di stato e di governo della NATO decidono di invitare la Repubblica Ceca, l’Ungheria e la Polonia ad avviare i colloqui di adesione con la NATO, per diventare

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ALLEGATO “I”

membri dell’Alleanza, dopo il completamento del processo di ratifica, nell’aprile 1999. Riaffermano che la NATO rimane aperta a nuovi membri,in base all’articolo 10 del Trattato Nord Atlantico, e approvano di riesaminarne gli sviluppi nella loro successiva riunione nel 1999. Firma ufficiale della Carta per uno specifico partenariato tra la NATO e l’Ucraina. I Capi di stato e di governo della NATO rilasciano una dichiarazione speciale sulla Bosnia Erzegovina riaffermando il loro impegno ad una piena attuazione dell’Accordo di pace e alla creazione della Bosnia Erzegovina come uno stato unico, democratico e multi etnico.

9 luglio Riunione dei Capi di stato e di governo della NATO e dei partner nella cooperazione sotto l’egida del Consiglio di partenariato euro-atlantico (EAPC).La riunione si focalizza su come l’EAPC può essere usato più efficacemente per contribuire alla sicurezza e alla stabilità.

11 luglio Il generale americano Wesley Clark sostituisce il generale G.Joulwan come nuovo Comandante supremo alleato in Europa (SACEUR).

16 luglio La Politica di soccorso in caso di calamità della NATO gestisce il coordinamento dell’assistenza per le inondazioni in Polonia, su richiesta del governo polacco.

18 luglio La prima riunione, a Bruxelles, del Consiglio congiunto permanente NATO-Russia (PJC) a livello di ambasciatori approva delle disposizioni organizzative e procedurali.

22 luglio La WEU diffonde una Dichiarazione sul ruolo dell’Unione dell’Europa occident ale e sulle sue relazioni con l’Unione Europea e l’Alleanza Atlantica.

I-158

ALLEGATO “I”

10 settembre Rappresentanti dell’Ungheria avviano i colloqui di adesione con la NATO.

15 settembre L’Operazione Kozatskiy Step 97 del Partenariato per la Pace ha luogo in Ucraina, coinvolgendo truppe della NATO, della Polonia e dell’Ucraina. L’esercitazione si propone di simulare un conflitto etnico.

16 settembre Rappresentanti della Polonia avviano i colloqui di adesione con la NATO.

22 settembre Il Primo Ministro svedese, Göran Persson, si reca alla NATO.

23 settembre Rappresentanti della Repubblica Ceca avviano i colloqui di adesione con la NATO.

24 settembre Il Primo Ministro lettone, Guntars Krasts, si reca alla NATO.

26 settembre I Ministri degli esteri di NATO e Russia si riuniscono per la prima volta come Consiglio congiunto permanente NATO-Russia. Viene approvato un Piano di lavoro,che prevede consultazioni sulle misure per costruire la fiducia nel controllo degli armamenti,sul mantenimento congiunto della pace in Bosnia e sui rappresentanti militari russi alla NATO.

30 settembre I Ministri della difesa della NATO tengono due giorni di riunioni informali a Maastricht, Paesi Bassi. Si discute sulla pianificata apertura della NATO ai nuovi membri, sulla continuazione del mandato della NATO in Bosnia e sull’adattamento della struttura di comando dell’Alleanza.

I-159

ALLEGATO “I”

1 ottobre Il Ministro della difesa russo, Igor Sergeyev, in una riunione con i Ministri della difesa della NATO, approva che la Russia invii un funzionario di collegamento militare presso la sede dell’Alleanza, a Bruxelles, nel prossimo futuro. Su richiesta dell’Alto Rappresentante in Bosnia, SFOR attacca la Radio e i trasmettitori serbi, in seguito a viola zioni e abusi.

2-8 ottobre Assemblea generale dell’Associazione del Trattato Atlantico a Sofia, ospitata dal Club Atlantico di Bulgaria.

8 ottobre l’Alto Rappresentante in Bosnia, Carlos Westendorp, e l’Ambasciatore Robert H.Frowick si recano alla NATO.

9 ottobre L’Ucraina e l’Ungheria sono i primi paesi non NATO ad aprire missioni diplomatiche presso l’Alleanza.

13 ottobre La 43ma sessione annuale dell’Assemblea del Nord Atlantico si svolge a Bucarest.

24 ottobre Dopo la visita alla NATO, il 23 ottobre,del Capo di stato maggiore della difesa russo,generale Kvashnin, i partecipanti alla terza riunione del Consiglio congiunto perma nente NATO-Russia a livello di ambasciatori diffondono una dichiarazione di benvenuto alla nomina del tenente generale Zavarzin quale rappresentante militare russo alla NATO.

I-160

ALLEGATO “I”

16 novembre In un referendum nazionale gli ungheresi votano in maniera schiacciante (85%) per aderire alla NATO.

18 novembre I Ministri degli esteri e della difesa della WEU si riuniscono a Erfurt, Germania,e si accordano sull’armonizzazione delle presidenze UE e WEU.

25 novembre Il rappresentante militare russo alla NATO, Tenente Generale Viktor Zavarzin, tiene la sua prima riunione ufficiale con il Presidente del Comitato militare della NATO, Klaus Naumann.

27 novembre Il Primo Ministro polacco, Jerzy Buzek, si reca alla NATO.

2-3 dicembre Prima riunione del Consiglio congiunto permanente NATO-Russia a livello di Ministri della difesa. Si riuniscono anche i Capi di stato maggiore di 44 paesi nel contesto del Consiglio di partenariato euro-atlantico. I Ministri della difesa di 15 paesi membri della NATO si riuniscono nell’ambito del Gruppo di pianificazione nucleare e del Comitato di pianificazione della difesa. Poi i 16 membri dell’Alleanza si riuniscono brevemente nel Consiglio Nord Atlantico.

4 dicembre Riunione del PJC NATO-Russia a livello di Capi di stato maggiore.

16 dicembre NATO e Ucraina firmano un Memorandum d’intesa sulla Pianificazione civile di emergenza e lo stato di preparazione in caso di calamità.

I-161

ALLEGATO “I”

16-17 dicembre I Ministri degli esteri della NATO firmano i Protocolli di adesione per la Repubblica Ceca, l’Ungheria e la Polonia, alla presenza dei loro rispettivi Ministri degli esteri.

18-19 dicembre Riunione dell’Assemblea generale dell’OSCE che si conclude con un accordo sulle linee guida per elaborare una Carta sulla sicurezza europea.

I-162

ALLEGATO “I”

1998

14 gennaio Il Consiglio di partenariato euro-atlantico (EAPC) pubblica il suo Piano d’azione per il 1998-2000. L’Alto Commissario per i rifugiati dell’ONU, signora Sadako Ogata, si reca alla NATO.

26 gennaio Il Presidente della Moldavia, Petra Lucinschi, si reca alla NATO.

4 febbraio Il Primo Ministro della Repubblica ex jugoslava di Macedonia, Branko Crvenkovski, si reca alla NATO.

11 febbraio Inaugurazione a Mosca del Centro di documentazione della NATO per le questioni europee relative alla sicurezza presso l’Istituto di informazione scientifica per le scienze sociali (INION).

12-18 febbraio L’annuale Esercitazione di gestione delle crisi della NATO prevede per la prima volta l’attiva partecipazione dei paesi partner della NATO.

20 febbraio La NATO annuncia di essere pronta a organizzare e guidare una forza multinazionale in Bosnia Erzegovina alla fine del mandato di SFOR nel giugno 1998, su mandato del Consiglio di sicurezza dell’ONU.

23 febbraio Il Presidente del Turkmenistan,Saparmurad Niyazov, si reca alla NATO.

I-163

ALLEGATO “I”

25 febbraio Il Segretario generale della NATO si felicita dell’accordo raggiunto tra il Segretario generale dell’ONU e l’Iraq per dare una soluzione diplomatica alla crisi irachena. Sottolinea l importanza di fornire un immediato accesso senza condizioni e senza ’ restrizioni agli ispettori dell’UNSCOM in base alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Il Consiglio congiunto permanente NATO-Russia discute della cooperazione NATO-Russia nell’ambito di SFOR nell’ipotesi di un suo prolungamento nel contesto della forza multinazionale in Bosnia alla fine dell’attuale mandato di SFOR nel giugno 1998.

4 marzo Il Consiglio Nord Atlantico si felicita per la Risoluzione 1154 del Consiglio di sicurezza dell’ONU relativa all’Iraq e dà il suo pieno appoggio all’insistenza dell’ONU per un totale adeguamento da parte dell’Iraq.

5 marzo Il Consiglio Nord Atlantico diffonde una dichiarazione in cui esprime la propria ansietà sui recenti violenti incidenti in Kosovo e chiede a tutte le parti di compiere immediati passi per ridurre la tensione. Il Consiglio diffonde una dichiarazione che appoggia gli sforzi della Missione dell’OSCE in Croazia relativa alla risistemazione dei rifugiati e dei profughi e ricorda alla Croazia i suoi obblighi nell’ambito dell’Accordo di pace in Bosnia.

11 marzo Ambasciatori e rappresentanti di paesi dell’EAPC discutono i gravi sviluppi in Kosovo ed elencano le condizioni necessarie per una sistemazione pacifica.

7 aprile Inaugurazione ufficiale dell’edificio Manfred Wörner, adiacente alla sede della NATO a Bruxelles, che ospita le missioni diplomatiche dei paesi partne r presso la NATO.

I-164

ALLEGATO “I”

20 aprile I Rappresentanti permanenti presso il Consiglio Nord Atlantico si recano in Bosnia Erzegovina,accompagnati dal Segretario generale Javier Solana e dal Presidente del Comitato militare generale Naumann.

23 aprile Il Presidente della Lituania, Valdas Adamkus, si reca alla NATO.

27-28 aprile Seminario EAPC a Bratislava sul Controllo democratico delle spese della difesa.

28 aprile Il Primo Ministro della Repubblica Ceca, Josef Tosovsky, si reca alla NATO.

20 maggio Il Consiglio Nord Atlantico condanna la decisione dell’India di effettuare esperimenti nucleari.

28 maggio Alla riunione del Consiglio congiunto permanente NATO-Russia in Lussemburgo, NATO e Russia condannano gli esperimenti nucleari effettuati da India e Pakis tan. Nel corso della riunione,viene sottoscritto un Memorandum d’intesa sulla cooperazione scientifica e tecnologica tra la NATO e il Ministero della scienza e della tecnologia della Federazione Russa. Alla riunione del Consiglio Nord Atlantico, i Ministri degli esteri della NATO diffondono una dichiarazione che esprime preoccupazione per la situazione in Kosovo e indica le misure da prendere per contenere la crisi e cercare di ottenere una soluzione pacifica.

I-165

ALLEGATO “I”

29 maggio Alla NATO viene istituito un Centro euro-atlantico di coordinamento per la reazione in caso di calamità (EADRCC), sotto l’egida dell’EAPC.

30 maggio Il Segretario generale della NATO condanna gli ulteriori esperimenti nucleari del Pakistan e invita India e Pakistan a fermare gli esperimenti nucleari e missilistici,ad aderire al TNP e al CTBT e ad avviare un dialogo per ridurre le tensioni.

12 giugno Il Consiglio congiunto permanente NATO-Russia (Ministri della difesa) approva di continuare la cooperazione NATO-Russia in SFOR e condanna l’uso della forza da parte di Belgrado in Kosovo come pure gli attacchi da parte degli estremisti kosovari.

15 giugno L’esercitazione aerea della NATO “Determined Falcon” ha luogo in Albania e nella Repubblica ex jugoslava di Macedonia in accordo con i rispettivi governi.

18 giugno Durante la riunione del Consiglio congiunto permanente NATO-Russia, la NATO e la Russia ribadiscono la loro determinazione a contribuire agli sforzi internazionali per trovare una soluzione pacifica alla crisi in Kosovo.

17-19 giugno Il Colloquio economico della NATO sugli Sviluppi e sulle riforme economiche nei paesi partner nella cooperazione ha luogo a Lubiana, Slovenia.

2-3 luglio Il Seminario dell’informazione della NATO ha luogo a Sarajevo, con lo scopo di incoraggiare lo sviluppo di forme democratiche in Bosnia Erzegovina.

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ALLEGATO “I”

10 luglio Il Presidente della Bulgaria, Petar Stoyanov, si reca alla NATO.

24 luglio Il Primo Ministro dell’Ungheria,Viktor Orban, si reca alla NATO.

12 agosto Il Segretario generale della NATO Javier Solana esprime profonda preoccupazione per il perdurare delle violenze in Kosovo, indicando che il Consiglio Nord Atlantico ha esaminato la pianificazione militare delle opzioni per porre fine alla violenza e creare le condizioni per dei negozia ti.

14 settembre Il Segretario generale della NATO Javier Solana chiede a tutte le parti di dar prova di moderazione e di stabilire le condizioni per un ritorno a una situazione pacifica e stabile in tutta l’Albania.

18 settembre Il Ministro degli esteri francese, Hubert Védrine, diventa Presidente del Consiglio Nord Atlantico. (Una posizione onoraria ricoperta, a rotazione, da un Ministro degli esteri di uno dei paesi membri).

24 settembre Il Consiglio Nord Atlantico approva la diffusione di un ACTWARN per delle limitate opzioni aeree e per una campagna aerea per fasi in Kosovo.

24-25 settembre Riunione informale dei Ministri della difesa della NATO a Vilamoura, Portogallo.

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ALLEGATO “I”

30 settembre Durante una riunione del Consiglio congiunto permanente la NATO e la Russia discutono la continuazione della cooperazione NATO-Russia nell’ambito di SFOR e ribadiscono la loro preoccupazione per la situazione umanitaria in Kosovo.

5 ottobre Il Presidente della Slovenia, Milan Kucan, si reca alla NATO.

7 ottobre Il Primo Ministro della Repubblica Ceca, Milos Zeman, e il Primo Ministro della Bulgaria, Ivan Kostov, si recano alla NATO.

9 ottobre NATO e Russia esprimono pieno sostegno per gli sforzi diplomatici diretti a garantire una soluzione politica alla crisi in Kosovo e sottolineano il bisogno di una immediata, piena e irreversibile conformità alle Risoluzioni 1160 e 1199 del Consiglio di sicurezza dell’ONU.

13 ottobre Non essendosi la Repubblica federale di Jugoslavia adeguata alla UNSCR 1199,il Consiglio Nord Atlantico esamina la situazione in Kosovo e dirama ordini di attivazione (ACTORD) per limitati bombardamenti aerei e per una campagna aerea per fasi in Jugoslavia dopo circa 96 ore.

13-15 ottobre Sotto l’egida del Comitato per la difesa aerea della NATO, si tiene alla base aerea di Kayseri, in Turchia,una prima esercitazione congiunta,che prevede il carico strategico di una radar aereo difensivo mobile della NATO su un aereo da trasporto pesante russo Ilyushin 76. L’esercitazione avviene in preparazione di una possibile cooperazione in operazioni congiunte a sostegno della pace.

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ALLEGATO “I”

15 ottobre Il Presidente della Lituania, Guntis Ulmanis, e il Primo Ministro della Polonia, Jerzy Buzek, si recano alla NATO. Il Segretario generale della NATO Javier Solana si reca a Belgrado,accompagnato dal Presidente del Comitato militare generale Naumann e dal Comandante supremo alleato in Europa (SACEUR) generale Clark, per insistere sulla piena e immediata accettazione da parte del Presidente Milosevic della UNSCR 1199 relativa al Kosovo. Viene firmato un accordo sulla forza aerea di controllo sul Kosovo.

16 ottobre Il Consiglio Nord Atlantico annuncia la sua decisione di essere pronto a lanciare operazioni aeree contro la Jugoslavia e dilaziona il periodo che precede l’esecuzione di bombardamenti aerei sino al 27 ottobre.

20 ottobre Il Comandante supremo alleato in Europa (SACEUR) generale Clark incontra autorità serbe a Belgrado riguardo alla crisi del Kosovo. Il Primo Ministro di Romania, Radu Vasile, si reca alla NATO.

21 ottobre Carlos Westendorp,l’Alto Rappresentante responsabile per il coordinamento delle organizzazioni e delle agenzie civili in Bosnia Erzegovina, si reca alla NATO per discutere con il Segretario generale e per parlare al Consiglio Nord Atlantico. Alla riunione del Consiglio congiunto permanente NATO-Russia,gli ambasciatori discutono la situazione in Bosnia Erzegovina e in Kosovo. La NATO e la Russia sostengono la necessità di garantire una soluzione politica alla crisi in Kosovo basata su una stretta osservanza delle UNSCR 1160 e 1199.

22 ottobre Il Primo Ministro della Repubblica ex jugoslava di Macedonia, Branko Crvenkovski, si reca alla NATO.

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ALLEGATO “I”

24-25 ottobre Il Presidente del Comitato militare,generale Naumann, e il generale Clark ritornano a Belgrado per incontrare le autorità serbe riguardo alla crisi del Kosovo.

27 ottobre Il Segretario generale della NATO Javier Solana rilascia una dichiarazione che sottolinea il miglioramento della situazione umanitaria e della sicurezza in Kosovo dopo le decisioni prese dal Consiglio Nord Atlantico il 13 ottobre; riafferma la necessità di una piena osservanza delle UNSCR 1199 e 1203; annuncia il mantenimento di ACTORD della NATO per limitate operazioni aeree sottoposte alla decisione e alla valutazione del Consiglio e il mantenimento di ACTORD per una campagna aerea per fasi;e richiede una uguale osservanza delle Risoluzioni UNSC da parte dei kosovari albanesi.

4 novembre Il Presidente dell’Estonia, Lennart Meri, si reca alla NATO.

5 novembre Il Primo Ministro della Slovacchia, Mikulas Dzurinda, si reca alla NATO.

11 novembre Riunione della Commissione NATO-Ucraina. I membri plaudono alla notizia del Programma di stato dell’Ucraina sulla cooperazione con la NATO recentemente approvato dal Presidente Kuchma e discutono altri argomenti inclusa l’assegnazione di due funzionari di collegamento della NATO a Kiev per facilitare la partecipazione dell’Ucraina al PfP.

16 novembre Il Segretario generale della NATO partecipa alla riunione ministeriale della WEU a Roma, Italia.

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ALLEGATO “I”

18-20 novembre Il Segretario generale della NATO incontra a New York il Segretario generale dell’ONU Kofi Annan, e a Washington alti funzionari dell’amministrazione USA e senatori americani.

19 novembre Prima riunione a Mosca, Russia, del Comitato congiunto NATO-Russia per la cooperazione scientifica e tecnolo gica. Il Consiglio Nord Atlantico esprime la propria preoccupazione per il deteriorarsi della situazione in Kosovo, insistendo sul fatto che tutte le parti devono attenersi piena mente alle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU.

25 novembre Il Presidente della Romania, Emil Costantinescu, visita la sede della NATO.

26 novembre Il Segretario generale della NATO e il Comandante supremo alleato in Europa visitano la Repubblica ex jugoslava di Macedonia per discutere della situazione in Kosovo con il Presidente Kiro Gligorov e alte personalità governative.

26-27 novembre La Commissione interministeriale ucraina visita la NATO per presentare il programma di cooperazione dell’Ucraina con la NATO (1999-2001).

27 novembre Visita alla NATO del Primo Ministro di Slovacchia Mikulas Dzurinda.

30 novembre Il Consiglio congiunto permanente NATO-Russia discute della cooperazione NATO-Russia nell’ambito di SFOR in Bosnia Erzegovina e delle forme di cooperazione a sostegno della missione internazionale di verifica in Kosovo.

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ALLEGATO “I”

2 dicembre Il Segretario generale della NATO Javier Solana rilascia una dichiarazione sull’arresto da parte degli uomini della SFOR del ge nerale Radislav Krstic,accusato di crimini di guerra. La Repubblica ex jugoslava di Macedonia acconsente che una forza NATO utilizzi il proprio territorio per evacuare il personale internazionale che partecipa alla missione di verifica dell’OSCE nel contiguo Kosovo, ove si rendesse necessario.

3 dicembre Visita alla NATO del Primo Ministro di Albania, Pandeli Majko.

7 dicembre Visita alla NATO del Primo Ministro della Repubblica ex jugoslava di Macedonia, Ljubco Georgievski.

8 dicembre Il Consiglio Nord Atlantico si riunisce a livello di Ministri degli esteri, con la partecipazione dei tre paesi invitati, la Repubblica Ceca, l’Ungheria e la Polonia. I Ministri discutono dei preparativi del vertice di Washington nell’aprile 1999, esaminano la situazione in Bosnia Erzegovina e il futuro della SFOR, e si consultano sulla situazione in Kosovo. Esaminano inoltre i progressi compiuti nell’adattamento interno della NATO e nell’aggiornamento del Concetto strategico dell’Alleanza. Una distinta dichiarazione viene diffusa a nome dei 19 governi riguardo all’adattamento del Trattato CFE. Il Consiglio di partenariato euro-atlantico si riunisce a livello di Ministri degli esteri. I Ministri discutono delle future sfide alla sicurezza e della cooperazione NATOPartner nel contesto dell’EAPC e del PfP, in particolare sulla situazione in Bosnia Erzegovina e in Kosovo. Esaminano i progressi sull’attuazione del Documento base dell’EAPC e sul rafforzamento del Partenariato per la Pace, e approvano un aggiornato Piano d’azione dell’EAPC per il 1998-2000.

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ALLEGATO “I”

Il Ministro degli esteri d’Austria, Wolfgang Schüssel, in qualità di Presidente del Consiglio dell’Unione Europea, incontra il Segretario generale della NATO per uno scambio informale di punti di vista su questioni di interesse comune, tra cui la situazione in Kosovo e in Bosnia Erzegovina.

9 dicembre Il Consiglio congiunto permanente NATO-Russia si riunisce a livello di Ministri degli esteri. I Ministri esaminano l’attuazione del Programma di lavoro del PJC del 1998, felicitandosi per i progressi compiuti nello sviluppo di un forte e stabile partenariato e sottolineando l’utilità del PJC nel promuovere la consultazione, il coordinamento e l’azione comune. La Commissione NATO-Ucraina si riunisce a livello di Ministri degli esteri. I Ministri esaminano l’attuazione della Carta NATO-Ucraina ed approvano il programma di lavoro per il 1999. Viene firmato un Memorandum d’intesa riguardante la nomina di due funzionari di collegamento a Kiev. I Ministri della NATO accolgono con soddisfazione l’annuncio da parte dell’Ucraina di un “Programma nazionale di cooperazione con la NATO sino al 2001”.

10 dicembre Il Segretario generale della NATO, accompagnato dal generale Wesley K.Clark (SACEUR), visita la Bosnia Erzegovina.

17 dicembre Il Consiglio Atlantico si riunisce a livello di Ministri della difesa,con la partecipazione dei tre paesi invitati, la Repubblica Ceca, l’Ungheria e la Polonia. I Ministri esaminano i progressi compiuti nell’attuazione delle decisioni del vertice di Madrid nel campo della difesa, discutono delle capacità di difesa della NATO e dei preparativi per il vertice di Washington. Valutano pure la situazione in Bosnia Erzegovina e in Kosovo. Riunione ministeriale del Comitato di pianificazione della difesa e del Gruppo di pianificazione nucleare. I Ministri approvano la Direttiva ministeriale 1998 che

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ALLEGATO “I”

fornisce una direttiva politica alle Autorità militari della NATO per il periodo sino al 2006 e oltre. Il Segretario generale della NATO rilascia una dichiarazione in cui si rivolge al Presidente Saddam Hussein perché osservi pienamente tutti gli impegni assunti dall’Iraq e riprenda la cooperazione con la Commissione speciale dell’ONU sul disarmo (UNSCOM).

18 dicembre Il Consiglio di partenariato euro-atlantico si riunisce a livello di Ministri della difesa per discutere delle future sfide alla sicurezza e della cooperazione NATO-Partner nel contesto dell’EAPC e del PfP dal punto di vista della difesa. I Ministri si scambiano inoltre punti di vista sulla situazione in Bosnia Erzegovina e sottolineano la necessità di una rapida soluzione negoziata della crisi in Kosovo. I Ministri della NATO si felicitano per la disponibilità dei Partner a contribuire alla missione aerea di verifica in Kosovo a guida NATO. La Commissione NATO-Ucraina si riunisce a livello di Ministri della difesa per esaminare l’attuazione delle attività relative alla difesa e alla cooperazione militare tra NATO e Ucraina.

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ALLEGATO “I”

1999

1 gennaio Il Programma scientifico della NATO viene modificato e ristrutturato in modo tale da indirizzare il sostegno verso la collaborazione tra scienziati dei paesi NATO e Partner. Un’unica moneta europea, l Euro, viene adottata da 11 paesi membri dell’Unione ’ Europea.

7 gennaio Il Segretario generale della NATO visita la Repubblica ex jugoslava di Macedonia per incontrare il Ministro degli esteri Aleksandar Dimitrov, e il Ministro della difesa Nikola Kljusev. Il Segretario generale visita inoltre la Cellula di coordinamento per la verifica in Kosovo (KVCC), a Kumanovo e la Forza di estrazione della NATO.

9 gennaio Il Segretario generale della NATO rilascia una dichiarazione sull’azione delle truppe francesi di SFOR che ha portato all’uccisione di Dragan Gagovic, accusato di crimini di guerra, mentre opponeva resistenza all’arresto.

17 gennaio Il Segretario generale della NATO a nome del Consiglio Atlantico,condanna il massacro di kosovari di etnia albanese compiuto da forze serbe a Racak e sollecita le autorità jugoslave a cooperare pienamente con l’ICTY conformemente alle risoluzioni dell’ONU e ad assicurarne alla giustizia i responsabili.

18 gennaio I generali della NATO Wesley Clark, Comandante supremo alleato in Europa, e Klaus Naumann, Presidente del Comitato militare,si recano a Belgrado per far comprendere al Presidente jugoslavo Slobodan Milosevic la gravità della situazione in Kosovo.

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ALLEGATO “I”

20 gennaio Il Consiglio congiunto permanente NATO-Russia esamina il deteriorarsi della situazione in Kosovo e riafferma il proprio pieno sostegno alla missione di verifica dell’OSCE. La NATO e la Russia rivolgono un appello a tutte le parti perché si ponga fine alla violenza e si avvii una soluzione negoziata.

28 gennaio Il Segretario generale della NATO rilascia una dichiarazione a sostegno delle proposte del Gruppo di contatto volte a pervenire ad una soluzione politica provvisoria in Kosovo in un periodo di tempo determinato. La NATO decide di aumentare la propria preparazione militare per assicurare che le richieste della comunità internazionale trovino risposta. Il Segretario generale dell’ONU Kofi Annan visita la NATO e partecipa al Consiglio Atla ntico. Le discussioni si focalizzano sulla situazione in Bosnia Erzegovina e in Kosovo. Le sei nazioni del Gruppo di contatto sulla ex Jugoslavia rivolgono un appello al governo della Repubblica federale di Jugoslavia e ai rappresentanti dei Kosovari di etnia albanese perché avviino negoziati a Rambouillet, Francia.

30 gennaio Il Consiglio Atlantico autorizza degli attacchi aerei sul territorio della Repubblica federale di Jugoslavia e delega l’autorità per l’attuazione di tale decisione al Segretario generale della NATO in caso di inosservanza delle richieste della comunità internazionale. Il Consiglio annuncia che saranno inoltre prese adeguate misure se i Kosovari di etnia albanese no n vi si adegueranno. Il Ministro degli esteri del Regno Unito Robin Cook si reca a Belgrado e avverte il Presidente Milosevic di porre fine alle uccisioni o si troverà a fronteggiare gli attacchi aerei della NATO contro le posizioni serbe responsabili di effettuare la repressione in Kosovo.

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ALLEGATO “I”

3 febbraio Un seminario di gestione delle crisi NATO-WEU sulla creazione dell’Identità di sicurezza e di difesa europea (ESDI) si svolge presso la sede della NATO.

7 febbraio Iniziano i colloqui di pace sul Kosovo tra i rappresentanti serbi e kosovari di etnia albanese a Rambouillet, Francia.

9 febbraio Il Parlamento ungherese si pronuncia in modo schiacciante in favore dell’adesione alla NATO.

10-12 febbraio Il Comitato politico della NATO visita l’Ucraina per discus sioni con alti funzionari riguardo all’attuazione della Carta NATO-Ucraina.

12 febbraio Mentre si avvicina la scadenza per la conclusione dei negoziati di Rambouillet sul Kosovo,il Consiglio Atlantico rinnova le proprie precedenti richieste e sottolinea che le forze della NATO sono pronte a prendere tutte le misure necessarie per scongiurare una catastrofe umanitaria e per giungere ad una soluzione politica.

17 febbraio Il Consiglio congiunto permanente NATO-Russia discute della situazione in Bosnia Erzegovina e in Kosovo,sottolineando l’importanza dei colloqui di pace a Rambouillet e sollecitando le parti a lavorare in modo responsabile e costruttivo per pervenire ad un accordo politico provvisorio. Entrambe le camere del Parlamento polacco si pronunciano in modo schiacciante a favore dell’adesione alla NATO.

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ALLEGATO “I”

18-19 febbraio Il Segretario generale della NATO e il generale Wesley Clark,Comandante supremo alleato in Europa, visitano la Repubblica ex jugoslava di Macedonia e la Bosnia Erzegovina.

23 febbraio Il Segretario generale Javier Solana rilascia una dichiarazione in cui rivolge un appello alle parti coinvolte nei colloqui di pace per il Kosovo ad accettare il Piano di pace del Gruppo di contatto nella sua interezza.

24-26 febbraio Gli ambasciatori della NATO e i rappresentanti dei paesi del Dialogo Mediterraneo si riuniscono per la prima volta in una conferenza a Valencia,Spagna,per discutere insieme la via da seguire nell’ambito del Dialogo Mediterraneo.

1 marzo Il Consiglio Atlantico approva le richieste di attivazione per il quartier generale della nuova struttura di comando militare della NATO.

3 marzo Gli inviati speciali per il Kosovo dell’Unione Europea Wolfgang Petrisch e americano ambasciatore Christopher Hill informano il Consiglio Atlantico.

5 marzo Il Segretario generale della NATO accoglie con soddisfazione l’annuncio del mediatore indipendente Robert Owen sul futuro status neutrale di Brcko e rivolge un appello a tutte le parti di rispettare tale decisione,garantendo libertà di movimento a tutti i cittadini della Bosnia Erzegovina attraverso il distretto di Brcko. Il Segretario generale della NATO esprime il proprio sostegno alla decisione dell’Alto Rappresentante Carlos Westendorp,conformemente ai poteri conferitigli dall’Accordo quadro generale per la pace in Bosnia Erzegovina,di destituire Nikola Poplasen dalla carica di Presidente della Republika Srpska.

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ALLEGATO “I”

12 marzo I Ministri degli esteri ceco,ungherese e polacco depositano i loro strumenti di adesione al Trattato di Washington presso la Truman Library, Independence, Missouri,conformemente all’articolo 14 del Trattato Nord Atlantico. Con tale atto la Repubblica Ceca, l’Ungheria e la Polonia divengono ufficialmente membri dell’Alleanza.

15 marzo I negoziati su un Accordo di pace provvisorio per il Kosovo riprendono a Parigi.

16 marzo Con una cerimonia di alzabandiera alla NATO ed una riunione straordinaria del Consiglio Atlantico si celebra l’adesione della Repubblica Ceca, dell’Ungheria e della Polonia.

17 marzo Nella riunione del Consiglio congiunto permanente NATO-Russia gli ambasciatori proseguono le consultazioni sulla crisi in Kosovo, sottolineando l’importanza dei negoziati a Parigi.

19 marzo I negoziati di Parigi su un Accordo di pace provvisorio per il Kosovo vengono interrotti allorché la Repubblica federale di Jugoslavia (FRY) annuncia la propria decisione di non firmare l’Accordo di pace provvisorio.

22 marzo In seguito all’interruzione dei negoziati di Parigi il 19 marzo e in risposta all’intransigenza di Belgrado, il Consiglio Atlantico autorizza il Segretario generale della NATO a decidere,in base a successive consultazioni, una più vasta serie di operazioni aeree per porre fine alla repressione in Kosovo.

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ALLEGATO “I”

In una riunione della Commissione NATO-Ucraina, gli ambasciatori discutono l’aggravarsi della situazione in Kosovo per quanto riguarda la sicurezza, sollecitando la Repubblica federale di Jugoslavia ad accettare l’Accordo provvisorio firmato dalla delegazione kosovara di etnia albanese. Gli Alleati della NATO manifestano il loro apprezzamento per la disponibilità dell’Ucraina di contribuire alla missione di verifica aerea in Kosovo e ad una eventuale forza di attuazione della pace a guida NATO.

23 marzo Il Segretario generale della NATO Javier Sola na incarica il generale Wesley Clark (SACEUR) di iniziare delle operazioni aeree nella Repubblica federale di Jugoslavia, volte ad arrestare la violenza e a mettere fine alla crisi umanitaria in Kosovo, impedire il diffondersi dell’instabilità nella regione e garantire una soluzione politica.

24 marzo Il Segretario generale della NATO Javier Solana annuncia l’intenzione della NATO di porre in atto l’azione militare contro la Repubblica federale di Jugoslavia in seguito alla rottura dei negoziati politici per risolvere la crisi in Kosovo. Sottolinea che gli obiettivi delle azioni della NATO sono di evitare ulteriori sofferenze umane e ulteriori violenze e il diffondersi dell’instabilità nella regione e che sono dirette contro la politica repressiva dei dirigenti serbi. Le operazioni aeree della NATO cominciano contro obiettivi militari.

27 marzo Il Segretario generale della NATO incarica il SACEUR di avviare una serie più vasta di operazioni aeree nella Repubblica federale di Jugoslavia, intensificando l’azione contro le forze jugoslave.

3 aprile Il Consiglio Atlantico incarica il generale Sir Michael Jackson, Comandante del Corpo di reazione rapida (ARCC)del Comando alleato in Europa (ACE) di coordinare le attività umanitarie degli Alleati nella Repubblica ex jugoslava di Macedonia, utilizzando tutte le forze della NATO nella regione.

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ALLEGATO “I”

4 aprile Il Consiglio Atlantico si riunisce presso la sede della NATO insieme agli stati membri della UE, al Presidente in carica dell’OSCE, all’Alto Commissario dell’ONU per i rifugiati, al Consiglio d’Europa e all’Unione dell’Europa Occidentale per coordinare gli sforzi tesi a fronteggiare la grave crisi umanitaria causata dalle azioni delle forze serbe in Kosovo.

5-7 aprile Il Segretario generale delegato della NATO, Ambasciatore Sergio Balanzino,visita la Romania, la Bulgaria, la Repubblica ex jugoslava di Macedonia e l’Albania per incontrare le autorità di questi paesi. Visita inoltre le truppe della NATO nella Repubblica ex jugoslava di Macedonia e si rende conto di persona della situazione dei rifugiati in quell’area.

6 aprile Il Segretario generale della NATO Javier Solana rilascia una dichiarazione che respinge come insufficiente il cessate il fuoco proposto dalla Repubblica federale di Jugoslavia,sottolineando che le richieste della comunità internazionale vanno soddisfatte prima che un cessate il fuoco possa essere preso in considerazione.

9 aprile Il Ministro degli esteri Aleksander Dimitrov e il Ministro della difesa Nikola Kljusev della Repubblica ex jugoslava di Macedonia incontrano il Consiglio Atlantico presso la sede della NATO. Gli Alleati rinnovano il loro apprezza mento per il ruolo fondamentale che il paese sta svolgendo nel fronteggiare la crisi dei rifugiati e le gravi conseguenze per il paese stesso.

12 aprile Riunione ministeriale straordinaria del Consiglio Atlantico. I Ministri degli esteri della NATO rilasciano una dichiarazione ufficiale sulla situazione nel Kosovo e nell’area adiacente, riaffermano la solidarietà dell’Alleanza

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ALLEGATO “I”

nell’agire in nome della comunità internazionale per porre fine al conflitto,ed elencano le cinque condizioni che il vertice politico jugoslavo deve soddisfare (fine dell’azione militare e della repressione; ritiro di tutte le forze serbe; una presenza militare internazionale;ritorno dei rifugiati; volontà di intraprendere negoziati per una soluzione politica basata sugli Accordi di Rambouillet).

14 aprile Visita alla NATO dell’Alto Commissario dell’ONU per i rifugiati Sadako Ogata.

21 aprile Il Primo Ministro bulgaro Ivan Kostov visita la sede della NATO.

23 aprile Inaugurazione dell’Ufficio di collegamento della NATO a Kiev.

23-25 aprile Riunione al vertice del Consiglio Atlantico a Washington. I leader dell’Alleanza commemorano il 50° anniversario di questa e riaffermano la loro determinazione a porre fine alla politica repressiva del regime jugoslavo in Kosovo e a continuare la campagna aerea finché le cinque condizioni della comunità internazionale non siano state soddisfatte. Viene avviato o completato il lavoro relativo ad una serie di iniziative per preparare la NATO alle sfide del XXI secolo. I leader diffondono la Dichiarazione di Washington ed annunciano l’adozione di un Concetto strategico aggiornato come pure di iniziative volte ad accrescere le capacità della difesa; fronteggiare i rischi posti dalle armi di distruzione di massa;favorire il processo di sviluppo dell’Identità di sic urezza e di difesa europea nell’ambito dell’Alleanza;rafforzare la dimensione operativa del PfP come pure la consultazio ne e la cooperazione nell’ambito dell’EAPC; perseguire il Dialogo Mediterraneo della NATO; ed aiutare i paesi che aspirano a divenire membri della NATO attraverso un Piano d’azione per l’adesione. Si tiene una riunione con i rappresentanti dei paesi confinanti con la Repubblica federale di Jugoslavia per discutere dell’impatto del perdurare della crisi nel Kosovo e

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ALLEGATO “I”

nelle aree adiacenti. I leader dell’Alleanza propongono misure per accrescere la sicurezza regionale e promuo vere la cooperazione regionale nell’Europa sud-orientale. I Capi di stato e di governo dei 19 stati membri dell’Alleanza e dell’Ucraina si riuniscono per la prima volta a livello di vertice per esaminare l’attuazione della Carta su un partenariato specifico; la situazione in Kosovo; le sfide per la sicurezza euroatlantica; l’adattamento dell’Alleanza; e il contributo dell’Ucraina alla stabilità in Europa. Riunione,a Washington DC, del Consiglio di partenariato euro-atlantico a livello di vertice. I leader dell’EAPC approvano un rapporto del Comitato direttivo politicomilitare sul Partenariato per la Pace (“Verso un Partenariato per il XXI secolo - il Partenariato rafforzato e più operativo ”).

28 aprile Il Consiglio Atlantico prolunga sino alla fine del 1999 la missione del gruppo di esperti della NATO e dei paesi partner che addestrano le forze armate albanesi all’eliminazione delle munizioni inesplose.

3 maggio L’inviato russo nei Balcani Victor Chernomyrdin giunge a Washington dopo aver visitato Roma,Bonn e Belgrado per incontrare il Presidente Clinton e il Segretario generale dell’ONU Kofi Annan nell’ambito delle iniziative per trovare una soluzione diplomatica alla crisi in Kosovo.

4 maggio Il Presidente Clinton visita la sede della NATO per discussioni sulla crisi del Kosovo.

10 maggio I Ministri europei degli esteri e della difesa convengono di lavorare ad una capacità di difesa comune per fronteggiare crisi come il conflitto nei Balcani.

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ALLEGATO “I”

14 maggio L’Alto Commissario dell’ONU per i diritti umani Mary Robinson condanna la pulizia etnica in Kosovo.

18 maggio Visita alla NATO del dottor Ibrahim Rugova, leader della Lega democratica del Kosovo.

20 maggio Visita alla NATO del Presidente del Consiglio italiano Massimo D’Alema, che rilascia una dichiarazione proponendo di interrompere i bombardamenti sulla Jugoslavia per tre giorni in attesa di un accordo tra i paesi della NATO e la Russia su un progetto di risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU.

25 maggio Visita alla NATO del Presidente del governo del Regno di Spagna, José María Aznar. Visita alla NATO del Primo Ministro albanese Pandeli Majko.

1 giugno Si annunciano i vincitori del Programma di borse di ricerca NATO-EAPC 19992001. Visita alla NATO del Primo Ministro sloveno Janez Drnovsek.

4 giugno Il Segretario generale della NATO Javier Solana viene nominato alla nuova carica di Alto Rappresentante della UE per la politica estera e di sicurezza comune.

10 giugno Il Segretario generale della NATO Javier Solana rilascia una dichiarazione sulla sospensione delle operazioni aeree dopo che il Presidente Milosevic ha accettato di ritirare le proprie truppe dal Kosovo dopo 78 giorni e notti di attacchi aerei. Il Consiglio

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ALLEGATO “I”

di sicurezza dell’ONU autorizza lo spiegamento in Kosovo di una forza internazionale (KFOR), di cui la NATO costituisce il fulcro,in base ai termini dell’Accordo tecnicomilitare firmato dal ten.gen. Sir Michael Jackson, Comandante della KFOR e dai rappresentanti jugoslavi.

11 giugno Truppe russe entrano a Pristina, precedendo le truppe di KFOR.

18 giugno In una riunione straordinaria dei Ministri degli esteri e della difesa del Consiglio Atlantico tenutasi alla NATO, una nuova dichiarazione viene rilasciata: “La situazione in Kosovo e nelle aree adiacenti”.

20 giugno Il Segretario generale della NATO annuncia che tutte le forze jugoslave, militari e di polizia, devono lasciare il Kosovo conformemente all’Accordo tecnico- militare.

23 giugno Il Segretario generale della NATO Javier Solana visita il Kosovo. Visita alla NATO del Presidente armeno Robert Kocharian.

29 giugno Il primo Centro di addestramento del Partenariato per la Pace (PfP) viene aperto ad Ankara, Turchia.

12 luglio L’ex vice Primo Ministro serbo-bosniaco Radislav Brdjanin compare davanti al Tribunale dell’ONU per i crimini di guerra.

13 luglio Visita alla NATO di Bernard Kouchner,Rappresentante speciale dell’ONU per il Kosovo.

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ALLEGATO “I”

Visita alla NATO del Presidente della Slovacchia, Rudolf Schuster.

23 luglio Dichiarazione rilasciata dal Consiglio congiunto perma nente NATO-Russia sulla situazione relativa alla sicurezza in Kosovo, che afferma l’impegno alla totale attuazione delle disposizioni e degli obiettivi della Risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza dell’ONU.

30 luglio Un Patto di stabilità per l’Europa sud-orientale è adottato dal Consiglio dei ministri dell’Unione Europea a Colonia, Germania.

2 agosto Dichiarazione rilasciata dal Segretario generale della NATO Javier Solana circa l’azione di SFOR contro Radomic Kovac, accusato di crimini di guerra.

4 agosto Il Segretario generale della NATO annuncia che Lord George Robertson, Ministro della difesa del Regno Unito, diverrà il prossimo Segretario generale della NATO.

19 agosto Stati Uniti e Russia affermano che un trattato del 1972 che vieta i sistemi di difesa antimissile costituisce il pilastro della stabilità strategica tra i due paesi.

6 settembre Il Segretario generale della NATO Javier Solana visita il Kosovo.

8 settembre Visita alla NATO dell’Alto Rappresentante Wolfgang Petrisch, responsabile del coordinamento delle attività delle organizzazioni civili in Bosnia Erzegovina.

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ALLEGATO “I”

9 settembre La Commissione NATO-Ucraina si felicita per i risultati di KFOR e approva la futura partecipazione dell’Ucraina nella presenza internazionale di sicurezza in Kosovo.

9-11 settembre Inaugurazione della nuova sede del Collegio di difesa della NATO a Roma alla presenza dei rappresentanti permanenti presso il Consiglio Atlantico.

10 settembre Nomina del generale Klaus Reinhardt, dell’esercito tedesco, quale successore del ten. generale Sir Michael Jackson quale Comandante della KFOR.

10-11 settembre I leader di oltre 20 paesi del Mar Nero e del Mar Baltico si riuniscono a Yalta, Ucraina, per discutere delle questioni relative all’integrazione europea.

13 settembre Unità di Germania, Polonia, Danimarca, Romania e Lituania partecipano alle esercitazioni militari che si tengono nella Lituania centrale.

15 settembre Il Consiglio congiunto permanente NATO-Russia discute della situazione in Kosovo e nelle zone limitrofe e della cooperazione NATO-Russia nella presenza internazionale di sicurezza in Kosovo.

21 settembre Il Segretario generale della NATO Javier Solana si compiace per la dichiarazione di KFOR che l’Esercito di liberazione del Kosovo ha adempiuto al proprio impegno di smilitarizzare.

21-22 settembre Riunione informale dei Ministri della difesa della NATO a Toronto.

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ALLEGATO “I”

23 settembre L’Unione Europea si felicita per il completamento del disarmo dell’Esercito di liberazione del Kosovo e per la creazione di un multietnico Corpo di protezione del Kosovo.

24 settembre Aerei militari russi cominciano una campagna di bombardamenti intorno alla provincia ribelle di Grozny, dando il via ad una escalation del conflitto in Cecenia.

6 ottobre Visita alla NATO del Presidente della Repubblica federale di Germania Johannes Rau.

11 ottobre NATO e Ucraina sottoscrivono un accordo per fornire una formazione civile agli ufficiali congedati dell’esercito ucraino.

13 ottobre La NATO rilascia una dichiarazione su dei programmi di ricerca, sviluppo e acquisizione relativi alle armi non letali.

14 ottobre Lord Robertson assume le funzioni di Segretario generale della NATO,succedendo a Javier Solana,il cui mandato è terminato il 6 ottobre.

15 ottobre Il Presidente del Montenegro Milo Djukanovic si incontra con il Segretario generale della NATO Lord Robertson per discutere della situazione in Montenegro e nella regione balcanica. Il Segretario generale sottolinea la necessità che tutti i leader della regione balcanica si adoperino per la stabilità e la democratizzazione. Quinta Conferenza NATO-Giappone sulla sicurezza presso la sede della NATO.

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ALLEGATO “I”

19 ottobre Il Segretario generale della NATO e i rappresentanti permanenti del Consiglio Atlantico visitano la Bosnia Erzegovina, il Kosovo e a Repubblica ex jugoslava di l Macedonia. Visita alla NATO del Primo Ministro di Ungheria Viktor Orban.

21 ottobre Il Segretario generale della NATO Lord Robertson annuncia riduzioni degli effettivi della SFOR.

26 ottobre Visita alla NATO del Presidente della Lettonia Vaira Vike Freiberga.

27 ottobre In una riunione del Consiglio congiunto permanente a livello di ambasciatori NATO e Russia discutono della situazione in Kosovo e nelle aree adiacenti e della cooperazione NATO-Russia nella presenza interna zionale di sicurezza in Kosovo.

3 novembre La NATO annuncia la nomina del gen. Joseph W.Ralston, dell’aeronautica militare statunitense,quale successore del gen. Wesley K.Clark come Comandante supremo alleato in Europa (SACEUR).

4 novembre Il Consiglio d’Europa tiene un dibattito d’urgenza per discutere dell’offensiva russa in Cecenia.

17 novembre Il Consiglio congiunto permanente NATO-Russia a livello di ambasciatori sottolinea l’impegno alla completa attua zione della Risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza dell’ONU e riafferma la determinazione di NATO e Russia a cooperare

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ALLEGATO “I”

strettamente nel garantire la protezione delle minoranze in Kosovo e l’istituzione di una società democratica e multietnica.

18-19 novembre Vertice dell’OSCE a Istanbul,Turchia. 54 paesi firmano una nuova Carta per la sicurezza europea ed un aggiornato trattato per il controllo degli armamenti delle Forze convenzionali in Europa (CFE).

29 novembre Riunione della Commissione NATO-Ucraina a livello di ambasciatori. Visita alla NATO dell’Alto rappresentante Wolfgang Petrisch, responsabile del coordinamento delle attività delle organizzazioni e delle agenzie civili in Bosnia Erzegovina.

1 dicembre Il Ministro degli esteri di Irlanda David Andrews visita la NATO e firma il documento quadro del PfP. L’Irlanda diviene il 25° membro del programma PfP.

3 dicembre Riunione della Commissione NATO-Ucraina in sessione dei Ministri della difesa. Riunione del Consiglio di partenariato euro-atlantico in sessione dei Ministri della difesa.

6 dicembre Dichiarazione del Segretario generale della NATO Lord Robertson riguardo al Rapporto dell’OSCE sul Kosovo, che conferma come una sistematica e premeditata campagna di persecuzione sia stata condotta dalle forze di sicurezza serbe contro la popolazione di etnia albanese.

8 dicembre L’ONU,l’OSCE e il Consiglio d’Europa rilasciano una dichiarazione congiunta in cui richiedono alla Russia di rispettare i diritti umani in Cecenia.

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ALLEGATO “I”

10 dicembre La Turchia diviene un candidato ufficiale per l’adesione all’Unione Europea.

13 dicembre Dichiarazione di Lord Robertson, Segretario generale della NATO, che si compiace per i risultati del Consiglio europeo di Helsinki sul rafforzamento del ruolo europeo nel campo della sicurezza e della difesa.

15-16 dicembre Riunione dei Ministri degli esteri a Bruxelles per discutere i risultati del Consiglio della UE a Helsinki,delle operazioni militari a guida NATO in Bosnia Erzegovina e in Kosovo, delle relazioni con la Russia e della situazione in Cecenia.

16 dicembre Il Consiglio di partenariato euro-atlantico (EAPC) approva il proprio Piano d’azione per il 2000-2002.

31 dicembre Boris Eltsin annuncia le proprie dimissioni da Presidente della Russia e affida la Presidenza ad interim al Primo Ministro Vladimir Putin, in attesa delle elezioni nel 2000.

I-191

ALLEGATO “I”

2000

19 gennaio Visita alla NATO del Procuratore del Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia (ICTY), Carla Del Ponte. Il Consiglio congiunto permanente NATO-Russia riafferma la determinazione di NATO e Russia a cooperare strettamente per garantire la protezione delle minoranze in Kosovo.

25 gennaio Dichiarazione del Segretario generale della NATO Lord Robertson sull’arresto di Mitar Vasiljevic, accusato di crimini di guerra in Bosnia Erzegovina.

14 febbraio Dichiarazione del Segretario generale della NATO Lord Robertson sugli attacchi contro uomini della KFOR a Kosovska Mitrovica.

15 febbraio Visita alla NATO del Primo Ministro della Croazia Ivica Racan.

16 febbraio Diffusione di una dichiarazione congiunta in occasione della visita a Mosca del Segretario generale della NATO Lord Robertson, in cui si afferma l’intenzione di NATO e Russia di intensificare il dialogo e la cooperazione.

1 marzo Diffusione di una dichiarazione dopo la prima riunione della Commissione NATOUcraina a Kiev.

5 marzo Dichiarazione del Segretario generale della NATO Lord Robertson riguardo all’arresto di Dragoljub Prcac, accusato di crimini di guerra in Bosnia Erzegovina.

I-192

ALLEGATO “I”

8 marzo Dichiarazione del Segretario generale della NATO Lord Robertson dopo la riunione del Consiglio Atlantico, che condanna il perpetuarsi della violenza a Mitrovica.

14 marzo L’Algeria aderisce al Dialogo Mediterraneo della NATO.

15 marzo Il Consiglio congiunto permanente NATO-Russia riafferma la determinazione della NATO e della Russia ad intensificare il dialogo e la cooperazione reciproci.

21 marzo Il Segretario generale della NATO Lord Robertson pubblica il proprio rapporto personale al Consiglio Atlantico sull’anniversario dell’interve nto militare dell’Alleanza nel conflitto in Kosovo (“Kosovo One Year On:Achievement and Challenge ”).

22 marzo Maart Laar, Primo Ministro di Estonia visita la NATO.

26 marzo Vladimir Putin viene eletto Presidente della Federazione Russa.

28 marzo I rappresentanti dei 6 paesi del Gruppo di contatto per la ex Jugoslavia si riuniscono per esaminare come far progredire il processo di pace in Kosovo. Lord Robertson si congratula con Vladimir Putin per la sua elezione a Presidente della Russia e sottolinea l volontà della NATO a rafforzare la cooperazione con la a Russia.

I-193

ALLEGATO “I”

31 marzo I donatori internazionali mettono a disposizione del Patto di stabilità per i Balcani 2,4 milioni di euro.

3 aprile Il Segretario generale della NATO Lord Robertson rilascia una dichiarazione sull’arresto di Momcilo Krajisnik, stretto collaboratore dell’ex leader serbo Radovan Karadjic.

12 aprile Il Comandante supremo alleato in Europa, gen. Wesley Clark riceve dal Segretario generale della NATO Lord Robertson la medaglia della NATO per il ruolo avuto nella ex Jugoslavia e in Kosovo.

13 aprile Il Segretario generale della NATO Lord Robertson visita il Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia (ICTY) a L’Aia.

14 aprile La Duma (Camera bassa del Parlamento russo) ratifica il Trattato russo-americano sulla riduzione degli armamenti strategici (START II).

19 aprile Il Consiglio della Federazione (Camera alta del Parlamento russo) ratifica il Trattato START II.

2 maggio Il generale USA Joseph Ralston succede al generale Wesley Clark quale Comandante supremo alleato in Europa (SACEUR).

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ALLEGATO “I”

4 maggio Visita alla NATO dell’Ambasciatore Wolfgang Petrisch, Alto Rappresentante responsabile per il coordinamento delle organizzazioni e delle agenzie civili in Bosnia Erzegovina.

5 maggio Visita alla NATO del Presidente della Repubblica italiana Carlo Azeglio Ciampi.

9 maggio Il Primo Ministro croato Ivica Racan visita la NATO.

22 maggio Visita alla NATO del Primo Ministro ucraino Viktor Yuschenko.

24 maggio Riunione ministeriale del Consiglio Atlantico a Firenze. I Ministri degli esteri della NATO discutono dei progressi nella SFOR e nella KFOR e di altri sviluppi nella ex Jugoslavia, dell’attuazione dell’Iniziativa sulle capacità della difesa (DCI), e del futuro rapporto con l’Unione Europea, come pure di altri settori della politica dell’Alleanza. Riunione ministeriale a Firenze del Consiglio congiunto permanente NATO-Russia (PJC): si esaminano i progressi nella cooperazione NATO-Russia e la situazione nella ex Jugoslavia, e si approva un Programma di lavoro per il resto del 2000.

25 maggio A Firenze,nella sua riunione a livello di Ministri degli esteri,il Consiglio di partenariato euro-atlantico (EAPC) discute una serie di questioni relative alla sicurezza, tra cui l’Iniziativa per l’Europa sud-orientale e gli sviluppi in Kosovo e in Bosnia Erzegovina. La Croazia diviene il 46° membro dell’EAPC ed aderisce al Partenariato per la Pace (PfP).

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ALLEGATO “I”

Riunione ministeriale a Firenze della Commissione NATO-Ucraina: si discute dei progressi del Partenariato NATO-Ucraina, della situazione in Kosovo e di altre questioni regionali. Alexander Yuschenko dell’Università ucraina Politecnico di stato Kharkov riceve la borsa di studio Manfred Wörner per l’anno 2000.

7 giugno La NATO condanna i recenti attacchi contro le guardie di frontiera della Repubblica ex jugoslava di Macedonia.

8 giugno I Ministri della difesa della NATO riuniti nella sessione ministeriale del Consiglio Atlantico a Bruxelles rilasciano una dichiarazione sull’Iniziativa sulle capacità della difesa della NATO e sulla situazione nei Balcani. In una riunione del Comitato di pianificazione della difesa e del Gruppo di pianificazione nucleare, i Ministri della difesa della NATO adottano un nuovo insieme di Obiettivi delle forze della NATO per il periodo sino al 2006. Riunita in sessione dei Ministri della difesa, la Commissione NATO-Ucraina discute della cooperazione NATO-Ucraina nella KFOR, della partecipazione dell’Ucraina al PfP, dei programmi dell’Ucraina per la ristrut turazione delle proprie forze armate e di altri aspetti del partenariato.

9 giugno Riunitosi in sessione dei Ministri della difesa,il Consiglio di partenariato euroatlantico (EAPC) si felicita per il completamento della prima serie completa di obiettivi del Partenariato e riceve un Rapporto di sintesi sul Processo di pianificazione e di riesame (PARP) del Partenariato per la Pace. Riunitosi a livello ministeriale, il Consiglio congiunto permanente NATO-Russia (PJC) si felicita per le misure assunte per rafforzare la consultazione e la cooperazione, discute della situazione nella ex Jugoslavia ed esamina le priorità militari e di difesa nel contesto del dialogo NATO-Russia.

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ALLEGATO “I”

13 giugno La NATO annuncia l attribuzione di 54 borse di ricerca NATO-EAPC a cittadini ’ dei paesi membri dell’EAPC.

19-20 giugno Alla riunione del Consiglio dell’Unione Europea a Feira, Portogallo, si adottano delle proposte tese ad istituire 4 gruppi di lavoro ad hoc per occuparsi della cooperazione NATO-UE.

25 giugno Il Segretario generale della NATO Lord Robertson rilascia una dichiarazione sull’arresto da parte di SFOR di Dusko Sikirica, accusato dal Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia (ICTY).

27 giugno Visita alla NATO del Presidente del Kazakistan Nursultan Nazarbayev.

28 giugno Il ten.generale USA Kernan viene nominato successore dell’ammiraglio Gehman quale Comandante supremo alleato dell’Atlantico (SACLANT) dal settembre 2000.

17 luglio Il Presidente croato Stipe Mesic visita la NATO.

17-19 luglio Missione conoscitiva del Consiglio Atlantico nei Balcani.

24 luglio Il generale Valery Manilov, primo vice Capo dello Stato maggiore generale delle forze armate russe, espone al Consiglio congiunto permanente NATO-Russia la dottrina militare russa e la percezione russa del Concetto strategico dell’Alleanza.

I-197

ALLEGATO “I”

24-29 luglio Seminario nel quadro del programma di cooperazione nel campo della sicurezza tra la NATO e la Bosnia Erzegovina presso il Centro internazionale norvegese per la difesa di Sessvollmoen, Norvegia.

27 luglio Il Segretario generale della NATO Lord Robertson rilascia una dichiarazione in cui si compiace della dichiarazione di Airlie House effettuata da importanti personalità kosovare di etnia albanese e serbe, quale importante passo verso la riconciliazione tra tutti i gruppi etnici del Kosovo.

10 agosto Il ten.generale Thorstein Skiaker, dell’esercito norvegese, è nominato dalla primavera del 2001 Comandante di KFOR.

22 agosto La NATO presenta le proprie condoglianze alla Russia per la perdita dell’equipaggio del sottomarino “Kursk ”.

1 settembre Il Segretario generale della NATO Lord Robertson rilascia una dichiarazione sulla decisione USA di continuare le prove e lo sviluppo di un limitato sistema di Difesa nazionale antimissile, sottolineando l’importanza di una continua consultazione con gli Alleati.

8 settembre Il generale USA Michael L.Dodson sostituisce il generale USA Ronald E.Adams quale Comandante di SFOR.

13 settembre Il Primo Ministro sloveno Andrei Bajuk visita la NATO.

I-198

ALLEGATO “I”

Carl Bildt,inviato speciale dell’ONU per i Balcani relaziona il Consiglio Atlantico presso la sede della NATO.

18 settembre George Papandreou, Ministro degli esteri greco, diviene Presidente onorario del Consiglio Atlantico, succedendo a Joschka Fischer, Ministro degli esteri tedesco.

19 settembre Nella loro prima riunione,il Consiglio Atlantico e il Comitato politico e di sicurezza provvisorio della UE, fanno il bilancio dei progressi conseguiti nei gruppi di lavoro ad hoc UE-NATO creati per stabilire le disposizioni per l’accesso della UE ai mezzi collettivi della NATO e i meccanismi di consultazione permanente tra la NATO e la UE.

20-29 settembre Un’esercitazione in caso di calamità - “Transcarpathia 2000”- che simula delle grandi inondazioni, viene effettuata nell’Ucraina occidentale nel quadro del Partenariato per la Pace e del Piano di lavoro NATO-Ucraina. Vi partecipano 350 uomini dei servizi di reazione in caso di calamità di 11 paesi dell’EAPC.

27 settembre Il Primo Ministro Kjubco Georgievski della Repubblica ex jugoslava di Macedonia visita la NATO per discussioni con il Segretario generale della NATO Lord Robertson.

4-6 ottobre Il Comitato politico della NATO visita l’Ucraina.

5 ottobre Visita alla NATO del Segretario generale dell’ONU Kofi Annan per discutere delle sfide alla sicurezza nei Balcani e del contributo della NATO alle operazioni di mantenimento della pace dell’ONU.

I-199

ALLEGATO “I”

6 ottobre A seguito delle elezioni contestate del 24 settembre, delle manifestazioni di protesta a Belgrado e dell’occupazione del Parlamento federale, Vojislav Kostunica, leader dell’opposizione democratica di Serbia, viene riconosciuto a livello internazionale quale nuovo Presidente della Jugoslavia, costringendo l’ex Presidente Slobodan Milosevic a lasciare la carica.

10 ottobre In una riunione informale dei Ministri della difesa della NATO a Birmingham nel Regno Unito,il Segretario gene rale della NATO Lord Robertson si felicita per la transizione democratica che sta avvenendo nella Repubblica federale di Jugoslavia e manifesta amicizia per quel popolo.

13 ottobre Dichiarazione del Segretario generale della NATO Lord Robertson sulla operazione della SFOR per arrestare Janko Janjicic accusato di crimini di guerra.

13-14 ottobre Seminario sugli Strumenti politico/militari per la prevenzione dei conflitti nell’ambito del programma del Consiglio di partenariato euro-atlantico

(EAPC)/Partenariato per la Pace (PfP) a Lubiana, Slovenia.

16 ottobre Il generale italiano Carlo Cabigiosu sostituisce il generale spagnolo Juan Ortuño quale Comandante della KFOR.

18 ottobre Riunione alla NATO del Gruppo di lavoro NATO-Ucraina sulla cooperazione scientifica e ambientale. Carla Del Ponte, Procuratore del Tribunale penale interna zionale per la ex Jugoslavia (ICTY)a L’Aia, parla davanti al Consiglio di partenariato euro-atlantico (EAPC) presso la sede della NATO.

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ALLEGATO “I”

30 ottobre Dichiarazione di Lord Robertson sul positivo svolgimento delle elezioni locali in Kosovo del 28 ottobre. L’OSCE dichiara Ibrahim Rugova, leader della Lega democratica del Kosovo, vincitore delle elezioni amministrative.

31 ott.-3 nov. Assemblea generale dell’Associazione del Trattato Atlantico a Budapest.

1-10 novembre L’esercitazione Cooperative Determination ha luogo a Lucerna, Svizzera. A tale esercitazione prendono parte 9 paesi della NATO e 11 paesi partner,come pure delle organizzazioni internazionali,tra cui il Comitato internazio nale della Croce Rossa e l’Alto Commissariato dell’ONU per i rifugiati,per addestrare i partecipanti alle procedure delle operazioni a sostegno della pace.

2-3 novembre Rappresentanti della Verkhovna Rada (il Parlamento ucraino) e dell’Assemblea parlamentare della NATO si riuniscono presso la sede della NATO di Bruxelles per discutere della cooperazione NATO-Ucraina.

9 novembre Riunione del Consiglio Atlantico con il Comitato politico e di sicurezza provvisorio dell’Unione Europea. Visita alla NATO di George Soros per discussioni con il Segretario generale della NATO Lord Robertson su una possibile cooperazione volta a rafforzare la società democratica nell’Europa sud-orientale e nell’Asia centrale.

10 novembre La Jugoslavia è ammessa all’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) quale 55° stato partecipante.

I-201

ALLEGATO “I”

11 novembre Le elezioni generali in Bosnia Erzegovina si concludono con significative vittorie dei partiti nazionalisti in tutti e tre i gruppi etnici.

13 novembre Il Consiglio dei Ministri dell’Europa occidentale (WEU), riunito a Marsiglia,prende delle decisioni relative al trasferimento all’Unione Europea delle funzioni operative della WEU e in merito alle disposizioni relative alle rimanenti funzioni e strutture della WEU.

15-17 novembre Il Comitato militare della NATO visita la Bosnia Erzegovina e il Kosovo.

16 novembre La Verkho vna Rada (il Parlamento ucraino) ratifica il Trattato per la totale messa al bando degli esperimenti nucleari.

20 novembre Il Primo Ministro bulgaro Ivan Kostov visita la NATO.

21 novembre Nella Conferenza per l’ impegno delle capacità a Bruxelles, i Ministri della difesa dell’Unione Europea e dei paesi Partner offrono forze sostanziali in grado di fornire le capacità militari per conseguire l’Obiettivo primario della UE stabilito a Helsinki nel dicembre 1999, per consentire alla UE di dispiegare,a partire dal 2003, forze militari sino a 60.000 uomini per delle operazioni di gestione delle crisi.

22 novembre Visita alla NATO del Cancelliere della Repubblica federale di Germania Gerhard Schröder.

I-202

ALLEGATO “I”

24 novembre Visita alla NATO di Mikulas Dzurinda, Primo Ministro slo vacco.

28 novembre Visita alla NATO di Vaira Vike-Freiberga, Presidente della Lettonia. Visita alla NATO di Aleksander Kwasniewski, Presidente della Polonia.

29 novembre Dichiarazione del Segretario generale della NATO Lord Robertson sul riaccendersi della violenza nella Serbia meridionale, lungo il confine con il Kosovo.

5 dicembre Riunitosi a livello di Ministri della difesa, il Consiglio congiunto permanente NATO-Russia sottolinea il proprio impegno per un forte e stabile partenariato NATORussia teso a rafforzare la stabilità e la sicurezza euro-atlantica. Il Consiglio inoltre esamina la situazione nella ex Jugoslavia, i progressi nella cooperazione tra ufficiali della NATO e russi allo SHAPE, la cooperazione tra le forze NATO e russe nella SFOR e nella KFOR, le possibilità di ampliare la futura cooperazione, e l’apertura di un Ufficio militare di collegamento della NATO a Mosca.

6 dicembre Il Segretario generale della NATO Lord Robertson annuncia che dei colloqui sulle Misure per accrescere la fiducia tra Grecia e Turchia hanno portato ad un accordo tra i due paesi per la reciproca notifica preventiva di esercitazioni nazionali.

7 dicembre Riunione al vertice dell’Unione Europea a Nizza. I leader della UE adottano ulteriori misure per rafforzare la politicadi sicurezza e di difesa europea e stabiliscono dei dispositivi di consultazione e cooperazione tra la NATO e la UE. Boris Trajkovski, Presidente della Repubblica ex jugoslava di Macedonia visita la NATO.

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ALLEGATO “I”

14 dicembre I Ministri della difesa della NATO,riunitisi a Bruxelles, esaminano i piani nazionali di difesa per il 2001-2005 e adottano un piano delle forze che risponde alle esigenze del futuro contesto di sicurezza. Viene inoltre approvata la nuova Direttiva ministeriale che fornirà il quadro per la pianificazione della difesa della NATO e dei singoli paesi sino al 2008. George W.Bush viene nominato Presidente degli Stati Uniti in seguito alla decisione della Corte Suprema degli USA a favore del candidato presidenziale repubblicano. Riunione ministeriale della Commissione NATO-Ucraina a Bruxelles. I Ministri degli esteri si felicitano per i positivi progressi compiuti in differenti settori della cooperazione NATO-Ucraina e approvano un ambizioso Piano di lavoro per il 2001. I Ministri degli esteri esaminano lo stato della cooperazione nei Balcani,il Partenariato per la Pace, i contatti parlamentari, la pianificazione civile di emergenza, la riforma della difesa e le misure contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa. I Ministri esprimono apprezzamento per la decisione di chiudere la centrale nucleare di Chernobyl.

15 dicembre Riunione ministeriale dell’EAPC. I Ministri degli esteri esaminano la situazione nella ex Jugoslavia e valutano altri aspetti della cooperazione tra cui il futuro ruolo dell’EAPC e il contributo alle iniziative di cooperazione regionale. Viene pubblicato il Piano d’azione dell’EAPC per 2000-2002. Riunione ministeriale del Consiglio Atlantico. I Ministri degli esteri esaminano i progressi compiuti in tutte le attività dell’Alleanza,tra cui il rapporto della NATO con l’Unione Europea e il processo volto a stabilire disposizioni per la cooperazione NATO/UE nel contesto dell’ESDI. La NATO rilascia un rapporto sulle Opzioni riguardanti le Misure per accrescere la fiducia e la sicurezza (CSBM), le verifiche, la non proliferazione, il controllo degli armamenti e il disarmo.

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ALLEGATO “I”

Riunione ministeriale del Consiglio congiunto permanente NATO-Russia. I Ministri degli esteri esaminano la situa zione nella ex Jugoslavia, felicitandosi per i pacifici mutamenti democratici nella Repubblica federale di Jugoslavia. I Ministri inoltre esaminano i progressi nella cooperazione NATO-Russia in merito alle discussioni in corso su strategia e dottrina,controllo degli armame nti, proliferazione, infrastrutture militari, armamenti nucleari, riqualificazione del personale militare e ricerca e salvataggio in mare. I Ministri degli esteri procedono ad uno scambio di lettere sull’istituzione di un Ufficio informazione della NATO a Mosca per accrescere nell’opinione pubblica la comprensione dell’evolversi delle relazioni NATO-Russia.

I-205

ALLEGATO “I”

2001

10 gennaio Visita alla NATO del Ministro degli esteri della Repubblica federale di Jugoslavia Goran Svilanovic. Dichiarazione del Segretario generale sull’uso nei Balcani di munizioni contenenti uranio impoverito.

12 gennaio Istituzione di un Comitato ad hoc della NATO sull’uranio impoverito che funga da centro per lo scambio di informa zioni e il coordinamento su tale argomento.

18 gennaio L’autorità di comando sulle forze a guida NATO in Kosovo (KFOR) è trasferita dal Quartier generale supremo delle potenze alleate in Europa (SHAPE) alle Forze alleate dell’Europa meridionale (AFSOUTH) con sede a Napoli.

24 gennaio Visita alla NATO del Primo Ministro rumeno Adrian Nastase. Viene bandito un concorso internazionale per il progetto della nuova sede della NATO. Nella riunione del Consiglio congiunto permanente NATO-Russia gli ambasciatori convengono sulle misure per attuare il Programma di lavoro del PJC per il 2001.

25 gennaio Un progetto di aiuti umanitari è attuato dai paesi della NATO e dai paesi partner,sotto la direzione dell’Agenzia della NATO per la manutenzione e l’approvvigionamento (NAMSA), per aiutare l’Albania a distruggere gli stock di mine antiuomo.

I-206

ALLEGATO “I”

30 gennaio Visita alla NATO dell’ex Rappresentante speciale del Segretario generale dell’ONU in Kosovo Bernard Kouchner.

31 gennaio Visita alla NATO di Rolandas Paksas,Primo Ministro della Repubblica di Lituania.

5 febbraio Prima riunione del Consiglio Atlantico e del Comitato politico e di sicurezza della UE a livello di ambasciatori, sulla base delle nuove disposizioni permanenti di consultazione NATO-UE. Le discussioni si focalizzano sulle relazioni NATO-UE e sul contributo di entrambi gli organismi alla gestione delle crisi nei Balcani occidentali.

6 febbraio Visita alla NATO di Ruud Lubbers nuovo Alto Commissario dell’ONU per i rifugiati.

14-16 febbraio Seminario annuale sull’attuazione di aspetti del Trattato sulle Forze armate convenzionali in Europa (CFE) orga nizzato dal Comitato per il coordinamento delle verifiche della NATO, con la partecipazione di rappresentanti di 30 paesi parti del trattato.

15 febbraio Nebojsa Covic, vice Primo Ministro serbo, ed il Ministro degli esteri jugoslavo Vislanovic relazionano il Consiglio Atlantico sull’iniziativa tesa a cercare una soluzione pacifica per i conflitti nella Serbia meridionale.

15-21 febbraio La NATO effettua una esercitazione annuale di gestione delle crisi (CMX 2001), cui partecipano per la prima volta 14 paesi del Partenariato per la Pace.

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ALLEGATO “I”

16 febbraio Il Segretario generale della NATO rilascia una dichiarazione per condannare l’attacco ad un autobus nei pressi di Podujevo, in Kosovo,in cui vennero uccisi o feriti civili serbi.

18 febbraio Dichiarazione del Segretario generale della NATO che condanna l’escalation della violenza nella Serbia meridio nale.

18-22 febbraio Unità della Forza navale permanente della NATO in Atlantico effettuano una esercitazione di aiuto umanitario nei Caraibi, per valutare le capacità a fornire aiuti umanitari in seguito a tempeste e uragani tropicali.

20 febbraio Il Segretario generale della NATO Lord Robertson inaugura il nuovo Ufficio informazione della NATO a Mosca.

23 febbraio Il Segretario generale della NATO rilascia una dichiarazione felicitandosi per la creazione di un nuovo governo in Bosnia Erzegovina composto da partiti democratici.

26 febbraio NATO e Ucraina firmano un accordo sulla Attuazione pratica del Programma NATO-Ucraina riguardante la riqualificazione del personale militare ucraino posto in congedo, o che lo sarà, per l’anno 2001.

27 febbraio Riunione del Consiglio Atlantico in sessione dei Ministri degli esteri,cui partecipa il nuovo Segretario di stato USA Colin Powell. Rappresentanti dell’ONU, della UE, dell’OSCE, dell’UNHCR e della NATO si riuniscono presso la sede della NATO a Bruxelles per discutere dell’aumento della

I-208

ALLEGATO “I”

tensione nella valle di Presevo, concentrandosi su come coordinare la loro azione per contribuire a ridurre il numero di scontri armati e prevenire il propagarsi della violenza nella regione. Il Consiglio Atlantico manifesta nuovamente la propria preoccupazione per la situazione nella Serbia meridionale e condanna i continui atti di violenza. Nel contesto del Partenariato per la Pace,la NATO rende noti i dettagli la cui esecuzione è affidata all’Agenzia della NATO per la manutenzione e

l’approvvigionamento (NAMSA),per fornire assistenza e addestramento al governo della Moldavia per la distruzione di mine terrestri antiuomo e di altro munizionamento.

28 febbraio Visita alla NATO del Rappresentante speciale del Segretario generale dell’ONU in Kosovo Hans Aekkerup. Il Consiglio congiunto permanente NATO-Russia discute degli sviluppi nella Repubblica federale di Jugoslavia e della cooperazione NATO-Russia in Kosovo (KFOR). Il Segretario generale Lord Robertson annuncia che la NATO è pronta ad applicare una riduzione scaglionata e condizionata della zona di sicurezza terrestre lungo il confine del Kosovo e nomina un rappresentante personale per la regione per contribuire allo sviluppo di una soluzione pacifica del conflitto.

2 marzo Il Segretario generale della NATO rilascia una dichiarazione per condannare i violenti incidenti nell’area di confine della Macedonia.

4 marzo In seguito ad un accordo tra la NATO e il governo jugoslavo, truppe jugoslave entrano nella Zona di sicurezza terrestre, il corridoio di 5 chilometri lungo il confine tra la Serbia meridionale e il Kosovo, per la prima volta dopo il loro ritiro dal Kosovo nel giugno 1999.

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ALLEGATO “I”

5 marzo Visita alla NATO del Presidente bulgaro Petar Stoyanov.

8 marzo Il Consiglio Atlantico annuncia misure relative alla Serbia meridionale e alla Repubblica ex jugoslava di Macedonia, inclusa una riduzione scaglionata della Zona di sicurezza terrestre.

9 marzo Visita alla NATO del Ministro degli esteri della Repubblica ex jugoslava di Macedonia, Srgjan Kerim.

13 marzo La NATO si felicita per la pubblicazione del rapporto del Programma dell’ONU per l’ambiente (UNEP) sui possibili rischi per la salute associati all’uso di munizioni all’uranio impoverito in Kosovo.

9 marzo Visita alla NATO dell’Alto Rappresentante per la Bosnia Erzegovina Wolfgang Petrisch.

20-29 marzo Durante un corso di studi avanzati sponsorizzato dalla NATO a Budapest, degli esperti analizzano aspetti scientifici e tecnici relativi all’attuazione del Protocollo della Convenzione sulle armi biologiche e tossiche (BTWC).

21 marzo Il Consiglio Atlantico approva ulteriori misure per accrescere la stabilità nei Balcani meridionali e rendere manife sto il proprio sostegno al governo di Skopje, tra cui la nomina dell’Ambasciatore Hans-Joerg Eiff quale Alto Rappresentante civile della NATO a Skopje.

I-210

ALLEGATO “I”

Riunione del Consiglio di partenariato euro-atlantico (EAPC). Gli ambasciatori esprimono il loro sostegno al governo della Repubblica ex jugoslava di Macedonia, condannano la violenza degli estremisti e si compiacciono per le misure assunte per rafforzare la sicurezza delle frontiere. Visita alla NATO di Jakob Kellenberger, Presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa.

26 marzo Il Segretario generale della NATO Lord Robertson e l’Alto Rappresentante della UE Javier Solana visitano Skopje per riaffermare il loro sostegno al governo della Repubblica ex jugoslava di Macedonia e per sollecitare moderazione nella reazione nell’attuale conflitto.

28 marzo Riunione del Consiglio congiunto permanente NATO-Russia. Gli ambasciatori discutono della situazione nei Balcani e della cooperazione NATO-Russia nella KFOR e si felicitano per gli sforzi internazionali volti a prevenire l’escalation di tensioni etniche nella regione.

29 marzo Dichiarazione del Segretario generale della NATO sui colpi da mortaio nei pressi di Krivenik in Kosovo,in cui dei civili sono stati uccisi o feriti.

3 aprile Visita nei Balcani (Macedonia e Kosovo) del Segretario Generale della NATO e degli ambasciatori dei 19 paesi membri.

6 aprile Il parlamento Bulgaro ratifica l’accordo che autorizza il transito di forze NATO sul territorio Bulgaro.

I-211

ALLEGATO “I”

15 aprile Dragan Obrenovic, accusato di crimini di guerra da Tribunale criminale Internazionale per la Yugoslavia (ICTY) viene arrestato da forze SFOR.

24 Aprile Israele, prima tra le sette nazioni partecipanti all’Iniziativa di Dialogo per il Mediterraneo, firma l’accordo sulla sicurezza con la NATO.

26 aprile Una delegazione di leader politici in rappresentanza dei vari gruppi etnici del Kosovo si incontra con Lord Robertson e con il Consiglio Atlantico.

15 maggio Il neo eletto primo ministro della Moldavia si incontra a Bruxelles con Lord Robertson e dichiara l’intenzione di estendere la cooperazione con la NATO nell’ambito della “Partnership for Peace”.

6 giugno Il presidente dell’Armenia, Robert Kocharian, si incontra a Bruxelles con Lord Robertson per discutere sulle tensioni fra Armenia ed Adzerbaijan sulla regione del Nagorno-Karabakh.

12 giugno Per la prima volta si incontrano congiuntamente a Bruxelles il Comitato Militare della NATO ed il Comitato Militare della EU per scambiare informazioni sullo sviluppo della cooperazione NATO-EU per la sicurezza.

20 giugno Il Consiglio Atlantico risponde alla richiesta del presidente macedone Trajkovsky per l’assistenza finalizzata alla demilitarizzazione del National Liberation Army (NLA) ed per il disarmo delle organizzazioni estremistiche albanesi operanti in Macedonia.

I-212

ALLEGATO “I”

5 luglio Accordo sul “cessate- il fuoco” in Macedonia.

10 agosto Vidoje Blagojevic, comandante serbo-bosniaco accusato di genocidio dal Tribunale Interna zionale per i Crimini di Guerra in Jugoslavia, viene arrestatola forze SFOR.

15 agosto Dragan Jokic, accusato di contro l’umanità e crimini di guerra dal Tribunale Internazionale per i Crimini di Guerra in Jugoslavia, si arrende a truppe SFOR

22 agosto Gli avvenimenti in Macedonia sono gli argomenti principali del Consiglio Atlantico della NATO e del Political and Security Commettee (PSC) dell’Unione Europea.

11 settembre Attentato al World Trade Centre di New York ed al Pentagono. Nel corso di un meeting speciale tenuto nella sera, gli alleati NATO dichiarano che gli Stati Uniti possono contare sul loro supporto e sulla loro assistenza.

13 settembre Durante un meeting del NATO-Russia Permanent Joint Coucil (PJC) i paesi membri NATO e la Russia rimarcano la loro indignazione per l’attentato dell’11 settembre.

14 settembre Durante un meeting della Commissione NATO-Ucraina vengono espresse condoglianze per le vittime dell’attentato dell’11 settembre, che viene considerato come un attacco diretto alle fondamenta della democrazia per l’intero mondo.

I-213

ALLEGATO “I”

2 ottobre Frank Taylor, ambasciatore degli USA, si rivolge al consiglio Atlantico per informare che, secondo quanto risulta dalle investigazioni, l’attentato dell’11 settembre è stato organizzato dalla rete terroristica “Al-Qaida” (guidata da Osama Bin Laden), sotto la protezione del governo Talebano dell’Afghanistan. Viene confermata la

richiesta di applicazione dell’articolo 5 del trattato. Il Presidente Polacco Kwasniewsky si incontra nella stessa giorna ta con Lord Robertson.

3 ottobre Il Presidente Russo Putin si incontra a Bruxelles con Lord Robertson.

8-10 ottobre Lord Robertson si incontra negli Stati Uniti con il Presidente Bush ed altri politici americani per discutere sul terrorismo, sulla situazione dei Balcani e sulle relazioni con la Russia.

18 ottobre Visita congiunta di rappresentanti NATO-EU-OSCE a Skopje, in Macedonia.

7 novembre Visita di Lord Robertson a Skopje e Pristina.

17 novembre Elezioni legislative nella regione del Kosovo. Vengono eletti 120 membri di una assemblea provvisoria con competenze su salute, educazione e trasporti.

21-23 novembre Lord Robertson visita la Mosca con lo scopo di esplorare i modi di sviluppare un nuovo livello di cooperazione con la Russia.

I-214

ALLEGATO “I”

2002

9 gennaio Gli Ambasciatori dei sette paesi partecipanti all’iniziativa di dialogo con il Mediterraneo si incontrano con il Consiglio Atlantico.

10 gennaio Lord Robertson si reca in Spagna e Portogallo per incontrare i nuovi presidenti di EU ed OSCE.

8 febbraio durante una visita di Lord Robertson a Skopje, il Presidente Macedone Trajkovsky richiede l’estensione di ulteriori tre mesi della operazione NATO in Macedonia iniziata nel settembre 2001.

13 marzo Prima visita della triade presidenziale della Bosnia-Herzegovina al quartier generale della NATO.

22 marzo Lord Robertson viene invitato al meeting informale dei Ministri della Difesa EU a Saragozza.

9 aprile Lord Robertson si incontra a Washington con il Presidente Bush e con altri elementi di vertice del governo USA.

30 aprile Incontri NATO-EU tra Lord robertson ed il Rappresentante Comune per la Politica Estera e di Sicurezza dell’EU Javier Solana.

I-215

ALLEGATO “I”

21 maggio La NATO estende la durata della operazione in Macedonia di altri quattro mesi, fino al 26 Ottobre 2002.

28 maggio A Roma si incontrano i Capi di Stato e di Governo dei paesi membri NATO e della federazione russa, per lanciare formalmente il “NATO-Russia Council” (consiglio a 20), che servirà ad accelerare ed a dare maggiore qualità alle relazioni fra NATO e Russia.

11 giugno Il re di Giordania, Abdullah II, in visita la Quartier Generale della NATO, si incontra con il Segretario Generale Lord Robertson e discute sulla partecipazione della Giordania all’iniziativa di Dialogo per il Mediterraneo.

luglio Miroslav Deronjic e Radovan Stankovic, ricercati dal Tribunale Internazionale per i crimini di Guerra in Yugoslavia, vengono arrestati da forze SFOR.

8 ottobre Lord Robertson al parlamento Europeo su politica estera, difesa dei diritti umani e sicurezza comune.

11 ottobre Truppe NATO in Bosnia- herzegovina (SFOR) trovano prove che una compagnia locale ha esportato armi in IRAQ nonostante l’embargo.

11 novembre Lord Robertson si incontra a Bruxelles con il presidente Russo Putin per discutere sull’agenda del prossimo summit NATO di Praga e sullo stato della cooperazione NATO-Russia.

I-216

ALLEGATO “I”

21 novembre Al summit di Praga la NATO invita sette nazioni (Bulgaria, Estonia, Latria, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia) ad iniziare le trattative di adesione all’Alleanza. I paesi membri della NATo si impegnano a sviluppare nuove capacità da mettere a disposizione dell’Alleanza per fronteggiare le nuove minacce del ventunesimo secolo.

22 novembre Nella riunione della Commissione NATO-Ucraina (NUC) tenutasi a Praga viene adottato il “NATO-Ucraina Action Plan”.

29 novembre Su richiesta Macedone, la NATO decide di prolungare il supporto militare con una nuova missione, a partire dal 16 Dicembre 2002. Skopje. Lord robertson visita Tirana e

16 dicembre Dichiarazione comune EU-NATO per una più stretta cooperazione politica e militare fra le due organizzazioni.

I-217

ALLEGATO “I”

2003

16 gennaio lord Robertson incontra il nuovo presidente EU ad Atene.

29 gennaio Iniziano formalmente le trattative di adesione all’Alleanza per le nuove sette nazioni invitate (Bulgaria, Estonia, Latria, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia).

4 febbraio Viene deciso che forze navali NATO scorteranno navi mercantili e civili attraverso lo Stretto di Gibilterra. La “Repubblica Federale di Yugoslavia” cambia nome e diventa “Serbia e Montenegro”.

6-19 febbraio Il Consiglio Atlantico si riunisce per considerare la proposta di misure deterrenti e difensive contro una possibile minaccia per la Turchia.

17 febbraio Haradin Bala, Isak Musliu e Agim Murtezi, ricercati dal Tribunale Internazionale per i Crimini di guerra in Yugoslavia, vengono arrestati in Kossovo da forze KFOR.

19 febbraio Il Defence Planning Committee autorizza l’uso di velivoli AWACS e di strumenti di difesa contro missili ed armi chimiche e biologiche per la protezione della Turchia.

26 febbraio I velivoli AWACS arrivano alla base aerea di Konya, in Turchia.

I-218

ALLEGATO “I”

10 marzo Navi da guerra alleate iniziano a scortare navi civili nello Stretto di Gibilterra, nell’ambito del supporto alla guerra al terrorismo.

13 maggio Per la prima volta si riunisce a Mosca il “Consiglio NATO-Russia (NRC)”, presieduto dal Segretario Generale Lord Robertson.

21 maggio La NATO conferma il prolungamento del supporto alle Nazioni Unite nella missione in Kosovo.

3 giugno Il Consiglio Atlantico approva l’offerta di supporto della Polonia nell’ambito della Forza di Stabilizzazione in IRAQ.

12-13 giugno I Ministri della Difesa dei paesi membri della NATO approvano la riforma della struttura dei Comandi e pianificano la creazione di una “NATO Response force”.

18-20 giugno Viene stabilito lo “Al lied Command Trasformation” al posto del precedente “Al lied Command Atlantic”.

21 giugno Lord Robertson partecipa al summit dell’Unione Europea sui Balcani tenuto a Thessaloniki.

2 luglio La Russia termina la propria missione dal Kosovo, e ritira il proprio contingente dalla regione dopo quattro anni di servizio con la forza di “peacekeeping” guidata dalla NATO.

I-219

ALLEGATO “I”

4 luglio Il Segretario Generale della NATO, Lord robertson, si reca in visita a Roma in occasione dell’inizio di presidenza italiana dell’unione Europea.

12 luglio Le prime truppe NATO arrivano a Kabul per preparare il passaggio di responsabilità alla NATO della missione di mantenimento della pace in Afgahnistan.

16 luglio A Bruxelles si svolge la prima “Generation Conference” per la nuova Forza di Risposta (Response Force).

16 luglio Il Consiglio Atlantico approva l’estensione, fino al 15 Dicembre 2003, della concessione di forze NATO all’Unione Europea per l’operazione in Macedonia.

23 luglio Il NRC (NATO-Russia Council) richiama le autorità bosniache perché aumentino gli sforzi per riformare le forze armate e creare una struttura di comando e che consenta un effettivo controllo democratico da parte degli organi politici e di stato.

29 luglio Unione Europea e NATO raggiungono un accordo sulla sicurezza e stabilità nei Balcani Occidentali.

4 agosto Il Portogallo ricorre all’EADRCC (Euro-Atlantic Disaster Response Coordination Centre) per richiedere urgentemente velivoli speciali, per combattere l’ondata di incendi che divampano nella regione.

I-220

ALLEGATO “I”

11 agosto La NATO prenda la guida della missione in Afghanistan. Per la prima volta nella sua storia, l’Alleanza interviene al di fuori dell’area Euro-Atlantica e guida una forza per il mantenimento della pace di 5500 uomini (ISAF) nel Medio Oriente.

1 settembre Il Supremo Comando Alleato per l’Europa (SACEUR) viene ufficialmente rinominato Allied Command Operations (ACO).

I-221

ALLEGATO “L”

PRINCIPALI SIGLE DI USO COMUNE

AAP Pubblicazione Amministrativa Alleata ABM Missile antimissile (Trattato 1972) AC Comitato dell ’Alleanza ACCHAN Comando alleato della Manica ACCIS Sistema automatizzato di comando e controllo delle informazioni ACCS Sistema di comando e controllo per la difesa aerea ACE Comando alleato in Europa ACLANT Comando alleato dell ’Atlantico ADP Elaborazione automatica dei dati AEW Sistema aviotrasportato di avvistamento a distanza AFCENT Forze alleate dell’Europa centrale AFNORTH Forze alleate dell’Europa settentrionale AFNORTHWEST Forze alleate dell’Europa nord-occidentale AFSOUTH Forze alleate dell’Europa meridionale AGARD Gruppo consultivo per la ricerca e lo sviluppo aerospaziale (riorganizzato come Organizzazione della NATO per la Ricerca e la Tecnologia (RTO)) AIRCENT Forze aeree alleate dell’Europa centrale AIRNORTHWEST Forze aeree alleate dell’Europa nord-occidentale AJP Pubblicazione alleata interforze ALMC Missile di crociera aviolanciato ALP Pubblicazione alleata sulla logistica AMF Forza mobile di ACE AOR Area di responsabilità AP Pubblicazione alleata APA Gruppo consultivo sulla politica atlantica AQAP Pubblicazione alleata sulla garanzia di qualità ARRC Unità di reazione rapida di ACE AR

L-1

ALLEGATO “L”

Seminario di ricerca avanzata (Programma scientifico della NATO) ASG Segretario generale aggiunto ASI Corsi di studi avanzati (Programma scientifico della NATO) ASR Requisiti di standardizzazione dell’Alleanza ASW Guerra antisom ATA Associazione del Trattato Atlantico AWACS Sistema aviotrasportato di avvistamento a distanza e controllo BALTAP Forze alleate del Baltico BICES Sistema di raccolta e di utilizzo delle informazioni del campo di battaglia BMEWS Sistema di avvistamento a distanza di missili balistici BTWC Convenzione sulle armi biologiche e tossiche CALS Acquisizione e sostegno continuo dei sistemi CAPC Comitato di pianificazione dell’aviazione civile CAPS Sistema di pianificazione degli armamenti convenzionali CAS Appoggio aereo ravvicinato CBC Comitato del bilancio civile CBM Misure per accrescere la fiducia CCC Cellula di coordinamento delle capacità CCMS Comitato per le sfide della società moderna CCPC Comitato di pianificazione delle comunicazioni civili CDE Conferenza sulle misure per accrescere la fiducia e la sicurezza e sul disarmo in Europa CEE (ECO) Europa centrale ed orientale CENTAG Gruppo di armate centrale, Europa centrale CEOA Agenzia di gestione per l ’Europa centrale CEP Pianificazione civile di emergenza CEPMO(A) Organizzazione (Agenzia) di gestione degli oleodotti dell’Europa centrale CEPS Sistema di oleodotti dell’Europa centrale CFE Trattato sulle forze armate convenzionali in Europa (1990) CFE-1A Atto conclusivo dei Negoziati sull’entità degli effettivi nell’ambito del Trattato CFE (1992) CFSP (PESC)

L-2

ALLEGATO “L”

Politica estera e di sicurezza comune CHANCOM Comitato della Manica CIMIC Cooperazione Civile/Militare CINCEASTLANT Comandante in capo dell’area dell ’Atlantico orientale CINCENT Comandante in capo delle forze alleate in Europa centrale CINCHAN Comandante in capo alleato della Manica (incarico soppresso nel 1994) CINCIBERLANT Comandante in capo dell’area iberica dell’Atlantico CINCNORTH Comandante in capo delle forze alleate nell’Europa settentrionale CINCSOUTH Comandante in capo delle forze alleate nell’Europa meridionale CINCUKAIR Comandante in capo delle forze aeree del Regno Unito CINCWESTLANT Comandante in capo dell’area dell ’Atlantico occidentale CIO Presidente in carica (OSCE) CIS Comunità di stati indipendenti CIS Sistemi di comunicazione e informatici CJTF Gruppi operativi interforze multinazionali C-M Memorandum del Consiglio CNAD Conferenza dei direttori nazionali degli armamenti COEC Comitato per le operazioni del Consiglio e le esercitazioni COMEDS Comitati dei responsabili dei servizi medici militari nella NATO CONMAROPS Dottrina delle operazioni marittime CP Pacchetto di capacità CPC Centro per la prevenzione dei conflitti CPC Comitato per la protezione civile CPSU (PCUS) Partito comunista dell’Unione Sovietica CPX Esercitazione di posto di comando CRG Sovvenzione alla ricerca in cooperazione (Programma scientifico della NATO) CSBM Misure per accrescere la fiducia e la sicurezza CSCE Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (dal gennaio 1995 Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE)) CST

L-3

ALLEGATO “L”

Negoziati sulla stabilità convenzionale C3 Consultazione,Comando e Controllo CUSRPG Gruppo di pianificazione regionale Canada-Stati Uniti CWC Convenzione sulle armi chimiche (1993) DCA Aeromobile a doppia capacità DCI Iniziativa sulle capacità della difesa DGP Gruppo difesa ad alto livello sulla proliferazione DIMS Direttore dello Stato Maggiore militare internazionale(IMS) DPAO Divisione per la pianificazione della difesa e le operazioni DPC Comitato di pianificazione della difesa DPQ Questionario di pianificazione della difesa DRC Comitato per il riesame della difesa DRG Gruppo di ricerca per la difesa (assorbito nell’Organizzazione di ricerca e tecnologia della NATO (RTO)) DS Divisione per il sostegno della difesa EADRCC Centro euro-atlantico di coordinamento per la reazione in caso di calamità EADRU Unità euro-atlantica di reazione in caso di calamità EAPC Consiglio di partenariato euro-atlantico ESA Agenzia spaziale europea ESDI Identità di sicurezza e di difesa europea ESDP (PESD) Politica europea di sicurezza e difesa EU (UE) Unione Europea EUROGROUP (EUROGRUPPO) Gruppo informale dei Ministri della difesa europei in ambito NATO (disciolto nel 1993) EV Visite di esperti (Programma scientifico della NATO) EW Guerra elettronica EWG Gruppo di lavoro esecutivo FAWEU Forze NATO assegnabili all’Unione dell ’Europa occidentale (WEU - UEO) FORACS Siti per il controllo della precisione delle armi e dei sensori delle forze navali della NATO FRP Regole e procedure finanziarie FSC Foro per la cooperazione nella sicurezza FSU

L-4

ALLEGATO “L”

Ex Unione Sovietica GLCM Missile da crociera lanciato da terra GNW Gruppo sulle armi nucleari GSZ Zona di sicurezza terrestre HCNM Commissione OSCE ad alto livello sulle minoranze nazionali HLG Gruppo ad alto livello HLTF Gruppo di lavoro ad alto livello sulla riduzione degli armamenti convenzionali HNS Sostegno del paese ospite I ATA Associazione internazionale del trasporto aereo ICAO Organizzazione internazionale dell’aviazione civile ICB Gara d ’asta internazionale ICBM Missile balistico intercontinentale ICRC Comitato internazionale della Croce Rossa ICTY Tribunale penale internazionale per l ’ex Jugoslavia IEPG Gruppo europeo indipendente di programmazione IFOR Forza di attuazione della NATO (in Bosnia Erzegovina) IGC Conferenza intergovernativa IISS Istituto internazionale di studi strategici IMS Stato maggiore militare internazionale INF Forze nucleari a raggio intermedio (Trattato,1987) IO Obiettivo di interoperabilità IPP Programma di partenariato individuale (PfP) IPTF Forza internazionale di polizia delle Nazioni Unite IRBM Missile balistico a raggio intermedio IRF Forze di reazione immediata IS Segretariato internazionale JCP Comitato congiunto sulla proliferazione JSB Commissione interforze (MAS) JWG Gruppo di lavoro congiunto (Gruppo di lavoro congiunto sulla riforma della difesa NATO-Ucraina) KFOR

L-5

ALLEGATO “L”

Forza per il Kosovo LANDCENT Forze alleate terrestri dell’Europa centrale LANDSOUTH Forze alleate terrestri dell’Europa meridionale LANDSOUTHCENT Forze alleate terrestri dell’Europa centro-meridionale LANDSOUTHEAST Forze alleate terrestri dell’Europa sud-orientale LCC Centro di coordinamento logistico LG Sovvenzioni di gemellaggio (Programma scientifico della NATO) LTDP Programma di difesa a lungo termine MAG Gruppo consultivo sui movimenti e i trasporti MAP Piano d ’azione per l ’adesione MARAIRMED Forze aero-marittime del Mediterraneo MAREQ Requisiti di assistenza militare MAS Agenzia militare di standardizzazione MBC Comitato del bilancio militare MBFR Riduzioni reciproche e bilanciate delle forze MC Co mitato militare MCD Mezzi militari per la protezione civile MCG Gruppo per la cooperazione nel Mediterraneo MCM Misure antimine MCWG Gruppo di lavoro del Comitato militare MDF Forze principali di difesa MEADS Sistema di difesa aerea a medio raggio MILREP Rappresentante militare (presso il Comitato militare) MLM Missione militare di collegamento MLRS Sistema multiplo lancia razzi MNC Comando/ante principale della NATO (ridefinito Comando/ante strategico della NATO) MOB Base operativa principale MOD Ministero della difesa MOU Memorandum d ’intesa MRCA

L-6

ALLEGATO “L”

Aereo da combattimento polivalente (TORNADO) MSC Comando/ante principale subordinato MSU Unità di sicurezza multinazionale MTRP Piano a medio termine per le risorse NAA Assemblea del Nord Atlantico NAADC Cellula di analisi della difesa aerea della NATO NAAG Gruppo della NATO per gli armamenti delle forze terrestri NAC Consiglio Nord Atlantico NACC Consiglio di cooperazione nord atlantico NACMA Agenzia della NATO di gestione del sistema di comando e di controllo aereo NACOSA Agenzia della NATO per la conduzione e il sostegno dei CIS NADC Comitato della NATO per la difesa aerea NADEFCOL Collegio di difesa della NATO NADGE Sistema di infrastrutture elettroniche per la difesa aerea della NATO NAEWF Forze aviotrasportate di avvistamento a distanza della NATO NAFAG Gruppo della NATO per gli armamenti delle forze aeree NAHEMA Agenzia di gestione della NATO per la progettazione e lo sviluppo,la produzione e la logistica dell’elicottero NH90 NAMEADSMA Agenzia di gestione della NATO di un sistema di difesa aerea a medio raggio NAMFI Poligono missilistico della NATO NAMMA Agenzia di gestione della NATO per la progettazione e la produzione di un aereo da combattimento polivalente NAMMO Organizzazione di gestione della NATO per la progettazione e la produzione di un aereo da combattimento polivalente NAMP Pianificazione annuale della NATO degli effettivi NAMSA Agenzia della NATO per la manutenzione e l ’approvvigionamento NAMSO Organizzazione della NATO per la manutenzione e l ’approvvigionamento NAPMA Agenzia di gestione del programma aviotrasportato di avvistamento a distanza e controllo (AEW&C) della NATO NAPMO Organizzazione di gestione del programma aviotrasportato di avvistamento a distanza e controllo della NATO NAPR Riesame periodico degli armamenti della NATO

L-7

ALLEGATO “L”

NATO Organizzazione del Trattato Nord Atlantico NAU Unità contabile della NATO NAVNORTHWEST Forze navali alleate dell’Europa nord-occidentale NAVOCFORMED Forza navale su richiesta nel Mediterraneo NAVSOUTH Forze navali alleate dell’Europa meridionale NBC Armi nucleari,biologiche e chimiche NCARC Comitato della NATO per la revisione degli armamenti convenzionali NCCIS Sistema informatico,di comando e controllo della NATO NCISS Scuola dei sistemi di comunicazione e informatici della NATO NC3A Agenzia della NATO per la consultazione,il comando e controllo NC3B Commissione dei C3 della NATO NC3O Organizzazione dei C3 della NATO NDC Collegio di difesa della NATO NDMC Comitato della NATO degli effettivi della difesa NDMP Pianificazione della NATO degli effettivi della difesa NEFMA Agenzia di gestione della NATO per la progettazione,la produzione e la logistica dell’aereo da caccia europeo (EFA) NEFMO Organizzazione di gestione della NATO per la progettazione,la produzione e la logistica dell’aereo da caccia europeo (EFA) NEPS Sistema di oleodotti dell ’Europa settentrionale NETMO(A) Organizzazione (Agenzia)di gestione della NATO per la progettazione,la produzione e la logistica del EF 2000 e del TORNADO NFR Regole finanziarie della NATO NGO Organizzazione non governativa NHMO Ufficio di gestione della NATO del HAWK NHPLO Organizzazione della NATO per la produzione e la logistica del HAWK NHQC3S Segretariato della sede della NATO responsabile per il C3 NIAG Gruppo consultivo industriale della NATO NICS Sistema NATO integrato per le comunicazioni NIDS Servizio integrato di dati della NATO NIG

L-8

ALLEGATO “L”

Sovvenzione per una infrastruttura di rete (Programma scientifico della NATO) NIMIC Centro informazioni della NATO sulle munizioni non sensibili NMA Autorità militare della NATO NMR Rappresentante militare nazionale (presso lo SHAPE) NNAG Gruppo per gli armamenti navali della NATO NORAD Sistema di difesa aerea dell’America settentrionale NORTHAG Gruppo d ’armate settentrionale, Europa centrale NPC Comitato della NATO per gli oleodotti NPG Gruppo di pianificazione nucleare NPLO Organizzazione della NATO per la produzione e la logistica NPS Sistema della NATO per gli oleodotti NPSC Comitato direttivo di progetto della NATO NPT (TNP) Trattato sulla non-proliferazione delle armi nucleari (1968) NSC Centro di approvvigionamento della NATO NSIP Programma di investimenti per la sicurezza della NATO NSLB Commissione di collegamento della NATO per la standardizzazione NSN Numero di repertorio della NATO NSO Organizzazione della NATO per la standardizzazione NTG Gruppo della NATO per l ’addestramento NUC Commissione NATO-Ucraina OCC Concetto di capacità operative ODIHR Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani OECD (OCSE) Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico OHR Ufficio dell’Alto Rappresentante (Bosnia) ONS Ufficio per la standardizzazione della NATO OPEC Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio OSCE Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (e x CSCE) OTAN Organizzazione del Trattato Nord Atlantico PA Divisione degli affari politici

L-9

ALLEGATO “L”

PAPS Sistema di pianificazione periodica degli armamenti PARP Processo di pianificazione e di riesame (PfP) PBEIST Commissione di pianificazione per i trasporti interni di superficie in Europa PBOS Commissione di pianificazione per i trasporti oceanici PC Comitato politico PCC Cellula di coordinamento del partenariato PCG Gruppo di coordinamento delle politiche PERM REP Rappresentante permanente (presso il Consiglio Nord Atlantico) PfP Partenariato per la Pace PIC Consiglio per l ’attuazione della pace PJC Consiglio congiunto permanente PMF Quadro politico-militare PMSC Comitato d ’indirizzo politico-militare sul Partenariato per la Pace PMSC/AHG Comitato d ’indirizzo politicomilitare/Gruppo ad hoc sulla cooperazione nel mantenimento della pace PNET Trattato sulle esplosioni nucleari sotterranee a fini pacifici (1976) PO Gabinetto del Segretario generale PPCG Gruppo provvisorio di coordinamento delle politiche PSC Alto Comando/ante subordinato PSE Elementi di stato maggiore del Partenariato per la Pace PSO Operazioni a sostegno della pace PTBT Trattato sull ’interdizione parziale degli esperimenti nucleari (1963) PWP Programma di lavoro del Partenariato (PfP) R&D Ricerca e sviluppo RRF Forza di reazione rapida R&T Ricerca e tecnologia RTO Organizzazione per la ricerca e la tecnologia SAC Comando aereo strategico SACEUR Comandante supremo delle forze alleate in Europa SACLANT Comandante supremo alleato dell ’Atlantico

L-10

ALLEGATO “L”

SACLANTCEN Centro di ricerche subacquee di SACLANT SALT Negoziati sulla limitazione degli armamenti strategici SAM Missioni di assistenza per le sanzioni SAM Missile terra-aria SATCOM Comunicazioni via satellite SC Comandante strategico SCEPC Alto Comitato per la pianificazione civile di emergenza SCG Gruppo consultivo speciale SCMM Comitato permanente sulle questioni militari (Accordo di pace in Bosnia) SCP Programma di cooperazione nella sicurezza SDI Iniziativa di difesa strategica SEEGROUP Gruppo direttivo per la cooperazione nel campo della sicurezza nell ’Europa sud-orientale SEEI Iniziativa per l ’Europa sud-orientale SFOR Forza di stabilizzazione SfP Scienza per la pace SG Segretario generale SGP Gruppo politico-militare ad alto livello sulla proliferazione SHAPE Quartier generale supremo delle potenze alleate in Europa SHARE Borsa per lo scambio delle esigenze relative alle dotazioni e ai mezzi SLBM Missile balistico lanciato da un sottomarino SLCM Missile da crociera lanciato da unità navali SLWPG Gruppo ad alto livello per la protezione degli armamenti SNF Forze nucleari a corto raggio SNLC Conferenza degli esperti di logistica ad alto livello della NATO SO Obiettivo di standardizzazione SOFA Accordo sullo status delle forze SPC Comitato politico ad alto livello SPC(R) Comitato politico ad alto livello (Rafforzato) SRB

L-11

ALLEGATO “L”

Commissione ad alto livello per le risorse STANAG Accordo di standardizzazione STANAVFORCHAN Forza navale permanente della Manica STANAVFORLANT Forza navale permanente dell’Atlantico STANAVFORMED Forza navale permanente del Mediterraneo START Trattati sulla riduzione degli armamenti strategici STC Centro tecnico dello SHAPE STRIKFORSOUTH Forze navali alleate d ’intervento e di sostegno dell’Europa meridionale TEEP Programma per il rafforzamento dell ’addestramento e della formazione UNHCR Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati UNMIK Missione per l ’amministrazione provvisoria delle Nazioni Unite in Kosovo UNOCHA Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli aiuti u manitari UNPROFOR Forza di protezione delle Nazioni Unite UNSC Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite VCC Comitato di coordinamento delle verifiche WEAG Gruppo per gli armamenti dell’Europa occidentale WEU (UEO) Unione dell’Europa occidentale WG Gruppo di lavoro WHO (OMS) Organizzazione mondiale della sanità WMD Armi di distruzione di massa WP Piano di lavoro

L-12

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iv

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Gestione Delle Risorse Umane Riassunto Libro Costa Cap 6,9,11

...persone, relazioni e valore di Giovanni Costa e Martina Gianecchini Cap. 6 LE PERSONE GIUSTE AL POSTO GIUSTO con le attività di reclutamento e selezione l'impresa mette a confronto il fabbisogno aziendale con i mercati del lavoro, al fine di individuare le persone con un profilo coerente con la propria strategia di business, cioè in possesso delle competenze professionali e comportamentali necessarie, e quindi in grado di apportare individualmente e collettivamente, un contributo agli obiettivi aziendali. Individuare le persone giuste non è né semplice né automatico. 6.1 il processo di assunzione il processo di assunzione comincia nel momento in cui l'impresa avverte la necessità di adeguare il proprio organico alle necessità della strategia o al fabbisogno segnalato dalle attività di programmazione del personale. L'inserimento di nuove persone dovrebbe essere progettato in una logica di continuità. Numerosi sono però gli ostacoli a una programmazione di politiche di assunzione di lungo periodo: * cambiamenti organizzativi: che spingono verso una veloce evoluzione dei ruoli delle competenze * cambiamenti nei mercati: che accelerano i tipi di obsolescenza delle competenze distintive * cambiamenti normativi: che agendo sulle regole dei contratti modificano le logiche organizzative. Chi inserire in azienda? la risposta implica uno sforzo sia in termini di caratteristiche del ruolo da ricoprire (job description), sia in termini di tratti comportamentali della persona che dovrà...

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Innovation Initiatives in Italian Banks

...POLITECNICO DI MILANO SCUOLA DI INGEGNERIA DEI SISTEMI CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN INGEGNERIA GESTIONALE LE INIZIATIVE INTRANET: ANALISI DELLO STATO ATTUALE E DELLE PROSPETTIVE FUTURE NEL SETTORE BANCARIO ITALIANO Relatore: Prof. Mariano Corso Correlatore: Ing. Fiorella Crespi Tesi di laurea di: Germano Mangia 767184 Federico Migliorini 765984 Anno Accademico 2011-2012 II Indice INDICE INDICE DELLE FIGURE INDICE DELLE TABELLE ABSTRACT SOMMARIO 1 IL CONTESTO MACROECONOMICO DI RIFERIMENTO 1.1 La difficile situazione attuale: quadro macroeconomico 1.2 La dinamica della crisi finanziaria internazionale VI IX X XI 1 1 3 2 IL SISTEMA BANCARIO ITALIANO 2.1 L’evoluzione del sistema bancario italiano negli ultimi vent’anni: il processo di concentrazione 2.2 Il sistema Bancario italiano attuale 2.3 Le caratteristiche del sistema bancario italiano 2.4 La Normativa bancaria 2.5 I Trend futuri 6 6 10 14 19 26 3 IL RUOLO DELL’ICT IN BANCA 3.1 Il ruolo dell’ICT nelle organizzazioni 3.2 Il mercato italiano dell’ICT 3.3 Il ruolo dell’ICT nelle banche italiane 31 31 33 40 4 LA INTRANET 4.1 Definizione di Intranet 4.2 I modelli di Intranet 4.3 Le funzionalità supportate dai modelli di Intranet 4.4 La Governance della Intranet 4.5 L’evoluzione della Intranet 4.6 Verso il Virtual Workspace 4.7 L’Intranet 2.0 4.8 L’Enterprise 2.0 71 71 73 74 75 78 79 84 85 5 GLI AMBITI DI INNOVAZIONE 5.1 L’ Unified Communication and Collaboration...

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Personaò

...possono “smuovere anche il cielo”. Per questo ho scelto Gandhi per la mia copertina; perché in lui si celavano i sentimenti più belli che un uomo possa avere. Andrea Emanuele Suriano 5°C Liceo Scientifico Tecnologico Galileo Galilei Un dono Prendi un sorriso, regalalo a chi non l’ha mai avuto. Prendi un raggio di sole, fallo volare là dove regna la notte. Scopri una sorgente, fa bagnare chi vive nel fango. Prendi una lacrima, posala sul volto di chi non ha pianto. Prendi il coraggio, mettilo nell’animo di chi non sa lottare. Scopri la vita, raccontala a chi non sa capirla. Prendi la speranza, e vivi nella sua luce. Prendi la bontà, e donala a chi non sa donare. Scopri l’amore, e fallo conoscere al mondo. Mahatma Gandhi I Sentimenti Se noi cerchiamo sul vocabolario la parola “sentimento” troviamo: stato affettivo più durevole dell’emozione e meno intenso della passione. Ma molto probabilmente è molto più di questo. I sentimenti sono così unici da non poter essere descritti con delle semplici parole, anche perché non credo ne esistano di appropriate per esprimerli. Sono proprio loro che guidano le nostre azioni quando l’uomo si fa sopraffare da quello che prova, perché loro sono la nostra forza più grande. Certo a volte si compiono delle azioni riprovevoli, ma altre volte con la forza dei sentimenti si fanno cose che a volte sembrano possibili solo nei film. E’ per questo incredibile potenziale...

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The Health's Promotion in Adolescence: Internet and Sexuality

...Facoltà di Lettere e Filosofia Corso di Laurea in Scienze e tecniche Psicologiche Laurea Triennale Elaborato finale In Psicologia Sociale LA PROMOZIONE DELLA SALUTE IN ADOLESCENZA: INTERNET E SESSUALITA' Tutor Candidato Prof.ssa Luca Parisi Daniela Caso Matr. N66/381 ANNO ACCADEMICO 2011 / 2012 INTRODUZIONE 6 CAPITOLO 1: FONDAZIONE EPISTEMOLOGICA DEL COSTRUTTO DI “SALUTE 7 1.1 PREMESSA 7 1.2 DEFINIRE LO STATO ATTUALE DELLA PSICOLOGIA DELLA SALUTE 8 1.3 CAMPI DI APPLICAZIONE DELLA PSICOLOGIA DELLA SALUTE 9 1.4 SVILUPPO STORICO DELLA DISCIPLINA E SUA SEGUENTE ISTITUZIONALIZZAZIONE 10 1.5 LE DEFINIZIONI DA PARTE DI ALCUNI AUTORI DEL CONCETTO DI “SALUTE” 14 1.6 LO SVILUPPO DELLA PSICOLOGIA DELLA SALUTE NEL NOSTRO PAESE 18 1.7 DAL MODELLO BIO-MEDICO AL MODELLO BIO-PSICO-SOCIALE 20 1.7.1 CENNI STORICI SULLA TEORIA GENERALE DEI SISTEMI 22 1.7.2 L'IMPORTANZA DEL MODELLO BIO-PSICO-SOCIALE 23 1.8 UNA NUOVA VISIONE DEL DUOPOLIO “SALUTE-MALATTIA” 26 1.9 PRINCIPALI MODELLI TEORICI NELLA “PSICOLOGIA DELLA SALUTE” 28 1.10 IL CONTRIBUTO DELLE SCIENZE PSICOLOGICHE 34 CAPITOLO 2: L'IMPORTANZA DELLA PSICOLOGIA DELLA SALUTE SESSUALE 38 2.1 STORIA E SVILUPPI DAL 1994 40 2.2 DEFINIZIONE DI SALUTE SESSUALE 41 2.3 UNA DISCIPLINA MULTISETTORIALE 42 2.3.1 LEGGI, DIRITTI UMANI E POLITICHE 43 2.3.2 EDUCAZIONE 44 2.3.3 SOCIETA' E CULTURA 45 2.3...

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